Vitali, Andrea & Picozzi, Massimo - La ruga del cretino

isola74

Lonely member
La terza figlia di Serpe e Arcadio si chiama Birce, ed è nata storta. Ha una macchia sulla guancia sinistra e ogni tanto si perde via e dice e fa cose strane. Chi la vuole una così? Chi la prende anche solo come servetta di casa? E l'agosto del 1893 e per i due coniugi, lavoranti presso il rettorato del santuario di Lezzeno, poco sopra Bellano, è arrivata l'occasione giusta. Perché una devota, Giuditta Carvasana, venuta ad abitare da poco a villa Alba, è intenzionata a fare del bene, per esempio aiutare una giovane senza futuro. Per Birce non sarebbe cosa da poco, perché la vita non pare riservarle un destino felice. Come a quella povera fioraia di Torino massacrata per strada. Che a dire il vero, in quell'estate lontana, non è la prima vittima. I loro corpi sono a disposizione della sala anatomica dell'università torinese, dove il dottor Ottolenghi, assistente del noto alienista Cesare Lombroso, li analizza con cura, convinto che dalla medicina possa venire un aiuto alle indagini. ..

Un po' diverso dal solito questo libro di Vitali -scritto a quattro mani- diviso com'è tra mistero, scienza e spiritismo. Come al solito la scrittura è fluida e si legge piacevolmente, però in alcuni punti l'ho trovato un po' dispersivo..
Si incontrano un po’troppi personaggi e si finisce per fare un po’ di confusione.

Voto 3/5
 
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Pathurnia

Well-known member
Siamo alla fine dell'ottocento e le teorie di Cesare Lombroso sulla corrispondenza tra tratti somatici e facoltà psichiche hanno dato allo studioso una fama piuttosto discussa. Quando però lo scienziato incontra una famosa sedicente medium, la ben nota Eusapia Palladino, rimane affascinato dai suoi ipotetici poteri fino al punto di rivedere alcune delle proprie teorie, diventando un adepto delle cosiddette scienze occulte. Questa è la cornice di vicende realmente accadute in cui si dipana la storia di un improbabile serial killer ante litteram, di una fanciulla emarginata che improvvisamente manifesta attitudini spiccate per il paranormale e di una serie di altri personaggi ben caratterizzati in un'atmosfera di paese superstizioso e pettegolo.
L'intero romanzo è ben scritto anche se la trama poliziesca vera e propria si rivela piuttosto inconsistente, quasi un pretesto per raccontare una storia sfilacciata della quale, in definitiva, anche il finale non chiarisce nulla.
Le ruga del cretino è, lombrosianamente, quella che si scava sul viso del protagonista delle indagini che, alla fine del romanzo, è convinto di aver capito tutto e ne manifesta i segni anche nella propria fisionomia.
Credo però che da questa manifestazione noi lettori saremo esentati non avendo sul nostro viso il riflesso di una improbabile illuminazione; tutt'al più potremo avere ai lati della bocca le due rughe verticali della delusione per quel finale monco.
Peccato, so che Vitali è un bravo scrittore ma il suo primo libro che ho letto non mi ha convinta. Aspetterò un'occasione migliore.
 
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