1° Poeticforum sperimentale - Le poesie che amiamo

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Chissà se, quando lei era ancora in vita, si rendeva conto del fatto che le vere pupille erano quelle di lei e che senza di lei sarebbe stato il vuoto ad ogni gradino, se gliel'aveva in qualche modo detto o dimostrato o se dava tutto per scontato, come spesso succede quando le persone sono da tanto tempo accanto a noi.

Hai perfettamente ragione ale! Ogni volta noi per primi diamo per scontato queste cose... credo che dovrò rimediare in qualche modo...
Ma immagino che il poeta non abbia peccato di negligenza... troppo fine e attento ai dettagli... almeno spero.
Per il momento grazie! :D
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Creatura fragile se ha tentato il suicidio per ben due volte... credo allora che la sua capacità di ispirare Montale non si riferisce alla forza d'animo nel vedere il mondo sotto luci migliori, ma quanto alla sua forza di amare e di sperare... o forse Montale l'amava per qualcos'altro di più specifico... :?
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Fragile e forte insieme a quanto pare...suicidio tentato perchè lui portava avanti due storie contemporaneamente o ho capito male? In ogni caso sono tutte semplificazioni, nessuno può conoscere il vero motivo di un suicidio o di un tentato suicidio, "la realtà non è quella che si vede".
E' morta in seguito ad una caduta, e ci credo, a furia di scendere scale :mrgreen: Scusate, si fa per sdrammatizzare...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
in effetti Drusilla sembra una donna fragile e determinata allo stesso tempo, e lui la coglie in questo aspetto quando dice che solo in apparenza era quella da guidare ma invece era lei che lo indirizzava, anche con atteggiamenti estremi. Ci sono altre poesie dedicate alla moglie, come questa:

Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell'alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.
 
Ultima modifica:
O

Ospite 01

Guest
scusate, ma leggendo di questo intreccio amoroso di Montale con Irma e Drusilla mi è venuto in mente il titolo di un film di Troisi: Pensavo fosse amore invece era un calesse :boh:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
San Martino del Carso - Giuseppe Ungaretti

passiamo alla seconda poesia proposta

San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato


Giuseppe Ungaretti
 
G

giovaneholden

Guest
Una delle bellissime poesie antimilitariste composte sul fronte da Ungaretti. Con poche parole riesce a rendere tutta l'assurdità e il dolore del conflitto,gli amici e i commilitoni persi,le cui croci albergano nel suo cuore straziato. Struggente.
 

Nerst

enjoy member
Bellissima poesia. Mi ha commossa la visione del cuore visto come paese, oramai vuoto di persone, che non ci sono più.
Ricostruire i muri, si può ed anche in breve tempo, ma la ricostruzione di un cuore che ha visto e sentito la distruzione di ogni cosa materiale e non, ha voragini troppo profonde per essere facilmente colmate.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
La poesia è bellissima, non c'è dubbio.
La cosa che più mi ha colpita è: "brandelli di muro"... paragonati poi a quello che non è rimasto dei suoi compagni...
Quando leggo questa poesia mi immagino una casa in pietra in campagna, tutta in bianco e nero e decadente... l'unica cosa "viva", che si muove al vento è una specie di foulard rosso appeso a un bastone...
 

Lin89

Active member
Lessi questa poesia per la prima volta tra i banchi di scuola.
Rimasi letteralmente folgorata dalle emozioni che mi fece provare e che mi fa provare tutt'ora. Semplicemente indescrivibili.
Ungaretti ha una capacità sbalorditiva nell'andare dritto al punto senza neanche tanti giri di parole.

Poesia di grandissimo effetto.
Anche a me ha sempre colpito quel "brandelli di muro" e il cuore visto come paese. E' rendere le cose inanimate vive e le cose vive inanimate che mi affascina di più di questa poesia.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
@Ho sceso, dandoti il braccio: bella poesia, un messaggio d'amore e gratitudine verso la persona amata che non c'è più, una guida, un faro nella vita, e ora che è morta è come se il poeta non potesse "realmente" vedere le scale. Non solo il cammino, la discesa sono offuscati a causa del dolore, ma perdono proprio di significato, non hanno più senso, perché lei non c'è più.

@San martino del carso: una delle poesie sulla guerra più strazianti e vivide che abbia mai letto. Mentre la ripeto mentalmente, mi sembra di vederlo quel paese con i muri delle case crollati, la devastazione, le croci. La similitudine col cuore che "supera" lo strazio materiale e fisico del paese - se quest'ultimo può essere ricostruito, il dolore interiore invece è difficilmente sanabile - mi fa venire semplicemente i brividi.
 
Montale: Da brividi la poesia di Montale. Il rendersi conto che la vera realtà non è quella in cui viviamo. La tenerezza per la moglie che non c’è più, la consapevolezza che tra i due, quella che aveva occhi per guardare era lei. La sua inadeguatezza per questa realtà vien fuori dall’assenza della sua guida, che seppur ipovedente sapeva guidarlo nel mondo.

Ungaretti: Germano usa il verbo crollare immaginando i muri. Il Poeta usa la parola “brandelli”, che a me dà la sensazione di qualcosa di vivo, il muro come la carne lacerata ed a brandelli. Era poco più di un ragazzino mio nonno ( 17 anni)quando fu chiamato a combattere la grande guerra. Non era mai uscito dal suo borgo, il mondo di fuori l’aveva intuito dalle pochissime lettere del nonno emigrante, emigrò anche il padre, ma visse pochi mesi. Ungaretti è bravissimo a farmi rivivere le sensazioni che dovette provare quel ragazzino spaesato quasi cento anni fa. Ragazzino che non aveva mai fatto male ad una mosca e che nella sua vita ha sempre aiutato, disinteressatamente e senza mai dir nulla, gli altri, costretto ad uccidere ragazzi come lui.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
San Martino del Carso

E' la tragedia della guerra che continua, nelle distruzioni delle case e nelle distruzioni dei cuori di chi sopravvive. Portarsi dentro la morte e guardare la morte dappertutto, non si può seppellire il dolore perchè seppellisci te stesso. Una delle poesie più crude e dure che dovrebbero convincere che la pace è l'unico mezzo per evitare la guerra.

Blob.php
 

sharazad

New member
Mi ha colpito lo stile...è crudo, senza aggettivi e spezzato...le macerie e i brandelli di cui parla sembra di sentirli anche tra le parole.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
San Martino del Carso.

Più la leggo e più sento un vuoto dentro... non mi trasmette tormento o rabbia... ma un'infinita tristezza legata all'impotenza...
E' bellissima
 
O

Ospite 01

Guest
Giuseppe Ungaretti...Il poeta dei versi frammentati, schegge di un dolore vissuto a piene mani.
Leggere questa poesia mi fa sempre l'effetto di un pugno in pieno stomaco.
In una manciata di scarni versi riesce a dire con tanta semplicità la grande verità su cosa sia veramente una guerra: Distruzione, Rovina e Morte e...infinito dolore di chi resta.
Andrebbe fatta leggere e rileggere molte volte ai tanti signori della guerra...perchè oggi nonostante Ungaretti sia un poeta tanto celebrato la sua voce resta inascoltata.

 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
L'infinito di Giacomo Leopardi

Eccoci alla terza canzone proposta, non poteva di certo mancare...

L'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio;
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

(Giacomo Leopardi)
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Una poesia che a livello evocativo, prettamente letterale, ha pochi eguali in tutta la letteratura. Sembra di essere lì con lui, di vedere la siepe che ostruisce un po' il panorama, ma soprattutto di "sentirlo", "viverlo" quel silenzio e quello spazio sterminato. La mente non può far altro che vagare, perdersi in quei meandri carezzevoli e accoglienti, che - metaforicamente - sono i suoi stessi pensieri.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Oh... la poesia che più adoro fra tutte...
Quel silenzio infinito, che riesce a penetrarti nell'anima, e gli immensi paesaggi che puoi solo immaginare... una quiete che non necessariamente viene indotta ma basta trovarla dentro che tutto si fa armonioso...
E quel: mi sovvien l'eterno e le morte stagioni... nonostante il trascorrere dell'orologio questa poesia sembra capace di fermare il tempo in uno spazio ritagliato solo per la possibilità di contemplazione.
E il naufragar m'è dolce in questo mare...
Uno spirito tormentato e inquieto che trova la sua solitudine nel silenzio e la sua pace in un dolce naufragare.
Non posso proprio chieder di meglio :D
 
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