Incipit (Sansoni)
Capitolo I
“Mio zio fu uomo di onestissimi principi. Quando non per celia si ammalò, seppe farsi rispettare e meglio non poteva immaginare il suo esempio agli altri.
Ma, Dio mio, quale noia con un ammalato sedere, non allontanandosi di un passo! Quale bassa perfidia un primitivo sollazzare e aggiustargli i guanciali e porgergli la medicina… sospirare e pensare fra di sé:”Quando dunque il diavolo ti piglierà?”.
Così pensava un giovane scapestratello, volando tra la polvere nella diligenza, per volontà suprema di Giove erede di tutti i suoi parenti. Oh amici di Ludmila e di Rusla, con l’eroe del mio romanzo senza introduzioni, sul momento permettetemi di farvi far la conoscenza: Onegin, mio buono amico, nacque sulle rive della Neva, dove forse siete nato anche voi, o avete brillato, oh mio lettore.
Là una volta passeggiavo anch’io, ma è nocivo per me il settentrione.
Capitolo I
“Mio zio fu uomo di onestissimi principi. Quando non per celia si ammalò, seppe farsi rispettare e meglio non poteva immaginare il suo esempio agli altri.
Ma, Dio mio, quale noia con un ammalato sedere, non allontanandosi di un passo! Quale bassa perfidia un primitivo sollazzare e aggiustargli i guanciali e porgergli la medicina… sospirare e pensare fra di sé:”Quando dunque il diavolo ti piglierà?”.
Così pensava un giovane scapestratello, volando tra la polvere nella diligenza, per volontà suprema di Giove erede di tutti i suoi parenti. Oh amici di Ludmila e di Rusla, con l’eroe del mio romanzo senza introduzioni, sul momento permettetemi di farvi far la conoscenza: Onegin, mio buono amico, nacque sulle rive della Neva, dove forse siete nato anche voi, o avete brillato, oh mio lettore.
Là una volta passeggiavo anch’io, ma è nocivo per me il settentrione.