Kylix
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Un giorno d'autunno, alla porta del dottor Shiomi Kazunori, uno psicoanalista che da cinque anni ha aperto uno studio a Hibiya, si presenta un'affascinante ragazza di nome Reiko che lo informa di non riuscire a sentire la musica. Da qui si sviluppa un'intricata vicenda in cui i tentativi di risalire alla causa del problema (la musica è una metafora dell'orgasmo) vengono descritti con una suspence da romanzo giallo.
Tramite le vicende di una giovane ragazza tanto bella ed elegante, quanto fredda e problematica, Mishima affronta un tema pungente quale quello del piacere sessuale, nelle sue più delicate sfaccettature. Forse non sono riuscita ad apprezzarlo, ma onestamente mi aspettavo qualcosina in più: la protagonista è un personaggio che, pur nella sua debolezza, appare fastidiosa per le sue continue menzogne verso il mondo che la circonda e verso lo stesso dottor Shiomi, che molto paziente, indaga nella sua psiche, affascinato da un problema comune, ma così particolare nel caso specifico. Durante la narrazione ho trovato svariati passaggi che ho sottolineato, in cui il narratore fa delle riflessioni sulla mente e sui comportamenti umani, ma purtroppo solo le uniche cose che mi abbiano realmente colpita del romanzo. Se all'inizio le peripezie della giovane Reiko sembravano attirare il lettore verso un'analisi interiore piena di colpi di scena, mi è sembrato poi che fosse soltanto merito dello stile usato. Mishima collabora con il vero psicanalista Shiomi Kazunori nella scrittura del romanzo, ed è chiaro che l'aver usato elementi caratteristici come le spiegazioni e i pensieri del dottore hanno favorito molto ad accrescere l'interesse per la storia, che altrimenti sarebbe scarseggiato. E questo non è dovuto certo alla spinosità di alcuni argomenti (non tanto la frigidità e l'impotenza, quanto l'incesto) che non mi disturbano affatto, ma proprio alla mancanza di coinvolgimento verso un personaggio che non ispira simpatia né comprensione. Quando Reiko tenta volutamente di ingarbugliare le vicende raccontando di sé tramite simboli freudiani e nozioni elementari di psicanalisi, non fa altro che fuorviare lo psicanalista e rallentare l'interessamento del lettore. Ci sono però anche personaggi degni di nota, in particolare Ryuichi, per la sua nobiltà d'animo e Akemi, per la sua disinteressata tolleranza.
L'esame del professionista Shiomi è comunque molto valido, porta a scoprire il sacro e il profano dell'essere umano, mettendo in luce come alcune cose considerate generalmente immorali possano influire sulla psiche di ogni individuo. Questo penso sia il fulcro del contenuto dell'opera.
Tramite le vicende di una giovane ragazza tanto bella ed elegante, quanto fredda e problematica, Mishima affronta un tema pungente quale quello del piacere sessuale, nelle sue più delicate sfaccettature. Forse non sono riuscita ad apprezzarlo, ma onestamente mi aspettavo qualcosina in più: la protagonista è un personaggio che, pur nella sua debolezza, appare fastidiosa per le sue continue menzogne verso il mondo che la circonda e verso lo stesso dottor Shiomi, che molto paziente, indaga nella sua psiche, affascinato da un problema comune, ma così particolare nel caso specifico. Durante la narrazione ho trovato svariati passaggi che ho sottolineato, in cui il narratore fa delle riflessioni sulla mente e sui comportamenti umani, ma purtroppo solo le uniche cose che mi abbiano realmente colpita del romanzo. Se all'inizio le peripezie della giovane Reiko sembravano attirare il lettore verso un'analisi interiore piena di colpi di scena, mi è sembrato poi che fosse soltanto merito dello stile usato. Mishima collabora con il vero psicanalista Shiomi Kazunori nella scrittura del romanzo, ed è chiaro che l'aver usato elementi caratteristici come le spiegazioni e i pensieri del dottore hanno favorito molto ad accrescere l'interesse per la storia, che altrimenti sarebbe scarseggiato. E questo non è dovuto certo alla spinosità di alcuni argomenti (non tanto la frigidità e l'impotenza, quanto l'incesto) che non mi disturbano affatto, ma proprio alla mancanza di coinvolgimento verso un personaggio che non ispira simpatia né comprensione. Quando Reiko tenta volutamente di ingarbugliare le vicende raccontando di sé tramite simboli freudiani e nozioni elementari di psicanalisi, non fa altro che fuorviare lo psicanalista e rallentare l'interessamento del lettore. Ci sono però anche personaggi degni di nota, in particolare Ryuichi, per la sua nobiltà d'animo e Akemi, per la sua disinteressata tolleranza.
L'esame del professionista Shiomi è comunque molto valido, porta a scoprire il sacro e il profano dell'essere umano, mettendo in luce come alcune cose considerate generalmente immorali possano influire sulla psiche di ogni individuo. Questo penso sia il fulcro del contenuto dell'opera.