Antrim, Donald - Votate Robinson per un mondo migliore

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Ananke
Immaginate una cittadina di provincia con le villette bianche, i giardinetti con l’erba falciata a puntino, il parco pubblico che si anima ogni domenica, una comunità di cittadini rispettosi della legge, una coppia che decide di aprire una piccola scuola privata. Ora immaginate che quelle villette siano difese da filo spinato e mitragliatrici; che in quei giardinetti siano scavati fossati irti di frecce avvelenate; che in quel parco pubblico si combatta una guerriglia, che i cittadini deliberino pubblici linciaggi e il giovane maestro – e i suoi scolaretti – abbiano una vera passione per le tecniche di tortura. Otterrete un romanzo dall’umorismo sulfureo, un cocktail di ironia e paranoia che vi brucerà piacevolmente la lingua, un originalissimo capolavoro di fantasia sinistra che terrorizzerà i buonisti e appassionerà chi ama la letteratura fuori dall’ordinario. Un gotico di periferia accolto dalla critica come una sorta di «Thomas Pynchon sotto litio», e dallo stesso Pynchon come «una spumeggiante allucinazione».

Questo è il primo romanzo delle scrittore statunitense Donald Antrim, un libro folle, una favola nera e grottesca dove il sogno americano ha la sua conclusione. Il romanzo si svolge in un futuro distopico (ma che sembra attualissimo) in una piccola comunità chiusa e autogestita, dove la follia (intesa come violenza e alienazione) è cosa di tutti i giorni e non desta scalpore a nessuno degli abitanti. L'atmosfera che si respira è "plastica" ed il non-senso sembra regnare sovrano per tutto il libro. E' una lettura che può non piacere a tutti, ma lo stile di scrittura è piacevole, ricco e brillante.

Voto: 4
 
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