Ciao a tutti!
Mi chiamo Larry Lancia, e sono uno sceneggiatore di fumetti. Forse qualcuno di voi mi conoscerà per "Simon Mist", altri per "Cowboy Jim".
In compagnia del mio inseparabile compagno di scorribande, Mino Mazzarri, ho deciso di pubblicare questo libro.
Se avete amato le atmosfere grottesche e surreali di "Che la festa cominci", potrebbe piacervi.
Qui sotto trovate l'inizio del primo capitolo di "BAD KARMA", che potete procurarvi qui a soli 0,99€: https://www.amazon.it/dp/B06XP4NNZ1
1. FINO A QUI TUTTO BENE
Fabrizio Gerbini sentiva l'aria gelida della sera sul proprio corpo. La strada era completamente deserta, dato che gli abitanti dell'intero quartiere erano barricati dentro le proprie case a guardare la finale di Champions League: la Roma di Paco Jimenez contro i campioni uscenti del Barcellona. Fabrizio cominciava ad avere freddo in mutande e canottiera. Guardò giù e pensò un'altra volta all'eventualità di spiccare un salto. Si trovava appena al secondo piano e forse, con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a centrare la siepe che divideva il giardino condominiale da quello del palazzo a fianco. D'altro canto iniziava ad avere i peli delle braccia tutti intirizziti, e se non si fosse dato una mossa alla svelta avrebbe pure rischiato di essere sorpreso da quel cornuto del ragionier Pallotti. Non che lo temesse, per carità, ma Fabrizio voleva evitare che la sua tresca con la giovane moglie del Pallotti diventasse di dominio pubblico. Se no poteva pure scordarsi di continuare a ricevere teglie su teglie di manicaretti da tutte le signore del palazzo. Meglio non privarle delle loro illusioni da donne di mezz'età: gli bastava fare qualche frivolo apprezzamento quando le incrociava in ascensore per essere sicuro di non restare senza lasagne alla domenica.
Se solo a Fabrizio fosse importato qualcosa del calcio, non si sarebbe mai trovato in quella assurda situazione. Il giovedì era da sempre il giorno della settimana in cui Amedeo Pallotti, di ritorno dal lavoro, si fermava a casa di alcuni amici per intrattenersi con uno stupido gioco di ruolo. Fabrizio e Sonja, la moglie del Pallotti, passavano tutto il giovedì avvinghiati tra le lenzuola, sapendo di avere
campo libero fino alle 23.30 circa. Ma quella sera il rumore delle chiavi nella toppa aveva avvertito i due fedifraghi che il ragioniere era rincasato prima del tempo, e Fabrizio era dovuto uscire sul terrazzino della camera da letto per non farsi beccare. Aveva avuto la prontezza di sferrare una pedata ai suoi vestiti che giacevano sul pavimento in modo da nasconderli sotto alla pesante cassettiera, e così ora si trovava seminudo alle dieci di sera fuori dalla finestra al secondo piano di un condominio, intento a riflettere su come levarsi al più presto da quella spiacevole situazione.
Dopo aver soppesato i pro e i contro, Fabrizio scavalcò la ringhiera e si lasciò cadere di sotto.
[...]
Mi chiamo Larry Lancia, e sono uno sceneggiatore di fumetti. Forse qualcuno di voi mi conoscerà per "Simon Mist", altri per "Cowboy Jim".
In compagnia del mio inseparabile compagno di scorribande, Mino Mazzarri, ho deciso di pubblicare questo libro.
Se avete amato le atmosfere grottesche e surreali di "Che la festa cominci", potrebbe piacervi.
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1. FINO A QUI TUTTO BENE
Fabrizio Gerbini sentiva l'aria gelida della sera sul proprio corpo. La strada era completamente deserta, dato che gli abitanti dell'intero quartiere erano barricati dentro le proprie case a guardare la finale di Champions League: la Roma di Paco Jimenez contro i campioni uscenti del Barcellona. Fabrizio cominciava ad avere freddo in mutande e canottiera. Guardò giù e pensò un'altra volta all'eventualità di spiccare un salto. Si trovava appena al secondo piano e forse, con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a centrare la siepe che divideva il giardino condominiale da quello del palazzo a fianco. D'altro canto iniziava ad avere i peli delle braccia tutti intirizziti, e se non si fosse dato una mossa alla svelta avrebbe pure rischiato di essere sorpreso da quel cornuto del ragionier Pallotti. Non che lo temesse, per carità, ma Fabrizio voleva evitare che la sua tresca con la giovane moglie del Pallotti diventasse di dominio pubblico. Se no poteva pure scordarsi di continuare a ricevere teglie su teglie di manicaretti da tutte le signore del palazzo. Meglio non privarle delle loro illusioni da donne di mezz'età: gli bastava fare qualche frivolo apprezzamento quando le incrociava in ascensore per essere sicuro di non restare senza lasagne alla domenica.
Se solo a Fabrizio fosse importato qualcosa del calcio, non si sarebbe mai trovato in quella assurda situazione. Il giovedì era da sempre il giorno della settimana in cui Amedeo Pallotti, di ritorno dal lavoro, si fermava a casa di alcuni amici per intrattenersi con uno stupido gioco di ruolo. Fabrizio e Sonja, la moglie del Pallotti, passavano tutto il giovedì avvinghiati tra le lenzuola, sapendo di avere
campo libero fino alle 23.30 circa. Ma quella sera il rumore delle chiavi nella toppa aveva avvertito i due fedifraghi che il ragioniere era rincasato prima del tempo, e Fabrizio era dovuto uscire sul terrazzino della camera da letto per non farsi beccare. Aveva avuto la prontezza di sferrare una pedata ai suoi vestiti che giacevano sul pavimento in modo da nasconderli sotto alla pesante cassettiera, e così ora si trovava seminudo alle dieci di sera fuori dalla finestra al secondo piano di un condominio, intento a riflettere su come levarsi al più presto da quella spiacevole situazione.
Dopo aver soppesato i pro e i contro, Fabrizio scavalcò la ringhiera e si lasciò cadere di sotto.
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