La scuola uccide la voglia di leggere?

danilo87

New member
Ma io sono l'unico che in 5 anni d'istituto tecnico a Bologna non ha fatto i promessi sposi e solo qualche brano qua e là della divina commedia?:?
Comunque ricordo piacevolmente una mia prof d'italiano del biennio che ci ha fatto leggere "Uomini e topi","Il signore delle mosche" e "la tregua" di Primo Levi in maniera secondo me molto producente. A lei fregava poco o nulla che tu ricordassi i nomi dei personaggi,mentre s'imbufaliva se non riuscivi ad associare un'idea ad ognuno di loro.
Ci ha insegnato che in un libro ogni personaggio è associabile a un'idea e contiene un messaggio,con quello che dice o quello che fa e ci ha spronato a cercarlo sempre. Devo ammettere che per me è stato un modo nuovo di affrontare un libro,mi ha incuriosito parecchio e mi ha invogliato a cercare questi aspetti in altri libri,mi ha dato una mano a valutarli secondo i miei gusti e a capire ciò che più mi piace.
Certo un obbligo è sempre un obbligo,un compito è sempre un compito da ragazzini che vuoi mai,faresti altro,la scuola è noia a prescindere no?è la più grande delle mode a quell'età...ma col senno di poi...

E comunque ha RAGIONISSIMO elisa:se non ami qualcosa non puoi pretendere che gli altri la amino, leggere diventa un compito come un altro.
 

Candy Candy

Active member
non è la scuola che uccide il piacere della lettura ma è la mancanza di passione che alcuni insegnanti hanno nei confronti dei libri che ti fanno leggere. Se non ami qualcosa non puoi pretendere che gli altri la amino, leggere diventa un compito come un altro.


Hai completamente ragione... io insegno inglese e nn faccio testo :mrgreen:
ma alcuni colleghi di lettere fanno sbadigliare anche me a volte TUNZZZ

noto comunque con Felicità che noi prof più giovani riusciamo a comunicare meglio con i ragazzi..... provate a vedere se un prof che sta per andare in pensione si mette in gioco su un forum.... :? non credo...... o qualcuno c'è???
TOC TOC?

Ma io sono l'unico che in 5 anni d'istituto tecnico a Bologna non ha fatto i promessi sposi e solo qualche brano qua e là della divina commedia?:?Comunque ricordo piacevolmente una mia prof d'italiano del biennio che ci ha fatto leggere "Uomini e topi","Il signore delle mosche" e "la tregua" di Primo Levi in maniera secondo me molto producente. A lei fregava poco o nulla che tu ricordassi i nomi dei personaggi,mentre s'imbufaliva se non riuscivi ad associare un'idea ad ognuno di loro.
Ci ha insegnato che in un libro ogni personaggio è associabile a un'idea e contiene un messaggio,con quello che dice o quello che fa e ci ha spronato a cercarlo sempre. Devo ammettere che per me è stato un modo nuovo di affrontare un libro,mi ha incuriosito parecchio e mi ha invogliato a cercare questi aspetti in altri libri,mi ha dato una mano a valutarli secondo i miei gusti e a capire ciò che più mi piace.
Certo un obbligo è sempre un obbligo,un compito è sempre un compito da ragazzini che vuoi mai,faresti altro,la scuola è noia a prescindere no?è la più grande delle mode a quell'età...ma col senno di poi...

E comunque ha RAGIONISSIMO elisa:se non ami qualcosa non puoi pretendere che gli altri la amino, leggere diventa un compito come un altro.

maturità pedagogico sociale, NON HO studiato Pirandello, sciascia, montale, Svevo e tutti gli autori del novecento, ho cambiato 6 insegnati in 5 anni.
alla fine sono qui leggevo e comunque sono qui...
secondo me nessuno ti da la volgia di leggere o te la uccide se ce l'hai al massino ti fa fare una cosa che ti piace controvoglia...io a poco a poco sto cercando di recuperare le lacune del 900' da sola...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Hai completamente ragione... io insegno inglese e nn faccio testo :mrgreen:
ma alcuni colleghi di lettere fanno sbadigliare anche me a volte TUNZZZ

noto comunque con Felicità che noi prof più giovani riusciamo a comunicare meglio con i ragazzi..... provate a vedere se un prof che sta per andare in pensione si mette in gioco su un forum.... :? non credo...... o qualcuno c'è???
TOC TOC?

è proprio il mettersi in gioco personalmente che fa la differenza tra gli insegnanti e tu lo dimostri cercando il confronto e mettendoti in discussione :YY
 

Candy Candy

Active member
è proprio il mettersi in gioco personalmente che fa la differenza tra gli insegnanti e tu lo dimostri cercando il confronto e mettendoti in discussione :YY

non è la scuola che uccide il piacere della lettura ma è la mancanza di passione che alcuni insegnanti hanno nei confronti dei libri che ti fanno leggere. Se non ami qualcosa non puoi pretendere che gli altri la amino, leggere diventa un compito come un altro.


Hai completamente ragione... io insegno inglese e nn faccio testo :mrgreen:
ma alcuni colleghi di lettere fanno sbadigliare anche me a volte TUNZZZ

noto comunque con Felicità che noi prof più giovani riusciamo a comunicare meglio con i ragazzi..... provate a vedere se un prof che sta per andare in pensione si mette in gioco su un forum.... :? non credo...... o qualcuno c'è???
TOC TOC?


bah secondo me ci sono...che vuol dire METTERSI IN GIOCO in un forum? cosa rischi di perdere?:?
 

jaia

New member
Comunque ricordo piacevolmente una mia prof d'italiano del biennio che ci ha fatto leggere "Uomini e topi","Il signore delle mosche" e "la tregua" di Primo Levi in maniera secondo me molto producente. A lei fregava poco o nulla che tu ricordassi i nomi dei personaggi,mentre s'imbufaliva se non riuscivi ad associare un'idea ad ognuno di loro.
Ci ha insegnato che in un libro ogni personaggio è associabile a un'idea e contiene un messaggio,con quello che dice o quello che fa e ci ha spronato a cercarlo sempre. Devo ammettere che per me è stato un modo nuovo di affrontare un libro,mi ha incuriosito parecchio e mi ha invogliato a cercare questi aspetti in altri libri,mi ha dato una mano a valutarli secondo i miei gusti e a capire ciò che più mi piace.



Mi piace questo cercare ad un personaggio un'idea.....Hai un esempio sottomano x caso?
Leggendo le vostre risposte, probabilmente mi è rimasto un brutto ricordo della lettura a scuola anche a causa dell'insegnante....Quello che leggi è comunque un obbligo, ma se trovassero il modo di avvicinare i ragazzi, che so, magari con gruppi di lettura anche, potrebbero anche nascere nuovi appassionati! A quell'età leggevo per conto mio libri di vari generi, ma i classici li leggevamo in classe, o ce li faceva leggere per le vacanze, ma senza poi commentare insieme in classe..Voleva un riassunto e basta...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
bah secondo me ci sono...che vuol dire METTERSI IN GIOCO in un forum? cosa rischi di perdere?:?

la mia idea di mettersi in gioco è quella di uscire dal proprio ruolo e cercare il confronto con gli altri anche se appartengono a gruppi diversi da quelli che tu normalmente frequenteresti e con i quali discuti.
Anche il forum è un luogo in cui questo si può fare, nel senso che è possibile proporsi al di là della sicurezza che il tuo ruolo ti da la possibilità di avere, come quella dell'insegnante nei confronti degli allievi, che è quella che rischi di perdere
 

danilo87

New member
Mi piace questo cercare ad un personaggio un'idea.....Hai un esempio sottomano x caso?

Per esempio ne "il signore delle mosche" il messaggio che l'autore vuole dare è quello di dimostrare che l'uomo,nel suo essere,è cattivo anche da bambino.
Non so chi di voi l'abbia letto,ma il libro parla (dico solo la trama molto in generale) di una scolaresca di bambini che si ritrova su un'isola deserta e quasi per gioco iniziano a farsene di tutti i colori...e lì è facile dare ad ogni personaggio un ruolo,tra la debolezza di alcuni che non possono fare altro che seguire il carisma e la ragionevolezza di altri che riescono a rimanere lucidi per seguire la logica.

Gran bel libro comunque :)
 

jaia

New member
Grazie!
Non l'ho mai letto....lo metterò in elenco...
 

Ariel

New member
bah secondo me ci sono...che vuol dire METTERSI IN GIOCO in un forum? cosa rischi di perdere?:?

non perdi nulla, anzi, ti arricchisci moltissimo. Fa parte della formazione, fa parte del sapersi adattare ai tempi moderni, utilizzando il pc e "ascoltando" le idee degli altri... significa sentirsi prima di tutto "persona" che continua a crescere e a divertirsi prima di tutto. Purtroppo, sono pochi ad avere l'entusiasmo necessario per farlo. Alcuni colleghi mi sembrano ormai solo ombre che vagano in attesa di una pensione che tarda ad arrivare..Spero di sbagliarmi :D
 

Dorian Grey

un quadro,la mia anima..
colpa dei prof

Penso che se c'è un posto dove ti insegnino ad odiare i libri è appunto la scuola...o meglio i professori incapaci...e ce ne sono tanti tanti...
 

Giosafat

New member
I promessi sposi non mi hanno entusiasmato, Eneide e Odissea si, la divina commedia mi è piaciuta abbastanza... seguivo i prof nella letteratura perchè mi andava ma avevo compagni che non li filavano minimamente, detto questo deve esserci alla base un minimo di interessamento alla materia altrimenti nisba.
Anche in lingua inglese mi ricordo di aver letto The catcher in the rye, Frankestein e vari racconti sparsi... sotto il consiglio del prof di inglese.
 
Bella discussione, esprime un dubbio che ho sempre avuto.

Vi cito tre libri sull'argomento, tutti scritti da insegnati:

- "Solo se interrogato, appunti sulla maleducazione di un insegnante volenteroso" di Domenico Starnone

- "La scuola raccontata al mio cane" di Paola Mastrocola

- "Come un romanzo" di Daniel Pennac, che trovate qui: http://books.google.it/books?id=LJb5QWlUJ4cC&dq=come+un+romanzo&pg=PP1&ots=MA1YGw3oUe&sig=S0uKSdRs8-aYlPwvdboKYW7tdQo&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=1&ct=result

Da cui cito i: I DIECI DIRITTI DEL LETTORE

1. IL DIRITTO DI NON LEGGERE
2. IL DIRITTO DI SALTARE LE PAGINE
3. IL DIRITTO DI NON FINIRE IL LIBRO
4. IL DIRITTO DI RILEGGERE
5. IL DIRITTO DI LEGGERE QUALSIASI COSA
6. IL DIRITTO AL BOVARISMO
7. IL DIRITTO DI LEGGERE OVUNQUE
8. IL DIRITTO DI SPIZZICARE
9. IL DIRITTO DI LEGGERE A VOCE ALTA
10. IL DIRITTO DI TACERE

I primi due libri che parlano della triste realtà italiana, sono più cupi, benchè scritti in epoca in cui ancora non c'erano su Youtube filmati di studenti aguzzini di altri studenti o di docenti, nè si erano verificati ricorsi alla magistratura (vedi due casi opposti verificatosi nella mia città: http://ricerca.repubblica.it/repubb...ta-la-professoressa-che-puni-lo-studente.html, http://www.repubblica.it/2007/07/se...e-scuola/molestie-scuola/molestie-scuola.html)

Una domanda secondo voi qual è il compito della scuola?
Deve dare nozioni o formazione?
A mio avviso deve dare solo nozioni, un esempio concreto di scuola formativa è dato dalle scuole dei gesuiti i quali solevano dire "dateci un bambino per 3 anni e sarà nostro per tutta la vita"
 
Ultima modifica:

ilselacontessa

New member
Bè, il forum è pieno di testimonianze in proposito: nella maggior parte dei casi i libri che ci vengono imposti non ci piacciono, salvo poi cambiare opinione quando decidiamo di riprenderli dopo qualche anno, in tutta autonomia! Secondo me quando decidiamo di leggere un libro (soprattutto un classico della letteratura) è perchè è arrivato il momento di leggerlo, ci sentiamo ben disposti a comprenderlo, a criticarlo, a parlarne con qualcuno. Solo in quel caso le nostre opinioni saranno vere! Indubbiamente il carico dei compiti per le vacanze porta a svolgere tutto meccanicamente e in fretta, e le belle letture vengono odiate e basta! :OO
Su su, hai ancora qualche settimana di tempo per scaricare tutto su qualche compagno di scuola ben disposto ad aiutarti (magari approfitta di qualche spasimante)!!! TUNZZZ
 

Nerst

enjoy member
Non credo che la scuola uccida la voglia di leggere, sarà capitato a diverse persone di leggere un libro al di fuori dei testi scolastici in estate o durante l' anno, anche se il tempo era poco. Se proprio posso esprimere una correzione darei la scelta ai ragazzi su che libro leggere in estate, per poi parlarne al rientro a scuola. Un romanzo, un articolo di giornale, persino un fumetto può insegnare qualcosa di un periodo storico. le forzature alla lettura non le condivido.
 

Go daigo

New member
Sarebbe bello,inoltre,se almeno queste forzature avessero un scopo didattico preciso. Ricordo ancora il secondo anno di liceo. La professoressa ci diede da leggere un libro orrendo di cui neanche ricordo il titolo. Dopo la lettura avremmo dovuto scrivere una recensione in classe. Una settimana prima di questo benedetto compito,la prof venne da me per chiedermi una copia del libro perchè lei NON lo aveva mai letto. Almeno al termine della sua lettura ebbe il coraggio di dire:"certo,questo libro che vi ho assegnato è proprio brutto!" :??
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
(non ho letto tutta questa discussione)

La scuola non uccide la voglia di leggere: la scuola toglie il tempo da dedicare alla lettura! Da studentessa devo ammettere che dopo aver passato ore a studiare, la forza di leggere più di qualche pagina viene meno!
 

Max P

Dreamer Member
Secondo me non uccide, la voglia se uno ce l’ha prima o poi torna a galla e si fa sentire. Io non avevo letto quasi nulla, per non dire proprio nulla, al di fuori della scuola fino a sedici anni, poi ho iniziato senza apparente motivo e non ho più smesso. Però penso che per colpa di professori che obbligano a leggere libri in un’età prematura anziché suggerire titoli più adatti o aiutando a capire che generi possono piacere, molte persone che forse si sarebbero affacciate al mondo dei libri, anche senza divenire lettori assidui, rinunciano a priori schifati da una cosa che neppure conoscono ma pensano di aver già provato. Nella mia esperienza ho vissuto professori, anche bravi, obbligare a leggere un libro e fare una relazione, senza poi farne una a loro volta spiegando davvero il libro e il messaggio dell’autore, non mostrando così agli alunni come la scrittura sia una bellissima arte con cui si possa dipingere immagini nella testa del lettore, mancando di far vedere che ci sono vari modi di leggere un libro, e che un romanzo può essere molto di più di un semplice passatempo.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Secondo me non uccide, la voglia se uno ce l’ha prima o poi torna a galla e si fa sentire. Io non avevo letto quasi nulla, per non dire proprio nulla, al di fuori della scuola fino a sedici anni, poi ho iniziato senza apparente motivo e non ho più smesso. Però penso che per colpa di professori che obbligano a leggere libri in un’età prematura anziché suggerire titoli più adatti o aiutando a capire che generi possono piacere, molte persone che forse si sarebbero affacciate al mondo dei libri, anche senza divenire lettori assidui, rinunciano a priori schifati da una cosa che neppure conoscono ma pensano di aver già provato. Nella mia esperienza ho vissuto professori, anche bravi, obbligare a leggere un libro e fare una relazione, senza poi farne una a loro volta spiegando davvero il libro e il messaggio dell’autore, non mostrando così agli alunni come la scrittura sia una bellissima arte con cui si possa dipingere immagini nella testa del lettore, mancando di far vedere che ci sono vari modi di leggere un libro, e che un romanzo può essere molto di più di un semplice passatempo.


Quoto e straquoto!
 

Apart

New member
Piuttosto che proporre programmi standardizzati di letture, bisognerebbe andare più incontro alle esigenze, ai desideri (di quel momento) degli adolescenti, dei giovani. Ecco perchè un programma scolastico dovrebbe essere molto più flessibile, molto più personalizzato, anzichè continuare a proporre modelli standardizzati.
Se però non c'è passione in quello che si vuole trasmettere agli altri non si potra mai insegnare, nel senso più profondo del termine. Anche se poi non si è imparato abbastanza, il giovane diventato adulto ricorda sempre chi è stato un buon professore e chi no.
A volte si, la scuola può uccidere la voglia di leggere. Come è vero che talvolta è difficile invogliare gli adolescenti, o i giovani a leggere, ad appassionarsi per la lettura. A volte sono come dei muri. Però questa non è una scusa per i professori, non giustifica il non mettere impegno e passione in quello che si fa e in quello che si vuole trasmettere agli altri. Insegnare è cosa profonda e difficile, soltanto se c'è passione, se si crede nell'altro, nell'educabilità dell'altro, solo se c'è speranza allora si può insegnare, nel senso di lasciare il segno.
Questa è la mia opinione, frutto di esperienza, di studio e di riflessione.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Piuttosto che proporre programmi standardizzati di letture, bisognerebbe andare più incontro alle esigenze, ai desideri (di quel momento) degli adolescenti, dei giovani. Ecco perchè un programma scolastico dovrebbe essere molto più flessibile, molto più personalizzato, anzichè continuare a proporre modelli standardizzati.
Se però non c'è passione in quello che si vuole trasmettere agli altri non si potra mai insegnare, nel senso più profondo del termine. Anche se poi non si è imparato abbastanza, il giovane diventato adulto ricorda sempre chi è stato un buon professore e chi no.
A volte si, la scuola può uccidere la voglia di leggere. Come è vero che talvolta è difficile invogliare gli adolescenti, o i giovani a leggere, ad appassionarsi per la lettura. A volte sono come dei muri. Però questa non è una scusa per i professori, non giustifica il non mettere impegno e passione in quello che si fa e in quello che si vuole trasmettere agli altri. Insegnare è cosa profonda e difficile, soltanto se c'è passione, se si crede nell'altro, nell'educabilità dell'altro, solo se c'è speranza allora si può insegnare, nel senso di lasciare il segno.
Questa è la mia opinione, frutto di esperienza, di studio e di riflessione.


Sì vero, sono d'accordo con te: se non c'è passione nel trasmettere qualcosa, quel qualcosa non verrà mai trasmesso, o almeno non sarà recepito come dovrebbe.
Ricordo bene le differenze tra alcuni professori che ho avuto e altri, talvolta erano insegnanti della stessa materia. A me che la matematica non piace affatto e non l'ho mai capita davvero, una prof, come quella che avevo, che dava per scontato che fossimo studenti universitari, nati imparati ect... e si meravigliava se sbagliavamo una cosa... insomma! mi fa passare la voglia di studiare. Il quarto anno di superiori ricordo che avevo un'insegnante diversa, che insegnava la matematica non solo con passione, perchè realmente le piaceva, ma con quel senso di umorismo e ottimismo che rendeva le ore di studio davvero piacevoli e interessanti (voglio sottolineare che con questa prof, la mia media in matematica era salita e con essa anche la mia voglia di studiare quella materia).
Fortunatamente non mi è mai capitato un professore di italiano/geografia/storia/arte noioso e disinteressato alla materia... perchè sono le materie che adoro, e vederle sminuire da uno che ha una laurea ma che non ne fa l'uso dovuto, davvero sarebbe stato triste...
 
Alto