Baricco, Alessandro - Novecento

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Gieck, rispetto la tua opinione ma in questo racconto la punteggiatura è davvero l'ultima cosa a cui devi badare. Questo libro è semplicemente musica, anch'io nel tempo libero faccio correzione bozze ed editing ma qui non ha senso cercare il pelo nell'uovo, altrimenti - come ti è successo - perdi la bellezza della storia.
IMHO
 

Dory

Reef Member
Come diceva il buon saggio Totò: ' Punto! Due punti!...ma sì, fai vedere che abbondiamo... Abbondandis in abbondandum...'

Volevo dire a Gieck che ha ragione, Baricco non è certo uno degli scrittori più bravi del mondo, ma se di Novecento quello che ti è rimasto è solo fastidio per un uso inappropriato della punteggiatura, allora, perdonami, rispetto la tua opinione, ma permettimi di dirti che non l'hai capito.

Ci sono cose che funzionano e cose che non funzionano: non tutto ciò che scrive Baricco, nel suo personalissimo stile e uso delle parole, funziona, infatti ad esempio City l'ho trovato terribilmente sconclusionato.

Ma Novecento invece funziona eccome, e non c'è neanche da cercare peli nelle uova, perché Novecento non è un romanzo, se tu lo hai letto pensando che fosse un romanzo, beh, allora eri nell'ottica sbagliata.
Novecento va ascoltato, è musica prima di tutto, e va ammirato come un dipinto, e sognato come una favola: una delle più belle che siano mai state raccontate.
 

Cocci

New member
Incredibile.
Non è un racconto e non è un testo teatrale completamente formato. Alcune parti hanno proprio il ritmo del monologo e ti sembra quasi di sentire la voce dell'attore che recita, altre invece sembrano una favola. L'ho letto in un soffio e mi ha incantato. Mi piacerebbe davvero vederlo rappresentato e quAnto prima mi guarderò il film. Adesso sono di passaggio ma ritornerò per postare le parti che ho preferito è per un commento più lucido e riflessivo. Per il momento dico che è entrato tra i miei libri preferiti del 2014. 5 stelline
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Incredibile.
Non è un racconto e non è un testo teatrale completamente formato. Alcune parti hanno proprio il ritmo del monologo e ti sembra quasi di sentire la voce dell'attore che recita, altre invece sembrano una favola. L'ho letto in un soffio e mi ha incantato. Mi piacerebbe davvero vederlo rappresentato e quAnto prima mi guarderò il film. Adesso sono di passaggio ma ritornerò per postare le parti che ho preferito è per un commento più lucido e riflessivo. Per il momento dico che è entrato tra i miei libri preferiti del 2014. 5 stelline


Sono d'accordo, libricino (diminutivo per la mole) semplicemente straordinario.

Avevo letto altro di Baricco prima, ma non mi aveva entusiasmato. Qui, invece, e concordo anche con Ger, c'è un utilizzo delle parole da lasciare senza fiato.

E la storia in sè è bellissima e profondamente filosofica.


considerazioni sul finale della storia;

Un giorno si mette in testa di varcare quella soglia fisica e psicologica; scendere sulla terraferma.

Metterà piede sul primo gradino, poi sul secondo e sul terzo. Si ferma un attimo e si guarda attorno. Di nuovo il secondo e di nuovo il primo. E ancora dentro la sua nave.

In una memorabile pagina Baricco ci darà la spiegazione di questo ripensamento: il pianoforte possiede una tastiera che è, sì finita, ma che garantisce l'infinito attraverso una serie di note potenzialmente mai ripetibili. Ed è proprio d
entro la nave, la sua mamma, pura, tenera, protettiva, che Novecento suona questa specie di miracolo. E non ha paura. C’è la mamma e ci sono ottantotto tasti. Tutto quantificabile, soprattutto a livello emotivo.

Ma là fuori? Oltre la nave? Oltre la mamma? Dal terzo gradino Novecento vede svilupparsi una spaventosa tastiera infinita, troppe case, troppe scelte, troppe donne, troppi uomini, troppe strade. Troppe. Troppo di tutto.

E l’umanità, troppa anche lei, fa sempre le stesse cose, perché l’infinito spaventa. Amore, odio, parole, carriera, e una falsità enorme di chi ha troppo da perdere perché ha troppo da vincere.

Siamo esseri finiti dentro un terribile infinito. Novecento, invece, decide di farsi esplodere con la sua mamma, la sua nave, e suonerà per sempre una melodia purissima con l’ausilio di soli ottantotto tasti. Ottantotto. Per sempre.
 

Valuzza Baguette

New member
Librettino minuscolo,ma solamente nel numero di pagine.Veramente bello,ero molto scettica,l ho letto per la sfida reading challenge 2015 per la quale mi serviva un opera teatrale,ma devo dire che mi ha piacevolmente colpita.
Scorrevolissimo,scritto in maniera molto semplice riesce tuttavia ad emozionare.
letto d'un fiato.
 

unkadunka

New member
Una delle opere migliori di Baricco,molto leggero ma decisamente superiore a Seta. Ottima la trasposizione cinematografica di Tornatore.
 
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