Preconcetto o cognizione di causa?

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Io alcuni preconcetti ce l’ho e ammetto che mi portano a giudicare e a bollare alcuni libri anche senza averli letti.
Una volta ho conosciuto un francese che mi ha fatto uno shampoo così con i libri sulla Legione Straniera. Lì per lì ho pensato al solito Rambo della situazione, poi però ho capito che era affezionato alla Legione e interessato alla Guerra d’Algeria come un italiano può esserlo agli Alpini e al Piave, cioè alla propria storia.
Se c’è una cosa che mi fa rabbrividire è l’uncinetto, il macramè e tutta quella roba lì su cui si sprecano libri e riviste che mi rifiuto persino di sfogliare, eppure è la base della tecnologia tessile che ha dato il via alla rivoluzione industriale e su cui ancora si basa la costruzione delle manichette industriali o delle matrici dei materiali compositi.
Ecco: con i preconcetti bisogna andarci piano.
Viceversa a me piacciono i libri di matematica, un argomento al di là di ogni critica, eppure a volte mi sono ritrovato a leggere pagine e pagine sulle proprietà del numero 6 o un intero libro sul pigreco. Se volete fare dell’ironia a proposito delle mie letture accomodatevi pure: ho già iniziato io a suo tempo.
Ecco, forse su alcuni generi un po’ sui generis bisognerebbe allentare la tensione e accettare qualche battuta e scherzo, altrimenti se uno si prende sul serio leggendo un libro sul numero 7 o sul punto croce rischia l’esaurimento.

Ci sono dei generi però che proprio non capisco.
Io posso capire chi si legge un fumetto fantasy: con tutte quelle gnocche vestite con un tanga di brillantini… ma da lì a sorbirsi una saga dietro l’altra di 3000 pagine l'una a proposito di gnomi, elfi, troll, nanetti, puffi, streghe, fate, maghi, paludi della desolazione, il deserto di Hork, l’impero di Thor, il regno di Shalamah, Arborea, Vulkania, Ibernia, Padania… e poi vai di teschi ghignanti, anelli della forza, scettri del potere, alabarde infuocate, clave borchiate, mazze chiodate, spadoni freudiani e altri simboli fallici! Va bene Tolkien, va bene lo Hobbit, ma diamoci anche un taglio, oppure se non ce lo diamo, pazienza, non muore nessuno, anzi, se non fosse per loro tante librerie avrebbero bello e che chiuso.

Poi ci sono gli impresentabili: i libri di Totti, di Cassano, Moccia, Harmony… Va be’! Uno c’ha voglia di leggersi una cavolata, che male c’è? Io una volta mi sono letto un libricino sulle giustificazioni scolastiche più assurde e ho riso un sacco, però ecco, non è che poi mi sono messo a recensirlo come se fosse una cosa seria! Oppure lo si può anche recensire ma giusto per farsi due risate. Torno a bomba: si possono recensire certi libri scherzandoci sopra (indipendentemente dal fatto di averli letti o meno) o dobbiamo affrontarli seriamente come se fossimo davanti all’Altare della Patria?

Posso dire che Capricorno 2013: tutto su Amore, Salute e Soldi è pattume per poveretti oppure devo leggerlo prima di giudicare? Posso mettere i libri di ufologia, esperienze extrasensoriali, la vita dopo la morte, gli angeli… allo stesso livello oppure sono uno snob?

In questa discussione il termine idiota (o suoi equivalenti) affiora più volte: a me sembra un po’ pesante e preferisco non adoperarlo. Certo che quando si parla seriamente e spunta uno che millanta l’amicizia di Primo Levi, o spiega come e perché incenerire il Diario di Anna Frank o cerca di far cassa con i reperti nazisti… ecco, io non riesco proprio più a scherzare. Siccome non siamo tutti uguali, ognuno s’infastidisce per cose diverse.
 

fabiog

New member
Io ne ho veramente molti di preconcetti, anche perché ritengo che i libri oltre ad essere soggettivi abbiano anche una certa bellezza oggettiva. Diffido da tutto ciò che è commerciale, romanzo rosa o pseudo-gotico-romantico (genere Twilight) oppure da tutta quel sottogenere letterario creato da Moccia che io chiamerei melenso-adolescenziale. Questi ultimi oltre ade essere spudorate operazioni commerciali ai danni delle ragazzine sono anche idioti e diseducativi.
La supremazia dei classici sui contemporanei è un altro discorso, penso che i classici si chiamino classici per un motivo ma penso anche che alcuni di questi siano decisamente sopravvalutati e equivalgano un po' a quello che è Tre metri sopra al cielo nell'ottocento. Ci sono poi molti romanzi attuali o risalenti a qualche decina di anni fa che ritengano abbiano il potenziale di diventare classici quindi la mia opinione non è "assoluta".

-Niccolò

P.s. : non leggerò mai quelle dannate sfumature...

Ho quotato l'opinione che più si avvicina al mio stesso metodo di giudizio, personalmente ho una netta preferenza per i classici e mi avvicino sempre con sospetto ai contemporanei, alcuni li ho poi apprezzati altri ho provato a leggerli , ma non li ho decisamente retti e ho fatto fatica a vederne la grandezza ( Roth o Franzen per citare alcun esempi ) , altri ancora ne leggo le trame o leggo qualche commento critico e capisco non avvicinarsi ai mei gusti, decisamente però non catalogo questi autori come spazzatura semplicemente sono autori che per stile o tematiche non apprezzerei.
Diverso è il caso per alcuni romanzi che sfruttano una moda, scritti da personaggi di scarso impatto culturale che cercano di vendere il loro libro solo grazie al loro nome e alla loro foto di copertina, questi li reputo inutili, poi certo qualcuno può provarli a leggere per pura curiosità e ciò non significa che sia un "cattivo" lettore, tra l'altro penso che anche chi si reputa un lettore di qualità avrà preso delle belle fregature
 

Holly Golightly

New member
Con la sola eccezione di Fabio Volo (mi rifiuto XD) e pochi altri, sono dell'idea che un libro vada sempre letto prima di essere giudicato.
Però mi rendo anche conto che ci sono già dei "parametri" per poter giudicare un libro senza averlo letto (recensioni, edizione, trama, contesto in cui viene pubblicizzato). Di solito il target stesso dice tanto su un libro (è uno dei motivi per cui mi rifiuto categoricamente di leggere Twilight).
Per il resto di solito il mio giudizio si limita a un "non mi ispira per niente". Quando arrivo al categorico rifiuto (vedi Twilight e Fabio Volo) è perché di contorno ho visto delle cose che mi hanno portata al categorico rifiuto. Per esempio, sempre tornando a Twilight, non ho intenzione di leggere un libraccio per cui vanno matte quindicenni semplicemente perché viene raffigurato il prototipo del "ragazzo perfetto" al fine di far infatuare le lettrici a un personaggio inventato ad hoc, per diventare quel che è diventato.
D'altro canto, se c'è una razza di lettore che mi fa proprio innervosire, sono quelli che pensano che i libri belli siano solo classici. Un libro può essere un capolavoro anche se fresco di stampa.
 

mame

The Fool on the Hill
Con la sola eccezione di Fabio Volo (mi rifiuto XD) e pochi altri, sono dell'idea che un libro vada sempre letto prima di essere giudicato.
Però mi rendo anche conto che ci sono già dei "parametri" per poter giudicare un libro senza averlo letto (recensioni, edizione, trama, contesto in cui viene pubblicizzato). Di solito il target stesso dice tanto su un libro (è uno dei motivi per cui mi rifiuto categoricamente di leggere Twilight).
Per il resto di solito il mio giudizio si limita a un "non mi ispira per niente". Quando arrivo al categorico rifiuto (vedi Twilight e Fabio Volo) è perché di contorno ho visto delle cose che mi hanno portata al categorico rifiuto. Per esempio, sempre tornando a Twilight, non ho intenzione di leggere un libraccio per cui vanno matte quindicenni semplicemente perché viene raffigurato il prototipo del "ragazzo perfetto" al fine di far infatuare le lettrici a un personaggio inventato ad hoc, per diventare quel che è diventato.
D'altro canto, se c'è una razza di lettore che mi fa proprio innervosire, sono quelli che pensano che i libri belli siano solo classici. Un libro può essere un capolavoro anche se fresco di stampa.

Ho l'impressione che tu confonda un preconcetto con il gusto personale. Definisci "Twilight" un libraccio, ma mi sembra che semplicemente non rientri nel tuo genere. Magari è scritto bene, magari è davvero appassionante, ma non rientra nel genere di libro che sceglieresti. Non è detto che il pubblico di destinazione sia automaticamente indicativo della qualità del libro. Io per esempio avevo molti dubbi su Harry Potter. Mi sembrava una roba per ragazzini, ma poi ho deciso di leggerne uno (il primo) per capire il segreto del suo successo. E sorprendentemente ho scoperto un libro ben scritto (in inglese; sulla traduzione italiana non saprei dire), e tutt'altro che destinato a ragazzini. Mi è parso un libro adatto anche agli adulti. Viceversa, anch'io non ho letto "Twilight" perché il genere vampiri non è tra i miei preferiti, ma non escludo un giorno di leggere qualche pagina tanto per capirne il successo. Chi lo sa, magari potrebbe appassionarmi. Magari non è scritto così male come si potrebbe pensare. Se vogliamo, anche un libro di barzellette potrebbe far ridere o non far ridere. Ma mi perplime l'idea di essere giudicata una stupida se in metropolitana leggo un libro di barzellette. Perché no? Perché non posso concedermi un collezione Harmony senza essere giudicata come lettrice una babbea che legge SOLO collezione Harmony?
Sul capolavoro moderno concordo con te. Sarebbe ben triste pensare che la letturatura moderna sia tutta spazzatura. E vorrei proprio sapere dai cultori dei classici a tutti i costi quand'è che si è smesso di produrre classici. Alla Seconda Guerra Mondiale? Agli anni Cinquanta? Da che momento in poi dobbiamo per forza iniziare a parlare di spazzatura?
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Perché non posso concedermi un collezione Harmony senza essere giudicata come lettrice una babbea che legge SOLO collezione Harmony?


Mame,
forse il punto è che un conto è avere 14 anni e leggersi un Harmony, un altro è avere 14 anni e leggere SOLO Harmony, e un'altro ancora è avere 50 anni e continuare a leggere SOLO Harmony.
Ecco, io ammetto che qualche preconcetto riguardante i limiti del terzo tipo di lettrice ce l'ho, come ce l'ho verso chi ripete Totti più di 10 volte al giorno...
Non credo sia segno di intolleranza, è che so per esperienza che con certe persone non riesci a fare discorsi che vadano oltre la cellulite e il fuori gioco.
A questo modo finisco per snobbare gli Harmony o il mondo del calcio parlato, è vero, ma nella vita bisogna anche fare delle scelte, e onestamente lasciare da parte gli Harmony per dedicarmi a Stefano Benni (lasciamo pure perdere i grandi classici...) mi sembra valga la pena.
La mia scelta però non deve diventare fonte di disprezzo a priori: chi lo sa che a scrivere gli Harmony non ci sia una brava scrittrice che tira a campare con quella roba lì perchè i suoi romanzi seri non se li fila nessuno?
Credo che sia proprio quel SOLO che fa la differenza e crei spesso il preconcetto.
 

Holly Golightly

New member
Ho l'impressione che tu confonda un preconcetto con il gusto personale. Definisci "Twilight" un libraccio, ma mi sembra che semplicemente non rientri nel tuo genere. Magari è scritto bene, magari è davvero appassionante, ma non rientra nel genere di libro che sceglieresti. Non è detto che il pubblico di destinazione sia automaticamente indicativo della qualità del libro. Io per esempio avevo molti dubbi su Harry Potter. Mi sembrava una roba per ragazzini, ma poi ho deciso di leggerne uno (il primo) per capire il segreto del suo successo. E sorprendentemente ho scoperto un libro ben scritto (in inglese; sulla traduzione italiana non saprei dire), e tutt'altro che destinato a ragazzini. Mi è parso un libro adatto anche agli adulti. Viceversa, anch'io non ho letto "Twilight" perché il genere vampiri non è tra i miei preferiti, ma non escludo un giorno di leggere qualche pagina tanto per capirne il successo. Chi lo sa, magari potrebbe appassionarmi. Magari non è scritto così male come si potrebbe pensare. Se vogliamo, anche un libro di barzellette potrebbe far ridere o non far ridere. Ma mi perplime l'idea di essere giudicata una stupida se in metropolitana leggo un libro di barzellette. Perché no? Perché non posso concedermi un collezione Harmony senza essere giudicata come lettrice una babbea che legge SOLO collezione Harmony?
Sul capolavoro moderno concordo con te. Sarebbe ben triste pensare che la letturatura moderna sia tutta spazzatura. E vorrei proprio sapere dai cultori dei classici a tutti i costi quand'è che si è smesso di produrre classici. Alla Seconda Guerra Mondiale? Agli anni Cinquanta? Da che momento in poi dobbiamo per forza iniziare a parlare di spazzatura?

Mi sa che sono stata fraintesa XD
Per prima cosa, io non disprezzo la letteratura horror o pseudo-horror. Certo, non è nella mia lista di generi preferiti, però qualcosa mi piace e mi capita di leggerlo con piacere.

Il pubblico di destinazione per me è in parte indicativo. Se un harmony è indirizzato a chi è abituato a leggere pigramente libri e ad essere compreso con poco sforzo, per me questo è indicativo. Su Harry Potter non ho dubbi, non l'ho letto ma non diffido di chi dice che è un bel libro. C'è differenza nel modo in cui si "sfrutta" il target. Parlando del target di Twilight io non ho detto "ragazzine", ho detto "ragazzine alla ricerca del principe azzurro". Commento nato dal fatto che ogni volta che ho chiesto a una fan di Twilight cosa la piacesse del libro, mi è sempre stato risposto "lo leggo perché Edward è un figo".
Se io disprezzassi la letteratura per l'infanzia, o per ragazzini, o quel che è, dovrei dire che il Pinocchio di Collodi è brutto o che Gianni Rodari ha scritto cose brutte. E certe cose dalla mia bocca non uscirebbero né ora né mai.

Comunque non ho scritto da nessuna parte che chi legge un Harmony legge solo Harmony.
Anche a me è capitato di leggere un Harmony (mi hanno obbligata e non ho voluto ripetere l'esperienza). Ho letto anche Federico Moccia a quindici anni! Ho scritto che ci sono molti fattori che possono indicare (e non confermare) la qualità di un libro prima ancora di leggere il libro, non che dal libro che si legge si possa identificare la persona che legge. Quello magari dalla libreria, non dal singolo libro.
 
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