140° minigruppo - Furore di John Steinbeck

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darida

Well-known member
spoiler cap. 5

io sto leggendo su ebook, un'edizione pescata in giro...nel mucchio :wink:
mi sono dimenticata di controllare edizione, traduttore e quant'altro...ero angosciata dalla prefazione che non finiva più (all'inizio del libro la odio) e avevo fretta di arrivare al primo capitolo, indietro non si torna, almeno io non so come fare con il kindle, a parte premere ripetutamente il ditino :mrgreen:
guarderò alla fine :wink:

Intanto sulla strada polverosa e soleggiata (la route 66, giusto?) Joad, appiedato,per la gran calura si toglie le scarpe, incappa e si appropria di una tartaruga di passaggio e alla smilza ombra di un salice incontra e fa quattro chiacchiere con una vecchia conoscenza...:)
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Curiosità circa la traduzione

Ho estrapolato un mio vecchio intervento in una diversa discussione. Vi farà comunque capire alcune cose di cui ero venuto a conoscenza circa i miei scrittori preferiti e sul mio preferito in assoluto: John Steinbeck.

"Ciao,
nn sorprenderti! Ti faccio un esempio: una volta quando compravo i libri tradotti in italiano stavo attento anche al traduttore. I romanzi del primo novecento, ma anche dopo, li preferivo tradotti da Vittorini, Montale, Pavese etc. Poi ho scoperto che la gran parte del lavoro nn lo facevano loro ma bensì Lucia Rodocanachi. Una loro amica che gli intelletuali dell'epoca andavano ogni tanto a trovare e alla quale spesso scrivevano chiedendo aiuto.
Lei conosceva le lingue e addirittura correggeva gli strafalcioni dei sunnominati e poi finiva la traduzione di ciò su cui stavano lavorando. Esistono in Internet stralci di lettere che le venivano inviate. Le davano tipo 500 lire e le promettevano di più alla traduzione successiva. Tutto doveva rimanere anonimo perché il lavoro era stato commissionato a nomi che sulla carta facevano più "figura".
Solo Montale mi sembra abbia avuto una volta l'onestà di farla comparire come traduttrice effettiva.
Più recentemente ho sentito un'intervista in inglese a Sergio Claudio Perroni e nn ti dico la delusione. Avevo saputo poco prima della prima e originale traduzione di "Furore" di Steinbeck da parte dello sconosciuto Coardi (si pensa sia uno pseudonimo di chissà quale traduttore, in rete nn si trova nulla e tutt'ora nn si sa chi sia...) il quale pare abbia fatto un lavoro poco preciso, condizionato dal contesto storico e cmq senza considerare il gergo dei contadini. Un brutto lavoro, indipendentemente dal fatto che fu fatto nel '40.
Ebbene, tornando all'intervista, mi sembrava di assistere all'interrogazione di uno studente al primo anno di liceo. Nn sapeva che termini usare, poco fluente, povero di vocabolario e con una pronuncia ridicola. Si suppone che per ottenere un lavoro quale la traduzione di un capolavoro del genere, uno debba come minimo saper sostenere una conversazione in inglese con una padronanza nn dico perfetta ma almeno ottima, con una varietà di terminologia e una buona cognizione di concetti specifici.
Giuro che alle domande che gli venivano rivolte io, in inglese, avrei risposto meglio.
E io me la sono pure comprata, l'edizione ritradotta
:cool:... Spero solo che abbia fatto buon uso del dizionario o che abbia avuto un buon ghostwriter, come Lucia Rodocanachi."

A quanto pare, a parte lo slang dei contadini che nella traduzione di Coardi non è stato rispettato, la mia delusione nel sentire il poverissimo inglese di Perroni (la cui intervista è rintracciabile - youtube ftw :mrgreen:), sembra che non esistano altre traduzioni di questo immenso capolavoro, PURTROPPO!

Buona lettura a tutti!

PS: se c'è la faccio mi aggrego.
 

velmez

Active member
capitolo XV

Il capitolo XV ma anche un altro precedente si distacca dalla storia principale e racconta una storia parallela con personaggi che potrebbero incontrare i nostri e che vivono sempre sulla route 66, però mi viene il dubbio che sia in realtà un salto temporale perché sia in questo capitolo che nel precedente si trovano dei personaggi con il nome dei nostri protagonisti... mi ha un po' confuso la cosa :?
comunque scorre che è un piacere!
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Cavoli! Cap. XV? Mi sa che passo allora, io sono lento e voi siete già tanto avanti... :cry: Vabbè, ho una lunga lista cmq...
 

Meri

Viôt di viodi
Fine cap. 4

Come inizio mi sembra carino, anche se non mi è ben chiaro il periodo storico, anni '30?
 

velmez

Active member
Cavoli! Cap. XV? Mi sa che passo allora, io sono lento e voi siete già tanto avanti... :cry: Vabbè, ho una lunga lista cmq...

bhè è un libro che prende parecchio, considera che l'ho inizato lunedì sera e ho letto per non più di un'ora al giorno anche meno...
scorre bene!
 

darida

Well-known member
spoiler fino a cap. 7

molto interessante, una situazione davvero terribile, caldo, polvere ai piedi e pezze al culo.
ed è così lunga la route 66. L'incontro di Tom con la rudezza di superficie dei genitori in particolare con la "roccaforte" della madre è scritto egregiamente.
Sarò sincera, mi confondo un po' quando l'autore si precipita in un nuovo evento parallelo al viaggio di Tom e del predicatore,(ad es. dal venditore di auto) con dovizia di particolari...'sto in ansia fino a quando non si riaggancia :mrgreen: poi mi riprendo :wink:

intanto sto parallelamente-(e con il poco tempo che ho in dicembre) informandomi meglio sulla crisi del 29 e affini, e quando una lettura induce ad approfondire il tema trattato è sempre buona cosa :)

to be continued :D
 
Ultima modifica:

Meri

Viôt di viodi
Fine cap. XI

Il libro comincia a prendermi. Il capitolo in cui si descrivono i sentimenti delle persone che se ne devono andare è commovente. Ogni oggetto è un ricordo, ma sono costretti ad abbandonarlo perchè non hanno spazio.
 

Meri

Viôt di viodi
Fine cap. XV

...e così il nonno ci ha lasciato... be' non voleva nemmeno partire.
Certe descrizioni sono molo crude e vive come la macellazione dei maiali o la morte del cagnolino, il calore del sole sulle loro teste e la sete. Tutto così tangibile che a volte si possono sentire gli odori di asfalto e sudore.
 

Meri

Viôt di viodi
Terribile è il tempo in cui l'Uomo non voglia soffrire e morire x un'idea, perchè quest'unica qualità è fondamento dell'Uomo, e quest'unica qualità è l'uomo in sè, peculiare nell'universo.
 

darida

Well-known member
spoiler fino cap.13

(Meri, pliss, avvisa per lo spoiler...magari sbircio istess :mrgreen: ma almeno sono stata avvertita :wink:)

la trattrice può quietarsi, "il calvario dei popoli in fuga" ha avuto inizio
la carovana scalcagnata è partita verso la California,terra promessa di arance e sole (benefico)
in molti si stanno mettendo in marcia dagli stati centrali, ci sarà posto per tutti? e speranza, accoglienza?...
 

smemorina

New member
Sono in ritardo, ma conto di recuperare ;)
Fine cap 7
Questi uomini sono analfabeti, poveri, rozzi eppure Steinbeck li fa riflettere eccome!
Casy è un predicatore senza fede, ama troppo le belle donne e si chiede se un uomo debba per forza decidere tra amore divino e terreno. Non riuscendoci si sente fallito e confuso. Alla fine l'idea di aiutare tutti gli agricoltori cacciati dalle loro case gli ridà un po' di coraggio

Muley è uno di quei contadini cacciati dalle banche. Le banche sono dei mostri senza testa con i quali non si può parlare né combattere. Si servono di persone in carne ed ossa, ma che non sono colpevoli di ciò che stanno facendo (questa è la scusa di Willy feeley, ora vicesceriffo) quindi è inutile sparar loro, visto che eseguono solo gli ordini della Banca.
Chi si oppone, come muley, non combina niente diventa "un fantasma che gira in un cimitero"

Per finire joad. Ha ucciso, ma per legittima difesa. La sua è una critica verso il carcere (condivisibile o no).
Dice chiaramente che non gli è servito a nulla, non lo ha spaventato né educato e se capitasse di nuovo, ucciderebbe ancora.
 

Meri

Viôt di viodi
Fine cap. XVI

SPOILER

Il sogno dell'Ovest pieno di arance e uva con paghe elevate comincia a vacillare. Si inizia ad incontrare qualcuno che deluso sta tornando indietro a morire.
Come ha detto Smemorina i protagonisti sono persone semplici, ma che riflettono molto. Mi è piaciuta la reazione di Ma': la famiglia non si divide.
Il libro si legge con una velocità...
 

smemorina

New member
Ogni cap è una perla, non me l' aspettavo. Nel 7 l'avidità del venditore d'auto che comunque ci appartiene ancora.
Nel cap 8 joad rivede la famiglia e Steinbeck approfitta della mamma per ribadire il concetto che la prigione avvelena d'odio e crea un sistema di cose che porta solo ad altra violenza.
Il 9 è bellissimo, troppo commovente: devono vendere le cose che hanno un valore, ma che sono anche ricordi, decidere cosa è importante tenere e cosa bruciare, ma soprattutto si chiedono come faranno a vivere senza la loro terra, senza il Salice!
Per noi, adesso, è diverso, quasi incomprensibile questo attaccamento alla casa, forse perché siamo meno legati alla terra, non la lavoriamo più con le nostre mani, non è il nostro sostentamento e soprattutto non ce la passiamo più da nonno a nipote, negli anni
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
che bel gruppo! peccato raggiungervi quando ormai avrete finito!!! :( ho smesso di leggervi subito perchè temo sia un romanzo da spoiler continui!
 

smemorina

New member
Io sono indietro e mi sono spoilerata tutto fino adesso, ma credo che il bello del libro siano le riflessioni, i panorami più che la storia in sé.
Per dirti ho scoperto che il titolo originale è the grapes of wrath (i grappoli d'odio o d'ira), titolo che si ricollega a quanto dice la madre a Tom quando torna a casa dalla prigione.
La trama creò scandalo anche in america, l'opinione pubblica si spaccò in due: c'era chi considerava il libro una vera opera di denuncia sociale, chi una semplice esagerazione dei fatti. Si fecero delle ricerche, che diedero ragione a Steinbeck e che l'anno successivo vinse il nobel!
Praticamente una storia nella storia

Cap 10 (spoiler sparsi) la famiglia parte portandosi dietro un nonno "drogato" che altrimenti non sarebbe partito. Mi sembrava strano che un uomo anziano la prendesse così alla leggera all'idea di andarsene dalla sua casa di sempre. Molte sono le notizie di anziani che muoiono pur di non abbandonare il luogo in cui sono cresciuti (adesso mi viene in mente subito il Vajont, forse perché è qui "vicino")
Cap 11\12 l'Odissea ha inizio, le case vengono abbandonate e iniziano i primi problemi ( i nostri si sono pure scordati l'acqua...)
 

velmez

Active member
cap XIX

ed eccoci arrivati: la California. Anche se dagli ultimi incontri io non sarei così contenta di esserci arrivata... insomma ma perché l'uomo, l'umanità non cambia mai? perché l'istinto animale ci porta a diffidare invece che condividere? perché la paura per l'altro è sempre così forte?
il libro è scritto benissimo (anche se trovo che i personaggi abbiano un tono di voce molto simile: magari è colpa mia ma, ad esempio, la Signora Wilson morente non è un po' troppo loquace? vabbè...) ma ho paura che da ora in poi diventi un po' troppo scontato...
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Io sono indietro e mi sono spoilerata tutto fino adesso, ma credo che il bello del libro siano le riflessioni, i panorami più che la storia in sé.
Per dirti ho scoperto che il titolo originale è the grapes of wrath (i grappoli d'odio o d'ira), titolo che si ricollega a quanto dice la madre a Tom quando torna a casa dalla prigione.
La trama creò scandalo anche in america, l'opinione pubblica si spaccò in due: c'era chi considerava il libro una vera opera di denuncia sociale, chi una semplice esagerazione dei fatti. Si fecero delle ricerche, che diedero ragione a Steinbeck e che l'anno successivo vinse il nobel!
Praticamente una storia nella storia...

A costo di boicottare il 3D, se sei indietro non leggere gli altri o non leggere gli spoiler almeno. Vedrai che la storia esce, perché questo romanzo È storia. Uno dei primi 5/7 romanzi più belli di tutti i tempi (secondo gli esperti).
La fine del libro è una delle più toccanti che, personalmente, mi siano capitate di leggere!
Nobel strameritato, alla faccia di quell'arrogante coglione di Hemingway che si atteggiava tanto a essere il migliore e sparlava di Steinbeck (e di Fitzgerald, che se non lo portava lui da Max Perkins, alla Scribner's sarebbe forse ancora con gli stivaloni a pescare trote sui fiumi). :mrgreen:

Edit: forse, rileggendomi, sono stato troppo cattivo. Il talento esce prima o poi, quindi... Ma quando mi toccano Steinbeck o Fitzgerald divento impulsivo :mrgreen:! Sorry.
 
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