Buzzati, Dino - Sessanta racconti

ayuthaya

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Premetto che non sono un'amante dei racconti... preferisco immergermi in una storia che duri abbastanza da farmi sentire pienamente coinvolta, da permettermi di immedesimarmi nei protagonisti, di entrare totalmente nella loro vita.
Ѐ una premessa doverosa perché Buzzati è stato capace, nel tempo del suo libro e per un totale di ben sessanta racconti, qual è appunto il titolo di questa ampia raccolta, di farmi dimenticare la mia “antipatia” per lasciarmi conquistare dalla sua straordinaria scrittura. Sono rimasta davvero folgorata dalla capacità di questo autore, a me finora noto solo per Il deserto dei tartari (romanzo che ho amato in modo struggente), di essere – pur nella forma breve, a volte brevissima del racconto – così intenso, efficace, feroce o commovente, ma sempre affilato e tagliente come una lama che penetra in profondità.
I temi trattati sono molto vari – la malattia, la morte, l'amore, la modernità che inaridisce il cuore dell'uomo, la paura, l'ipocrita e spesso folle ottusità dei “benpensanti”, la fede, l'attesa, il tempo che passa... – ma c'è una sorta di fil rouge che collega tutti questi temi e queste storie, e che forse mi ha permesso di vivere questo libro, nonostante i continui inevitabili “salti”, come qualcosa di coerente e di unitario, quasi si trattasse di un solo grande romanzo sull'uomo. E questo filo rosso io l'ho interpretato come un “monito” alla vita... Sia che denunci (ma senza condannare), sia che irrida, sia ancora che rivolga uno sguardo misto di nostalgia e di dolcezza, in tutti i casi ho sentito forte il suo desiderio, la sua urgenza quasi, di sottolineare la caducità della vita e il pericolo, insito nell'uomo, di sprecarla rincorrendo o perdendosi in cose inutili.
In alcuni racconti, un evento particolare, inspiegabile (sono, se ho capito bene, i titoli che vanno a formare una raccolta alternativa e più breve a questa, ovvero La boutique del mistero) costituisce l'elemento di rottura in grado di deviare il corso delle cose, di farci aprire gli occhi su noi stessi e chiederci “dove sto andando? il tempo passa e io... che sto facendo della mia vita?”. A questo evento decisivo può poi seguire una catarsi (e quindi una sorta di lieto fine) o, più frequentemente purtroppo, la presa di coscienza che ormai è troppo tardi, che il “disastro” è incombente e inevitabile e che “se solo ce ne fossimo resi conto prima”....
Mi sono piaciuti molto, poi, alcuni racconti in cui questo fantomatico “evento”, annunciato – tanto per fare due esempi – come miracoloso o tragico (penso rispettivamente a Il cane che ha visto Dio e Paura alla Scala, fra i miei preferiti) e che attraverso il potere della suggestione ha alimentato le più profonde paure, alla fine si rivela essere – banalizzo così – ... una bolla di sapone. Paradossalmente in questi casi l’assurdità della vita e quindi l’urgenza di viverla pienamente, senza bisogno di attendere l’intervento salvifico di qualcosa che è al di fuori di noi stessi, si trasforma in un “invito” grave e inappellabile.
Ad ogni modo, al di là di qualsiasi messaggio che Buzzati abbia voluto offrirci, e che immagino essere unico per ciascuno di noi, ciò che cattura e trascina è una creatività inesauribile e uno stile impeccabile, capace di arrivare dritto al cuore. Consigliatissimo.
 
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Prometheus

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Stile perfetto, una calamita per l'attenzione, mai scolastico, immediato. un genio. leggetelo.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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I 31 de La boutique del mistero li ho già letti e recensiti quasi tutti, poi voglio aggiungere L'uccisione del drago e Non aspettavano altro che insieme a Qualcosa era successo fanno parte del libricino per la serie Racconti d'autore che compro la domenica in edicola.

Il primo mi è piaciuto per il suo alone fantasy, mentre l'altro mi ha un po' infastidita per come si sono comportati tutti nei confronti della povera Anna, la gente sa essere davvero spietata a volte :paura:.

Ora me ne mancano solo 27 da leggere :mrgreen:.
 
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