Non sono stato presentissimo ultimamente, provo a rimediare.
Questa poesia ce la fece memorizzare la maestra in terza elementare. Ricordo che non avevo nessun tipo di problema a buttare giù: La spigolatrice di Sapri, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Carducci con Davanti San Guido, Pascoli e chi più ne ha più ne metta. Di Giacomo era un divertissement. Una di quelle poesie che ti viene in mente appena strappi febbraio dal calendario.
Marzo è un mese pazzo, o almeno lo era, Piove e smette (...chiovee ...stracqua) ripiove ead un certo punto piove con il sole (torna a chiovere, ...ride ‘o sole cu ll’acqua). Si sposano le volpi.
C'è un'alternanza di cielo terso (cielo celeste,) nubi nerissime (mo n’aria cupa e nera), inverno e primavera (... vierno... Primmavera).
C'è un uccello che preso dal freddo trema, e aspetta che torni il sole, mentre sul terreno umido e argilloso vengon fuori le prime viole.
E dopo averti detto tutto ciò, mia dolce Caterina, non saprei che altro aggiungere (Catarì!…Che buo’ cchiù?)Ntiénneme, core mio!
Marzo, così pazzerello, volubile, che passa dal bello al brutto, magari dall'amore all'indifferenza sei tu amore mio (Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu),
ed io aspetto tremante che tu prima o poi ti accorga di me (st’ auciello songo io).
Concordo anch'io dunque, con l'interpretazione di Alessandra.