Lee, Harper - Il buio oltre la siepe

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
ciao Queedy,
intanto grazie per i thanks sotto alcuni miei post. Volevo solo segnalarti che no, Va' metti una sentinella non è propriamente un sequel scritto in anticipo, ma è la prima, primissima stesura de "Un buio oltre la siepe". Harper la portò all'editore e questi le disse: "Figliola, torna a casa e riscrivi tutto daccapo. Questo, così com'è, non funziona". Lei tornò a casa e riscrisse tutto, cambiando per fortuna anche certe scelte iniziali (che il padre di Scout fosse razzista e facesse parte del KKK è inaccettabile, meno male che è rinsavita).
Ciao
 

qweedy

Well-known member
Lo consigli Go set a watchman? Io sono sempre molto restio a leggere gli inediti, mi dico che se l'autore non l'ha voluto pubblicare in vita forse non voleva fosse letto, per qualche motivo, ma su questo tentenno da un po'.

Ciao, anch'io ho sempre pensato così, alcune pubblicazioni postume o quasi postume potrebbero essere strategie commerciali degli eredi e degli esecutori testamentari! :D In effetti "Va', metti una sentinella" non mi è piaciuto molto, sono arrivata alla fine con una certa fatica. Non mi ha entusiasmato troppo.
 
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qweedy

Well-known member
ciao Queedy,
intanto grazie per i thanks sotto alcuni miei post. Volevo solo segnalarti che no, Va' metti una sentinella non è propriamente un sequel scritto in anticipo, ma è la prima, primissima stesura de "Un buio oltre la siepe". Harper la portò all'editore e questi le disse: "Figliola, torna a casa e riscrivi tutto daccapo. Questo, così com'è, non funziona". Lei tornò a casa e riscrisse tutto, cambiando per fortuna anche certe scelte iniziali (che il padre di Scout fosse razzista e facesse parte del KKK è inaccettabile, meno male che è rinsavita).
Ciao

Ciao Germano, quando un post mi piace o mi fa riflettere amo mettere i thanks!
Non sapevo proprio che "Va', metti una sentinella" fosse una prima stesura rifiutata e poi riscritta. Beh, direi che l'editore era bravo, aveva fatto una giusta previsione!
Curioso poi che Harper l'abbia riscritto mantenendo i personaggi principali e cambiandone l'ambientazione temporale e le scelte (Atticus era un personaggio amatissimo nel Buio oltre la siepe, qui invece è assertore dell'inferiorità dei neri e sostenitore della segregazione razziale), ma leggo ora che è stato l'editore a consigliare a Harper di raccontare la storia di Scout bambina.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Avevo cominciato a leggere questo libro tante volte, ma non ero mai riuscita ad andare al di là delle primissime pagine. Ora che sono riuscita a concludere la lettura, mi accorgo che l'unico, piccolo gap di "Il buio oltre la siepe" è proprio un inizio poco accattivante: se si supera la fase di avvio (lento) della storia, la lettura diventa rapida, agevole ed appassionante. Harper Lee ci racconta, con gli occhi e con la voce di una bambina, il pregiudizio raziale nell'Alabama degli anni Trenta e Quaranta. Quando suo padre, il retto e rispettato avvocato Atticus Finch, assume la difesa di un nero accusato di aver violentato una giovane donna bianca, la cittadina in cui i Finch vivono si rivolta – più o meno tacitamente – contro Atticus e la sua famiglia. La situazione non cambia, anzi precipita, quando in un processo pieno di spettacolarizzazione Atticus riesce a dimostrare l'innocenza dell'uomo: il padre dell'accusatrice, un bianco violento che vive del sussidio, minaccia di vendicarsi e per poco non ci sarebbe riuscito, se…
Ho sempre sentito lodi sperticate su questo libro, ne ho sempre sentito parlare come di un capolavoro; tuttavia, quando mi sono fermata a pensare ad un giudizio globale, in un primo momento non mi è parso che fosse così… "bello, per carità, ma i capolavori sono altri", ho pensato. Poi, riflettendo meglio, ho capito il mio errore: non si può guardare a questo libro nell'ottica oggi, A.D. 2018, con tante letture fatte sul tema; bisogna pensarlo nel periodo in cui è stato pubblicato, gli anni Sessanta, e allora gli si darà tutt'altra connotazione.
"Il buio oltre la siepe" è stato un libro innovatore perché ha raccontato l'ingiustizia nel modo più semplice, che anche un bambino può capire. In questo senso, sì, è decisamente un capolavoro!
 

Jessamine

Well-known member
Davanti a certi libri su cui sono stati versati fiumi e fiumi di parole, a volte mi chiedo se abbia davvero senso aggiungere l'ennesimo, pallido commento.
Si è già detto tutto, qui, e io, anche concentrandomi al massimo, non credo riuscirei a trovare qualcosa da dire che possa arricchire il dibattito.
L'unica cosa che mi sento di dire, è più che altro un promemoria a me stessa: ci sono libri di cui si è sentito parlare cosi tanto, che a volte si ha l'impressione che non sia davvero necessario leggerli. A ventisei anni suonati conoscevo la trama de "Il buio oltre la siepe", conoscevo i nuclei narrativi del romanzo, conoscevo pure i personaggi, ma le parole della Lee non le avevo mai ascoltate. Ecco, lo sapevo già, ma a volte è bene ricordarselo: certi romanzi vanno vissuti, perché tutto quello che si può leggere di loro non eguaglierà mai l'esperienza della lettura diretta.
"Il buio oltre la siepe" è uno dei romanzi più umani, pietosamente umani, che io abbia mai letto.
E difficilmente mi scorderò di quelle figurine intagliate nel sapone.

Se proprio devo aggiungere una nota negativa, è questa: ascoltare un audiolibro aggiunge un ulteriore livello di criticità ad un romanzo. Non solo la trama deve piacermi, non solo lo stile deve piacermi, ma deve piacermi anche la voce del lettore. Ecco, Alba Rohrwacher non fa proprio per me. Ho detestato la sua voce, ho detestato il suo modo di leggere, e questo è davvero un peccato. Sicuramente tra qualche anno recupererò la versione cartacea.
 

Eve

Member
Mi è piaciuto davvero tanto questo libro. L'autrice racconta l'intrecciarsi di due storie drammatiche e coinvolgenti, dalla tematica sempre attuale, viste attraverso gli occhi di una bambina. Adorabile lo stile, chiaro e scorrevole, che rende bene l'idea di uno sguardo infantile.
 

velvet

Well-known member
Non posso che aggiungermi alle lodi a questo libro che volevo leggere da tanto. Mai come in questo caso meglio tardi che mai. Il personaggio di Atticus con la sua ferma idea di giustizia è solo l'apice di una galleria di personaggi rappresentativi di tutti i tipi umani.
La lotta al pregiudizio inoltre è sempre molto attuale.
 

isola74

Lonely member
Avevo questo libro in wishlist da molto tempo. Finalmente sono riuscita a leggerlo e ne sono contenta. È davvero bello, allo stesso tempo delicato e diretto nel trattare un tema di cui anche oggi si parla spesso: il razzismo . Attraverso gli occhi dei bambini e la saggia guida del padre c'è un percorso di crescita che non ti dice che è tutto facile e bello.. anzi è proprio il contrario. Eppure una piccola, piccolissima speranza c'è .
Consigliatissimo
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Questa storia è consigliata ai bambini, ma io sono molto contenta di non averla letta allora: opinione impopolare la mia, sono stata rallentata parecchio dal modo di esprimersi della protagonista, che sebbene racconti fatti avvenuti quand'era molto piccola, usa un linguaggio da adulta con il quale s'inciampa spessissimo. La prima parte è estremamente lenta e non invoglia a continuare; soltanto una volta entrati nel pieno della vicenda ci si rende conto del meraviglioso messaggio che l'autrice ha voluto lasciare, specie attraverso il personaggio di Atticus che è un padre e un uomo straordinario; commovente e tenero il finale, sicuramente la parte che mi ha coinvolto di più.
 
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Dory

Reef Member
Non so come ho fatto, per tutti questi anni, a non avere la minima idea di cosa parlasse questo libro (e neppure il film), pur essendo il suo titolo di quelli che è impossibile non conoscere.
Beh, in realtà è più imbarazzante di così, perché credo di aver capito come ho fatto: nel mio cervello la copertina del libro (su cui c'è un uccello) si è fusa con la trama di un altro libro, inducendomi ad associarne il titolo alla storia di un prete (vi lascio indovinare quale), una storia che proprio non mi interessava.
E poi, la settimana scorsa, in modo del tutto casuale, ho scoperto l'assurdo e imbarazzante equivoco, e in due giorni l'ho letto, anzi l'ho divorato.

Stupendo. Non so che dire. Dritto nell'olimpo dei miei preferiti.
L'unica cosa che mi sento di sottolineare è che il 50% della bellezza di questo libro va anche alla traduttrice italiana, che ha fatto un lavoro pazzesco con la scelta della sintassi e dei vocaboli. Non lo so come rendono in inglese molti passi della voce narrante, io mi sono ritrovata a ridere come una matta per certe frasi che in inglese non so se facciano lo stesso effetto. Per chiarire il mistero mi sa che lo dovrò rileggere anche in lingua originale.

PS. Ovviamente vedrò anche il film
 
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