36° Poeticforum - Le poesie che amiamo

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
è invalsa consuetudine, una prassi, sdoganare pessimismo impotenza negatività spacciando il tutto come realismo. ci dà un senso di rassicurazione, facendoci sentire anche consapevolmente maturi e partecipi alla conduzione della nostra esistenza: è così e basta, quindi non mi lascio sopraffare dalla lamentosità e reagisco attivamente, senza fare come gli struzzi...

certo è dura prendere atto dei precisi limiti congeniti della razza umana in quanto tale. limiti ineludibili che ci condannano a un'esistenza cui la verità è preclusa, lasciandoci come unica chance il relativo in luogo dell'assoluto.
accettato di rimanere in vita perchè così è stato imposto dalla natura-da dio-da mille coincidenze-da cosa chissà, alimentiamo la nostra autostima cercando di spingerci sempre più in là, oltre i limiti che concretamente individuiamo. limiti assolutamente irrisori e falsi, inventati a nostro uso e consumo dalla nostra natura umana. e ci sentiamo vivi.

se tu hai camminato un kilometro e io ne percorro mille, ai nostri occhi umani sarò nettamente superiore a te in quanto a distanza coperta.
prova a immaginare questo su una scala universale di miliardi di anni-luce: nessuno -ammesso che possa notare le nostre esistenze- riscontrerà la seppur minima differerenza tra quanto abbiamo rispettivamente camminato! è così anche per il nostro cammino spirituale...

cosa voglio intendere? restare sulla terra a condurre la vita che ci ritroviamo addosso non è ottimismo: è la nostra natura. non trovo mai dove inizia la pioggia tuttavia passo l'esistenza a cercare quel punto... non è coraggio e tantomeno ottimismo. è rimanere al mondo a trascinare la propria vita secondo quello che siamo costituzionalmente: come girasoli che ruotano finchè scende la notte portando il buio. e riprendono a seguire il sole all'indomani, quando quello si degna di tornare. sempre che nel frattempo siano rimasti vivi. non conta se ci sia o meno speranza.

e non esiste-il-bene-perchè-non-faccio-il-male, come non evito-il-male-se-mi-dedico-al-bene. esiste questa energia vitale che alimenta le nostre esistenze, finchè non si spegnerà. vuoi fare del bene? ottimo. vuoi credere in dio? benissimo. tutto per sostenere l'illusione -non la speranza!- che la vita sia una cosa bella e vada vissuta facendo del bene e nell'altruismo. tutto per convincersi che avremo il privilegio di resuscitare e vivere in eterno al fianco delle divinità che ciascuno di noi ha rispettivamente adottato ...

se non credo tutto questo sono pessimista? dissento: come citato in apertura del post, mi maschero di sano forte e consapevole realismo. ma almeno non cerco di convincermi che la mia ricerca porterà a una verità: la mia ricerca è semplicemente ciò che si definisce vita. lasciamo le illusioni. lasciamo la presunzione. cerco il posto dove pioggia e sereno si dividono non perchè ho bisogno di sapere se pioggia è male o bene e sereno è male o bene; cerco quel punto perchè la mia natura umana trova incantevole e meraviglioso potermi sedere lì ad ammirare quello spettacolo stupendo, in cui due entità infinitamente superiori alla mia natura mi lasciano dentro l'insignificante dimensione dell'uomo di fronte al mistero dell'universo e della vita.

e quando me ne andrò non ne avrò capito l'essenza, ma saprò tuttavia di esserne parte.
 
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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Forse, come dice Hot (se ho ben capito) non si tratta di ottimismo, ma è la natura umana a spingerci a cercare anche inconsapevolmente quel confine. Senza razionalizzare ma soffermandomi sul suono dei versi, in alcuni "sento" un pessimismo disperato - è il male a prevalere quando dice "ricomincia prima di capire dove è bene" - e in altri ottimismo, o forse più che altro cieca ostinazione nel cercare qualcosa che (secondo me) forse non esiste, e credo sia giusto così. Ottimismo nel senso di positività, di determinazione nel cercare sempre, nel non arrendersi.
Questa poesia è una di quelle che mi hanno colpito maggiormente negli ultimi poeticforum; disarmante nel contrasto tra la sua semplicità espressiva e la portata del tema.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Siamo arrivati alla poesia di mac :)

Lacrime

E' come osservare
lucenti cristalli
attraverso cui scorgere
tutto il dolore
e la tristezza del mondo...

laghi dorati
e immense distese
dove perdersi
per non ritrovarsi più...

piccoli oceani
tumultuosi
che si riflettono
nella grande tempesta
della vita...
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Bellissima la metafora dei lucenti cristalli, laghi dorati, piccoli oceani per descrivere le lacrime.
Fanno sembrare dolce il pianto, qui associato al dolore nello specifico.
Non c'è accenno alle lacrime di gioia.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Bellissimi scorci pittorici del nostro amico Mac, come ci ha abituato, in pennellate essenziali e non retoriche.
Il senso che ne originerebbe per me dalla seconda e terza strofa sarebbe principalmente una forte malinconia, nell’immersione in qualcosa di immenso e a noi superiore, padrone della nostra esistenza, che condiziona trasmettendoci i tumulti degli oceani e il senso di smarrimento di distese immense…
Il Mac sembra ricavarne principalmente tristezza, ma pare tuttavia che la viva più in qualità di spettatore che non di diretto interessato; nel senso che vede il dolore del mondo quasi da osservatore, senza che io riesca a capire se tale dolore sia anche suo, se non nella tristezza della constatazione.
Concordando su ciò che vede, io mi colloco dalla parte opposta dei cristalli rispetto a lui che osserva, in quanto mi reputo oggetto di quel riferito dolore, a differenza -come sensazione personale- di lui, cui la fede permette di superarne il peso materiale forte di una fede spirituale che lo sostiene
 

qweedy

Well-known member
Bellissimi scorci pittorici del nostro amico Mac, come ci ha abituato, in pennellate essenziali e non retoriche.
Il senso che ne originerebbe per me dalla seconda e terza strofa sarebbe principalmente una forte malinconia, nell’immersione in qualcosa di immenso e a noi superiore, padrone della nostra esistenza, che condiziona trasmettendoci i tumulti degli oceani e il senso di smarrimento di distese immense…
Il Mac sembra ricavarne principalmente tristezza, ma pare tuttavia che la viva più in qualità di spettatore che non di diretto interessato; nel senso che vede il dolore del mondo quasi da osservatore, senza che io riesca a capire se tale dolore sia anche suo, se non nella tristezza della constatazione.
Concordando su ciò che vede, io mi colloco dalla parte opposta dei cristalli rispetto a lui che osserva, in quanto mi reputo oggetto di quel riferito dolore, a differenza -come sensazione personale- di lui, cui la fede permette di superarne il peso materiale forte di una fede spirituale che lo sostiene

Per me è stato illuminante il tuo commento: anch'io penso che l'autore stia osservando con malinconia il dolore e la tristezza del mondo dall'esterno, come spettatore, e vede le persone sofferenti rischiare di perdersi. C'è empatia, ci sono lacrime, ma chi osserva è, almeno in questo fotogramma, al di là del dolore.
 

shvets olga

Member
È brillante. :)
Ma un po' con distacco e friddezza (io sento cosi).
Distacco sento nella parola osservare.
Friddezza sento nella parola cristalli (dal greco κρύσταλλος, krýstallos, ghiaccio)
 

maclaus

New member
Oramai credo sia giunto il momento di nominare il grande Hot quale mio recensore-biografo ufficiale...:ad:
Come spiega e interpreta le mie poesie lui...mi emoziona... perché coglie sempre in pieno il senso delle mie modeste parole... :wink:

Dato a Hot quel che è di Hot, vorrei solo aggiungere che sia queedy che Olga hanno colto il senso che ho voluto dare a "osservare"...

Le lacrime non sono le mie, naturalmente... e non ero neanche coinvolto emotivamente in quelle lacrime, quando ho scritto questi versi. E' vero "il distacco", ma non la "freddezza"...sono "spettatore" e prendo atto del perché di un pianto, ma, per me - e qui Hot coglie in pieno il senso - le lacrime (mie o di chiunque) non saranno mai di disperazione...La Fede aiuta nel dolore, mentre il dolore senza Fede porta alla disperazione.
Navighiamo tutti nella grande tempesta della vita e se la barca su cui stiamo non è abbastanza solida affondiamo nella tristezza e nel dolore...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Lacrime

E' come osservare
lucenti cristalli
attraverso cui scorgere
tutto il dolore
e la tristezza del mondo...

laghi dorati
e immense distese
dove perdersi
per non ritrovarsi più...

piccoli oceani
tumultuosi
che si riflettono
nella grande tempesta
della vita...

Leggendo la poesia alla luce dei vostri commenti è inevitabile percepire il poeta come osservatore esterno, ma partecipe, del dolore. Non so però se avrei "vissuto" questi versi allo stesso modo senza leggere gli altri post. Nella seconda strofa, di chiunque siano le lacrime, leggo un profondo smarrimento che è vicino alla disperazione.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ed ecco la poesia di Hot :)

La più bella del reame

penne sgargianti sul piumaggio variopinto
occhi come perle sull’irrefrenabile capino
coda e cresta erette, con vanità ostentate
melodioso canto, d’amore esplicito richiamo

vagante tra i fioriti arbusti di compare bosco
frenetica frulla l’alata moltitudine la brezza
toste rivaleggian per contendersi i più ambiti
da poter eleggere a domestica dimora

pochi modesti fiori ricoprivano il mio ramo
nè tra gli altri mille ero certo quel più in alto
ma umile, con forza foglie e frutti sostenevo
e riparo generoso a tutti prodigo elargivo

finché su me a cercar riposo un dì planasti;
accoccolata sul tepor del mio ampio petto
del mio respiro il lento ritmo presto amasti
a costruirti il nido così infine rimanendo

con vanto fui da allora il tuo robusto ramo
forte e lungo per tenerti sempre in alto
elevandoti sul bosco come assisa a un trono
della tua vista per saziar la riverente plebe

sopraggiunte le avvisaglie dell’autunno
rassegnarti al tuo tramonto non potevi:
reo di non tenerti più abbastanza in alto,
forte mi beccavi ove mi univo al tronco

gocce copiose della mia residua linfa
corrotta per l’età ed oramai allo stremo
cadevano a nutrire il muschio ansioso
rendendo il vecchio ramo ancor più secco

le cristalline acque interrogavi, stolta,
come il fatato specchio la fiabesca strega
vantando del bosco esser la regina eterna
divin diritto per l’immacolata tua bellezza

quando il ramo logoro stremato infin cedette
le infide unghie a infliggermi dolore aduse
il volo ti negarono ancorate al legno
ali ora incapaci, rade le appassite penne

precipitammo insieme, a me aggrappata stretta,
-l’abbraccio invan sognato per tutta la mia vita-
nell’odoroso muschio dove, tra ciclamini e funghi
fiorito arbusto presto rinascerò io nel bosco …
mentre già la riverente plebe avida accorre
di te l’ultima volta per saziarsi ancora!
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Una poesia ricca di parole ricercate, raffinate, auliche, di sottile contenuto simbolico, in perfetto dolce stil novo.
E' forte la contrapposizione tra i due amanti, l'animo nobile di lui, prodigo per la sua amata e in cambio non chiede nulla (sognando invano un abbraccio), e la vanità di lei.
E' un componimento che procede con ritmo serrato, in una dimensione discendente, e leggendolo mi è sembrato di assistere ad un volo partito lento e leggero che diventava via via più faticoso, vinto da una tempesta distruttiva, cresciuta piano piano nel tempo.
Finale amaro ma che comunque lascia la speranza di una rinascita per gli animi nobili, per chi ama senza riserve.
 

maclaus

New member
Leggere, per me, il "dolce stilnovo" di Hot è come detergersi con balsamo e oli profumati...
Ho letto il componimento dall'ultima strofa alla prima (in senso ascendente, direbbe Ondine...) e l'ho gustata ancor di più...
Che belle immagini!
Dal precipitare insieme all'esplicito richiamo d'amore (e viceversa...) è un turbinio di colori, odori e passioni...
Riesco a percepire anche i profumi del bosco, per come li descritti magistralmente l'autor cortese...
Grande Hot! :ad:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Mi ricorda la canzone di De André Ballata dell'amore cieco, di cui abbiamo parlato di recente in Parole stonate.
Chi ama e non è riamato soccombe, ma l'intensità del proprio sentimento gli dà la forza di morire soddisfatto (nel caso della canzone) o di rinascere in qualche maniera, come accade qui.
Chi non ama altri che se stesso non conosce la sofferenza d'amore, ma nemmeno la gioia: comunque vada a finire, non gli rimane altro che una soddisfazione magra e senz'anima, come quella di "vedere la plebe accorrere per l'ultima volta".
 

qweedy

Well-known member
Mi piace molto questa poesia, si respira il profumo del bosco, si sente il frullio d'ali, ma tra i colori autunnali l'incanto si spezza. Chi ha amato rinascerà, per amare ancora.
Non c'è amore sprecato, ognuno ha seguito la sua natura, il ramo sorreggendo e beandosi della vicinanza, la bella del reame approfittando del dono, ingrata e inconsapevole.
Bello il "dolce stilnovo", è molto musicale!
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
... non gli rimane altro che una soddisfazione magra e senz'anima, come quella di "vedere la plebe accorrere per l'ultima volta".

forse é il caso di evidenziare che la plebe accorre un'ultima volta per saziarsi di lei non più nella succube adorazione formale, ma finalmente in un simbolicamente liberatorio banchetto reale col suo corpo. piuttosto metaforico e catartico, no?
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
ringrazio tutti con riconoscenza per le belle parole. e soprattutto per la pazienza dedicata alla lettura del mio componimento. fatto che riconosco impegnativo.
da parte mia ho cercato di limitarmi nell'uso di un vocabolario anticheggiante, che non poche critiche ha comportato nei precedenti lavori.
motivo d'orgoglio per me che, ciononostante, ancor più di prima mi é stata riconosciuta pressoché universalmente quell'etichetta di dolcestilnovista. a riprova che non discende da un linguaggio presunto farlocco imitativo, ma dai contenuti. contenuti che scaturiscono dal mio animo.
da cui il dolcestilnovo é fatto di sensibilità dell'animo che prescinde ed esula dall'epoca storica e dal contesto culturale.
l'idea canovaccio della poesia é la storia di un matrimonio come tanti. ma non svelerò se si tratti del mio ...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prossima poesia ...

Sera

Tenero e di nuovo giovane, femminile, il cielo della sera estiva arrossisce.
Tondo, lungo e soffice come un braccio avvolto, il cielo della sera sulla povera città che riposa.
Spazi di freddo blu meditano −
porteranno tutta la nostra tristezza, oh spazi di freddo blu.
Oh città, in te visse una volta, oh Manhattan, l’uomo Walt Whitman.
Le nostre mani sono già inutili, forse; ma basteranno per assistere la bellezza,
basteranno a una grande tristezza,
sera estiva, sera estiva che s’addormenta
sul letto purpureo, sopra i teneri fiori del tramonto.
Molte altre sere ho nel cuore − ho amato così tanto, tanto a lungo e così bene − non ricordate assorti spazi di freddo blu?
Vi penserò ancora,
vi penserò ancora se la follia mi siederà accanto passandomi le mani nei capelli.
Un tempo sfioravo religiosamente le cose, un tempo una ragazza mi amò, un tempo passeggiavo a lungo con i giovani sulle Palisades,
una volta piansi e ne valeva la pena.

EMANUEL CARNEVALI
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Grazie olga per avermi fatto conoscere questo poeta, ha una vita molto interessante.
E' partito per l'America da solo e giovanissimo, senza conoscere una sola parola d'inglese e imparandolo da solo facendo lavori umilissimi, davvero ammirevole.
E' stato definito un "poeta maledetto", questa poesia mi trasmette una drammatica serenità, sembra di passeggiare al tramonto lungo una via di Manhattan, non ci sono mai stata ma la bellezza di una poesia sta proprio in questo, farti viaggiare attraverso l'immaginazione, meraviglioso, insieme ai ricordi del poeta legati a quel luogo.
C'è una struggente malinconia e credo l'abbia scritta durante il suo ricovero in un istituto per malattie neurologiche, drammaticamente stupenda l'ultima frase.
Sicuramente è un poeta che approfondirò.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Leggendola così, senza considerare le notizie gentilmente riportate da Ondine:), avrei colto una tristezza calma, quella di qualcuno che ha vissuto intensamente e che si rassegna al fatto di non poter più vivere certe sensazioni. La sera estiva e "arrossita", metafora di una vita ricca che però volge al tramonto.
Bellissima e accurata la scelta delle parole.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ecco un'altra poetessa di questo forum :) Evy

In silenzio
Ti lascio andare.
Non ti ho mai avuto
Se non nei sogni.
In silenzio
Ti saluto,
E cammino
Prendendo un’altra strada
Allontanandomi da te.
Forse ci ritroveremo,
in un altro sogno.

***
Poesia tratta dal mio nuovo libro :wink:
 
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