1° Poeticforum sperimentale - Le poesie che amiamo

Nerst

enjoy member
Bhè, si, effettivamente dalla poesia l' orgoglio prevale. Ma ho cercato di leggerla sotto un nuovo aspetto: e se quello di cui parla il poeta è la capacità di riuscire a capire l' altro, prima che questo si esprima in parole? Nel senso, molte volte le persone si chiudono in se stesse, senza permettere agli altri di capire che stanno male. Magari lui è così e quindi chiede alla compagna l' empatia giusta che le serve per capire la sua sofferenza, perchè lui non busserà mai alla sua porta per dirle "sto male aiutami". Orgoglio? o voler risolvere da soli tutto?
 

Shoofly

Señora Memebr
Un comportamento da ragazzini viziati (o ragazzine viziate) è quello di non voler cedere mai e aspettare che siano gli altri a tenderti la mano del perdono. Io lo avrei lasciato dietro la porta ad aspettare per un bel pezzo, hai visto mai che l'orgoglio coriaceo non si ammorbidisca un po' con l'aria di pianerottolo (dantesco?) :wink::mrgreen:
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
La poesia non è di facile interpretazione... però sono d'accordo con Nerst, spesso l'orgoglio è talmente alto da non riuscire in qualche modo a esporsi, anche solo per chiedere aiuto, e questo può essere un difetto ma anche un pregio... dipende anche da quanto si voglia tentare di contare su noi stessi.
 
Prevert:
Mi ha dato l’impressione di esser una poesia “semplice”. Due ragazzi si amano e si estraniano dal mondo, senza tema dell’invidia dei passanti. Non riesco ad andare oltre. Se c’è un messaggio, tipo: “L’amore al di sopra di ogni cosa, l’amore totalizzante”, io non l’ho percepito.

Pessoa:
-“Ho un orgoglio smisurato, non busserei mai alla tua porta, e se l’ho fatto non ero in me” .
-“Per me puoi restare a marcire all’aria fresca, perché se tu sei orgoglioso, io non lo sono meno”.
Io non avrei mai bussato e probabilmente lei non avrebbe mai aperto. E come dice Vasco: “Fottitene dell’orgoglio, ne ha rovinato più lui che il petrolio”.
Spero, però, che Pessoa ne abbia scritto di meglio.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Poesia leggermente ermetica, sicuramente quello che si evince è che l'orgoglio lo trattiene dal bussare (immagino nel senso di ricongiungersi alla sua donna): le consiglia di aprire al vero se stesso, cioè quello orgoglioso che non riesce a snaturarsi e scusarsi. Se dovesse "abbassarsi" a farlo, lui spera che lei non apra, per paura che veda che ha "ceduto".
:boh:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
L'ho proposta perchè mi ha colpito fin dalla prima lettura, pur essendo di non facile interpretazione (per me) la trovo di forte impatto e forse l'ho scoperta in un momento particolare.
Quello che mi incuriosisce è la contraddittorietà, vedo un contrasto affascinante tra il tono enfatico, quasi disperato della poesia e il silenzio orgoglioso di chi scrive - mi chiedo se l'abbia "usata" in un momento particolare della sua vita per comunicare alla sua amata quello che provava evitando il disagio di doverle dire faccia a faccia le cose come stavano -, tra questa incapacità di comunicare i sentimenti e l'intensità del desiderio che lei percepisca la presenza di qualcuno in attesa e apra a chi non bussa alla sua porta, tra l'"orgoglio vanitoso" e l'ultimo verso quasi implorante.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
L'ho proposta perchè mi ha colpito fin dalla prima lettura, pur essendo di non facile interpretazione (per me) la trovo di forte impatto e forse l'ho scoperta in un momento particolare.
Quello che mi incuriosisce è la contraddittorietà, vedo un contrasto affascinante tra il tono enfatico, quasi disperato della poesia e il silenzio orgoglioso di chi scrive - mi chiedo se l'abbia "usata" in un momento particolare della sua vita per comunicare alla sua amata quello che provava evitando il disagio di doverle dire faccia a faccia le cose come stavano -, tra questa incapacità di comunicare i sentimenti e l'intensità del desiderio che lei percepisca la presenza di qualcuno in attesa e apra a chi non bussa alla sua porta, tra l'"orgoglio vanitoso" e l'ultimo verso quasi implorante.

Dubito che un così orgoglioso testimone dell'orgoglio in se stesso l'abbia usata per comunicare alla sua amata il suo disagio...
Parlo da orgogliosa quale sono... e dall'esperienze di tutti i miei errori. Sono riuscita (forse non del tutto) a modellare questo mio lato, semplicemente usando l'orgoglio come arma di ispirazione personale; ovvero... proprio grazie all'orgoglio che ho, riesco a trasformare l'amore in qualcosa di più profondo, e il timore di chiedere scusa in qualcosa di banale... è un po' ironico e contraddittorio ma funziona... :)
Apri a chi non bussa alla tua porta... sa un po' di ironia, magari un modo per chiedere scusa è un'altro, ma non necessariamente bisogna chiedere scusa, in questo caso è più facile ringraziare...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Barbara - Jacques Prevert

Ecco alla lettura un'altra poesia di Jacques Prevert

Barbara

Ricordati Barbara
Pioveva senza sosta quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Serena rapita grondante
Sotto la pioggia

Ricordati Barbara
Come pioveva su Brest
E io ti ho incontrata a rue de Siam
Tu sorridevi
Ed anch'io sorridevo

Ricordati Barbara
Tu che io non conoscevo
Tu che non mi conoscevi

Ricordati
Ricordati quel giorno ad ogni costo
Non lo dimenticare
Un uomo s'era rifugiato sotto un portico
E ha gridato il tuo nome
Barbara
E sei corsa verso di lui sotto la pioggia
Grondante rapita rasserenata
E ti sei gettata tra le sue braccia

Ricordati questo Barbara
E non mi rimproverare di darti del tu
Io dico tu a tutti quelli che amo
Anche se una sola volta li ho veduti
Io dico tu a tutti quelli che si amano
Anche se non li conosco

Ricordati Barbara
Non dimenticare
Questa pioggia buona e felice
Sul tuo volto felice
Su questa città felice
Questa pioggia sul mare
Sull'arsenale
Sul battello d'Ouessant

Oh Barbara
Che coglionata la guerra
Che ne è di te ora
Sotto questa pioggia di ferro
Di fuoco d'acciaio di sangue
E l'uomo che ti stringeva tra le braccia
Amorosamente
E' morto disperso o è ancora vivo

Oh Barbara
Piove senza sosta su Brest
Come pioveva allora
Ma non è più la stessa cosa e tutto è crollato
È una pioggia di lutti terribili e desolata
Non c'è nemmeno più la tempesta
Di ferro d'acciaio e di sangue
Soltanto di nuvole
Che crepano come cani
Come i cani che spariscono
Sul filo dell'acqua a Brest
E vanno ad imputridire lontano
Lontano molto lontano da Brest
Dove non vi è più nulla
 
G

giovaneholden

Guest
Un'altra bellissima poesia di Prevert,più drammatica di quella da me proposta,dove il tema della guerra e delle sue devastazioni si inserisce come una lama nel tema principale amoroso,dando una sensazione di smarrimento e tristezza,per la perdita dei momenti felici della protagonista e del suo innamorato.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Barbara di Jacques Prevert

Questa è una poesia che sembra una canzone o una canzone che sembra una poesia, me la immagino musicata, con un sottofondo di rumori di città, uno scorcio di vita che colpisce per la sua immediatezza. Potrebbe essere pure il soggetto di un film o di un racconto, la pioggia che cade continuamente, l'incontro felice di due giovani che vogliono amarsi e poi la drammaticità della guerra, l'assurdità di un'altra pioggia e la città diventa un'altra e i corpi non sono più palpitanti di desiderio e amore ma cadaveri imputriditi.
Prevert riesce attraverso una poesia a raccontarci una storia universale per condannare la guerra attraverso la quotidianità delle cose che accadono, come l'innamorarsi.
 

Nerst

enjoy member
Triste, ma bellissima poesia. Mi colpisce il modo del poeta di spronare a ricordare i momenti belli, che oramai sono sostituiti dagli incubi della guerra.
La pioggia, che cade può nei momenti sereni rivelarsi piacevole, finchè non viene sostituita dalle pioggia delle pallottole che non lascia scampo a chi vuol ricordare ancora. Dimenticare non si può, non si deve, perchè solo i ricordi di ciò che di più bello è stato può far dare un rifiuto per ciò che di più orribile può concretizzarsi.
 

sharazad

New member
Barbara di Jacques Prevert

Questa è una poesia che sembra una canzone o una canzone che sembra una poesia, me la immagino musicata, con un sottofondo di rumori di città, uno scorcio di vita che colpisce per la sua immediatezza. Potrebbe essere pure il soggetto di un film o di un racconto, la pioggia che cade continuamente, l'incontro felice di due giovani che vogliono amarsi e poi la drammaticità della guerra, l'assurdità di un'altra pioggia e la città diventa un'altra e i corpi non sono più palpitanti di desiderio e amore ma cadaveri imputriditi.
Prevert riesce attraverso una poesia a raccontarci una storia universale per condannare la guerra attraverso la quotidianità delle cose che accadono, come l'innamorarsi.

Mi trovi pienamente d'accordo, anzi uno dei motivi per cui ho proposto questa poesia e che più mi ha colpito sta proprio dei rumori...la pioggia, i passi di una donna che corre, una voce che grida un nome in strada...un'altra cosa che mi ha colpito è quanto il ricordo della bellezza (sia questo un amore, un verso di poesia, un istante di felicità) possa salvarci...mi ha fatto tornare in mente un passo di Se questo è un Uomo di Primo Levi..è un momento in cui, nell'atrocità del Lager Primo Levi cerca di ricordare e tradurre ad un altro prigioniero il canto di Ulisse dell'Inferno, sapendo che nella bellezza di quei versi si nasconde la chiave per vivere al di là dell male quotidiano. Spesso, e lo dice lo stesso Primo Levi, si invita a non dimenticare le atrocità della Storia perché non si ripetano...con questa poesia ho pensato che la bellezza andrebbe ricordata altrettanto spesso, perché solo aggrappandoci a questa si trae la forza di sopravvivere alla guerra e alle altre "coglionate" che inevitabilmente ci piovono addosso.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Molto toccante, realistica, te la vedi proprio davanti questa Barbara con i capelli grondanti di pioggia che corre tra le braccia dell'uomo che ama.
A tutti noi capita, credo, di pensare a qualcuno che abbiamo soltanto visto e che ci ha colpito, di fantasticare su dove sarà adesso e su cosa starà facendo. Qui questo pensiero è acuito e reso drammatico dalla consapevolezza della guerra, ciò che ci si chiede è se queste persone sono vive o morte e ciò che colpisce è il contrasto tra la loro felicità precedente e la tragedia attuale con cui si stanno scontrando.
Anche io vedrei bene questo testo in musica, anche se a dire il vero mi fa pensare più che altro alla traduzione del testo di una canzone inglese.
Bellissima
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Marzo di Salvatore Di Giacomo

Eccoci arrivati ad un'altra poesia da commentare tutti assieme :)


MARZO
di Salvatore Di Giacomo

Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.

Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera,
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e Primmavera.

N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.

Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ho molte difficoltà a commentare questa poesia perchè soprattutto nell'ultima strofa non ne comprendo il significato, se Baldassare o altri potessero parafrasarla :MUCCA
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
ho molte difficoltà a commentare questa poesia perchè soprattutto nell'ultima strofa non ne comprendo il significato, se Baldassare o altri potessero parafrasarla :MUCCA

Non so se l'ho capita bene, non saprei dire cosa significano le parole singolarmente però a me sembra che, nell'ultima strofa, il poeta stia paragonando la sua amata a Marzo, per via probabilmente della sua volubilità, e se stesso a quell'uccello di cui parlava nei versi precedenti, che "aspetta il sole", cioè che lei ricambi i suoi sentimenti o semplicemente che sia serena e che di conseguenza rassereni anche lui. "Marzo, tu lo sai, sei tu, e quell'uccello sono io" Magari però ce la facciamo tradurre da qualcuno più esperto :mrgreen:
Pensavo di conoscere questa poesia, invece la conoscevo molto vagamente e non mi ero mai soffermata sul suo significato. Anche se non ho capito tutto la trovo molto musicale, lieve, e il finale mi ha colto di sorpresa, ironico. E' una poesia che mi trasmette serenità, malgrado il clima marzolino.
 
Non sono stato presentissimo ultimamente, provo a rimediare.
Questa poesia ce la fece memorizzare la maestra in terza elementare. Ricordo che non avevo nessun tipo di problema a buttare giù: La spigolatrice di Sapri, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Carducci con Davanti San Guido, Pascoli e chi più ne ha più ne metta. Di Giacomo era un divertissement. Una di quelle poesie che ti viene in mente appena strappi febbraio dal calendario.
Marzo è un mese pazzo, o almeno lo era, Piove e smette (...chiovee ...stracqua) ripiove ead un certo punto piove con il sole (torna a chiovere, ...ride ‘o sole cu ll’acqua). Si sposano le volpi.
C'è un'alternanza di cielo terso (cielo celeste,) nubi nerissime (mo n’aria cupa e nera), inverno e primavera (... vierno... Primmavera).
C'è un uccello che preso dal freddo trema, e aspetta che torni il sole, mentre sul terreno umido e argilloso vengon fuori le prime viole.
E dopo averti detto tutto ciò, mia dolce Caterina, non saprei che altro aggiungere (Catarì!…Che buo’ cchiù?)Ntiénneme, core mio!
Marzo, così pazzerello, volubile, che passa dal bello al brutto, magari dall'amore all'indifferenza sei tu amore mio (Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu),
ed io aspetto tremante che tu prima o poi ti accorga di me (st’ auciello songo io).
Concordo anch'io dunque, con l'interpretazione di Alessandra.
 
G

giovaneholden

Guest
In questa poesia,si vede il perché la canzone napoletana che vi è strettamente connessa,è universalmente riconosciuta la migliore del mondo. Versi lievi,ironici,molto musicali che come una folata di vento primaverile ci rendono più felici e leggeri.
 

sharazad

New member
In questa poesia,si vede il perché la canzone napoletana che vi è strettamente connessa,è universalmente riconosciuta la migliore del mondo. Versi lievi,ironici,molto musicali che come una folata di vento primaverile ci rendono più felici e leggeri.

Vero, gli stessi versi di di Giacomo sono talmente musicali che li hanno riutilizzati come testi di diverse canzoni napoletane...anche A Marechiare, che è una delle più belle e famose, è ispirata ad una sua poesia
 
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