Murakami, Haruki - Norwegian Wood (Tokyo Blues)

Grantenca

Well-known member
E ora aspetto serenamente i vostri strali :

Niente strali perché, a mio avviso, le considerazioni sul valore di un' opera letteraria sono molto personali. Anch'io questo libro l'ho trovato spesso "eccessivo" e "costruito" anche nelle scene di sesso, però evidentemente qualcosa mi ha lasciato (forse lo stile di scrittura particolarmente accattivante) dal momento che mi ha indotto a leggere un'altra opera di questo scrittore (Kafka sulla spiaggia) che mi è sembrata migliore. Quanto all'ambientazione in effetti il Giappone, almeno rispetto alla conoscenza convenzionale che abbiamo noi delle civiltà orientali, sembra molto europeo almeno nel modo di pensare di molti personaggi, però nella valutazione dell'opera non do molta importanza a questo fatto. Resta il discorso che la validità assoluta di un autore contemporaneo (in effetti non ne leggo molti)è qualcosa di molto aleatorio dal momento che non ha ancora superato l'esame del più severo giudice: IL TEMPO.
 

Holly Golightly

New member
Ho letto le vostre recensioni e... forse io ho letto un altro libro!!!
Tutto mi è parso tranne che un capolavoro: i personaggi sono appena abbozzati (e avrebbero avuto modo di dire tanto di sé, visto il turbine di drammaticità in cui sono inseriti), Watanabe appare poco più che un testimone e la scena finale del viaggio catartico mi è sembrata di una finzione senza fine. La vicenda ha tratti forzati (tutti questi suicidi...!:??), con tanti drammi tutti insieme, tutti attorno al protagonista. I dialoghi sono banali, il linguaggio pure, le citazioni di canzoni e letture più una mera aggiunta al testo che una reale necessità narrativa. Anche i rapporti tra personaggi e le tematiche dei dialoghi mi sono sembrati fasulli: possibile che nel Giappone del 1968 si ragionasse come nell'Europa del 2013? Davvero era questo lo stile dei rapporti, la leggerezza negli incontri, l'indifferenza verso il contesto sociale? Non so molto di Giappone, ma la cosa mi pare strana.
Insomma, l'ho trovato un libro costruito, per nulla ispirato e poco avvincente.

E ora aspetto serenamente i vostri strali :mrgreen:

Mah, credo che questa rappresentazione così particolare del Giappone sia dovuta un po' al fatto che Murakami si è formato prevalentemente sulla letteratura occidentale, quindi è per questo che ci appare così vicino.

Io sono in parte d'accordo con quel che dici, ma il mio giudizio sul libro è diverso, a me è piaciuto :D
Secondo me i personaggi sono volontariamente abbozzati perché più che persone in quanto tali sono figure (una donna è figura della vita, l'altra della morte, almeno secondo la lettura che ne ho fatto io). Il numero di drammi, quando lessi il libro, sconcertò anche me, poi scoprii che in realtà quel tasso altissimo di suicidi in Giappone è una cosa normale...
La banalità, in fondo, c'è, ma secondo me è dovuta alla volontaria "adolescenzialità" del libro, che secondo me ha il merito di dire molto nel modo più semplice, anche banale... ma poi, son gusti :D
 

Spilla

Well-known member
Un'amica mi parla molto bene di Dance dance dance. Forse ho solo iniziato leggendo il libro sbagliato. Ma penso che per un po' Murakami non risulterà nella mia wishlist.

Quanto al fatto che un libro a qualcuno piaccia e a qualcun altro no... EVVIVA!!! :wink:
 

Holly Golightly

New member
Un'amica mi parla molto bene di Dance dance dance. Forse ho solo iniziato leggendo il libro sbagliato. Ma penso che per un po' Murakami non risulterà nella mia wishlist.

Quanto al fatto che un libro a qualcuno piaccia e a qualcun altro no... EVVIVA!!! :wink:

Sono d'accordissimo :D soprattutto perché ci piace/non ci piace per lo stesso motivo!
 

Zanna

Re Shulgi di Ur
Non ho letto molto di Murakami, e questo romanzo ha rappresentato il primo impatto con la sua scrittura (poi sono seguite due raccolte di racconti).
Devo dire che forse per ambientazioni e modo di presentare e sviluppare certe tematiche anch'io ho trovato questo libro più adatto/appetibile a lettori un po' più giovani di me, non tanto per i temi portanti come amore e morte che a mio avviso non hanno età, ma per la prospettive giovanili con le quali vengono vissute dai protagonisti.
Detto questo ho apprezzato lo stile di Murakami, leggero e delicato anche laddove certe situazioni o contesti potevano pesare eccessivamente.
Norwegian Wood è un romanzo che narra alcuni anni cruciali nella vita di un adolescente diviso tra due ragazze molto diverse tra loro, e a mio avviso lo fa con i toni appropriati, soprattutto intimi e mai banali, ed è un pregio non da poco.
Posso però dire che da quel poco che ho letto il fenomeno editoriale Murakami mi sembra oltremodo ingigantito, scrive bene, non c'è dubbio, ma a fine lettura non mi ha mai lasciato quella sensazione che ti lasciano quelle opere capaci di "aprire squarci per vedere frammenti di esistenza" (per citare Kundera), cosa che invece mi era capitata con Kenzaburo Oe, romanziere giapponese e premio Nobel appartenente a diverse geneazioni precedenti e che propone romanzi di ben altra portata.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Murakami ha la capacità di tenermi incollata ai suoi libri perchè sono troppo curiosa di sapere l'evoluzione della storia.
Sa coinvolgere. Questo mi sembra un punto importante nella valutazione di un libro, a prescindere dalla profondità dei contenuti. Si può parlare anche della rava e della fava, ma bisogna saperlo fare. E Murakami, secondo me, lo sa fare. Descrive situazioni assurde, incredibili, impossibili...ma ti coinvolge e le fa sembrare vere!
Bello, lo consiglio! :wink:
4/5

- Mi piaci tanto, Midori
- Tanto quanto?
- Tanto quanto un orso in primavera.
- Un orso in primavera? Come sarebbe "un orso in primavera"?
- Un orso in primavera... allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando a un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: "Senta signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po' con me sull'erba?" Tu e l'orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto coperto di trifogli per ore. Carino, no?
- Carinissimo
- Ecco, tu mi piaci tanto così.
 

Zanna

Re Shulgi di Ur
Murakami ha la capacità di tenermi incollata ai suoi libri perchè sono troppo curiosa di sapere l'evoluzione della storia.
Sa coinvolgere.

Su questo sono daccordo, ho apprezzato sia questo romanzo che molti altri suoi racconti brevi.

Questo mi sembra un punto importante nella valutazione di un libro, a prescindere dalla profondità dei contenuti. Si può parlare anche della rava e della fava, ma bisogna saperlo fare.

Su questo invece sono totalmente in disaccordo, un romanzo non può mai prescindere dalle sue tematiche portanti, e se uno scrittore scrive bene, fosse anche della rava o della fava, complimenti a lui, ma non avrà fatto altro che un mero esercizio stilistico.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Su questo invece sono totalmente in disaccordo, un romanzo non può mai prescindere dalle sue tematiche portanti, e se uno scrittore scrive bene, fosse anche della rava o della fava, complimenti a lui, ma non avrà fatto altro che un mero esercizio stilistico.

Si, in parte hai ragione. :mrgreen:
Però, secondo me, anche se le 'tematiche portanti' sono un po' poco 'portanti' (xD), se lo scrittore di turno sa compensare con un bel modus scribendi e ti sa coinvolgere, alla fine il libro risulta piacevole e bello lo stesso. Voglio dire, le tematiche portanti di questo libro tutto sommato sono discutibili (amore e morte: tutti che muoiono, storie d'amore impossibili e assurde :?) e ogni tanto ci si chiede 'Murakami, ma che stai dicendo? Cosa hai fumato?', però dall'altra parte (secondo me, eh) lo stile e il linguaggio quotidiano e leggero con cui sono state narrate le vicende hanno reso piacevole la lettura e mi hanno fatto apprezzare questo libro! :wink:
 

LearnToKill

New member
Libro di una sensibilità straordinaria. Mai banale, mai pesante, mai superficiale. Nonostante tratti dei temi piuttosto pesanti (dal punto di vista psicologico) e importanti scorre che è una meraviglia. Un romanzo sull'adolescenza, sulla morte, sulla vita e sul sesso; senza l'utilizzo di mezzi termini. Schietto e diretto, anche quando si parla di temi particolari come il suicidio, senza mai screditarne uno solo. Un libro anche malinconico, intimo e toccante che ti entra dentro, lasciandoti il segno.

Nonostante il personaggio di Nagasawa non mi sia piaciuto, mi ha colpito un consiglio che ha rivolto a Watanabe:

"Non farti mai prendere dall'autocompassione. Autocompatirsi va bene solo per la gente da poco."


E, in effetti, non ha tutti i torti. L'autocompassione infatti porta alla solitudine, alla staticità, alla disperazione. Sinceramente penso che questo sia il messaggio principale del libro (o almeno quello che ne ho percepito io): reagire sempre e non arrendersi alle avversità della vita. Caratteristiche che sono chiarissime nel personaggio di Midori; ha una storia tristissima alle spalle, ma è un personaggio con una positività e una reattività ai mali della vita oltre ogni limite. A differenza di Naoko che invece si è fatta sopraffare dagli eventi, dalle emozioni, finendo poi in un centro di riabilitazione e perdendo i contatti con il mondo esterno.

Ho apprezzato davvero tantissimo questo romanzo, mi ha emozionata (sia in positivo sia in negativo) e non nego che mi abbia lasciato un po' di amaro in bocca. Piccolissima critica: sinceramente, fosse stato per me, avrei evitato l'ultima scena di sesso.
 

arabafelice

New member
SPOILER

Se penso a Norwegianwood la prima cosa che mi viene in mente è “L’assenzio” di Degas.

La solitudine riecheggia in ogni pagina del romanzo che, altro non è che la storia di tante solitudini che NON si incontrano. I personaggi, ciascuno con peculiarità caratteriali distinte, hanno un minimo denominatore che li accomuna: una sorta di male di vivere dovuto al venir meno delle illusioni dell’adolescenza che li schiaccia e li porta a chiudersi in se stessi così che, pur vivendo l’uno accanto all’altro, sono comunque lontanissimi tra di loro, ognuno perso nel proprio mondo interiore, combattuto tra il desiderio di vivere la vita a piene mani e la paura di non essere abbastanza forte per affrontare il mondo esterno e le sue lotte continue.

Allora c’è chi, come Reiko o Naoko, impazzisce e si rifugia in un mondo tanto ovattato quanto irreale, c’è chi pur di non ammettere le proprie mancanze o debolezze usa gli espedienti più meschini per danneggiare gli altri e catalizzare l’attenzione altrui su di sé; c’è chi, come Nagasawa,si nutre di successi per evitare di fare i conti con il vuoto interiore che si porta dentro; oppure c’è chi, come Watanabe, per sfuggire al peso del proprio dolore, si rifugia nella monotonia della routine, dello studio e del sesso occasionale. Altri invece, come Kizuki e come Naoko, incapaci di vedere ciò che di bello si cela inloro, vinti dal senso profondo di inadeguatezza e sfiducia, scelgono ilsuicidio come via di fuga.

Eppure, nonostante la malinconia e l’atmosfera cupa che si respira pagina dopo pagina, Norwegian Wood è un inno alla vita.
Watanabe infatti, dopo aver fatto i conti, all’età di soli 17 e20 anni, con una serie di esperienze negative quali la morte, il cancro, la malattia mentale ecc., esce da questo limbo tra vita e morte e sceglie la vita.
Esce dal suo passato profondamente segnato ma ritemprato. Seguendo il consiglio di Nagasawa smette di autocompatirsi, di assumere un atteggiamento passivo verso la vita, di rimanere inchiodato ad un passato che non può più tornare e decide invece di agire concretamente per costruire un presente di cui essere contento e fiero, pur rimanendo fedele al proprio cuore e alla propria integrità. Finalmente matura,cresce, ritrova se stesso ed è pronto ad aprirsi alla vita adulta.

Norwegian wood è il primo libro di Murakami che leggo. Considerando il clamore del fenomeno Murakami ho comprato questo libro con interesse, entusiasmo e con un grande carico di aspettative…purtroppo però la lettura è stata abbastanza deludente. Al di là degli spuntidi riflessione che offre riguardo a temi importanti come l’amicizia, la perdita, la solitudine, la vita che cerca il modo di andare avanti nonostantela morte, il delicato passaggio dall’adolescenza e l’età adulta ecc. , ho trovato i dialoghi vuoti, banali e a volte piuttosto improbabili. Va avanti a stento, e personalmente mi sono annoiata parecchio. L’impulso di lasciarlo a metà era sempre fortissimo. Probabilmente l’approccio con Murakami è partito col libro sbagliato ma sinceramente non ho trovato in Norwegian wood il capolavoro che molti esaltavano.
 
Ultima modifica di un moderatore:
V

Valentina992

Guest
La mia recensione su aNobii: "I sentimenti secondo l'oniricismo di Murakami"

Avevo iniziato a leggere "Norwegian wood" con molte aspettative date le recensioni positive e pur sapendo che lo stile degli autori giapponesi sia tutt'altro che simile a quello occidentale. Oddio, sulla scrittura nulla da ridire anzi, uno dei libri scritti meglio tra quelli letti da me finora, è gradevole gustarsi ogni parola anche le descrizioni che solitamente mi annoiano. Ciò che mi ha lasciata un po' a desiderare sono stati i protagonisti e la trama, che in sè poteva anche starci ma l'eccessivo "oniricismo", i dialoghi a volte insensati e la volubilità dei sentimenti dei protagonisti hanno reso quella che poteva essere una buona opera, appena sufficiente.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Mi è piaciuto molto... lo stile con cui è scritto riflette proprio l'idea che ho dei giapponesi: imperturbabili, calmi, Zen, con modi leggiadri e delicati. Questo romanzo parla di adolescenza difficile, di amore, morte e della difficoltà di superare le proprie barriere mentali e di vivere serenamente. Scorre liscio senza intoppi, in modo pacato ed inesorabile, come la pioggia che spesso bagna Tokyo in molte di queste pagine.
 

Volgere Altrove

New member
Colpevolmente, non lo conoscevo. Credo avessi visto per anni la copertina in giro, dedicandogli la mia indifferenza.Presto me lo regalero'.
V.A.
 

Marzati

Utente stonato
Il mio primo approccio a Murakami. Ho preso il libro con grande foga, ma dopo l'acquisto sono passati mesi prima che io iniziassi a leggerlo; quando finalmente l'ho fatto, non me ne sono pentito. E' una storia particolare e a tratti, come s'è già detto, semplice, ma semplice non nel senso di banale. Leggendo, noi lettori vediamo il protagonista piano piano crescere e forgiarsi nel confronto con la realtà, una realtà mai facile, ove bisogna sempre essere pronti a mettersi in discussione. Mi è piaciuta moltissimo la malinconia e il velo di tristezza che caratterizzano il libro e il protagonista che si ritrova a dover confrontarsi completamente con la vita e con la morte, che spesso si intrecciano. Ovviamente non manca poi l'amore, l'amicizia, il dolore; possiamo dire che Murakami ci dà uno spaccato di adolescenza ma, in senso lato, anche di vita, con le loro infinite contraddizioni e bellezze.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
È il primo romanzo che leggo di Murakami.
Mi sembra di poter dire che è un romanzo abbastanza complesso. Sulle prime potrebbe sembrare, se ci si concentra sulla trama, che sia una 'banale' storia di adolescenti con due temi centrali: sesso e morte. In realtà credo ci sia molto di più, e che una sola lettura non basti a cogliere per intero i personaggi, specie il protagonista. L'inizio e la fine del romanzo, del tutto disconnessi (il romanzo inizia più avanti rispetto a dove finisce), lasciano intuire che il protagonista sia più complesso di quanto lo si è potuto conoscere con la lettura.
Devo dire che per un po' mi è sembrato che l'autore abbia messo un po' troppo sesso nel libro, ma dopo aver finito la lettura credo che il tema sia piuttosto l'amore vero e proprio.

Che dire... non riesco a dare una valutazione complessiva :?, ho la strana sensazione di aver recepito solo parte del messaggio, ed è strano. Questo è sicuramente dovuto anche allo stile dell'autore, ma voglio leggere qualcos'altro di suo e poi rileggere Norwegian wood prima di dare un giudizio finale.

Voto :4/5
 

bouvard

Well-known member
“Il libro a più alto tasso di suicidi che abbia mai letto”.
Ecco, se avessi dovuto inventare uno slogan ironico (ma non troppo) per definire questo libro avrei usato questo, d’altronde 4 suicidi in un solo libro non sono pochi!
A parte queste facili battute, se poi si fanno delle ricerche sul numero dei suicidi in Giappone si resta davvero sconcertati dai risultati. Il suicidio sembra quasi un aspetto normale della vita di questo popolo, d’altronde il retaggio storico avrà anche un suo peso.
Io non amo Murakami e questa non è una novità, però nonostante l’esperienza negativa di Dance, dance dance e il suo indimenticabile uomo-pecora, ero curiosa di leggere questo libro a cui, nei vari commenti letti in internet, ho trovato associata spesso la parola capolavoro.
Mah, per me un capolavoro non lo è, però un sette pieno glielo do tranquillamente. D’altronde alcune pagine del libro sono oggettivamente bellissime e toccanti, così come però altre l’autore poteva anche evitarsele. Francamente tutto quel sesso io l’ho trovato un po’ eccessivo e talvolta anche fuori luogo.
Mi avevano detto di munirmi di fazzolettini e prepararmi a piangere, forse sono troppo vecchia, o sarò dura di cuore, ma francamente il libro non mi ha commosso fino a questo punto. Nonostante gli argomenti trattati c’è sempre stato qualcosa che mi ha impedito di provare un’empatia per i personaggi tale da farmi commuovere fino alle lacrime. E come se Murakami si fosse fermato alla superficie di problemi e angosce.
Bello, ma non un capolavoro.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
“Il libro a più alto tasso di suicidi che abbia mai letto”.
Ecco, se avessi dovuto inventare uno slogan ironico (ma non troppo) per definire questo libro avrei usato questo, d’altronde 4 suicidi in un solo libro non sono pochi!
A parte queste facili battute, se poi si fanno delle ricerche sul numero dei suicidi in Giappone si resta davvero sconcertati dai risultati. Il suicidio sembra quasi un aspetto normale della vita di questo popolo, d’altronde il retaggio storico avrà anche un suo peso.
Io non amo Murakami e questa non è una novità, però nonostante l’esperienza negativa di Dance, dance dance e il suo indimenticabile uomo-pecora, ero curiosa di leggere questo libro a cui, nei vari commenti letti in internet, ho trovato associata spesso la parola capolavoro.
Mah, per me un capolavoro non lo è, però un sette pieno glielo do tranquillamente. D’altronde alcune pagine del libro sono oggettivamente bellissime e toccanti, così come però altre l’autore poteva anche evitarsele. Francamente tutto quel sesso io l’ho trovato un po’ eccessivo e talvolta anche fuori luogo.
Mi avevano detto di munirmi di fazzolettini e prepararmi a piangere, forse sono troppo vecchia, o sarò dura di cuore, ma francamente il libro non mi ha commosso fino a questo punto. Nonostante gli argomenti trattati c’è sempre stato qualcosa che mi ha impedito di provare un’empatia per i personaggi tale da farmi commuovere fino alle lacrime. E come se Murakami si fosse fermato alla superficie di problemi e angosce.
Bello, ma non un capolavoro.

Quella che "è come se Murakami si fosse fermato alla superficie" è una sensazione che ho avuto spesso - forse quasi sempre - nei libri di Murakami... non so dire se sia per cultura, incapacità sua di approfondire o nostra di leggere tra le righe. Preferisco pensare che voglia lasciare al lettore lo spazio per andare oltre, per incanalare emozioni, esperienze di vita, ricordi, altre letture.
 

MonicaSo

Well-known member
Primo libro di Murakami che leggo.
A parte il troppo sesso (che generalmente mi infastidisce molto) ho trovato tutto il resto molto bello e sicuramente ora voglio continuare a leggere questo autore.
 
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