Uno dei grandi amori della mia vita di lettore. Al di là della storia bellissima, la cosa che mi ha fatto innamorare di questo libro è che mi ha dato la possibilità di capire meglio, di lasciare il mio mondo ancora una volta. Che emozione ritrovarsi nella Terra di Mezzo in compagnia degli Hobbit! Ricordo che chiudere il libro era davvero un distacco quasi doloroso, tanto che per non abbandonarlo continuavo a leggerlo a scuola, durante le lezioni.
Prima o poi, a tutti i lettori capita l'annosa domanda: "Qual è stato il libro che ti ha cambiato la vita?". Ebbene, se prima avevo dei dubbi, considerata la giovane età in cui lo lessi la prima volta, adesso non ne ho più: Il Signore degli Anelli è il libro della mia vita. Non chiedetemi un commento, non proverò nemmeno ad abbozzarne uno. Non si può descrivere l'universo che Tolkien ha creato in decenni.
Solo una cosa mi sento di aggiungere: "Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue, vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira", dice il giovane Holden. Ebbene, io dirò di più: avrei voluto che Tolkien fosse stato mio padre. Per aver potuto sentire dalle sue labbra, a cinque, dieci, quindici, o trent'anni, tutte le sue storie, prima di andare a letto.
(Non mi sarei mai immaginata che potesse essere questo il mio commento al Signore degli Anelli. Non sarà il caldo?)