La tecnologia è amica/nemica del genere umano?

asiul

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impossibile come poche altre cose, da qui la necessità di ragionare nell'ottica del 'meno peggio'

....grazie, ma il meno peggio non rientra nella mia ottica. :wink:

nell'ambito di una certa riflessione, la meno restrittiva. Questo comunica quel lungometraggio. Che tale rimane, non ha pretese di svelare il mistero della fede in terra. Ma io la trovo una riflessione assai interessante. Spiega molti dei miei perché.

Certo che non ha pretese... la da per scontata!.. "non avrai altro Dio all'infuori di me".:mrgreen:
Poi se di fede parliamo, non c'è alcun mistero da svelare. Che fede sarebbe..eh! :wink:
Che sia interessante, non discuto. Che spieghi molti "tuoi" perché, idem.


qui mi sono persa.:?

Eppure mi sembrava così chiaro? Non ci si affida alla fede, la si adatta alle proprie esigenze.

E con la fede ho concluso, visto che per me non è frutto di una qualche tecnologia...o si?:?
 

Nikki

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....grazie, ma il meno peggio non rientra nella mia ottica. :wink:


nel senso che cerchi il peggio? :??

Certo che non ha pretese... la da per scontata!.. "non avrai altro Dio all'infuori di me".:mrgreen:

nemmeno questa ho capito... sarà che oggi non ho chiamato lo speziale..

Poi se di fede parliamo, non c'è alcun mistero da svelare. Che fede sarebbe..eh! :wink:

... ti arrabbi se dico che nemmeno qui... va beh, dai, mi censuro da sola.

Eppure mi sembrava così chiaro? Non ci si affida alla fede, la si adatta alle proprie esigenze.

sì, può essere vero. ma cosa c'entra?

E con la fede ho concluso, visto che per me non è frutto di una qualche tecnologia...o si?:?
frutto non lo so (anche se credo che le più grandi scoperte si siano svolte sotto l'influsso di una grande fede dello scienziato nelle sue ricerche), ma di certo può esserne l'oggetto :wink:
 
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asiul

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nel senso che cerchi il peggio? :??


nemmeno questa ho capito... sarà che oggi non ho chiamato lo speziale..


... ti arrabbi se dico che nemmeno qui... va beh, dai, mi censuro da sola.


sì, può essere vero. ma cosa c'entra?


frutto non lo so (anche se credo che le più grandi scoperte si siano svolte sotto l'influsso di una grande fede dello scienziato nelle sue ricerche), ma di certo può esserne l'oggetto :wink:

non so se continuare a spiegarti quello che sto cercando di dire o chiederti di passarmi la roba che fumi :mrgreen:
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
La tecnologia, presa in se stessa, è sempre un ammirevole esercizio di ingegno, un sublime trionfo dell'intelletto umano: un traguardo oltre il mondo dato. Le capacità cognitive, il tanto discusso genio che pone, suscita e sempre susciterà entusiastica meraviglia, e questo perché in quell'in sé corsivo è racchiusa una delle ovvietà di tutti i tempi: la tecnica ed il suo prodotto non hanno collocazione morale, valutare la tecnica significa allora studiare, comprendere, osservare l'Intenzione attraverso la quale viene creata ed utilizzata. Presumo fiducioso non vi siano dubbi in proposito.

Luisa riporta stralci di un libro interessante.

Da sempre la nostra specie si ibrida con gli strumenti che costruisce: in realtà homo sapiens è sempre stato homo technologicus, un ibrido di uomo e tecnologia in perpetua trasformazione.

Che significa l'asserzione secondo la quale uomo e macchina sono da sempre ibridi? Ebbene, andando alle radici del concetto di strumento, operando fantasiosamente una qualche sorta di riduzione eidetica, scorgiamo un significato piuttosto curioso dello e nello strumento: esso è la continuazione dell'arto umano, è perfezionamento sempre più raffinato creato sulla nostra limitatezza. Laddove l'essere umano non giunge, si completa, si integra con altro, si potenzia - si dota. Così all'inizio un ramo d'albero, una punta acuminata alla vetta di un bastone, così carri armati, aerei di linea e treni merci. Questo vuole dirci Longo, quando ci dipinge come ibridi fin dall'inizio della nostra specie. Né, invero, si può muovere alcuna obiezione a tale assioma (dacché da qui egli parte).

Trattando di evoluzione, si può dire siamo arrivati ad un punto di sfasatura dei livelli biologico e tecnologico. In un primo momento la tecnica si è servita della vita, ne ha imitato i processi, ne ha interiorizzato le dinamiche, se ne è impadronita. A questo proposito ricordiamo che sistemi armonici non regolati da altro sono rarissimi in natura, uno potrebbe essere il sistema solare, ma se si vuole davvero trovare un perfetto esempio di ordine stabile, è agli esseri viventi che si deve guardare (Ryle docet). Se - dicevo - inizialmente la vita ha costruito tecnologia, ora questa interviene nella vita, la modifica, di più: la regola, ne scandisce tempi e scadenze, ha esigenze proprie. Ciò che è nato come supporto all'uomo, finisce con l'abbisognare del supporto del suo inventore, col darsi una propria definizione indipendente.
Potremmo chiederci come mai un così radicale ribaltamento. Probabilmente le cause andrebbero cercate in quegli anni del '600 durante i quali il signor Cartesio scindeva il mondo in res cogitans e res extensa; da quel momento il mondo delle cose della fisica è stato concepito come complesso di formule matematiche, ha dato adito a quella che i pessimisti hanno chiamato anticipazione della tecnica sul reale. E forse oggi non andiamo a cascare troppo fuori da quella concezione, dal momento che accade nelle nostre vite quanto la tecnica ha previsto, in qualche misura. Abbiamo treni che partono, terapie da seguire in periodi precisi, ore da lavorare secondo studi attendibili, modi di comportarsi studiati su misura, cibo ipocalorico, attrezzi specifici in palestra, computer che contano parole al posto nostro e programmi che segnalano errori di ortografia. Se non quasi tutto, molto della nostra realtà occidentale, è finita tra le maglie del metodo, e quello che è nato come prolungamento del nostro braccio, ha finito per diventare il braccio stesso che indica. Segno di questa sorpasso evolutivo è, non banalmente, la messa al bando del congiuntivo dalla nostra amata lingua. Quale modo indicante la soggettività, il dubbio, la possibilità, l'imprecisione non è più adatto a descrivere quanto avviene, e ciò perché corre un sapere fatto di verità oggettive, ottenute mediante esperimenti certi ed irrefutabili, circola adesso una scia di pensiero matematico, nozioni specialistiche, dimostrazioni tangibili ed inoppugnabili. Del congiuntivo, del dubbio non sappiamo che farcene. Ecco, questa è la conclusione del dislivello evolutivo cui accennavo: l'uomo, lo scienziato, è ed è rimasto sempre identico nel suo ruolo, com'era in Grecia ancora rimane; solo la tecnica ha cambiato traiettoria nonché destinazione, laddove una volta protendeva le possibilità dell'uomo, permettendo lui una maggiore capacità di intervento sul mondo, oggi sublima il suo stato di supremazia sulla ricerca. Cessata la fase dell'imitazione della vita, adesso la tecnologia punta più alto: ad imitare Dio.
 

Nikki

New member
Del congiuntivo, del dubbio non sappiamo che farcene. Ecco, questa è la conclusione del dislivello evolutivo cui accennavo: l'uomo, lo scienziato, è ed è rimasto sempre identico nel suo ruolo, com'era in Grecia ancora rimane; solo la tecnica ha cambiato traiettoria nonché destinazione, laddove una volta protendeva le possibilità dell'uomo, permettendo lui una maggiore capacità di intervento sul mondo, oggi sublima il suo stato di supremazia sulla ricerca. Cessata la fase dell'imitazione della vita, adesso la tecnologia punta più alto: ad imitare Dio.

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congiuntivizziamoci!
 

Mizar

Alfaheimr
eh, kieslowski ne avevo un bel po' di cose da dire, consiglio calorosamente la visione. Io, non volevo dire nulla più dell'Autore, solo suggerire il paragone :wink:
ma credo che il messaggio ultimo dell'episodio fosse: i precetti religiosi non sono comandamenti vuoti, che trovano giustificazione nella loro stessa perentorietà. Si tratta forse, invece, delle leggi (quindi costrizioni) meno dannose per la nostra felicità. Tutto ciò che è altro, può potenzialmente annientarci, se gli affidiamo la nostra fede. Ed è questo , forse, il significato più profondo del comandamento: posto che l'uomo ha necessità di avere fede in qualcosa, se vuoi essere libero, non avrai altro Dio all'infuori di me. Trovo che sia piuttosto profonda, come riflessione.
Ti amo


...​

Comunque, io, più mi faccio grandicello, più mi convinco che scienza e tecnologia siano un pò lo sfiatatoio o il colon del pensiero umano. Ne esce solo ciò che è già, in qualche modo, "morto", dato, perfectum: utilissimi e fondamentali punti terminali.
 

Zefiro

da sudovest
gli ingegneri di Asimov

Dall’uomo a immagine e somiglianza di Dio (Genesi) all’imitazione tecnologica di Dio. Si, è esattamente qui si pone il vertice del complesso di Frankenstein, il suo culmine, la sua inevitabile conclusione, quello che forse la nostra Mary sin da allora, più o meno consciamente paventava. Mi sono già espresso in proposito. Non c’è speranza se non negli ingegneri asimovianamente intesi. A dire: noi e le nostre assunzioni di responsabilità la nostra propensione alla fatica e al rischio.

Sul congiuntivo suggerisco anche una sbirciatina ad un vecchissimo 3D (il congiuntivo, da che parte state?) che sta infilato in qualche piega del forum. Così, per farsi un’idea, non sempre incoraggiante in verità, come il non ascoltarlo nel day by day del resto.
Ah! Dimenticavo. Gli ingegneri di Asimov il congiuntivo lo usano regolarmente e senza sbagliarlo quasi mai. C’è di che sperare. Forse.

Non per altro: a riporre i propri più reconditi desideri e speranze nel frullatore e ad adorare un tostapane c’è di che sentirsi ridicoli. ‘Aridatece i dieci comandamenti a questo punto. Ed ammazziamo i Nomadi che cantavano Dio è morto. La scenografia se non altro era migliore. E fors’anche qualcos’altro.

Perché mai dovremmo dimenticare (anzi scordare…) anche di fronte ai più mirabili (perché sono davvero mirabili!) frutti dell’ingegno umano che, sostanzialmente sempre di un tostapane si tratta, e come tale andrebbe guardato. Qualcosa di funzionale all’umano e non viceversa. Per arrivare al top, che so, le più mirabolanti imprese spaziali soddisfano l’esigenza tutta umana di valicare le colonne d’Ercole. Nessuno mi toglie dalla testa che il sugo vero della questione sta nel desiderio di valicarle ancor di più che nell’atto stesso del farlo capacità che, già da sola stupisce immensamente.

Per questo mi piacciono così tanto gli ingegneri di Asimov, e le loro tre leggi della robotica. I loro fantastici robot positronici non erano dei feticci da adorare, dei nuovi dei, ma delle macchine per nostra utilità. Tenere presente il fine e progettare di conseguenza.

Per questo mi piace assai quando, nel vivere, accade di imbattermi in qualcuno di loro. Mi son simpatici, provano a ragionarci sulle cose e fanno sempre un sacco di domande.

Per dirla con Calvino, (che in realtà voleva dire molto altro ancora, lo sto utilizando in questo contesto a mio uso e consumo):

“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n'è uno, è quello che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno e farlo durare e dargli spazio".


PS copio incollo qui sotto un link che mi ha passato la nostra cercatrice somma, Luisa. Mi sembra una utilissima lettura e mi piace condividerla:

http://www.mondodigitale.net/Rivista/05_numero_tre/Longo_p._5-18.pdf
 
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Nikki

New member
Dichiarazioni del Kieslowski:
"Tutto è nato da un singolo film, quello che oggi il quinto episodio, che allora s'intitolava Breve film sull'uccidere. Piesiewcz, lo sceneggiatore con cui lavoro, aveva visto in un museo di Varsavia una tavola del trecento, divisa in dieci parti, dove l'artista aveva rappresentato i Dieci Comandamenti. Da lì venne l'idea di un ciclo che comprendesse dieci episodi legati ciascuno a uno dei precetti...

E' un tema sempre valido, soprattutto al giorno d'oggi. In un'epoca di decadenza, vale la pena un ritorno alle basi. E una riflessione sui Dieci Comandamenti è sempre utile. Esistono da seimila anni, ma non li vedo come la legge fondamentale della religione ebraico-cristiana. Per me sono dieci frasi ben scritte, delle indicazioni, norme morali che cercano di regolare i rapporti fra la gente. Nessuno li ha mai posti in discussione, ciononostante da migliaia di anni ogni giorno, nuovamente li infrangiamo... Il problema non è che oggi ci comportiamo particolarmente male, bensì che non sappiamo cosa dobbiamo fare. I criteri di giudizio vengono meno e non si è più sicuri di ciò che è bene e di ciò che è male, di come si deve vivere. Continuamente ci si pone da capo queste domande, ma la nostra fiducia nelle risposte degli altri diminuisce costantemente. Io ho voluto mostrare che i problemi veri sono sempre dentro di noi: ogni scelta che compiamo, ogni giorno, è dettata dal male minore. Così abbiamo contrapposto ai comandamenti, così semplici e univoci, le situazioni confuse, opprimenti di cui è costituita la nostra vita. Gli episodi sono costruiti su una tensione che monta pian piano, oltrepassa un dato limite, poi si acquieta...
"
 
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non so se continuare a spiegarti quello che sto cercando di dire o chiederti di passarmi la roba che fumi :mrgreen:

E se passate anche a me un po' di quella roba.....? :mrgreen:
Mi sono persa già durante la prima pagina.....:??

Domani ci riprovo a legermi con calma tutto, ma non mi illudo.... :roll:
Ditemi almenno che lingua usate... o qualche indizio.... :ARR
 

Nikki

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aò ragazze! che dobbiamo mettere l'icona di google translator nel pannello di controllo? :W



fabiooooooooooooooooo!
 

alexyr

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l'innovazione tecnologica ha senso se ci semplifica la vita. (l'avrà già detto qualcuno) e se davvero genera un beneficio, una risposta a una vera domanda, altrimenti brucia come un fuoco di paglia (vedi il tamagochi, il programma per la scrittura vocale (che ha applicazioni di nicchia serissime, ma non a quelle mi rivolgo)...)

in altri casi il bisogno intercettato è giusto, ma la risposta non è la migliore e poi viene surclassata da altri oggetti meglio rispondenti: il DVB_H di 3 permetteva di vedere la TV sul cellulare, ma lIphone è meglio, l'alicia de longhi permette di avere automaticamente un ottimo caffé, ma la Nespresso è meglio...)

altri invece sono dei colpi di genio (ma MAI comprare la prima release:D) : l'aspirapolvere roomba, l'iphone 3gs, la lavatrice aqualtis...
 

asiul

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l'innovazione tecnologica ha senso se ci semplifica la vita. (l'avrà già detto qualcuno) e se davvero genera un beneficio, una risposta a una vera domanda, altrimenti brucia come un fuoco di paglia (vedi il tamagochi, il programma per la scrittura vocale (che ha applicazioni di nicchia serissime, ma non a quelle mi rivolgo)...

Il Tamagotchi non m'è mai piaciuto, ma anche un gioco può semplificarci la vita. :wink:
 

Nikki

New member
la lavatrice aqualtis...

questa mi interessa... che cosa ha di geniale? :ad:


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Da La misura del mondo (Kehlmann)
" Restituì ad Alexander il libro che le aveva regalato, L'uomo macchina di La Mettrie. Intonso. E' stato messo al bando, è un abominevole pamphlet! Non ho nemmeno il coraggio di aprirlo.
Che peccato, disse il fratello minore al maggiore. E' un libro notevole. L'autore afferma con convinzione che l'uomo è solo una macchina, un meccanismo automatico di pregiata fattura.
Senz'anima, rispose il fratello maggiore.
Passeggiavano nel parco del castello; un sottile strato di neve rivestiva gli alberi spogli.
No, ribattè Alexander. Con l'anima. Con delle intuizioni e un senso poetico per la lontananza e la bellezza. Ma quest'anima è solo una parte, anche se è la più complessa del congegno. Si chiedeva se le cose non fossero esattamente così.
Tutti gli uomini sono delle macchine? Forse non tutti, disse il più piccolo in tono riflessivo. Noi però sì."

A volte credo che la paura di guardarci dentro sia fondata.
 
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alexyr

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questa mi interessa... che cosa ha di geniale? :ad:


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L'aqualtis a parte che è classe AAA,è silenziosissima, usa meno acqua e le carichi in un colpo solo un fustino di detersivo e una bottiglia di ammorbidente e poi tu devi solo ricordarti di caricare i panni.. inoltre, ha il cestello più comodo ... è una meraviglia lavante...
 

asiul

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Beh! Forse la curiosità dovrebbe trasformarsi in un dovere verso noi stessi. Siamo anche noi degli oggetti tecnologici. E ci distinguiamo dalle macchine per il contenuto del nostro involucro. Abbiamo la capacità di guardarci dentro. Questa dovrebbe essere una fortuna da non temere.

Quando e/o se saremo dei Cyborg quello di guardarci dentro sarà l'unico modo per riconoscerci.
 

alexyr

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Beh! Forse la curiosità dovrebbe trasformarsi in un dovere verso noi stessi. Siamo anche noi degli oggetti tecnologici. E ci distinguiamo dalle macchine per il contenuto del nostro involucro. Abbiamo la capacità di guardarci dentro. Questa dovrebbe essere una fortuna da non temere.

Quando e/o se saremo dei Cyborg quello di guardarci dentro sarà l'unico modo per riconoscerci.

curiosamente, oggi il corriere on line apre con un titolone sulla prima cellula sintentica, dal DNA all'apparato di golgi. L'idea in effetti mi infastidisce come unghie sulla lavagna
 
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