Uhm... l'obbligo di celibato e, aggiungo, castità, in realtà retrodatano di parecchio rispetto al potere temporale... Entrambi vengono ben prima.
Se il riferimento è ad epoca medievale, funzionava all’incirca così. Il “grosso” dei beni di famiglia passava per la linea del primogenito ed in questo modo se ne serbava la integrità nell’ambito della gens. L’approccio di reclutamento della chiesa cattolica era in realtà era numerico: prendo tutto, ricchi e poveri. Innumerevoli le edificanti storielle (queste fino a tempi recenti) del ragazzo sveglio e di capacità, tipicamente messo a fuoco dal locale parroco, per il quale si proponeva alla famiglia (povera) di farlo studiare diventar prete. Diverso il rapporto con le famiglie nobili o semplicemente abbienti, alle quali era esplicitamente richiesto invece, ove ci fosse intenzione di far entrare un proprio rampollo nel clero, di accompagnarlo a cospicua “dote”. Tu famiglia entri a far parte e ti crei un link mediante un tuo membro in una struttura potente e per questo paghi me, che con quelle ricchezze accresco il mio potere, mantengo la mia struttura, ci faccio studiare e mantengo anche chi tale dote non ha oltre a varie opere di bene. Questa più o meno la logica che regolava i rapporti tra le strutture sociali, politiche e di potere in essere al tempo: la nobiltà (e in epoca più tarda la borghesia e le classi artigiane più abbienti) ed il clero. L’approccio era applicato erga omnes senza distinzione di genere a uomini e donne.
Il giochino funzionava anche dal punto di vista personale. In questo modo intere schiere di secondogeniti, terzogeniti etc, altrimenti condannati alla sbiadita vita di cadetti all’ombra del maggiore, accedevano a ricchezze che sarebbero altrimenti state loro precluse. Clamoroso da questo punto di vista il caso dei templari, ordine formato nella sua classe dirigente, interamente da secondogeniti ricchissimi, essendo la dote di ingresso all’ordine richiesta particolarmente costosa. In questo modo molte donne potevano metter mano su un capitale “loro” sul quale costruire la loro carriera; in caso di matrimonio infatti il quantum entrava a far parte dei beni della famiglia di accoglienza.
In tempi moderni, con la leggi in vigore in merito agli assi ereditari in cui vengono fissate le percentuali di legge con cui ridistribuire i beni del caro estinto, le logiche di un tempo non sono più applicabili e, giustamente, ad ogni cambio di generazione, nell’ambito di una famiglia tutti vengono rimessi, grossomodo, sullo stesso piano.
La chiesa si è adeguata ai tempi naturalmente, e, qui in Italia per esempio, il grosso del finanziamento avviene col meccanismo dell’8 per mille, per il quale però, è necessaria una firma sul 730 ogni anno. Per quanto ne so al momento attuale il reclutamento del clero avviene per grandi numeri prevalentemente nelle aree del terzo mondo, creando meccanismi dove probabilmente, nel caso economics e non di vera vocazione si parli, il fenomeno dell’interesse del singolo è predominante su quello della struttura.
Io che sono il più maligno dei maligni, avendo in mente la tradizionale e millenaria scaltrezza ecclesiastica, mi sarei aspettato in verità una abile giravolta, ovviamente teologicamente supportata da innumerevoli passi delle scritture, non dico di struttura, ma almeno la fondazione un qualche ordine per esempio che avesse come vocazione e conseguente regola (che ne so?) per i suoi membri di sposare solo ed esclusivamente ricchissime ereditiere con il nobilissimo scopo, ovviamente, di redimerle da una vita altrimenti debosciata e fatta di inaccettabile lascivia.
Si insiste invece con la storia del celibato, il che confesso mi lascia perplesso assai e, forse, lascia intuire qualcosa di più sostanziale e profondo. Per inciso, per la economica convenienza sarebbe stato sufficiente il semplice celibato, senza obbligo di castità in sovrappiù.
Del resto ho difficoltà a mettere sullo stesso piano il farsi crescere la barba con il celibato e la castità. Non lo fa la chiesa: i preti hanno l’obbligo del celibato e della castità, ma credo possano farsi crescere la barba se lo vogliono, a meno probabilmente di regole specifiche di questo o quell’ordine. Né lo farei io. Se mi fosse stato posto l’aut aut o vivi in castità o ti fai crescere la barba, sospetto che avrei rottamato da un bel pezzo il mio Braun.