XCVII GdL - Una storia di amore e di tenebra di Amos Oz

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ciao! Ieri finalmente ho iniziato anche io e ho letto una cinquantina di pagine, più o meno sono arrivata dove avevo abbandonato qualche anno fa (chissà perché :?)...
Mi ricordavo la parte sul formaggio che mi aveva fatto morire e anche quella sulla morte della nonna Shlomit per "troppa igiene"... Un paragrafo bellissimo!
Per non parlare di quelli su cattivi e buoni lettori che ho trovato sublime e assolutamente vera!

Comunque purtroppo mi hanno rimandato l'intervento a lunedì per cui avrò ancora diversi giorni in ospedale e tanto tempo libero... :MM
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Capitolo 10

Coraggio ayu, ti tocca nell'attesa tanta lettura :D:D


esilarante l'avventura per arrivare a casa del prozio, quello Yosef Klauzner candidato a primo presidente dello Stato d'Israele, che vide però la vittoria di Chaim Weizmann. Amos lo vedo con gli occhi di un bambino e riesce a darne un ritratto gustosissimo.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fine cap. 27

Bei personaggi i nonni, belli pure i racconti dinamici e nostalgici di zia Sonia alla quale Amos lascia le redini della narrazione per un po': ci fanno entrare ancor di più nell'atmosfera che, negli anni in cui Oz era bambino, doveva esserci a Gerusalemme. Una città bellissima, ma piena di contraddizioni, divisa anche se forse non come oggi, con davanti un futuro incerto e alle spalle un passato pesante fatto di uomini e donne che speravano di trovare pace e riposo, ma pian piano scoprono che potrebbe non essere così. Emblematica, a tal proposito, la considerazione di Sonia sulla concezione che gli ebrei, quand'erano ancora lontani dalla Terra Santa, avevano della "minoranza araba".
Mi è piaciuta un sacco anche la figura di nonno Erz (forse non si scrive così) il Pape di Sonia, quando in Russia gestiva il mulino: il suo comunismo reale e non politicizzato è qualcosa di stupendo, inarrivabile ed utopico purtroppo.
 

qweedy

Well-known member
fine capitolo 31

Mi ha colpito leggere come i vari protagonisti, che vivevano agiatamente nell'Europa dell'Est, coltissimi letterati, con belle case e personale di servizio, vedono la Palestina non come una meta sognata, ma sporca, polverosa, calda, povera, però è l'unica meta possibile per sopravvivere. Infatti lì vivono in una o due stanze, in povertà, e un po' rimpiangono l'Europa.

“La paura che abitava in ogni casa ebraica, una paura di cui non si parlava mai, ce la iniettavano solo di striscio, come un veleno, una goccia ogni ora, era la paura terrificante che forse eravamo davvero delle persone non abbastanza monde, forse eravamo davvero troppo fastidiosi e invadenti, troppo intelligenti e troppo avidi di denaro…era una paura mortale, la paura di dare per disgrazia ai gentili una cattiva impressione, che in tal caso loro si sarebbero arrabbiati e ci avrebbero di nuovo fatto quelle cose tremende cui era meglio non pensare”

Anch'io come Estersable sono rimasta colpita dalla considerazione di Sonia sulla capacità che gli ebrei avrebbero dimostrato nel gestire con giustizia ed equilibrio la minoranza araba. Avrebbe dovuto essere così, visto quello che ebrei avevano vissuto sulla propria pelle da secoli. Perchè non è andata in questo modo?

Bellissima la figura del nonno mugnaio, è una figura umile e positiva.
 

qweedy

Well-known member
fine capitolo 36

Segnalo che da questo libro è stato tratto nel 2015 un film, regia di Natalie Portman, "Sognare è vivere":

121150788-f1d535d2-4094-45ef-849b-18af2361d795.jpg


Oggi ho visto su Rai 3 "Passato e presente" di Paolo Mieli, l'argomento era la nave Exodus, che nel 1947 tentò di portare in Palestina 4500 ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Le navi da guerra inglesi impedirono agli ebrei il ritorno in Palestina, e li riportarono invece in Germania, nei campi di detenzione controllati dagli inglesi.
Se vi capitasse di rivedere la trasmissione su Rai Play, è davvero interessante.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
pagina 80

Ragazze, ma come fate a leggere così veloce?!?!? siete avantissime :)


Mi chiedo come mai il padre di Oz non si chiama Oz ma Klauzner come il prozio? :?


e poi mitico il calcione al piccolo Netaniyahu attuale primo ministro di Israele :mrgreen: tragica la faccenda delle alleanze arabe con i nazisti...
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ragazze, ma come fate a leggere così veloce?!?!? siete avantissime :)


Mi chiedo come mai il padre di Oz non si chiama Oz ma Klauzner come il prozio? :?


e poi mitico il calcione al piccolo Netaniyahu attuale primo ministro di Israele :mrgreen: tragica la faccenda delle alleanze arabe con i nazisti...

Oddio, a che pagina è il calcione? Non lo ricordo assolutamente! Io sono a pag. 116 ma solo per la mia inattività forzata e oggi quasi non ho letto!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ragazze, ma come fate a leggere così veloce?!?!? siete avantissime :)


Mi chiedo come mai il padre di Oz non si chiama Oz ma Klauzner come il prozio? :?


e poi mitico il calcione al piccolo Netaniyahu attuale primo ministro di Israele :mrgreen: tragica la faccenda delle alleanze arabe con i nazisti...

Il dubbio sul cognome è venuto anche a me, quindi ho cercato Amos Oz su Wikipedia proprio oggi: dopo la morte della madre, i rapporti con il padre sono peggiorati sensibilmente e lui ha cambiato il suo cognome in Oz che in ebraico significa forza.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fine cap. 46

1947-1948: ci siamo. Nasce lo Stato ebraico ed ha inizio un conflitto tanto sanguinoso quanto insensato che dura ancora oggi. Queste pagine sono di uno strazio, di una lucidità e di un'assurdità pazzesche.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Fine cap. XV

Annedoto: il papà di Amos non era l'unico ad essere stato vestito da femmina da bambino...
Anche mio suocero, sebbene avesse già due sorelle, quando aveva pochi anni (non fino a sette però!!!) veniva vestito con gonnelline, capelli lunghi e fiocchetti vari!!! Ho visto una foto anch'io!!! :SISI :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Oddio, a che pagina è il calcione? Non lo ricordo assolutamente! Io sono a pag. 116 ma solo per la mia inattività forzata e oggi quasi non ho letto!

molto prima di pagina 116, erano sotto la tavola a casa del prozio, in quelle loro visite dove c'erano tanti invitati importanti, tra cui i due ragazzi Netanyahu, il futuro primo ministro e l'eroe di Entebbe, mi viene il dubbio adesso che fosse un pugno, comunque un colpo glielo ha dato. A dire la verità lui non si ricordava quale dei due ragazzi avesse colpito anche se fa la battuta tranchant che spera di aver colpito il subdolo futuro ministro
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
molto prima di pagina 116, erano sotto la tavola a casa del prozio, in quelle loro visite dove c'erano tanti invitati importanti, tra cui i due ragazzi Netanyahu, il futuro primo ministro e l'eroe di Entebbe, mi viene il dubbio adesso che fosse un pugno, comunque un colpo glielo ha dato. A dire la verità lui non si ricordava quale dei due ragazzi avesse colpito anche se fa la battuta tranchant che spera di aver colpito il subdolo futuro ministro

Ah sì sì, è vero! Non avevo proprio collegato grazie!
 

qweedy

Well-known member
fine capitolo 42

Sto cominciando a capire qualcosa di più della complessa storia dello Stato di Israele. Il mandato britannico in Palestina è giunto ormai alla fine e sta per nascere lo Stato di Israele.

L'episodio di Amos bambino con la ragazzina araba mi ha fatto provare pena per l'imbarazzo che lui deve avere provato.
Certo che ad Amos bambino veniva chiesto davvero molto, i suoi genitori avevano aspettative molto alte su di lui, che doveva comportarsi sempre in modo perfetto e adulto.

Bello il capitolo in cui Amos e il padre si improvvisano giardinieri: senza nessuno strumento, solo con forchetta e martello, cercano di dissodare un pezzo di terreno per poi seminarlo, con grandissimo impegno e volontà ma con notevole imperizia. Il padre di Amos era decisamente un intellettuale, incapace di abilità pratiche, come già aveva raccontato all'inizio, con la spassosa la descrizione dell’unico abitante in mezzo a tanti letterati in grado di aggiustare un rubinetto o piantare un chiodo, perciò soprannominato Baruch mani d’oro, mentre ” tutti gli altri erano in grado di analizzare con fiera retorica quanto fosse importante che il popolo ebraico tornasse finalmente alla vita nei campi e al lavoro manuale: di intellettuali, dicevano, ne abbiamo fin sopra i capelli ”.
Come pure mi ha divertito la scenetta, all'inizio, in cui il padre di Amos, spinto dalla necessità di trovare qualcosa da mangiare, prende a malincuore alcuni libri per andare a venderli, e torna con altri libri, occasioni imperdibili a cui non aveva saputo rinunciare. C'era grande amore per i libri e per la conoscenza, in questa famiglia.

„C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver.“
 
Ultima modifica:

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Qualche considerazione che ho fatto durante la lettura in modo ricorrente. Intanto questo libro, come anche la stessa famiglia Clausner e la stessa Gerusalemme, trabocca di umorismo amaro, ironia, orgoglio e vittimismo. Credo (e un po' si evince dal libro) che sia un atteggiamento caratteristico del popolo ebreo del quale avevo letto anche altrove.
Poi... quando ho deciso di leggere questo libro pensavo di aver a che fare con un'autobiografia ed in effetti tecnicamente lo è. Però definire "una storia d'amore e di tenebra" un'autobiografia è davvero riduttivo: come autobiografia è atipica perché non lineare; i ricordi di Amos si alternano con descrizioni della sua famiglia apparentemente slegati dal paragrafo precedente (in realtà credo che sia voluto, per dare un quadro complessivo). Qui non si racconta solo la vita di Oz, direi che è un pretesto per raccontare la storia e la vita di un popolo trasferito in una terra mitologica già occupata, nella quale si fa fatica ad adattarsi per vari motivi. E' la storia di tante famiglie tutte legate da vicende, parentele, episodi di vita, situazioni felici e tragiche in comune. Non è una lettura facile, sia per lo stile scorrevole ma comunque non semplice, sia per la quantità di contenuti vari e diversi fra loro.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Qualche considerazione che ho fatto durante la lettura in modo ricorrente. Intanto questo libro, come anche la stessa famiglia Clausner e la stessa Gerusalemme, trabocca di umorismo amaro, ironia, orgoglio e vittimismo. Credo (e un po' si evince dal libro) che sia un atteggiamento caratteristico del popolo ebreo del quale avevo letto anche altrove.
Poi... quando ho deciso di leggere questo libro pensavo di aver a che fare con un'autobiografia ed in effetti tecnicamente lo è. Però definire "una storia d'amore e di tenebra" un'autobiografia è davvero riduttivo: come autobiografia è atipica perché non lineare; i ricordi di Amos si alternano con descrizioni della sua famiglia apparentemente slegati dal paragrafo precedente (in realtà credo che sia voluto, per dare un quadro complessivo). Qui non si racconta solo la vita di Oz, direi che è un pretesto per raccontare la storia e la vita di un popolo trasferito in una terra mitologica già occupata, nella quale si fa fatica ad adattarsi per vari motivi. E' la storia di tante famiglie tutte legate da vicende, parentele, episodi di vita, situazioni felici e tragiche in comune. Non è una lettura facile, sia per lo stile scorrevole ma comunque non semplice, sia per la quantità di contenuti vari e diversi fra loro.

Aggiungo e preciso sul concetto di "autobiografia atipica": dobbiamo faticare non poco per costruirci un'immagine di Amos bambino. Pagina dopo pagina dopo pagina, scopriamo che è un bambino molto intelligente, forse precoce o forse solo ritenuto tale; è un po' esploratore, un po' stratega e condottiero, un po' piccolo chimico (vedi il caffè di mamma), un po' veggente e aruspice per adulti affascinati. In realtà è un bambino solitario, nato in una famiglia trasudante cultura, avido lettore, certamente con un'intelligenza spiccata. Come tutti i bambini soli, si ingegna e si inventa sempre nuovi giochi, distrazioni, storie. Questo esercizio quotidiano lo farà diventare un abile inventore di "profezie" prima e di storie fantasiose e coinvolgenti poi.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
pagina 87

Lo scrittore ha iniziato la biografia del padre, nato in Lituania, tipico lituano Oz dice del prozio, mi piacerebbe sapere cosa significa tipicità in Lituania, qualcuno saprebbe soddisfare la mia curiosità?
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Fine cap. 59

Ed ecco la morte della madre, gli anni 50, il deteriorarsi dei rapporti col padre, il trasferimento in Kibbuz (non ho verificato se si scrive così), l'ispirazione per la scrittura, i primi approcci col gentil sesso. Facciamo qui la conoscenza di un Amos più sicuro di sé, di certo confuso, ma comunque determinato, nel quale scorgiamo ancora tracce del bambino che è stato. Comunque... che pena mi fa il padre di Oz... la visita a Ulda è tristissima.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Finito

Sembra che il periodo più nero, i ricordi più bui e dolorosi Oz abbia voluto lasciarseli per la fine... quasi a volerseli strappare a forza dal petto, giacché lui stesso dice di non averne mai parlato.
Il commento finale lo posto in PB, qui continuo a commentare con voi.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Pag. 200

Io sono arrivata a pag. 200, al cap. 22. Conclusa la storia degli avi paterni, Amos inizia con quelli materni ed è ormai giunto alla generazione di sua madre.
Apprezzo molto il modo in cui l'autore tratteggia il carattere dei personaggi, li rende tutti molto vividi e unici, sembrano venir fuori da un catalogo di un'eterogenea umanità! Non riesco a capire se fossero davvero loro ad essere così caratteristici e particolari o lui talmente bravo a raccontarceli da trasformarli tutti in piccoli eroi ed eroine, con i loro difetti e le loro strabilianti virtù!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Io sono arrivata a pag. 200, al cap. 22. Conclusa la storia degli avi paterni, Amos inizia con quelli materni ed è ormai giunto alla generazione di sua madre.
Apprezzo molto il modo in cui l'autore tratteggia il carattere dei personaggi, li rende tutti molto vividi e unici, sembrano venir fuori da un catalogo di un'eterogenea umanità! Non riesco a capire se fossero davvero loro ad essere così caratteristici e particolari o lui talmente bravo a raccontarceli da trasformarli tutti in piccoli eroi ed eroine, con i loro difetti e le loro strabilianti virtù!

Secondo me la peculiarità dei personaggi in parte è dovuta alla bravura di Oz, in parte si deve al fatto che lui li ripesca dalla memoria e probabilmente qui sono rimasti come li vedeva da bambino! Quasi certamente, come tutti i bambini, Aveva una percezione ingigantita degli adulti, come di eroi ed eroine.
 
Alto