ayla
+Dreamer+ Member
TRAMA:
Essex, 1968. Rita O'Grady guidò lo sciopero di 187 operaie alle macchine da cucire, sciopero che pose le basi per la Legge sulla Parità di Retribuzione. Lavorando in condizioni insostenibili e per lunghe ore, le donne della fabbrica della Ford di Dagenham perdono la pazienza quando vengono riclassificate professionalmente come "operaie non qualificate". Con ironia, buon senso e coraggio riescono a farsi ascoltare dai sindacati, dalla comunità locale ed infine dal governo. Rita, la loquace e battagliera leader del gruppo, risulterà un ostacolo non facile per gli oppositori maschi e troverà sostegno nella deputata Barbara Castle che le consentirà di sfidare il Parlamento.
Sono diritti, non privilegi.
Non oso pensare a quante persone siano rimaste fuorviate dal titolo del film, aspettandosi chissà quale storia piccante, ne conosco giusto un paio.
Titolo a parte, qui, il regista de L'erba di Grace e Calendar girls sfoggia il suo talento nel saper raccontare, con toni leggeri e pacati e con una vena tutta britannica, temi impegnati. In questo caso, ci mostra un avvenimento storico fondamentale, una battaglia sacrosanta e inevitabile per la conquista dei diritti fondamentali e del rispetto, e lo fa con garbo, forse troppo, e in maniera semplicistica, nel senso che non si perde in troppi dettagli ma rimane ben saldo al nocciolo della questione. Un film ben girato e ben interpretato, forse leggermente troppo sobrio per i miei gusti, avrei preferito un tocco di pathos in più, ma indubbiamente è da vedere.
Essex, 1968. Rita O'Grady guidò lo sciopero di 187 operaie alle macchine da cucire, sciopero che pose le basi per la Legge sulla Parità di Retribuzione. Lavorando in condizioni insostenibili e per lunghe ore, le donne della fabbrica della Ford di Dagenham perdono la pazienza quando vengono riclassificate professionalmente come "operaie non qualificate". Con ironia, buon senso e coraggio riescono a farsi ascoltare dai sindacati, dalla comunità locale ed infine dal governo. Rita, la loquace e battagliera leader del gruppo, risulterà un ostacolo non facile per gli oppositori maschi e troverà sostegno nella deputata Barbara Castle che le consentirà di sfidare il Parlamento.
Sono diritti, non privilegi.
Non oso pensare a quante persone siano rimaste fuorviate dal titolo del film, aspettandosi chissà quale storia piccante, ne conosco giusto un paio.
Titolo a parte, qui, il regista de L'erba di Grace e Calendar girls sfoggia il suo talento nel saper raccontare, con toni leggeri e pacati e con una vena tutta britannica, temi impegnati. In questo caso, ci mostra un avvenimento storico fondamentale, una battaglia sacrosanta e inevitabile per la conquista dei diritti fondamentali e del rispetto, e lo fa con garbo, forse troppo, e in maniera semplicistica, nel senso che non si perde in troppi dettagli ma rimane ben saldo al nocciolo della questione. Un film ben girato e ben interpretato, forse leggermente troppo sobrio per i miei gusti, avrei preferito un tocco di pathos in più, ma indubbiamente è da vedere.