Murakami, Haruki - Norwegian Wood (Tokyo Blues)

Nikki

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Il pozzo

" Che cosa mi stava raccontando Naoko quel giorno?
Ma sì, certo, era la storia del pozzo. Se quel pozzo esistesse davvero, non l'ho mai saputo. Può anche darsi che fosse un'immagine o un simbolo che esisteva solo dentro di lei, un altro dei tanti fili che in quei giorni bui Naoko tesseva nella mente. Ma dopo aver sentito da lei questa storia, è impossibile per me ricordare il prato senza vedere il pozzo. (...) L'immagine di quel pozzo che non ho mai visto con i miei occhi (...). Posso perfino descriverlo nei dettagli. Il pozzo si trova proprio al confine tra la fine del prato e l'inizio del bosco. L'erba nasconde ingegnosamente quel buco scuro, dal diametro di circa un metro, che si spalanca nel suolo. Non ha attorno né una recinzione né un parapetto. Non è altro che un buco aperto nel terreno. (...) Anche se ci si sporge e si prova a guardare nel buco, non si riesce a vedere niente. Si capisce solo che è paurosamente profondo. Profondo al di là di ogni immaginazione. E in quel buco si annida il buio, un buio così fitto che sembra concentrare tutte le varietà di tenebra che esistono nel mondo.
- E' davvero profondo, sai? - aveva detto Naoko, (...); - E' davvero profondo. Però nessuno sa esattamente dove sia. La sola cosa sicura è che si trova da queste parti.
Poi, le mani ficcate nelle tasche della giacca di tweed, mi guardò con un sorriso convinto.
- Ma allora è pericolosissimo, - dissi io. - Sisa che da qualche parte c'è un pozzo profondo, ma nessuno sa dove si trova. Se uno ci cade dentro è spacciato.
- Se uno ci cade dentro è finito. Fiuuu... ploff! E addio.
- Ma succede qualche volta?
- Ogni tanto sì. Più o meno una volta ogni due o tre anni. Qualcuno scompare all'improvviso, e non si riesce più a trovare. Allora la gente di qui dice: ah, un altro caduto nel pozzo.
- Non mi sembra un bel modo di morire, - dissi.
- E' una morte orribile, - disse lei staccandosi i fili d'erba impigliati nella giacca. - Se uno si rompe l'osso del collo e muore all'istante d'accordo, ma metti che nella caduta si procuri solo una distorsione alla gamba o roba del genere, allora sono guai. Anche a cercare di gridare con tutte le proprie forze, non sentirebbe nessuno e non ci sarebbe nessuna speranza di essere ritrovati. Immaginati restare lì al buio, con il corpo immerso nell'acqua, tra nugoli di millepiedi e ragni e le ossa di quelli morti laggiù sparse dappertutto. E il tondo di luce fermo lassù in alto piccolo piccolo come la luna d'inverno. A stare in un posto simile si muore lentamente e da soli.
- Vengono i brividi solo a pensarci, - dissi io. - Qualcuno dovrebbe trovare questo pozzo e fargli attorno un recinto.
- Ma è impossibile trovarlo. E' per questo che non devi allontanarti dalla strada principale.
- Ma io non mi allontano.
Naoko tirò fuori dalla tasca la mano destra e strinse la mia.
- Comunque tu non corri pericoli. Non c'è niente di cui ti devi preoccupare. Potresti anche camminare da queste parti in una notte buia alla cieca, senza pericolo di cadere nel pozzo. Anch'io, se stessi attaccata a te come adesso, non cadrei.
- Sei sicura?
- Sicurissima.
- Come fai a saperlo?
- Lo so. Lo so e basta, - disse Naoko, sempre tenendomi forte la mano. Per un po' continuammo a camminare in silenzio, quindi riprese: - Questo tipoo di cose per me sono molto chiare. Non è un fatto logico, sono solo sensazioni. Per esempio, adesso che cammino attaccata forte a te, non ho nemmeno un po' paura. Il buio e il male non possono trascinarmi via.
- Allora, il problema è molto semplice. Basta che stiamo sempre come adesso, - dissi io.
- Stai parlando sul serio?
- Certo che parlo sul serio.
Naoko si fermò. Anch'io mi fermai. Mi appoggiò le mani sulle spalle e stando di fronte a me mi guardò diritto negli occhi. (...) Per un lungo istante quei suoi bellissimi occhi mi scrutarono dentro. Poi, sollevandosi sulla punta dei piedi, appoggiò dolcemente la sua guancia sulla mia. Fu un gesto così affettuoso e disarmante che per un attimo ebbi un nodo alla gola.
- Grazie, - disse Naoko.
- Non c'è di che, - risposi.
- Sono così felice di sentirtelo dire. Davvero, - disse lei con un sorriso triste. - Ma questo non è possibile.
- Perché?
- Perché non può essere. Perché sarebbe assurdo. Perché... - stava per continuare, ma di colpo si interruppe e continuò a camminare in silenzio. (....) - Perché sarebbe una cosa ingiusta, sia per te che per me. (....) Perché è impossibile che qualcuno possa proteggere qualcun'altro in eterno.
- Ma non dico che questo dovrebbe durare per tutta la vita, (...) Un giorno finirebbe. E quel giorno potremmo ripensarci e dire: e adesso che facciamo? E forse allora potresti essere tu ad aiutare me. Non si vive mica in modo così fiscale, controllando le entrate e le uscite. Se tu adesso hai bisogno di me, che c'è di male ad appoggiarti a me? Perché vedi le cose in modo così rigido? Prova a lasciarti andare. E' perché sei tutta così tesa che vedi le cose in questo modo. Se ti rilassi un po', tutto ti sembrerà più leggero.
- Perché dici questo? - chiese Naoko, e la sua voce suonò terribilmente arida. (...)
- Perché? (..) A capire che se uno si rilassa si sente più leggero ci arrivo anch'io. Ma non capisci quanto è assurdo dirmi una cosa del genere? E sai perché? Se io provassi a rilassarmi, andrei a pezzi. Ho sempre vissuto così, da tanto tanto tempo, e anche adesso è l'unico modo in cui posso vivere. Se una sola volta mi lasciassi andare, non potrei più tornare indietro. E se andassi a pezzi, il vento mi spazzerebbe via. Perché non lo capisci? Come pensi di potermi aiutare se non riesci a capire questo? (...) C'è in me una confusione molto più grave di quanto tu credi. Buio, freddo, e confusione... (...)
- Scusa - disse Naoko stringendomi con dolcezza il braccio. Poi scosse la testa. - Non volevo ferirti. Non fare caso a quello che ho detto. Mi dispiace veramente. In relatà ce l'avevo solo con me.
- Forse non ti capisco ancora fino in fondo, - dissi. - Io non ho una mente tanto acuta, e per capire bene ho bisogno di tempo. Ma con un po' di tempo penso che potrei riuscirci davvero, e forse capirti meglio di chiunque altro al mondo.
(...)
- Ehi, Watanabe, mi vuoi bene?
- Certo, - risposi io.
- Ho due favori da chiederti. Puoi ascoltarli?
- Posso ascoltarne anche tre.
Naoko ridendo scosse la testa.
- Due bastano. Sono più che sufficienti. Il primo è che vorrei che tu capissi quanto apprezzo il fatto che tu sia venuto fin qui a trovarmi. Questo mi ha reso molto felice, molto... (...)
- Verrò ancora a trovarti, - dissi. - E l'altro?
- Vorrei che ti ricordassi di me. Ti ricorderai sempre della mia esistenza, e che sono stata accanto a te come in questo momento?
- Certo che me ne ricorderò sempre, - risposi.
(...) - Davvero non ti dimenticherai mai di me? - chiese a voce bassa, quasi in un bisbiglio.
- Non ti dimenticherò mai, - dissi. - Ma come pensi che potrei dimenticarti?


E invece, inutile negarlo, la memoria si sta allontanando, e ho già dimenticato troppe cose. Nello scrivere seguendo i ricordi come faccio adesso, a volte vengo preso da una terribile angoscia. All'improvviso mi assale il dubbio di stare perdendo la memoria delle cose più essenziali. Il dubbio che tutti i miei ricordi più preziosi, accumulati in qualche zona buia del mio corpo, in una specie di limbo della memoria, si stiano trasformando in una massa fangosa.
Però, comunque siano ridotti, sono l'unica cosa che possiedo. Così continuo a scrivere tenendoli stretti, questi ricordi imperfetti che si fanno sempre più sbiaditi (...). Ma è l'unico modo che ho di mantenere la promessa fatta a Naoko. (...) E poi, più i ricordi di Naoko sbiadiscono dentro di me, più sento di capirla. Oggi capisco anche la ragione per cui mi pregò di non dimenticarmi di lei. Naturalmente lo sapeva benissimo. Sapeva che prima o poi in me il suo ricordo avrebbe cominciato a sbiadire. Ed è per questo che mi aveva pregato: "Non ti dimenticare mai di me. Ricordati sempre che sono esistita".
Ma a pensarci provo una pena terribile per lei. Perché Naoko non mi amava nemmeno."
 

alexyr

New member
ho una cotta (letteraria) per quest'autore che si può paragonare alla classica infatuazione intellettuale che si ha normalmente a fine liceo/inizio università per il classo ragazzo colto e appassionato della scuola/ateneo.

L'arte di correre è un libro meraviglioso. Norvegian wood è leggermente fastidioso in alcuni punti,ma piacevole nel complesso.Un bel libro, ho trovato molto affascinante la parte ambientata nella casa di cura .La scena dell'incendio sarebbe sufficiente a giustificarne l'esistenza.
 

ayla

+Dreamer+ Member
E' stato detto veramente tutto su questo romanzo. Per evitare di essere banale e scontata:)mrgreen:) mi limiterò a dire che l'ho trovato meraviglioso e poetico come pochi. Murakami riesce a toccare tante corde, tanti temi diversi, così intimamente legati, con una delicatezza e una sensibilità decisamente fuori dal comune.
Assolutamente da leggere e rileggere!
 

isola74

Lonely member
è nella mia libreria da più di un anno, ma non mi ha mai ispirato:boh: certo, viste le vostre recensioni prima o poi ci faccio un pensierino:wink:
 

velmez

Active member
è il primo romanzo che ho letto di Murakami... mi è piaciuto moltissimo, ma anche gli altri mi incollano alle pagine!
 

elesupertramp

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uno dei libri più pallosi che abbia mai letto....lento, ridondante di aggettivi, triste da morire...non leggerò più niente di questo autore!
 

anvi

New member
Questo romanzo non mi è piaciuto particolarmente, in generale non mi ha trasemsso emozioni particolari... un bel libro sì, ma un po' vuoto..
La narrazione è abbastanza scorrevole, benchè vi siano a volte tratti un po' pesanti, a parer mio anche inutili;un elemento che ho apprezzato molto è la descrizione accurata dei personaggi.
Pur trattando temi profondi, sinceramente questo libro mi ha lasciato poco o niente.
 

Arual

New member
Norwegian Wood forse è uno dei libri più belli di Murakami Haruki. L'ho letto qualche mese fa , e il suo modo di scrivere mi ha subito colpita ed emozionata. Da quando ho letto Norwegian Wood , ho iniziato a leggere con passione questo grande scrittore , e con mio grande entusismo ho scoperto che tutti i suoi libri sono meravigliosi. Ne ho letti 4 , ma non mi voglio fermare!
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Continuo a vederlo da tutte le parti questo libro: in libreria, in biblioteca, qui sul forum!
Mi ispira!
Aggiunto in wishlist! :mrgreen:
 

irene

Reader
A me non è piaciuto molto... Mi ricorda tanto i manga, ma a differenza di questi non riesce ad emozionarmi... Il ragazzo protagonista mi sembra una mente vuota, ma dove sono i suoi sentimenti? L'ho letto diverso tempo fa e ora mi è facile giudicarlo negativamente, a mente fredda, ma voglio dargli un'altra possibilità... E aggiornare il commento!
 
A

Antonio_76

Guest
L'inizio del libro è straordinariamente bello......la melanconia aleggia rarefatta nell'aria.....anche il lettore riesce a respirarla.....sembra di leggere il miglior Mishima o Soseki del guanciale d'erba.....purtroppo con il procedere del libro l'autore si perde contaminando la mesta poesia esistenziale del'inizio con forzature che voglio rendere "moderno" il libro.....le abilità di "mano" o di "bocca" di una delle due protagoniste non mi sembravano poi così necessarie.....il primo bacio durante un viaggio, avvolti nell'abbraccio della neve, o il primo amplesso tra Kiyoaki e Satoko in Haru no yuki di Mishima esprimono maggiore sensualità del sesso rappresentato da Murakami.......grande successo, ma comunque un'occasione perduta di creare un'opera d'arte immortale.....
 

pigreco

Mathematician Member
Il mio giudizio su questo romanzo è ancora sospeso. Premessa; nonostante le 380 pagine l'ho letto in meno di una settimana. Questo perchè o stile dell'autore è assolutamente magnetico e anche la storia è avvincente. Terminato il tutto ho però avuto il dubbio di aver letto un libro un po' commercialotto. Non so ancora spiegarmi se sia così oppure no. Non vorrei che sia uno di quei libri che tanta facilità si ha a leggerli e altrettanta se ne ha a dimenticarli. A questa domanda mi ci vorrà un po' di tempo prima di darmi risposta. Le numerose scene di sesso non si capisce quanto siano necessarie al romanzo e quanto a tenere il lettore attaccato al libro: mentre leggendo Roth si ha subito l'impressione che il libro che si sta leggendo non potrebbe esistere senza quelle scene, qui non si ha immediatamente la stessa sensazione. Globalmente mi sento di consigliare questo romanzo; di gridare al capolavoro al momento non me la sento.
 

mickes

New member
lo sto leggendo in questi giorni. direi molto molto bello. intimo, malinconico, sensibile, con personaggi stupendi, Naoko e Midori due facce opposte, due personalità affascinanti agli antipodi, lo stesso dolore (o quasi) e reazioni totalmente differenti. e in mezzo Watanabe, razionale, serio, diviso tra due infatuazioni e il quotidiano inerme di una vita che tutti i giorni si vorrebbe diversa.
 

Kylix

New member
Norwegian wood non è il mio preferito di Murakami, ma mi è piaciuto comunque molto (finora Murakami mi ha emozionato sempre, lo consiglio a quelli a cui non sembra piacere). È una storia che intreccia vita e morte. Mi ha coinvolta perché vengono descritti personaggi che non si comportano come il lettore si aspetterebbe, non sono pesanti e coinvolgono. La narrazione è scorrevole con riferimenti musicali che la scandiscono meglio. Murakami ingloba sensibilità e dolcezza anche nella sofferenza. Naoko è un personaggio che fa tenerezza, Midori, così originale, scaturisce curiosità. E tra loro Wanatabe, un ragazzo che ha vissuto molto per essere così giovane, nel cui carattere ci si può riconoscere facilmente. Non è una storia banale, un intreccio amoroso già visto, è qualcosa di più profondo con cui l'autore è riuscito ad emozionarmi.
 

ayuthaya

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Ho letto questo libro subito dopo il Faust di Goethe e devo dire che il contrasto (di stile, di temi, di “livelli”...) è stato molto forte, a discapito di quest’ ultimo... per un buon terzo del libro, infatti, l'ho trovato quasi una storiella su/per adolescenti, scritta in modo molto semplice. Un giovane universitario diviso fra due ragazze e i loro rispettivi “mondi”: la più classica delle situazioni adolescenziali.
Devo dire però che ben presto questa sottile impressione di “banalità” è andata svanendo: è come se qualcosa avesse “incrinato” la superficie perfettamente liscia del romanzo e attraverso queste pieghe, queste ferite, la realtà si fosse rivelata per quella che effettivamente è: imperfetta, contraddittoria, spesso dolorosa. La cosa che più mi ha colpito è stato proprio il modo delicatissimo con cui Murakami è riuscito a svelarci pian piano la vera natura dei personaggi e delle loro esistenze, il dramma che si nascondeva dietro l'apparente favola delle loro vite. Questo mi ha colpito molto, è come se pagina dopo pagina mi sentissi avvolta in un'atmosfera sempre più cupa, sempre più dolorosa, ma raccontata in modo così lieve da non fare mai male... Nonostante la vicenda ne offrisse spesso l'occasione, non si corre mai il rischio di cadere in un eccessivo sentimentalismo o in una sterile autocommiserazione dai parti dei vari personaggi.

Toru Watanabe, il protagonista nonché narratore, all'inizio non si presenta in modo molto allettante: nel libro tutti sembrano trovarlo affascinante, o comunque particolare, mentre io – da lettrice – ho avuto l'impressione che il suo carattere non riuscisse assolutamente a venir fuori. Poi mi sono resa conto del perchè: è come se la figura di Toru si plasmasse sotto i nostri occhi pagina dopo pagina, attraverso il rapporto profondo e diversissimo con Naoko e Midori, i due “poli” intorno a cui si svolge la sua vita nel passaggio difficilissimo fra l’adolescenza e l’età adulta.
Le due ragazze sono per certi versi antitetiche, e quindi assolutamente complementari. Entrambe sono figure fragili, entrambe hanno vissuto un'infanzia e un'adolescenza difficile, ma una – Naoko – incarna la purezza, la nostalgia, la forza e la fragilità del ricordo, la “morte” nel senso più ricco e profondo del termine, quella morte che permea ogni cosa e le dà un senso. Midori, invece, rappresenta il riscatto, la grinta di chi non vuole arrendersi, la “vita” che continua e rivendica il suo diritto sopra qualsiasi altra cosa.
Toru, suo malgrado, si troverà di fronte alla necessità di scegliere, e lo farà (non aggiungo altro per evitare eccessivi spoiler), però la sua vera scelta è quella di aver capito che, per crescere, bisogna accogliere in sè entrambi gli aspetti dell'esistenza, che – come dice lui stesso – “la morte non è l’opposto della vita, ma una sua parte integrante”.
Alla fine il motivo per cui mi è piaciuto così tanto questo libro è proprio quello che all’inizio mi aveva fatto storcere un po’ il naso, e cioè la capacità di Murakami di trattare temi profondi, drammatici, come se fossero il sussurro di una brezza leggera.
I continui riferimenti, poi, a canzoni e libri ancorano la storia alla realtà di un qualsiasi giovane, figlio di una società moderna e globalizzata, più di qualsiasi altro espediente letterario, e la rendono particolarmente vicina e godibile.
 
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dany-nyd

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L'ho trovato anch'io un po'troppo "adolescenziale".
Credo sia un libro che se letto a vent'anni possa lasciarti molte emozioni.
Letto a trenta si apprezza come una storia scorrevole, delicata e sincera. Sono d'accordo però sul fatto che la scrittura di Murakami colpisce il fondo, con una ricchezza dei dettagli e una autentica innovazione stilistica da ricercare nella presenza di elementi quasi da sogno e poco realistici che permettono al lettore un'esperienza nuova.
 

Meri

Viôt di viodi
Libro carino, con molte descrizioni che però non stancano. Non l'ho trovato particolarmente triste, perchè, non so se volente o meno, l'autore descrive gli avvenimenti in modo distaccato, come se scrivesse degli articoli di cronaca.
 

Spilla

Well-known member
Ho letto le vostre recensioni e... forse io ho letto un altro libro!!!
Tutto mi è parso tranne che un capolavoro: i personaggi sono appena abbozzati (e avrebbero avuto modo di dire tanto di sé, visto il turbine di drammaticità in cui sono inseriti), Watanabe appare poco più che un testimone e la scena finale del viaggio catartico mi è sembrata di una finzione senza fine. La vicenda ha tratti forzati (tutti questi suicidi...!:??), con tanti drammi tutti insieme, tutti attorno al protagonista. I dialoghi sono banali, il linguaggio pure, le citazioni di canzoni e letture più una mera aggiunta al testo che una reale necessità narrativa. Anche i rapporti tra personaggi e le tematiche dei dialoghi mi sono sembrati fasulli: possibile che nel Giappone del 1968 si ragionasse come nell'Europa del 2013? Davvero era questo lo stile dei rapporti, la leggerezza negli incontri, l'indifferenza verso il contesto sociale? Non so molto di Giappone, ma la cosa mi pare strana.
Insomma, l'ho trovato un libro costruito, per nulla ispirato e poco avvincente.

E ora aspetto serenamente i vostri strali :mrgreen:
 
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