Levi, Primo - Se questo è un uomo

gelsomina

New member
Breve...troppo breve per quello che doveva avere dentro...e così perfetto per questo....e il vincitore...se non ricordo male..è chi si mantiene uomo..chi compra il sapone anzicchè da mangiare...
 

mandri

New member
Una delle pietre miliari della storia riguardante il periodo della seconda guerra mondiale. Sembra di rivivere l'epopea dei deportati nei campi di concentramento. Un libro che fa molto riflettere sul passato e su ciò che l'uomo è stato in grado di fare
 

mandri

New member
La Tregua corrisponde al seguito di Se questo è un uomo. Questo libro ti fa capire come sia stato difficile e a tratti drammatico il "ritorno alla normalità" per Primo Levi dopo le esperienze passate nei campi di concentramento, dovuto soprattutto ai ricordi orrendi ad essi legati che lo tormenteranno fino alla sua morte. Dev'essere stato davvero difficile portarsi dietro un tale fardello di flashback che in certi momenti gli riaffioravano nella mente come dei veri e propri macigni
 

Blueberry

Chocoholic Libridinosa
Se questo è un uomo: circa 150 pagine che si possono leggere velocemente, ma ci ho impiegato una settimana (il mio libro contiene anche La Tregua). Ho iniziato a leggerlo di domenica, quando avevo molte ore a disposizione, ma quel nodo in gola che mi si formava appena iniziato a leggerlo mi ha fatto prendere una piega più lenta della lettura.
Una storia così vera e straziante, che mi ha rammentato come ogni volta bruciano le lacrime se rivedo film come La vita è bella, Schindler's List ecc.
Non ci sono altre parole per commentare un pezzo di storia come questo.

"Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo."
 

lillo

Remember
Ho letto diversi libri che parlano di Shoa ed in particolare del lager di Auschwitz; ma credo che quello di Levi riesca meglio di altri a penetrare nell'animo del prigioniero del lager; in ciò lo vedo molto simile a Wiesel.
Molto interessante è l'appendice al libro, che raccoglie le risposte che Levi ha dato alle tante domande fatte dai lettori sia sul libro che su argomenti più ampi.
Una risposta la ricordo particolarmente, quando scrive che non è possibile trovare le motivazioni della distruzione del popolo ebraico, perchè un uomo normale non può dare un senso a ciò che senso non ha.
 

LucianaT.

New member
anche per me è lo stesso come dice lillo, tra i vari libri che ho letto sull'argomento questo di Levi è il più incisivo, probabilmente perchè è fortemente introspettivo e riesce a descrivere con forza soprattutto il sentimento, l'emozione dell'animo. E' un libro che mi ha segnato molto.
 

elena

aunt member
anche per me è lo stesso come dice lillo, tra i vari libri che ho letto sull'argomento questo di Levi è il più incisivo, probabilmente perchè è fortemente introspettivo e riesce a descrivere con forza soprattutto il sentimento, l'emozione dell'animo. E' un libro che mi ha segnato molto.

Concordo anche io.......tra i numerosi libri letti sull'argomento è uno di quelli che più resta impresso nella mente per la grande capacità di esprimere i sentimenti umani.
 

rhearha92

New member
Anche io ho letto questo libro a scuola, ero in 3 superiore, mi ricordo che nonostante la mia spensieratezza mi ha colpito molto...
Ce l'hanno fatto leggere (insieme ad altri libri trattanti questo argomento) in previsione della nostra gita scolastica a Monaco, li ci hanno portato a visitare Dachau, e' stata una esperienza che mi rimarra' dentro per sempre....indescrivibile.

Io mi trovo adesso nella tua stessa situazione!! sono in terzo superiore e la prof ci ha detto di leggere questo libro!! sò esattamente di cosa parla.. sicuramente lo leggero, ma l'idea non mi fa affatto piacere, sò di cosa parla e sò che per tutto il tempo che lo leggero avrò un dolore al petto!! Un orrore indescrivibile, speriamo che il mondo non arrivi più a commettere tali atrocità!!
 

darseven

New member
Ho letto sia "Se questo è un uomo" che "La tregua".

Se non ricordo male, quest'ultima opera è più aperta alla speranza e - diciamo così -all'ottimismo.

Non sapevo della tesi secondo cui Levi non si sarebbe suicidato. Ciò sarebbe confortante, perchè darebbe un senso compiuto alle sue due opere: un senso per il quale il dolore, anche il più disumanizzante, può comprimere la speranza e la dignità, ma non eliminarle.

Certo, è difficile cogliere tutto ciò leggendo "Se questo è un uomo", ma proprio la testimonianza di vita chi, nonostante tutto, è riuscito a vincere il male assoluto, servirebbe a superare in qualche modo il pessimismo (più che giustificato) che pervade questo "docu-romanzo".

Anche perchè, alla fine, il male lede l'integrità di chi lo commette, non di chi lo subisce.
 

Masetto

New member
Non sapevo della tesi secondo cui Levi non si sarebbe suicidato. Ciò sarebbe confortante, perchè darebbe un senso compiuto alle sue due opere: un senso per il quale il dolore, anche il più disumanizzante, può comprimere la speranza e la dignità, ma non eliminarle.

Certo, è difficile cogliere tutto ciò leggendo "Se questo è un uomo", ma proprio la testimonianza di vita chi, nonostante tutto, è riuscito a vincere il male assoluto, servirebbe a superare in qualche modo il pessimismo (più che giustificato) che pervade questo "docu-romanzo".
Ma questa testimonianza c'è, nelle opere di Levi successive a Se questo è un uomo, compresa La tregua. Levi, anche dopo il lager, ha conservato la sua speranza nel futuro, nelle qualità positive dell'uomo, nell'intelligenza e nella "lotta quotidiana" per il bene :)
 

Dory

Reef Member
Io consiglierei a tutti di leggere anche l'enorme quantità di racconti che Primo Levi ha scritto e che quasi nessuno conosce... sono davvero bellissimi. :)
 

Dory

Reef Member
Un libro narrato con grande sensibilità e con incredibile umanità.
L'incredulità, l'orrore, lo sgomento che lasciano queste pagine è indescrivibile, ma nonostante questo credo che lasci un barlume di speranza.
Due cose mi sono rimaste maggiormente impresse: la prima è la teoria dei sommersi e i salvati e di come anche nelle peggiori condizioni possibili esiste sempre un modo per andare avanti (vedi il sistema di scambi e di commercio che si era creato nel Lager); la seconda è il capitolo intitolato “Il canto di Ulisse” che mi ha profondamente commosso, lo leggevo mentre ero in treno e mi scivolavano grosse lacrime sulle guance che tentavo di nascondere alla meglio facendo finta di soffiarmi il naso.
 

Kodiak

New member
Ho letto il libro tante di quelle volte, che ne conosco a memoria brani interi. Una testimonianza importantissima, per non dimenticare mai, contro tutte le ingiustizie perpetrate dall'uomo al suo prossimo. Oggi come ieri. Sotto questa o quella bandiera. Si chiamino lager, Gu.lag., Tuol Sleng.
Ciao!
 

Mizar

Alfaheimr
Io sono particolarmente legato al capitulo dantesco. Lo ritengo in qualche modo riassuntivo dell'intera opera.

Levi, a mio modo di vedere, non è solo scrittore spietatamente commovente. Sotto l'aspetto stilistico Levi è innovatore: scrivere in quella maniera di quei temi, significa prendere una (seppur inconsapevole) scelta estetica. Le sue pagine sono stilisticamente notarili o burocratiche: la sua è, per la maggior parte una radiografia o il resoconto di una soluzione di sostanze. Qui va rintracciato il seme o ciò che rende Levi quasi inspiegabilmente forte, potente.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Le sue pagine sono stilisticamente notarili o burocratiche: la sua è, per la maggior parte una radiografia o il resoconto di una soluzione di sostanze. Qui va rintracciato il seme o ciò che rende Levi quasi inspiegabilmente forte, potente.

Io aggiungerei che sono rivolte all'essenziale.
A cercare di capire la natura delle cose e rappresentarle nel modo più "essenziale" possibile (non mi viene in mente altra parola più adatta).
 

Mizar

Alfaheimr
Io aggiungerei che sono rivolte all'essenziale.
A cercare di capire la natura delle cose e rappresentarle nel modo più "essenziale" possibile (non mi viene in mente altra parola più adatta).

Concordo

Essi popolano la mia memoria della loro presenza senza volto, e se potessi racchiudere in un'immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle curve, sul cui volto non si possa legger traccia di pensiero.

schiele_family.jpg


 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Io sono particolarmente legato al capitulo dantesco. Lo ritengo in qualche modo riassuntivo dell'intera opera.

Levi, a mio modo di vedere, non è solo scrittore spietatamente commovente. Sotto l'aspetto stilistico Levi è innovatore: scrivere in quella maniera di quei temi, significa prendere una (seppur inconsapevole) scelta estetica. Le sue pagine sono stilisticamente notarili o burocratiche: la sua è, per la maggior parte una radiografia o il resoconto di una soluzione di sostanze. Qui va rintracciato il seme o ciò che rende Levi quasi inspiegabilmente forte, potente.

Io aggiungerei che sono rivolte all'essenziale.
A cercare di capire la natura delle cose e rappresentarle nel modo più "essenziale" possibile (non mi viene in mente altra parola più adatta).

credo che l'aspetto stilistico del libro sia quello che permette al libro stesso di apparire sia testimonianza che descrizione, la formazione scientifica di Levi lo porta a descrivere i fatti, l'esperienza diretta a comunicarne il vissuto, è un libro che veicola in modo perfetto sia l'orrore che l'inutilità di quello che è accaduto, semplicemente rappresentando i fatti, che parlano da soli senza nessun bisogno di interpretazioni.
 

Dory

Reef Member
credo che l'aspetto stilistico del libro sia quello che permette al libro stesso di apparire sia testimonianza che descrizione, la formazione scientifica di Levi lo porta a descrivere i fatti, l'esperienza diretta a comunicarne il vissuto, è un libro che veicola in modo perfetto sia l'orrore che l'inutilità di quello che è accaduto, semplicemente rappresentando i fatti, che parlano da soli senza nessun bisogno di interpretazioni.

Io sono assolutamente d'accordo. Lo stile di Levi è dovuto a due fattori inconsci, la sua formazione scientifica e la sua profondissima sensibilità. E' la somma di queste due sue peculiarità che rende i suoi libri meravigliosi. Leggete Il sistema periodico per esempio, che è anch'esso autobiografico, uno spaccato della sua vita da studente.
E' allo stesso tempo asciutto, semplice ed estremamente toccante non per una precisa scelta stilistica conscia, ma perché riesce a trasmettere sulla carta il suo modo di sentire direttamente, senza troppi giri di parole o abbellimenti mirati.
 
Alto