uomini liberi oppure no?

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Questa questione del matrimonio per i prelati è tanto annosa quanto superflua; ovviamente improvvise fuoriuscite mediatiche commiste a sillogismi (dell'amarezza? Magari!) male impostati, hanno effetto fuorviante. I preti sono uomini, e allora? Proprio il loro esser uomini [a detta di Rousseau si nasce pure due volte..] li mette di fronte alla possibilità della scelta: cattolico e celibe, o coniugato ma d'altra professione religiosa. In altre parole, la loro investitura a ministri del Cielo è della forma del contratto, sanno perfettamente quali siano le condizioni al momento della stipula. Sono grandi abbastanza per rifiutarsi, per aderire ad altro, o non aderire a niente. Poi, si sa, il cum-tratto è sempre bilaterale.

Noto solo una splendida contraddizione: è stato detto con convinta pervicacia l'oltretevere non debba mai e in nessun caso ingerirsi nelle faccende dei nostri governi. Si dia pure per veritiera questa affermazione, e si spieghi allora cosa questa campagna anti-celibato rappresenti nei confronti della Chiesa. Dunque, un manipolo di vecchi imbecilli non deve interpolarsi nei Parlamenti di altri Stati sovrani, ma altri Stati sovrani possono farlo verso la Santa sede, che è pure lei uno Stato sovrano? La cosa, in tutta e comica sincerità, mi pare contraddittoria.
 

Psico Tipa

Re - Member
premessa: concordo pienamente sul fatto che non spetta a noi cambiare una religione o semplicemente scegliere quali delle sue regole seguire e quali no. La maggior parte degli italiani si definisce cattolico non praticante, il che significa in poche parole: "mi accodo senza convinzione" forse perchè battezzati quando ancora non si sa neanche parlare, forse perchè a scuola c'è l'ora di religione etc etc...

Io non sono credente, e la mia opinione sul celibato dei preti è drastica: è na cazzata!
Non sto qui a dire che dovrebbe essere cambiata, perchè non facendo parte della chiesa, neanche come fedele, non ne ho nessun diritto, nè mi interessa cambiare qualcosa che non mi appartiene....
ma il fatto che Gesù Cristo fosse celibe non credo abbia influito molto sulla sua dottrina, pertanto non vedo perchè debba essere un requisito fondamentale per divenire suo rappresentante in terra. Aveva anche i capelli lunghi, e la barba, era figlio di un falegname, e tanti altri dettagli che per quanto ne so hanno la stessa valenza del suo celibato...

Farò la parte della malpensante: e se per caso l'obbligo al celibato fosse uno stratagemma per mantenere il patrimonio economico di ogni singolo prete nelle mani della chiesa, e non andasse perduto in eredità a figli e famiglia? :OO

p.s. "se un uomo vuole fare il prete e al contempo avere una famiglia dovrebbe fare il pastore protestante".... mmmm...
è tutta qui la differenza tra la religione cattolica e quella protestante?
 

Sir

New member
Farò la parte della malpensante: e se per caso l'obbligo al celibato fosse uno stratagemma per mantenere il patrimonio economico di ogni singolo prete nelle mani della chiesa, e non andasse perduto in eredità a figli e famiglia? :OO

Beh, non si tratta mica di "malpensare", è un'evidenza storica sotto gli occhi di tutti. La realtà dei fatti è certamente troppo complessa per essere ridotta ad una frase, ma nella tua c'è ovviamente del vero.
Tra i vari provvedimenti della Riforma sotto Gregorio VII, quella che ha dato alla Chiesa buona parte della sua impronta politica, c'era anche un giro di vite nei confronti di tutti quei vescovi che mettevano tranquillamente su famiglia agendo da signori feudali, in indipendenza dalla sede papale; furono riportati all'ovile e rimase in uso il solo concubinato, favorendo il potere, anche economico, della Santa Sede. Non a caso, un altro noto provvedimento riguardò una maggiore efficacia nella riscossione dei tributi.

Questo, comunque, è un meccanismo istituzionale che poco ha a che fare con il principio, comprensibile, secondo il quale i rappresentanti di Gesù debbano essere celibi così come lo era lui. E' un'idea ben più antica della politicizzazione della Chiesa, ne troviamo ampie tracce già nelle lettere di Paolo.
 

Zefiro

da sudovest
Uhm... l'obbligo di celibato e, aggiungo, castità, in realtà retrodatano di parecchio rispetto al potere temporale... Entrambi vengono ben prima.

Se il riferimento è ad epoca medievale, funzionava all’incirca così. Il “grosso” dei beni di famiglia passava per la linea del primogenito ed in questo modo se ne serbava la integrità nell’ambito della gens. L’approccio di reclutamento della chiesa cattolica era in realtà era numerico: prendo tutto, ricchi e poveri. Innumerevoli le edificanti storielle (queste fino a tempi recenti) del ragazzo sveglio e di capacità, tipicamente messo a fuoco dal locale parroco, per il quale si proponeva alla famiglia (povera) di farlo studiare diventar prete. Diverso il rapporto con le famiglie nobili o semplicemente abbienti, alle quali era esplicitamente richiesto invece, ove ci fosse intenzione di far entrare un proprio rampollo nel clero, di accompagnarlo a cospicua “dote”. Tu famiglia entri a far parte e ti crei un link mediante un tuo membro in una struttura potente e per questo paghi me, che con quelle ricchezze accresco il mio potere, mantengo la mia struttura, ci faccio studiare e mantengo anche chi tale dote non ha oltre a varie opere di bene. Questa più o meno la logica che regolava i rapporti tra le strutture sociali, politiche e di potere in essere al tempo: la nobiltà (e in epoca più tarda la borghesia e le classi artigiane più abbienti) ed il clero. L’approccio era applicato erga omnes senza distinzione di genere a uomini e donne.

Il giochino funzionava anche dal punto di vista personale. In questo modo intere schiere di secondogeniti, terzogeniti etc, altrimenti condannati alla sbiadita vita di cadetti all’ombra del maggiore, accedevano a ricchezze che sarebbero altrimenti state loro precluse. Clamoroso da questo punto di vista il caso dei templari, ordine formato nella sua classe dirigente, interamente da secondogeniti ricchissimi, essendo la dote di ingresso all’ordine richiesta particolarmente costosa. In questo modo molte donne potevano metter mano su un capitale “loro” sul quale costruire la loro carriera; in caso di matrimonio infatti il quantum entrava a far parte dei beni della famiglia di accoglienza.

In tempi moderni, con la leggi in vigore in merito agli assi ereditari in cui vengono fissate le percentuali di legge con cui ridistribuire i beni del caro estinto, le logiche di un tempo non sono più applicabili e, giustamente, ad ogni cambio di generazione, nell’ambito di una famiglia tutti vengono rimessi, grossomodo, sullo stesso piano.

La chiesa si è adeguata ai tempi naturalmente, e, qui in Italia per esempio, il grosso del finanziamento avviene col meccanismo dell’8 per mille, per il quale però, è necessaria una firma sul 730 ogni anno. Per quanto ne so al momento attuale il reclutamento del clero avviene per grandi numeri prevalentemente nelle aree del terzo mondo, creando meccanismi dove probabilmente, nel caso economics e non di vera vocazione si parli, il fenomeno dell’interesse del singolo è predominante su quello della struttura.

Io che sono il più maligno dei maligni, avendo in mente la tradizionale e millenaria scaltrezza ecclesiastica, mi sarei aspettato in verità una abile giravolta, ovviamente teologicamente supportata da innumerevoli passi delle scritture, non dico di struttura, ma almeno la fondazione un qualche ordine per esempio che avesse come vocazione e conseguente regola (che ne so?) per i suoi membri di sposare solo ed esclusivamente ricchissime ereditiere con il nobilissimo scopo, ovviamente, di redimerle da una vita altrimenti debosciata e fatta di inaccettabile lascivia.

Si insiste invece con la storia del celibato, il che confesso mi lascia perplesso assai e, forse, lascia intuire qualcosa di più sostanziale e profondo. Per inciso, per la economica convenienza sarebbe stato sufficiente il semplice celibato, senza obbligo di castità in sovrappiù.

Del resto ho difficoltà a mettere sullo stesso piano il farsi crescere la barba con il celibato e la castità. Non lo fa la chiesa: i preti hanno l’obbligo del celibato e della castità, ma credo possano farsi crescere la barba se lo vogliono, a meno probabilmente di regole specifiche di questo o quell’ordine. Né lo farei io. Se mi fosse stato posto l’aut aut o vivi in castità o ti fai crescere la barba, sospetto che avrei rottamato da un bel pezzo il mio Braun.
 
Ultima modifica:
La discussione s’è sviluppata moltissimo, mi piacerebbe aggiungere alcuni commenti.
Stellonzola dice che il celibato è un dogma, è un errore. Non sto qui a spiegare cosa sia un dogma, è facile trovarlo su internet. Il celibato è una tradizione della Chiesa Cattolica, tra l’altro non di tutta la Chiesa Universale. E’ una tradizione codificata attraverso alcuni Concili: Lateranense I e Trento. Ultimamente Giovanni Paolo II ha precisato (a parole) che il celibato non è una legge di Cristo, tuttavia nei fatti ha reso quasi impossibile venir meno al celibato da parte dei preti.
Mame il tuo sillogismo è sbagliato nella conclusione. I sacerdoti cattolici si sposano, dipende dal Rito. I sacerdoti cattolici di rito bizantino si sposano, nel Meridione d’Italia ciò avviene in alcune Eparchie.
Mizar ho delle difficoltà a ritrovarmi completamente nel tuo ragionamento. Primo perché la stessa Carta Costituzionale prevede che io parlamentare debba esercitare le mie funzioni senza vincolo di mandato. E poi vorrei farti un esempio concreto, se io parlamentare cattolico, eletto da cattolici avessi un figlio disabile, che grazie a studi sulle staminali avesse la possibilità di essere curato, nel momento in cui il Parlamento dovrebbe approvare una legge che permettesse tali studi e oltretevere mi dicessero di votare contro io cosa dovrei fare. Non avrei dubbi, con buona pace di Bertone e Fisichella.
Kiachan, riguardo a quello che tu dici bisognerebbe fare un distinguo tra diocesani e religiosi. I religiosi seguono una certa mobilità, triennale, quinquennale etc, i diocesani a norma del can. 522 “ad tempum indefinitum nominetur” sono nominati per un tempo indefinito. Solo ultimamente la CEI (D. 17, 1984) ha stabilito che in alcuni casi il Vescovo può nominare i parroci “ad certum tempus” e quel certum equivale a nove anni.
D=i, la questione del celibato non è stata affrontata solo da “Stati esteri”, ma vi sono autorevoli esponenti della stessa Chiesa che chiedono una discussione senza preconcetti su questo argomento. Ultimo il cardinale di Vienna, il domenicano Christof Schonborn. Da chiarire che il Primate d’Austria non ha messo in discussione il celibato, ma vorrebbe una riflessione seria sul problema, non di poco conto (in Africa si parla di 2 preti su 3 con concubine, in Brasile 1 su 2) dei preti “sposati”.
Psico-tipa, la differenza tra Chiese Protestanti (ho usato volutamente il plurale) e Chiesa Cattolica non è riconducibile al celibato dei sacerdoti, dato anche l’esistenza di preti sposati nella Chiesa di Roma. Uno dei tanti problemi che ormai ci differenziano dalla galassia protestante è il Primato Pontificio, il sacramento del matrimonio, il sacramento dell’Ordine etc.
Zefiro, il meccanismo dell’8per mille è alquanto perverso, perché se è pur vero che bisogna mettere la firma sulla dichiarazione per destinarlo direttamente alla Chiesa, se quella firma non la metti, oltre il 70% del tuo 8x1000 andrà, in base a ripartizioni successive, sempre alla Chiesa Cattolica. L’8X1000 sta facendo più danni che benefici. Gestire un miliardo di euro all’anno ti fa perdere di vista la tua vocazione per i poveri e i diseredati.
 

mame

The Fool on the Hill
Mame il tuo sillogismo è sbagliato nella conclusione. I sacerdoti cattolici si sposano, dipende dal Rito. I sacerdoti cattolici di rito bizantino si sposano, nel Meridione d’Italia ciò avviene in alcune Eparchie.

Non ero andata nel dettaglio. Converrai che il rito bizantino non è la nostra quotidianità e soprattutto io non ho le conoscenze che hai tu in questo campo (infatti auspicavo un tuo intervento molto più competente). Le mie conoscenze si basano su quanto appreso ai tempi delle scuole elementari dalle suore. E credo ci fosse anche tanta "superstizione", intendendo con questo quella sorta di velato terrore che voleva evitare lo sgarro alle regole. Come dirci che chi guardava il quadro della Madonna dei sette veli diventava cieco. Non ho mai approfondito se fatti del genere si siano effettivamente verificati....
 

asiul

New member
Ho l'impressione che di "tradizione" nella chiesa sia rimasto ben poco. L'idea che il celibato sia vietato per rappresentare Gesù in terra (per me) è un'idea tutta di coloro che ancora possono considerarsi fedeli.

La chiesa è probabilmente diventata una vera e propria industria che oltre all'8 per mille, ricavato dall'accordo del 1985, gestisce un patrimonio che prende il grosso del suo sostentamento finanziario dalla gestione del patrimonio immobiliare.

( Rafforzo ciò che ha già detto Baldassarre aggiungendo che...) Quanto al finanziamento derivante solo dall' IRPEF dei lavoratori dipendenti e pensionati, vige un sistema detto “proiettivo”. Chi decide lo fa per tutto il resto dei cittadini. In sostanza chi firma l’opzione decide per tutti coloro che non scelgono quell’opzione (circa il 60% degli italiani). La loro parte viene ridistribuita proporzionalmente tra tutti i soggetti. In questo modo la CEI si trova a ricevere circa il 90 % dell’8 per mille, firma o non firma. E solo il 20-25% di queste somme vanno ad opere di carità.*

Ora, francamente mi sembra improbabile che il nocciolo della questione “celibato” sia dovuta ad un’esigenza di rispetto del culto. Se così fosse, comunque ne avrebbero tutto il diritto. Il “giochino” l’hanno inventato loro e le regole se le gestiscono come meglio credono spetta a chi vuol far parte del meccanismo scegliere prima di entrarci.

È mia personalissima opinione che il celibato non modifichi l’operato del prete, anzi forse lo rafforzerebbe.

Detto ciò, penso sia solo compito della chiesa decidere, almeno su questo. Prima però dovrebbe fare un’azione di “pulizia” all’interno del clero perché dagli ultimi fatti sembra che probabilmente certi prelati abbiano altri “interessi” che si discostano molto dal celibato.



*dati tratti dalla puntata di Report “il boccone del prete”
 
Convengo con te Mame! Anche se a Casalvecchio c'è una comunità Arbereshe, che ho conosciuto lustri fa attraverso un amico sacerdote.

Penso che tu abbia ragione Asiul, il problema del celibato è una questione interna alla Chiesa, riguardo all'altro problema l'ex Prefetto lo sta affrontando nel migliore dei modi, a chi gli rimprovera i ritardi, vorrei ricordare che qualche anno fa non comandava lui.

Queste sono le parole di Ratzinger nella via Crucis del 2005, di lì a poco sarebbe diventato Papa e finalmente avrebbe aperto gli armadi per buttare a mare gli scheletri che vi giacevano (Padre Maciel docet, erano 40 anni che arrivavano denunce sul fondatore dei Legionari di Cristo, ma purtroppo la sua amicizia con il Pontefice era più forte di qualsiasi circoscritta denuncia).

“Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce?...A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra!...Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare...La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!.."
 

Mizar

Alfaheimr
Mizar ho delle difficoltà a ritrovarmi completamente nel tuo ragionamento. Primo perché la stessa Carta Costituzionale prevede che io parlamentare debba esercitare le mie funzioni senza vincolo di mandato. E poi vorrei farti un esempio concreto, se io parlamentare cattolico, eletto da cattolici avessi un figlio disabile, che grazie a studi sulle staminali avesse la possibilità di essere curato, nel momento in cui il Parlamento dovrebbe approvare una legge che permettesse tali studi e oltretevere mi dicessero di votare contro io cosa dovrei fare. Non avrei dubbi, con buona pace di Bertone e Fisichella.
Ma infatti il vincolo di mandato non c'entra nulla. Ma proprio nulla nulla nulla :mrgreen:
Il mio era un esempio, una prospettazione, una visione per mostrare alla interlocutrice la possibile altra angolazione. L'argomento del figlio disabile è pretestuoso (oltre che "un pò" strumentale e pietista :mrgreen:*). Il mio riferimento era al momento di calcificazione (di formazione) della volontà - non certo a quello successivo (cosa che si evincerebbe - erroneamente - dalla tua risposta) di un dover essere del voto.
C'è una differenza; e non di poco conto.L'intento era semplicemente di dire che un rappresentante può e deve seguire la propria coscienza - libero nel dovere; inoltre sarebbe opportuno, simpatico, felice [:W] egli non vada raggirando i propri elettori prendendo posizioni (ex post) in palese contrasto con le sue espresse (ex antea) opinioni. Quest'ultima questione è politica...non di legittimità. Mi rendo conto quì in Italia sia difficile portare avanti un discorso di pulizia ed opportunità e bontà dell'agire rappresentativo nelle due Camere...ma tant'è.


Zefiro, il meccanismo dell’8per mille è alquanto perverso, perché se è pur vero che bisogna mettere la firma sulla dichiarazione per destinarlo direttamente alla Chiesa, se quella firma non la metti, oltre il 70% del tuo 8x1000 andrà, in base a ripartizioni successive, sempre alla Chiesa Cattolica. L’8X1000 sta facendo più danni che benefici. Gestire un miliardo di euro all’anno ti fa perdere di vista la tua vocazione per i poveri e i diseredati.
Perverso o meno, è giusto che sia così. E' un meccanismo proporzionalistico. Tra l'altro, per nostra somma fortuna, in Italia, non può esistere obiezione fiscale: ergo, ci si rassegni.

Se non si è d'accordo con il marchingegno, si può sempre fare come i Valdesi :mrgreen:


al finanziamento derivante solo dall' IRPEF dei lavoratori dipendenti e pensionati, vige un sistema detto “proiettivo”. Chi decide lo fa per tutto il resto dei cittadini. In sostanza chi firma l’opzione decide per tutti coloro che non scelgono quell’opzione (circa il 60% degli italiani). La loro parte viene ridistribuita proporzionalmente tra tutti i soggetti. In questo modo la CEI si trova a ricevere circa il 90 % dell’8 per mille, firma o non firma. E solo il 20-25% di queste somme vanno ad opere di carità.*

Ripeto: è giusto sia così. Se non scegli alcuna opzione son problemi tuoi...:mrgreen:
Che poi il 20 o il 30 o il 90 vada ad opere di carità...son questioni di cui deve occuparsi la Congregazione: ciò, non perché lo scriva Mizar, bensì in quanto è la legge italiana a prevederlo (47...).




*Personalmete, conosco un rappresentante eletto di gran fede il quale è solito votare costantemente nel senso opposto a quello definito 'cristiano'.
 
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Mizar

Alfaheimr
“Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce?...A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra!...Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare...La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!.."

Meno male che lo pensa anche lui :W
 

Zefiro

da sudovest
(...) Zefiro, il meccanismo dell’8per mille è alquanto perverso, perché se è pur vero che bisogna mettere la firma sulla dichiarazione per destinarlo direttamente alla Chiesa, se quella firma non la metti, oltre il 70% del tuo 8x1000 andrà, in base a ripartizioni successive, sempre alla Chiesa Cattolica. L’8X1000 sta facendo più danni che benefici. Gestire un miliardo di euro all’anno ti fa perdere di vista la tua vocazione per i poveri e i diseredati.

Uh! Volevo ben dire. Una ricca ereditiera si trova sempre. Sarei davvero stato stupito del contrario. Brutta cosa l’ignoranza. Come funziona esattamente il meccanismo Baldassarre? Quando metto una firma sul 730, e dico 1 Euro, che giro fanno quei soldi? A chi vanno in che percentuale ed in base a quale norma? Se ti va di perderci due minuti naturalmente a scriverlo, mi informerò di mio comunque che ora mi hai messo in curiosità.

Il che non inficia ovviamente il succo di quel che volevo dire. E cioè che legare l’obbligo del celibato all’accumulo mi sembra sicuramente storicamente inesatto da un lato e perlomeno ingeneroso dall’altro

A parte le generiche informazioni o letture che tutti possiamo aver fatto, mi è capitato talvolta di discutere questa storia di celibato e della castità con chi ci crede davvero. Non l’ho capita fino in fondo in verità, e quindi non è che mi abbia convinto molto. Abbastanza comunque da intuire che non di una c***ta si tratta ma di qualcosa che si innesta molto profondamente in tematiche complesse, di profonde scelte personali, di educazione alla rinuncia a sé.. e non mi addentro oltre che rischio d’esser quantomeno impreciso. Non di economics insomma si tratta al fondo, mi di altro. Almeno questo l’ho capito bene.
 
Ultima modifica:
Probabilmente ho capito male Mizar! Dal tuo post precedente m'era sembrato di evincere un vincolo di mandato disatteso da parte del parlamentare eletto. Se non era tua intenzione, chiedo venia per l'errore.
L'esempio del figlio disabile non è né pietista né tanto meno pretestuoso, capita più spesso di quanto tu possa immaginare. Lo stesso Silvio in ottemperanza del suo ruolo di Defensor Catholicorum non ha esitato a fare un decreto per salvare Eluana Englaro e invece dopo aver scoperto che Veronica aspettava un figlio disabile è ricorso all'aborto terapeutico. Creando così una discrepanza tra ciò che il suo elettorato si sarebbe aspettato e ciò che invece è avvenuto.
Mi trovi d'accordo invece sulla questione politica delle scelte del parlamentare in questione. In un paese normale ogni sua decisione verrebbe vagliata dai suoi elettori, da noi giocoforza gli elettori fin quando ci sarà questa legge elettorale contano davvero meno di zero.
L'8x1000 non è affatto giusto. Ma non lo dico io, a me personalmente non può che far comodo questa mega entrata della Chiesa Cattolica, lo affermano a più voci gli operatori ecclesiastici (sacerdoti, economi, diaconi etc.), coloro che affollano sempre più spesso i corsi di Gestione Amministrazione e Controllo dei Beni Ecclesiastici. La prima frase di questo corso d'alta formazione è: Eliminate l'8x1000, prima o poi scomparirà e ragionate su ciò che avete senza entrate extra.
Non solo i valdesi, ma anche le altre confessioni religiose che partecipano alla spartizione destinano tutte le risorse ricevute dallo Stato a opere di bene. Purtroppo solo le confessioni religiose possono partecipare alla spartizione.

Zefiro, ti rimando al post di Asiul, credo sia molto chiaro su come vengono ripartite successivamente le somme. C'è un cosiddetto sistema "proiettivo".
 

Zefiro

da sudovest
Zefiro, ti rimando al post di Asiul, credo sia molto chiaro su come vengono ripartite successivamente le somme. C'è un cosiddetto sistema "proiettivo".

L'ho letto ma non l'ho capito. Luisa mi spieghi meglio se ti va? Anche in pvt se vuoi che siamo in OT. Oppure qui se preferisci che magari può interessare altri, anche se in OT...boh! Fai tu...
 

asiul

New member
Questa volta direi di essere OT, come tu dici, potrebbe interessare, ma se non dovesse esserti chiaro qualcosa possiamo riparlarne anche in pvt.

Il meccanismo, detto Proiettivo, consente a pochi (coloro che decidono di devolvere l’8 per mille alla Chiesa) di determinare (anche se indirettamente) le sorti del restante 8 per mille di chi decide di non firmare. Secondo i dati sono circa il 60% degli italiani.
La somma è spartita fra i soggetti che ne hanno fatto richiesta. La Cei si prende il 90% del totale e lo utilizza in questo modo: un 20% per le opere di carità, un 35% per il sostentamento del clero e il 45% per le esigenze di culto.

Dai dati della Conferenza episcopale italiana nel 2010 la Chiesa cattolica ha ricevuto dall’8 per mille circa oltre un miliardo di euro. Per l’esattezza “1.067.032.535,28 euro, di cui 90.021.557,725 sono a titolo di conguaglio per l’anno 2007 mentre 977.010.978,03 sono stati elargiti a titolo di anticipo dell’anno 2010.(…) La Cei ha inoltre reso noto la ripartizione della somma per il 2010. Oltre 450 milioni di euro sono stati destinati alle esigenze di culto e pastorale, quasi 230 milioni di euro sono stati devoluti ad interventi caritativi e 357 milioni di euro sono stati destinati al sostentamento del clero. Altri 30 milioni di euro sono stati invece accantonati a futura destinazione per culto, pastorale e carità.” ( da Il Giornalettismo)
.

La legge n. 222 del 20 maggio 1985 ( ex art.47) e succ. decreti, è stata varata dopo la firma del concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede. I firmatari furono, da una parte, Bettino Craxi e dall’altra Agostino Casaroli segretario di Stato Vaticano. Materialmente legge e concordato furono scritti dal Cardinale Attilio Nicola e dal professor Francesco Margiotta Broglio. All’interno della Commissione dell’8 per mille c’era anche Tremonti che pare si occupò del calcolo affidato all' Anagrafe Tributaria (Agenzia delle Entrate)
Prima di tale accordo lo Stato pagava la Congrua, uno stipendi fisso, ai preti.

In sintesi, Zefiro, firmando o no per devolvere l’8 per mille del tuo IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) alla Chiesa, i tuoi soldi vanno alla tua scelta ovvero a chi ne ha fatto richiesta. Solo che, in mancanza di firma, il 90% del totale non assegnato secondo preferenza va comunque alla Chiesa.

Ci saranno due situazioni:
A; che ha firmato per una qualsiasi associazione o Stato vedrà il sul 8 per mille finire nelle mani della sua scelta.
B; che ha firmato per la Chiesa e C che non ha posto alcuna firma vedranno il loro 8 per mille finire, il primo totalmente alla Cei, il secondo un 90% alla Cei ed il restante 10% a chi ne ha fatto richiesta (Stato, Associazioni e così via)
 
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asiul

New member
Ripeto: è giusto sia così. Se non scegli alcuna opzione son problemi tuoi...:mrgreen:
Che poi il 20 o il 30 o il 90 vada ad opere di carità...son questioni di cui deve occuparsi la Congregazione: ciò, non perché lo scriva Mizar, bensì in quanto è la legge italiana a prevederlo (47...).

Francamente come occupino il 20% non mi interessa, ne cosa facciano del resto. La mia era solo una precisazione. Dal momento che c'è la Legge non fanno altro che "goderne".
Quanto alle im-probabili questioni etiche o meglio "ipocrite" ci sarebbe di che parlare, ma non partirei certo da qui e tanto meno dalla Chiesa ( e non perché lo scriva lo 'Zar :wink:)
 
Ho sotto mano il libro di C. Maltese: La Questua....
se volete, vi posso postare alcuni dati, ciò riguardo l'otto per mille, ciò l'Ici, ed altre cifre che lo Stato passa ogn'anno alla "Chiesa"....oltre le stime dei beni immobiliari di essa....ecc, ecc.... :wink:
Le cifre sono da p-a-u-r-a.... :paura::paura::paura:
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
la questione del celibato non è stata affrontata solo da “Stati esteri”, ma vi sono autorevoli esponenti della stessa Chiesa che chiedono una discussione senza preconcetti su questo argomento. Ultimo il cardinale di Vienna, il domenicano Christof Schonborn. Da chiarire che il Primate d’Austria non ha messo in discussione il celibato, ma vorrebbe una riflessione seria sul problema, non di poco conto (in Africa si parla di 2 preti su 3 con concubine, in Brasile 1 su 2) dei preti “sposati”.

No, per carità, era solo un giochino; una semplice questione formale, la mia.

Che il Vaticano risolva i suoi problemi etici in santa pace :)mrgreen:), non attiene a me giudicare, né tanto meno al mio Paese.
 

Zefiro

da sudovest
Precisissima e completa! Thanks Luisa, chiarissimo adesso :)
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chiudo OT :wink:
 

mame

The Fool on the Hill
Per qualche strano motivo siamo passati dal celibato ai soldi. Io di economia non m'intendo granché, ma mi sembra che anche solo la manutenzione di una chiesa non debba costare poco. Il Vaticano è uno Stato a tutti gli effetti. Non mi sembra così curioso che tragga profitto da beni immobiliari. Di qualcosa dovrà pur campare. Non mi sembra che usare i soldi per mantenersi o per offrire ai fedeli chiese agibili e pulite sia una bizzarria. Se poi ci sono illeciti, si portino le prove e li si condanni. Ma puntare il dito perché hanno un reddito mi pare velleità da contestatori purché sia.
 
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