Del perché dall'una alle tre si cazzeggia...

cristina67

New member
C'è qualcosa nella fine di Gheddafi che non riesco a spiegarmi. Gheddafi era un folle incontrollabile, convinto fino alla fine di riuscire a riprendere il potere. Un macellaio che ha distrutto un paese ricchissimo impiegandoci 40 anni. Un folle che ha fatto una bruttissima fine, vederlo in lacrime e schiaffeggiato, pieno di sangue e seviziato con un bastone, mi ha disturbato. Posso solo pensare che il rais ne ha fatte di peggio ed allora mi autoconvinco, non riuscendoci, che quella era la fine che meritava.
Quello che non sono riuscito a spiegarmi è stata l'abnegazione di alcuni suoi figli. Ho visto le immagini di Moutassim che fumava prigioniero l'ultima sigaretta. Quel Moutassim che fino a qualche mese prima veleggiava sui suoi yacht insieme alla Chillemi ed a donne bellissime. Quel Moutassim che insieme ai fratelli ed al padre hanno saccheggiato la Libia di una cifra che si aggira per difetto, intorno ai 100 mlr di euro, se pensate che Bill Gates non arriva a 50 mlr avrete un'idea della fortuna colossale che costoro potevano andare a spendere nel mondo.
Mi ha colpito la dignità prima di morire di questo ragazzo. Poteva piangere, imprecare, pregare. Ha atteso la morte fumando, come da romanzo, un'ultima sigaretta. Saif al Islam e Saif al Arab, Mohammed e Khamis, potevano scegliere un esilio dorato, invece hanno combattuto fino alla fine insieme al padre. Un po' come il nostro re Vittorio Emanuele (coniglio) III, al primo minicicciolo su Roma, via, è scappato a Brindisi.

Non mi dispiace per Gheddafi, era diventato una macchietta, mi ha lasciato perplesso l'abnegazione dei figli.


Alle ore 1.24 P.M. sono entrata qui dentro insonne attratta dal titolo. :?
Dopo aver leto questo papiro, alle 1.26 A.M. me ne vado a letto! TUNZZZ
 
:):):):)
Di solito i miei scritti vengono usati come prodotti omeopatici in alternativa al bisacodile, per stimolare la peristalsi. Finora non c'erano state controindicazioni particolari. Dopo il tuo post, bisognerà fare studi per vedere la sua utilità in alternativa al fentanyl
:):)
 
Test n. 2

Tra peristalsi e fentanyl, sto diventando un vero pericolo per le case farmaceutiche.

Morto Gheddafi, dittatore feroce e burlesque, entra in scena Mustafà Jalil. Per fare una similitudine nostrana è come se cacciassimo Berlusconi e lo sostituissimo con Cicchitto. Io tiferei per Berlusconi tutta la vita.
Jalil è quell’idiota che in qualità di giudice condannò a morte le sei infermiere bulgare accusate di aver infettato con il virus HIV, circa 400 bambini libici. Una furfanteria che necessitava di un capro espiatorio, e cosa c’è di meglio che sei infermiere, bianche e cristiane? Per la cronaca, la pena di morte fu mutata in ergastolo e probabilmente le sei infermiere giacciono ancora in qualche carcere libico.
Jalil è colui che prima da giudice, esattamente dal 1978, successivamente da ministro della Giustizia, ha condiviso oltre un trentennio di malefatte con il Ràis. Jalil, per tener fede al detto: quando la barca affonda, i topi scappano, in piena rivoluzione, si è dimesso da ministro della giustizia, esattamente il 16 febbraio 2011 e si è aggregato ai ribelli il 23 febbraio.
Jalil è colui che, nonostante le immagini dell’orribile esecuzione di Gheddafi, continua a sostenere che il Rais sia morto in uno scontro a fuoco.
Per concludere, Jalil è colui che in una intervista questa mattina, ha detto che per le elezioni in Libia ci vorranno otto mesi, ma anche quattro, o forse dodici, aggiungendo che la sharia sarà il principio fondamentale cui ispirarsi per tutte le nuove leggi libiche.
Se questo è il nuovo che avanza: ridateci Gheddafi.

CONDANNE A MORTE: DICHIARAZIONE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DELLA REPUBBLICA DI BULGARIA

19.12.2006 - Sofia
“Siamo estremamente preoccupati dalla sentenza giudiziaria odierna. Per nostro enorme dispiacere, il Tribunale non ha preso in considerazione le numerose prove d’innocenza delle infermiere bulgare. Non possiamo accettare una sentenza che ignora i fatti estremamente chiari, comprovati anche dai risultati più recenti delle ricerche dei rinomati esperti mondiali i quali respingono qualsiasi legame tra il lavoro delle infermiere bulgare e l’epidemia di AIDS nell’ospedale pediatrico di Bengazi. E’ evidente che la condanna fa tornare indietro gli sforzi impiegati per la soluzione di questo caso straziante.

Negli ultimi anni il popolo bulgaro e la comunità europea hanno dimostrato una grande compassione e solidarietà per il destino dei bambini infetti e le loro famiglie. Noi abbiamo fatto e continueremo a fare tutto il possibile per trovare il modo e i mezzi per il sollievo delle loro sofferenze e per prevenire simili tragedie in futuro. Siamo grati per la compartecipazione di molti popoli e governi a questi nostri sforzi.

Contemporaneamente, siamo fermamente convinti che qualsiasi legame tra questa tragedia ed il lavoro delle infermiere bulgare ed il medico palestinese sia assolutamente infondato e induce in errore il popolo libico e le famiglie colpite.

Lo trascinare di questo processo per otto anni ormai è già un argomento abbastanza forte che impone l’impegno delle istituzioni libiche e gli organi dirigenti del Paese. Noi appelliamo fermamente alle Autorità libiche compreso il sistema giudiziario di non rimandare più la definitiva soluzione di questo caso e di permettere alle infermiere bulgare e al medico palestinese di ritornare nei loro Paesi. Dopo otto anni di reclusione nel carcere libico tutti loro meritano giustizia, una procedura giudiziaria onesta e breve.

Noi assicuriamo le nostre connazionali ed il medico palestinese che il Governo bulgaro non risparmierà sforzi anche in futuro lottando per il loro diritto di giustizia e per la conclusione di questo caso doloroso. Ringraziamo i nostri partners, alla comunità internazionale, gli ambienti medici e scientifici, le organizzazioni per i diritti umani ed altre organizzazioni non governative, nonché i mass media mondiali per il fatto che si sono schierati accanto a noi in sostegno della nostra causa. Appelliamo a tutti loro di continuare più attivamente ancora questo appoggio fino al rientro delle infermiere bulgare e del medico palestinese”.

Fonte: Ambasciata della Repubblica di Bulgaria
 

Shoofly

Señora Memebr
Ho l'impressione che in Libia l'incubo non sia affatto finito: mentre i partigiani festeggiano la vittoria e fanno saltare la capoccia a tutti i "lealisti" rimasti a tiro c'è già chi lavora nell'ombra per riportare il Paese a molto prima del 1969 (diciamo intorno al 1569...)
 

cristina67

New member
Tra peristalsi e fentanyl, sto diventando un vero pericolo per le case farmaceutiche.

Morto Gheddafi, dittatore feroce e burlesque, entra in scena Mustafà Jalil. Per fare una similitudine nostrana è come se cacciassimo Berlusconi e lo sostituissimo con Cicchitto. Io tiferei per Berlusconi tutta la vita.
Jalil è quell’idiota che in qualità di giudice condannò a morte le sei infermiere bulgare accusate di aver infettato con il virus HIV, circa 400 bambini libici. Una furfanteria che necessitava di un capro espiatorio, e cosa c’è di meglio che sei infermiere, bianche e cristiane? Per la cronaca, la pena di morte fu mutata in ergastolo e probabilmente le sei infermiere giacciono ancora in qualche carcere libico.
Jalil è colui che prima da giudice, esattamente dal 1978, successivamente da ministro della Giustizia, ha condiviso oltre un trentennio di malefatte con il Ràis. Jalil, per tener fede al detto: quando la barca affonda, i topi scappano, in piena rivoluzione, si è dimesso da ministro della giustizia, esattamente il 16 febbraio 2011 e si è aggregato ai ribelli il 23 febbraio.
Jalil è colui che, nonostante le immagini dell’orribile esecuzione di Gheddafi, continua a sostenere che il Rais sia morto in uno scontro a fuoco.
Per concludere, Jalil è colui che in una intervista questa mattina, ha detto che per le elezioni in Libia ci vorranno otto mesi, ma anche quattro, o forse dodici, aggiungendo che la sharia sarà il principio fondamentale cui ispirarsi per tutte le nuove leggi libiche.
Se questo è il nuovo che avanza: ridateci Gheddafi.

CONDANNE A MORTE: DICHIARAZIONE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI DELLA REPUBBLICA DI BULGARIA

19.12.2006 - Sofia
“Siamo estremamente preoccupati dalla sentenza giudiziaria odierna. Per nostro enorme dispiacere, il Tribunale non ha preso in considerazione le numerose prove d’innocenza delle infermiere bulgare. Non possiamo accettare una sentenza che ignora i fatti estremamente chiari, comprovati anche dai risultati più recenti delle ricerche dei rinomati esperti mondiali i quali respingono qualsiasi legame tra il lavoro delle infermiere bulgare e l’epidemia di AIDS nell’ospedale pediatrico di Bengazi. E’ evidente che la condanna fa tornare indietro gli sforzi impiegati per la soluzione di questo caso straziante.

Negli ultimi anni il popolo bulgaro e la comunità europea hanno dimostrato una grande compassione e solidarietà per il destino dei bambini infetti e le loro famiglie. Noi abbiamo fatto e continueremo a fare tutto il possibile per trovare il modo e i mezzi per il sollievo delle loro sofferenze e per prevenire simili tragedie in futuro. Siamo grati per la compartecipazione di molti popoli e governi a questi nostri sforzi.

Contemporaneamente, siamo fermamente convinti che qualsiasi legame tra questa tragedia ed il lavoro delle infermiere bulgare ed il medico palestinese sia assolutamente infondato e induce in errore il popolo libico e le famiglie colpite.

Lo trascinare di questo processo per otto anni ormai è già un argomento abbastanza forte che impone l’impegno delle istituzioni libiche e gli organi dirigenti del Paese. Noi appelliamo fermamente alle Autorità libiche compreso il sistema giudiziario di non rimandare più la definitiva soluzione di questo caso e di permettere alle infermiere bulgare e al medico palestinese di ritornare nei loro Paesi. Dopo otto anni di reclusione nel carcere libico tutti loro meritano giustizia, una procedura giudiziaria onesta e breve.

Noi assicuriamo le nostre connazionali ed il medico palestinese che il Governo bulgaro non risparmierà sforzi anche in futuro lottando per il loro diritto di giustizia e per la conclusione di questo caso doloroso. Ringraziamo i nostri partners, alla comunità internazionale, gli ambienti medici e scientifici, le organizzazioni per i diritti umani ed altre organizzazioni non governative, nonché i mass media mondiali per il fatto che si sono schierati accanto a noi in sostegno della nostra causa. Appelliamo a tutti loro di continuare più attivamente ancora questo appoggio fino al rientro delle infermiere bulgare e del medico palestinese”.

Fonte: Ambasciata della Repubblica di Bulgaria


Perfetto! Altri due test assorbo tutto il jet lag!
 
Test n. 3

Gheddafi era un dittatore pericoloso, un criminale folle, un ladro. Ha accumulato ricchezze per oltre 100 mlr di euro, eppure non è per la violazione dei diritti umani che la Nato si è impegnata nel suo rovesciamento.
Gheddafi era l’unico dittatore che era riuscito a spuntare dalle multinazionali del petrolio, l’85% di royalties per (teoricamente) il popolo libico. La quota più alta conosciuta, insieme all’Indonesia. Molto meglio avere Jalil ed andarci a prendere il petrolio a condizioni più favorevoli, non importa se poi un libico rubando un duplo ci rimetterà la mano destra, fatti loro.
In Basilicata l’Eni lascia alla Regione il 7% di royalties.Se domattina Vito De Filippo si svegliasse ed imponesse all’ENI royalties alla Gheddafi, mi piacerebbe sapere come reagirebbe l’Ente Nazionale Idrocarburi, probabilmente convincerebbe Iggnazzio a bombardare Tolve e Grassano con la nostra scalcinata aeronautica militare.

Da Ola (Organizzazione lucana ambientalista)
Premessa. 1) Il “The Economist”, prestigiosa rivista di economia inglese, ha di recente pubblicato, nazione per nazione, le royalties che le compagnie minerarie lasciano al territorio dove estraggono senza imporre franchigie. Libia e Indonesia 85%, Russia e Norvegia l’80 per cento, Alaska, 60 %, Canada, 50 %. La Basilicata ottiene solo il 7% con in più anche una franchigia di 20 milioni di tonnellate di olio e di 25 milioni di smc (metri cubi standard) per il gas da scontare prima di erogare denaro; 2) In molte nazioni esistono restrizioni alle libertà di perforare nei laghi, nei parchi, a 50 km. dalla costa e nei centri e luoghi abitati. In Basilicata non esistono divieti; 3) L’estrazione mineraria in Basilicata, il “più grande bacino petrolifero europeo (?)”, rappresenta a malapena il 6% del fabbisogno nazionale. Un’inezia equivalente a qualche viaggio in meno delle petroliere italiane nei paesi dove il petrolio affiora.
Domande
1) Essendo l’estrazione petrolifera in Basilicata molto costosa, visto che il gas in genere è a 1500 metri e il petrolio a 5 km. sottoterra, mentre nel Maghreb spesso affiora, potrebbe essere che le compagnie vengono a perforare in Basilicata perché non hanno regole cui sottostare e perché lasciano una cifra irrisoria al territorio rispetto al resto del mondo?
2) Visto che il petrolio estratto è appena il 6% del fabbisogno nazionale, visto che non porta ricchezza al territorio dato che si lascia il 7% di royalties, per giunta con franchigia, visto che non ha creato occupazione né indotto (le industrie della trasformazione del petrolio stanno in tutte altre Regioni italiane – da noi solo l’inquinamento), visto che i lucani continuano ad emigrare nonostante i 20 anni di economia petrolifera già trascorsi, non è che ci converrebbe sospendere ogni attività petrolifera e aumentare le aree protette che forse qualche turista e qualche soldo in più lo porterebbero?
 
Hai ragione.

L'ho postato qualche altra volta, magari ancora non eri presente sul forum. Leggi questo:

E una terra bellissima, il Subappenino Dauno: a est, i ri lievi digradano al piano
con rotondità femminee, sensuali; a nord-est, nei giorni tersi, il Gargano si leva
azzurro-nuvola sul Tavoliere che sembra tornare a quel che era: una sterminata laguna
su cui galleggia una bassa foschia, figlia di millenni di umido; a sud-sud-ovest, già si
tocca il massiccio vulcanico del Vulture, montagna che pare aver partorito una civiltà
indipendente e altissima (da quelle pendici scendono grandi cervelli e grandi vini). I
resti dell'immensa foresta che ricopriva tutto spiegano perché Federico II veniva a
caccia qui e il suo studio sulla falconeria (innumerevoli rapaci vi volano sulla testa).
Qui hai isole linguistiche inaspettate: quel "dialetto" musicale, dolce, è franco-
provenzale, la lingua dei trovadori, della chanson des gentes.
Qui, negli anni Sessanta, si visse l'illusione che il miracolo economico fosse
possibile senza emigrare: era stato appena scoperto il più grande giacimento di gas
d'Italia, forse d'Europa: quaranta miliardi di metri cubi di metano. Per quell'area, bella
e depressa, può essere lavoro, aziende di trasformazione, istituti professionali, cultura
industriale e industrializzazione dell'agricoltura, con energia a basso costo. Dio ha
steso la sua mano sui poveri del Subappennino. Che accolgono con i fiori, manco alle
Hawaii, il rappresentante della Snia-Viscosa, ingegner Casini. Ma si capisce che
qualcosa non va, forse lo stato non la pensa come Dio. La gente di Candela, Ascoli
Satriano, Deliceto, Accadia, Ca-stelluccio dei Sauri, Rocchetta Sant'Antonio comincia
una battaglia che durerà anni, coinvolgerà tutti, con forme di auto-organizzazione che
susciteranno la curiosità di osservatori stranieri, il disorientamento dei partiti, la
reazione dello stato. In trentamila, con i vecchi, i bimbi, donne e uomini marciano sul
capoluogo. Temono che il loro metano faccia la fine della bauxite del Gargano, che
semina scorie e disoccupati sul posto, lavoro e ricchezza a porto Marghe-ra. Mario
Giorgio (La sconfitta del Subappennino Dauno) ha raccontato la vicenda giorno per
giorno, quasi. Vi dico come finisce: l'Eni fa quel che vuole, usa stato e partiti ascari a
Roma, politicanti indigeni sul posto; un suo funzionario locale avvia da lì la sua
carriera governativa; i dauni son piegati con promesse disattese, cooptazione di
qualche leader, richieste di centinaia di milioni, per "mancato guadagno", minacce,
brutali interventi di polizia: centinaia di denunciati, molti arresti, espatri negati agli
emigranti, "certificazione di procedimenti in corso" contro diplomati, che rischiano di
essere esclusi dai concorsi pubblici...
Il gas, Eni dixit, serviva all'industria del Nord. E lì andò. Dovettero andarsene pure
i dauni. Un'amnistia cancellò i "reati" della protesta di popolo nonviolenta. L'ordine e
la regola tornarono a regnare nel Subappennino: le risorse predate e condotte altrove,
la gente schiacciata e l'emigrazione quale sola via di sopravvivenza. Poi, il
telegramma: «At seguito interessamento onorevole Romita sottosegretario stato
Interni viene disposta data odierna assegnazione at prefetto Foggia contributo
straordinario lire venti milioni per attuazione interventi assistenziali, tramite Eca
competenti, a sollievo disoccupazione comuni interessati note vicende metanifere»:
non lavoro, ma disoccupazione con elemosina, così, domani, i ladri di metano
potranno urlare: «Basta lavorare noi, per quella gente lì!».


La Daunia è la mia terra.
 

Shoofly

Señora Memebr
:OO Aberrante. E sui nomi di chi continua tranquillamente a speculare sul petrolio lucano niente... non se ne parla più, bocche cucite. Tutto tace. Anche De Filippo (non il grande Eduardo, purtroppo).
 
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cristina67

New member
Gheddafi era un dittatore pericoloso, un criminale folle, un ladro. Ha accumulato ricchezze per oltre 100 mlr di euro, eppure non è per la violazione dei diritti umani che la Nato si è impegnata nel suo rovesciamento.
Gheddafi era l’unico dittatore che era riuscito a spuntare dalle multinazionali del petrolio, l’85% di royalties per (teoricamente) il popolo libico. La quota più alta conosciuta, insieme all’Indonesia. Molto meglio avere Jalil ed andarci a prendere il petrolio a condizioni più favorevoli, non importa se poi un libico rubando un duplo ci rimetterà la mano destra, fatti loro.
In Basilicata l’Eni lascia alla Regione il 7% di royalties.Se domattina Vito De Filippo si svegliasse ed imponesse all’ENI royalties alla Gheddafi, mi piacerebbe sapere come reagirebbe l’Ente Nazionale Idrocarburi, probabilmente convincerebbe Iggnazzio a bombardare Tolve e Grassano con la nostra scalcinata aeronautica militare.

Da Ola (Organizzazione lucana ambientalista)
Premessa. 1) Il “The Economist”, prestigiosa rivista di economia inglese, ha di recente pubblicato, nazione per nazione, le royalties che le compagnie minerarie lasciano al territorio dove estraggono senza imporre franchigie. Libia e Indonesia 85%, Russia e Norvegia l’80 per cento, Alaska, 60 %, Canada, 50 %. La Basilicata ottiene solo il 7% con in più anche una franchigia di 20 milioni di tonnellate di olio e di 25 milioni di smc (metri cubi standard) per il gas da scontare prima di erogare denaro; 2) In molte nazioni esistono restrizioni alle libertà di perforare nei laghi, nei parchi, a 50 km. dalla costa e nei centri e luoghi abitati. In Basilicata non esistono divieti; 3) L’estrazione mineraria in Basilicata, il “più grande bacino petrolifero europeo (?)”, rappresenta a malapena il 6% del fabbisogno nazionale. Un’inezia equivalente a qualche viaggio in meno delle petroliere italiane nei paesi dove il petrolio affiora.
Domande
1) Essendo l’estrazione petrolifera in Basilicata molto costosa, visto che il gas in genere è a 1500 metri e il petrolio a 5 km. sottoterra, mentre nel Maghreb spesso affiora, potrebbe essere che le compagnie vengono a perforare in Basilicata perché non hanno regole cui sottostare e perché lasciano una cifra irrisoria al territorio rispetto al resto del mondo?
2) Visto che il petrolio estratto è appena il 6% del fabbisogno nazionale, visto che non porta ricchezza al territorio dato che si lascia il 7% di royalties, per giunta con franchigia, visto che non ha creato occupazione né indotto (le industrie della trasformazione del petrolio stanno in tutte altre Regioni italiane – da noi solo l’inquinamento), visto che i lucani continuano ad emigrare nonostante i 20 anni di economia petrolifera già trascorsi, non è che ci converrebbe sospendere ogni attività petrolifera e aumentare le aree protette che forse qualche turista e qualche soldo in più lo porterebbero?


In questa tornata ero riuscita a fare a meno del papiro ma poi mi sono svegliata alle 4.00 del mattino.
Dopo aver letto torno a letto.
Mi serve al massimo un altro aiutino e ne sono fuori! :YY
 
Aiuto (Aiutino mi suona troppo di Pronto Raffaella)

Test n. 4
Non ci sono più le mezze stagioni. Si passa dalla primavera (araba) all’inverno (arabo), senza attraversare l’estate.
Le rivolte contro i dittatori in Libia, Egitto e Tunisia si stanno trasformando in un’affermazione degli islamisti. In Libia Jalil ha detto che la nuova costituzione poggerà sulla sharia. In Tunisia il partito Islamista, accreditato di un 10% nei sondaggi, sbaraglia i partiti laici collezionando un sonante 38%. Meraviglia che il pieno, circa il 50% dei voti, sia stato fatto da tale partito, nelle sacche di emigranti di ritorno dall’Italia. Chissà, avranno visto cosa ha partorito la nostra democrazia e avranno pensato che sarà meglio affidarsi ad Allah. In Egitto chi si aspettava maggiore libertà per le minoranze cristiane è rimasto deluso. Non solo non cade il divieto di costruire nuove chiese, ma resta in vigore il permesso preventivo del governo per ristrutturare quelle già esistenti.
In Basilicata soffia forte il vento della protesta contro il furto del petrolio da parte dell’ENI, tant’è che la compagnia petrolifera ha stanziato 100 euro, da consumare in carburante, per ognuno dei circa 250000 patentati lucani. Questa cifra equivale al 3% delle royalties. Un piatto di lenticchie agli elemosinanti lucani. De Filippo dove sei?
 

cristina67

New member
Test n. 4
Non ci sono più le mezze stagioni. Si passa dalla primavera (araba) all’inverno (arabo), senza attraversare l’estate.
Le rivolte contro i dittatori in Libia, Egitto e Tunisia si stanno trasformando in un’affermazione degli islamisti. In Libia Jalil ha detto che la nuova costituzione poggerà sulla sharia. In Tunisia il partito Islamista, accreditato di un 10% nei sondaggi, sbaraglia i partiti laici collezionando un sonante 38%. Meraviglia che il pieno, circa il 50% dei voti, sia stato fatto da tale partito, nelle sacche di emigranti di ritorno dall’Italia. Chissà, avranno visto cosa ha partorito la nostra democrazia e avranno pensato che sarà meglio affidarsi ad Allah. In Egitto chi si aspettava maggiore libertà per le minoranze cristiane è rimasto deluso. Non solo non cade il divieto di costruire nuove chiese, ma resta in vigore il permesso preventivo del governo per ristrutturare quelle già esistenti.
In Basilicata soffia forte il vento della protesta contro il furto del petrolio da parte dell’ENI, tant’è che la compagnia petrolifera ha stanziato 100 euro, da consumare in carburante, per ognuno dei circa 250000 patentati lucani. Questa cifra equivale al 3% delle royalties. Un piatto di lenticchie agli elemosinanti lucani. De Filippo dove sei?


Aiutino era una pseudocitazione colta inserita nel contesto dopo attento e lucido studio. :mrgreen:

Eh eh eh... come si vede sono in pratica tornata al ritmo normale 0.30 A.M = nanna
Ringrazio il professor Baldassarre Embriaco per il ciclo terapeutico!

Notte notte!
 
Sono lieto di aver aiutato Cristina67 a curare la sua insonnia e il jet lag con prodotti omeopatici. Non doveva ringraziarmi, sono io invece, ad esserle debitore per essersi sottoposta scientemente a un trattamento sperimentale. Stona quel "professore", sono un umile operaio nella vigna del Signore:)

Orsù! Dunque, continuo la mia "missione" e con pillole di fentanyl.

Volevo esprimere la mia solidarietà agli abitanti di Mantova. Di solito si dice "Chi è causa del suo mal pianga se stesso", ma l'umana misericordia e il mio buon cuore, mi spinge ad esser compartecipe della loro sventura.

La Lega: Virgilio era un terrone

Favoloso a Mantova: l'assessore al turismo si scaglia contro la celebrazione del poeta perché «se n'è andato a Roma, poi in Calabria, infine a Napoli, insomma ci ha traditi». E aggiunge: «Molto meglio il padano Teofilo Folengo»
"Cara Mantova, bentornata in Lombardia". Così esultava Roberto Formigoni l'anno scorso per la città lombarda espugnata dal centrodestra. Non calcolava la Tunisia. Proprio il viaggio in Tunisia fatto dal sindaco del Pdl Nicola Sodano per negoziare il prestito del raro mosaico di Virgilio tra le Muse per la grande mostra virgiliana aperta a Palazzo Te il 15 ottobre ha scatenato la Lega, alleata di giunta sempre più inquieta: cultura sprecona, costi eccessivi. In più, la provocazione dell'assessore al Turismo, Vincenzo Chizzini: era meglio celebrare il poeta Teofilo Folengo, perché Virgilio, testuali parole, "se n'è andato a Roma, in Calabria, infine a Napoli, dove è sepolto. Ci ha traditi".

Ma non bastava Virgilio terrone.

Il parlamentare bossiano Gianni Fava ha bollato l'inaugurazione con gli ospiti tunisini (console, ministro, sindaco di Cartagine), presente la connazionale Afef Jnifen con Marco Tronchetti Provera, come "ricettacolo di soubrette a fine carriera".

L'estrema rozzezza dei toni ha fatto infuriare il mite sindaco Sodano, inasprendo i rapporti già tesi. Al punto che la parte oltranzista della Lega minaccia di ritirare i suoi assessori.

Chissà se il presidente Napolitano, già pesantemente offeso dal capogruppo leghista l'anno scorso, verrà a omaggiare Virgilio il 7 dicembre. Meglio la prima della Scala. T. M.

Da L'espresso.it
 

velvet

Well-known member
Sono lieto di aver aiutato Cristina67 a curare la sua insonnia e il jet lag con prodotti omeopatici. Non doveva ringraziarmi, sono io invece, ad esserle debitore per essersi sottoposta scientemente a un trattamento sperimentale. Stona quel "professore", sono un umile operaio nella vigna del Signore:)

Orsù! Dunque, continuo la mia "missione" e con pillole di fentanyl.

Volevo esprimere la mia solidarietà agli abitanti di Mantova. Di solito si dice "Chi è causa del suo mal pianga se stesso", ma l'umana misericordia e il mio buon cuore, mi spinge ad esser compartecipe della loro sventura.

La Lega: Virgilio era un terrone

Favoloso a Mantova: l'assessore al turismo si scaglia contro la celebrazione del poeta perché «se n'è andato a Roma, poi in Calabria, infine a Napoli, insomma ci ha traditi». E aggiunge: «Molto meglio il padano Teofilo Folengo»
"Cara Mantova, bentornata in Lombardia". Così esultava Roberto Formigoni l'anno scorso per la città lombarda espugnata dal centrodestra. Non calcolava la Tunisia. Proprio il viaggio in Tunisia fatto dal sindaco del Pdl Nicola Sodano per negoziare il prestito del raro mosaico di Virgilio tra le Muse per la grande mostra virgiliana aperta a Palazzo Te il 15 ottobre ha scatenato la Lega, alleata di giunta sempre più inquieta: cultura sprecona, costi eccessivi. In più, la provocazione dell'assessore al Turismo, Vincenzo Chizzini: era meglio celebrare il poeta Teofilo Folengo, perché Virgilio, testuali parole, "se n'è andato a Roma, in Calabria, infine a Napoli, dove è sepolto. Ci ha traditi".

Ma non bastava Virgilio terrone.

Il parlamentare bossiano Gianni Fava ha bollato l'inaugurazione con gli ospiti tunisini (console, ministro, sindaco di Cartagine), presente la connazionale Afef Jnifen con Marco Tronchetti Provera, come "ricettacolo di soubrette a fine carriera".

L'estrema rozzezza dei toni ha fatto infuriare il mite sindaco Sodano, inasprendo i rapporti già tesi. Al punto che la parte oltranzista della Lega minaccia di ritirare i suoi assessori.

Chissà se il presidente Napolitano, già pesantemente offeso dal capogruppo leghista l'anno scorso, verrà a omaggiare Virgilio il 7 dicembre. Meglio la prima della Scala. T. M.

Da L'espresso.it

:paura::paura::paura:
 

mame

The Fool on the Hill
Balda, torno ora dal sud e vivo al nord. Ti posso assicurare che il menefreghismo sta da tutte le parti. La testa della gente in Italia purtroppo è questa. Se non c'è un potere forte che fa rispettare le regole, va tutto in malora. In Italia le regole le rispettano solo i poveri pirla come te e me che continueremo a pagare le tasse mentre l'evasore di turno andrà a farsi le vacanze alle Barbados perché sa che nessuno gli torcerà mai un capello. E il governo invece di ribaltare loro, viene ancora a frugare nelle nostre tasche vuote. Se non cambiano le teste, sarà sempre tutto così.
 
Afghanistan: disumane foto soldati Usa, talebani giurano vendetta

Sono un giovane militare, vengo inviato a combattere in una terra ove mi hanno insegnato vivono genti dal quoziente intellettivo inferiore alla media, genti che sono fedeli alla loro fede, scambiati, forse giustamente secondo i nostri canoni occidentali, per fanatici, genti che non vogliono l'invasore sulle proprie terre. Ed io combatto costoro con violenza, odio. Ammazzo non solo i loro combattenti, ma anche i civili inermi, tanto che differenza fa, belve i combattenti, belve e inferiori i civili. E poi io sono nel giusto, lotto per un ideale, loro si oppongono al progresso, alla libertà, non devo chiedere il permesso, e la mia non è brutalità gratuita, ma necessaria educazione per tali belve. Io porto il progresso. Ed allora esco fuori dalla mia base e se un militare mi uccide un commilitone io ammazzo dieci civili, non hanno cuore e sentimento, sono delle belve, sto compiendo un'impresa storica. E poi parliamoci chiaro, il mondo è con me. Che importa se urino sui cadaveri, che importa se scatto le foto con le teste dei combattenti morti, come se fossero teste di cinghiali da portare alla sagra delle pappardelle al cinghiale come trofeo. Se anche si scoprisse mi verrà perdonato tutto, io combatto per un ideale. (Soldato piemontese durante l'occupazione del Regno delle Due Sicilie; Italia 1860-1870)


Afghanistan: disumane foto soldati Usa, talebani giurano vendetta
19 Aprile 2012 -

(ASCA-AFP) - Kabul, 19 apr - I talebani afghani hanno giurato vendetta definendo ''disumane'' le foto scattate dai soldati Usa accanto ai cadaveri di kamikaze. ''Condanniamo fermamente l'atto brutale e disumano da parte degli invasori statunitensi'', recita una dichiarazione dei fondamentalisti.

''Questo e' cio' che gli invasori americani insegnano ai loro schiavi afghani'', aggiunge la nota.

Nelle immagini, pubblicate ieri dal quotidiano americano 'The Los Angeles Times' e risalenti al 2010 si mostrano paracadutisti della 82Ma Divisione Aviotrasportata dell'Esercito Usa che posano accanto ai resti dilaniati di alcuni attentatori nella provincia meridionale di Zabul, una delle piu' turbolente e pericolose della regione.

Non è più molto presente sul forum, ma se dovesse continuare a patir d'insonnia, spero che tale post possa essere di giovamento per la dott.ssa Cristina67
 
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