La scuola uccide la voglia di leggere?

Mesnilgrand

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Sempre cara mi fu...quell'indolenza alla lettura che tuttora non mi vien a mancare, e che la ridicola istituzione e il maldestro istituir di testi d'obbligo hanno sempre cercato d'ostacolare.
Dio ci scampi, per una volta e per tutte, dalla scuola pretenziosa di far le veci d'ogni autore, e di raccoglier come piacevoli letture ogni morto scritto, sotto forma d'una greve e drammatica enciclopedia che sostituisce il fisiatra al tempo sprecato d'un libro, ch'è mai per me piacevole ma di certo preferibile all'alternativa.
 
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maurizio mos

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Sì vero, sono d'accordo con te: se non c'è passione nel trasmettere qualcosa, quel qualcosa non verrà mai trasmesso, o almeno non sarà recepito come dovrebbe.
Ricordo bene le differenze tra alcuni professori che ho avuto e altri, talvolta erano insegnanti della stessa materia. A me che la matematica non piace affatto e non l'ho mai capita davvero, una prof, come quella che avevo, che dava per scontato che fossimo studenti universitari, nati imparati ect... e si meravigliava se sbagliavamo una cosa... insomma! mi fa passare la voglia di studiare. Il quarto anno di superiori ricordo che avevo un'insegnante diversa, che insegnava la matematica non solo con passione, perchè realmente le piaceva, ma con quel senso di umorismo e ottimismo che rendeva le ore di studio davvero piacevoli e interessanti (voglio sottolineare che con questa prof, la mia media in matematica era salita e con essa anche la mia voglia di studiare quella materia).
Fortunatamente non mi è mai capitato un professore di italiano/geografia/storia/arte noioso e disinteressato alla materia... perchè sono le materie che adoro, e vederle sminuire da uno che ha una laurea ma che non ne fa l'uso dovuto, davvero sarebbe stato triste...


E' il punto troppo spesso dimenticato: la scuola non è un'entità astratta o meramente burocratico-amministrativa ma è una cosa viva, fatta dagli insegnanti e dalla loro passione e io mi reputo molto fortunato perché nel mio percorso scolastico i professori entusiasti del loro lavoro sono stati la maggioranza. Con in più, per molti di loro, il pregio di affiancare al "lavoro" di insegnare la capacità di trasmettere emotività e conoscenza umana. Una scuola così non è che invogli a "leggere", invoglia a conoscere.
 

ayuthaya

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Sarà incredibile, ma io ho l'esperienza diretta di 2 libri che letti per "piacere" nn mi hanno entusiasmato moltissimo, e successivamente, riletti per scrivere delle tesine, ho completamente "riscoperto"!!!
La coscienza di Zeno (tesina maturità sullo spazio e il tempo nei suoi vari aspetti)
Memorie di Adriano (tesina per un esame universitario sulla figura di Antinoo)
 

ste92

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Senza dubbio la scuola rende la lettura un obbligo e non un piacere. Imporre la lettura di romanzi che possono non piacere è sempre stato il difetto di molti insegnanti che così credono di invogliare gli studenti a leggere, ma che invece li costringe a cercare il riassunto su internet.
La lettura di un libro deve essere una cosa voluta e se tra quei libri ci sono classici importanti allora ben venga. Ovviamente alcune cose si devono conoscere, ma dover leggere 500 pagine non significa per forza capire il libro
 

Mizar

Alfaheimr
Imporre un libro è un'assurdità.
Bisogna studiare - specie se si frequenta un liceo - storia della letteratura italiana. Storia della letteratura... non significa "far leggere" Verga o Buzzati: significa tutt'altro. Quella storia dovrebbe essere una bussola storica per lo studente: questa dovrebbe essere l'utilità.
Il piacere della lettura, il piacere estetico è tutt'altra cosa. Non può essere imposto. Ed, in particolare, non può essere imposto - o anche solo posto - alle masse: l'arte è una roba d'elite e lo è sempre stata. Dare delle opere d'arte in visione-speculazione presso una scuola pubblica è una cosa che mi ha sempre fatto sbellicare dalle risate [Mizar, che ridi a fare: è importante ascoltare Le Opinioni Di Tutti :mrgreen::mrgreen:]

Di poi, la maggior parte degli insegnanti di lettere non ci capisce una cippa di letteratura: fanno leggere Eco, considerano Buzzati un ottimo romanziere o Svevo un pioniere del romanzo psicologico; dicono cose strane del tipo: "questo scrittore x ci aiuta a comprendere i turbamenti dell'epoca f" [:lol:]; "l'autore y è maestro nel raffigurare le tematiche e problematiche della società contemporanea [:-D]; o altre amenità simili. Ma insomma...
Io mi divertivo sempre a comporre queste recensioni che assegnavano dopo l'estate - con ironia: le scrivevo pensando a qualche altro libro. Attendevo i complimenti della professoressa; poi la umiliavo:
Mizar: "Ehm sì... grazie per i complimenti. Però, vede, non ho mai detto che questa è la recensione del Nome della rosa"
Prof: "Ma come?"
Mizar: "Io ho recensito Borges, non Eco. Crede veramente che perda il mio tempo a leggere l'epigono italiano del genio argentino?!"
 

Tōru Watanabe

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Il bello della lettura è la libertà di scegliere il libro che più mi piace, leggerlo quando mi pare e soprattutto leggerlo per il puro piacere di farlo. Se sono costretto a leggere un libro saltando alcuni capitoli che per la prof di turno non sono importanti e imparando a memoria altri o peggio ancora ricordare le frasi più "significative" sempre secondo la prof di turno e così via allora la mia risposta è SI, la scuola uccide la voglia di leggere. Ricordo che ho odiato I Malavoglia proprio per questo motivo mentre rileggendolo recentemente mi è piaciuto molto. La scuola uccide la voglia di leggere, uccide la voglia di imparare, uccide la voglia di sapere la verità...Sarebbe più corretto dire che la scuola uccide e basta, o almeno questo è il suo scopo ma per fortuna non sempre ci riesce.
 

LowleafClod

e invece no
Per i primi due anni di liceo anche io ho avuto l'impressione che la scuola uccidesse la voglia di leggere, poi ho avuto un diverso insegnante che di titoli di libri da leggere te ne poteva dire centinaia, su qualsiasi cosa chiedessi. Ora penso che se c'è una base comunque, anche minata da qualche individuo che insegna in modo triste, se c'è l'argomento che t'incuriosisce, il periodo o qualsiasi cosa, sono da solo ad andare a cercarmi un libro in più da leggere, oltre a quelli che mi assegnano (che a parte qualche caso come ''I promessi sposi'' non sono libri infiniti).
Quindi no, per me la scuola non uccide la voglia di leggere:), semmai ruba un po' di tempo per leggere!
 

MCF

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Visto che le vacanze estive sono ormai agli sgoccioli ed io sono ancora indietrissimo con i compiti e i libri da leggere, mi viene spontaneo domandarmi se davvero la scuola non ammazzi la voglia degli studenti di leggere.
Spesso non siamo solo costretti alla lettura di romanzi di cui non c'importa assolutamente niente, ma dobbiamo anche farne il riassunto, scrivere una relazione critica, svolgere degli esercizi piazzati alla fine di ogni capitolo da qualche sadico della casa editrice o, peggio ancora, dalla minaccia del terribile compito in classe al rientro dalle vacanze...
Insomma, per quanto mi riguarda, quel minimo di piacere che un romanzo letto a forza può dare viene spesso completamente rovinato da questi obblighi inutili. è anche vero che leggendo titoli dati per compito ho scoperto dei veri capolavori (per esempio, ho cambiato opinione su "I promessi sposi"), però obbligare i ragazzi a leggere a volte mi sembra quasi una forma di violenza.
Sarò anche esasperata dalla mia situazione scolastica (se non trovo un gonzo a cui subappaltare i miei compiti finirò male), ma la questione mi sembra abbastanza controversa, vorrei sentire il vostro parere in proposito!

In effetti, gli obblighi sono proprio tremendi. Ricordo però che la mia insegnante ci aveva letto "I promessi sposi" spiegandocelo man mano e devo dire che ne ho un ottimo ricordo. Invece odiavo i libri che mi obbligavano a leggere in vacanza; ma sono sempre stata una lettrice appassionata e ricordo che, quando ero piccola, sognavo di essere in una libreria e di leggere tutto.
 

Mofos 4ever

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Secondo me la scuola non "uccide" la volgia di leggere, anche se il libro scelto dall' insegnante non ci piace molto.
Infatti, leggendo generi diversi, poco per volta si impara ad apprezzarne molti(almeno per me è così).
Forse togli un po' di tempo ai libri che noi avremmo voluto leggere, ma . . . non è sempre lettura? (anche perchè solitamente a scuola vengono assegnati dei Classici).
 

Meri

Viôt di viodi
Non credo che la scuola uccida la voglia di leggere, ma penso che come x tutte le cose sia una questione soggettiva. Ho a che fare con bambini dai 6 ai 10 anni e nella mia scuola c'è una piccola biblioteca con libri classici tipo Cime tempestose e moderni come Harry Potter. Settimanalmente i bambini vengono accompagnati a scegliere un libro e a restituire quello letto. Vi assicuro che c'è il bambino che dopo un paio di giorni ti chiede di cambiare perchè ha già terminato la lettura e quello che te lo restituisce anche dopo tre anni:OO. Ci sono persone a cui piace leggere fin da piccole, persone che scoprono la lettura da grandi e persone che le sole istruzioni del tlefonino sembrano troppo lunghe...
 

Nidice

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Posso affermare categoricamente che la mia prof. di greco uccide la voglia di leggere, ci ha assegnato quattro libri per l'estate (tutti mattoni che io non ho letto) che parlano, pensate un po', di greco, altro che classici.

-Niccolò
 

irene

Reader
Secondo me no.
Sarò stata fortunata, ma ho avuto:
-professoresse delle medie: ci facevano leggere spessissimo in classe i brani delle antologie; se non basta questo, se nemmeno uno tra tantissimi brani letti ti invoglia a comprare il libro da cui è tratto e sapere come va a finire, il problema è tuo; i promessi sposi li abbiamo avuti come libro di "narrativa" un anno in versione ridotta, negli altri due ci hanno proposto dei romanzini contemporanei per ragazzi non del tutto spiacevoli.

-professori del liceo: quello del triennio, un grande, che oltre a cercare di trasmetterci la sua passione per la letteratura, ci proponeva ogni anno una lista di una 20 di libri, romanzi e raccolte di poesie, classici latini, italiani e stranieri e contemporanei, tra cui dovevamo sceglierne solo 4, QUATTRO (e il prof non era nemmeno tanto rigoroso) e parlarne un po' al prof alla fine dell'anno. ci sono stati, su una ventina di ragazzi, 7 o 8 che li leggevano con piacere, scegliendo quelli di cui apprezzavano di più la trama e non quelli più brevi. di questi ragazzi, alcuni leggevano per la prima volta dei romanzi, e hanno scoperto il piacere della lettura. per tutti gli altri studenti, era un obbligo stupido, perché "Che cavolo me ne devo fare di sti c**** di libri!".
Semplicemente, ci sono molti ragazzi che considerano la lettura un passatempo stupido, e nessun tentativo dei prof potrà far cambiare la loro idea.
È vero che ci sono casi in cui i professori impongono dei libri e li fanno odiare ai ragazzi, ma se questi si ponessero con un atteggiamento più aperto e curioso potrebbero scoprire che ci sono anche libri che non fanno schifo.
In genere, poi, quelli imposti sono sempre Promessi sposi e Divina commedia (che io stessa ho prima odiato e poi... beh, non amato, ma la apprezzo in modo generico), tutto il resto della letteratura fa schifo solo perché non piacciono questi due???

Spero di essermi spiegata, ho il cervello un po' staccato :boh:
 

apeschi

Well-known member
La scuola per me e' un lontano e vago ricordo. Personalmente mi ha aiutato a leggere.

Ricordo alle elementari (seconda meta' degli anni sessanta del secolo scorso), c'era la biblioteca scolastica. Ricordo che si prendevano i libri dalla biblioteca.
Ogni classe aveva la sua biblioteca. Erano i libri classici, Robinson Crusoe, i libri di Verne ecc...

Alle medie chiesero a ciascuno di noi di portare un libro da scambiare con i compagni per creare una nostra biblioteca di classe (io portai Lord Jim di Joseph Conrad).

Al liceo (classico) provai passione per la letteratura italiana. Avevo un professore che sapeva farci amare la letteratura.
Forse lessi meno (ma perche' c'era tanto da studiare ed il tempo per leggere era poco), anche se a scuola leggemmo i Promessi Sposi (come da programma scolastico), oltre ovviamente ai classici latini e greci.
(Ricordo l'Eutifrone Εὐθύφρων di Platone su cosa fosse giusto o ingiusto).
Lessi poi i vari autori italiani (Ignazio Silone, Primo Levi, Carlo Levi, Cesare Pavese, Giorgio Bassani, Italo Calvino.... ).

All'universita' smisi di leggere romanzi ed opere letterarie (ingegneria elettronica mi portava via troppo tempo con la fisica, la matematica e le discipline scientifiche), ripresi a leggere dopo la laurea, quando cominciai a lavorare.
 

apeschi

Well-known member
Secondo me no.
Sarò stata fortunata, ma ho avuto:
-professoresse delle medie: ci facevano leggere spessissimo in classe i brani delle antologie; se non basta questo, se nemmeno uno tra tantissimi brani letti ti invoglia a comprare il libro da cui è tratto e sapere come va a finire, il problema è tuo; i promessi sposi li abbiamo avuti come libro di "narrativa" un anno in versione ridotta, negli altri due ci hanno proposto dei romanzini contemporanei per ragazzi non del tutto spiacevoli.

-professori del liceo: quello del triennio, un grande, che oltre a cercare di trasmetterci la sua passione per la letteratura, ci proponeva ogni anno una lista di una 20 di libri, romanzi e raccolte di poesie, classici latini, italiani e stranieri e contemporanei, tra cui dovevamo sceglierne solo 4, QUATTRO (e il prof non era nemmeno tanto rigoroso) e parlarne un po' al prof alla fine dell'anno. ci sono stati, su una ventina di ragazzi, 7 o 8 che li leggevano con piacere, scegliendo quelli di cui apprezzavano di più la trama e non quelli più brevi. di questi ragazzi, alcuni leggevano per la prima volta dei romanzi, e hanno scoperto il piacere della lettura. per tutti gli altri studenti, era un obbligo stupido, perché "Che cavolo me ne devo fare di sti c**** di libri!".
Semplicemente, ci sono molti ragazzi che considerano la lettura un passatempo stupido, e nessun tentativo dei prof potrà far cambiare la loro idea.
È vero che ci sono casi in cui i professori impongono dei libri e li fanno odiare ai ragazzi, ma se questi si ponessero con un atteggiamento più aperto e curioso potrebbero scoprire che ci sono anche libri che non fanno schifo.
In genere, poi, quelli imposti sono sempre Promessi sposi e Divina commedia (che io stessa ho prima odiato e poi... beh, non amato, ma la apprezzo in modo generico), tutto il resto della letteratura fa schifo solo perché non piacciono questi due???

Spero di essermi spiegata, ho il cervello un po' staccato :boh:


Secondo me e' sbagliato l'approccio di molti professori e di un certo tipo di scuola.

Il leggere e' un mezzo, non e' il fine... i promessi sposi, citati sopra, possono piacere o non piacere... se vengono imposti a forza non possono certo essere apprezzati... se pero' qualcuno inizia a leggerli in modo ironico... (cito a memoria... scusate l'errore... ma ricordo i due o tre lettori a cui il Manzoni si rivolgeva nel raccontare la sua commedia.... )... oppure sottolineando la poesia (quel ramo del lago di Como...).... oppure discutendo su frasi del tipo... "La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell'uno e dell'altra." ... o parlando della vigliaccheria dei Bravi... forti con i deboli e sottomessi al loro padrone... (oggi non e' cosi'??)... o sorridendo su Don Abbondio... vigliacco fino in fondo... che non direbbe mai di no ad un potente per timore personale (oggi la situazione e' tanto diversa ?)... oppure sottolineando la storia d'amore (che potrebbe oggi essere affrontata con un sorriso e con l'ironia, visto che i tempi sono cambiati... facendo quasi divertire il lettore dei nostri tempi).. o il coraggio di Fra Cristoforo.. forse potrebbero anche essere apprezzati.
'Carneade chi era costui?'...

Non basta essere preparati e conoscere la letteratura, ma bisogna anche essere psicologi.... ai ragazzi piace sentirsi raccontare le cose... piace partecipare, ma devono essere interessati.

Se i promessi sposi vengono imposti diventano una pizza terribile... ma se si riuscisse ad entrare in sintonia, non possono non venire apprezzati.

Secondo me dipende dalle capacita' dell'insegnante.

Stesso discorso con la Divina Commedia... (ai miei tempi non era ancora stata recitata da Benigni.... ).. comunque ricordero' sempre il professore (persona serissima... con giacca e cravatta sempre, alle soglie della pensione che ci metteva soggezione)....
che lesse.. (canto XXI dell'Inferno)...

Per l'argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;

ed elli avea del cul fatto trombetta. (e si soffermo' su questa frase)...

Oppure quando leggemmo nel Paradiso... (Canto XXXIII)
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,

Sottolineando la poesia, il fatto che la madonna fosse madre e figlia nello stesso tempo (concetto che ho ritrovato nelle letture di Benigni).

Oppure quando leggemmo (sempre nell'inferno di Dante) la parte relativa ad Ulisse (altro passo splendido)...

Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica;

....


Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".

.....


Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque

infin che 'l mar fu sovra noi richiuso".

La tematica dell'uomo che e' fatto per conoscere, per scoprire... e per fare cio' e' disposto ad andare contro la volonta' degli dei... contro la conoscenza consolidata del tempo (superare le colonne d'Ercole)... e' disposto a rischiare e a morire come l'Ulisse di Dante, ma se non ci fosse questo bisogno di conoscenza... (fatti non foste a viver come bruti....) non ci sarebbe mai stato nemmeno il progresso....

O l'episodio di Paolo e Francesca...

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.


Sono pezzi splendidi.

Cioe' se il professore sa leggertela e come fartela leggere, sa sottolineare le cose importanti, non puo' non interessare e non piacere...
Se il professore non e' convinto nemmeno lui e non sa apprezzare nemmeno lui la letteratura, non puo' pretendere che gli studenti amino la letteratura....

A me i pezzi sopra citati sono rimasti impressi per tutta la vita.... (li lessi intorno ai quindici anni... ora ne ho cinquantuno e li apprezzo ancora)...
 
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Michy75

New member
bravi insegnanti, passione personale

Personalmente ho sempre adorato leggere. Finivo nel giro di 2 giorni il libro di narrativa delle medie che ci avrebbe accompagnato per tutto l'anno....è qualcosa che mi ha sempre affascinato. Però devo dire di aver incontrato anche degli ottimi insegnanti che leggevano con noi, ad alta voce, spiegando passo passo, anche i libri più ostici. Non dimenticherò mai la lettura del Fu Mattia Pascal da parte della mia insegnante di letteratura dei primi due anni di superiori o i promessi sposi, sempre letti da lei.
Memore di questa esperienza oggi, da insegnante, appena posso leggo qualcosa ad alta voce ai miei alunni che, essendo molto piccoli (scuola primaria) spesso vengono catturati e affascinati. Spero così di far venire anche a loro questa passione, e magari a volte "un po' cattivella":wink: leggo solo dei brani, e quando mi dicono "ancora maestra!" a volte consiglio loro di proseguire la lettura da soli, esiste la biblioteca per questo! Segnalo loro dei titoli per l'estate ecc....

Ma è vero che se non si ha passione......difficilmente si può trasmettere!
Credo però che la scuola non debba abbandonare almeno il tentativo di svolgere la missione di far appassionari i ragazzi alla cultura.....magari "obbligandoli" un pochino a leggere .......altrimenti abbiamo perso in partenza!

E' interessante cmq leggere i pareri dei ragazzi!
 

Holden

New member
Sono arrivato al quinto anno di ragioneria e purtroppo lo scorso anno abbiamo avuto una professoressa che non ci ha dato nulla da leggere.
Ovviamente in classe mia solo 1/5 l'avrebbe fatto ma comunque preferivo qualcosa da leggere..

Con la mia prof si parlava spesso di libri, lei mi consigliava molto Zafon che mi è piaciuto davvero tanto.

Il prof di quest'anno ha chiesto chi leggesse ma dopo due-tre interventi ha deciso di continuare a parlare di Verga ignorando che comunque in quattro si divora libri a raffica.

Io ho sempre sperato di trovare qualche prof che mi facesse leggere qualche cosa ma sono stato sfortunato, l'altra volta per esempio proposi al professore di lingua francese di farci leggere qualcosa di Flaubert o Zola ma dopo che i miei compagni mi hanno urlato contro lui ha lasciato perdere.. che peccato!

Con il prof di inglese non ci provo nemmeno, non è adatto nemmeno ha spiegarci che cos'è il passato remoto pensa se gli chiedo di parlare di qualche autore del passato.
 

graziella 67

New member
mi sono sempre piaciuti i libri sin da piccola, molte volte quando ero così presa nella lettura, non mi accorgevo neanche che mia madre mi chiamava per la cena...a scuola poi ho conosciuto autori piacevoli e no ma, questo non ha mai influenzato la mia scelta. :HIPP mia figlia anche lei sin da piccola ha questa passione..ricordo che ogni volta che la andavo a prendere all'asilo, si portava a casa, ogni giorno un libro diverso (che poi le leggevo). ora è grande e continua ad amare i libri. grazie ad una professoressa ha letto anche libri che, di sua spontanea volontà probabilmente non avrebbe mai letto....quindi no!!! non credo che la scuola uccida la voglia di leggere....è pur sempre una cosa soggettiva, o sei attratta dai libri o non lo sei...:MUCCA
 
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