Long, Ruperto - La bambina che guardava i treni partire

qweedy

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"Francia, 1940. La guerra è ormai alle porte e i Wins, famiglia ebrea di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, è partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma è stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, così si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non è più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre realizza che nemmeno Lione è il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini affinché li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perché durante un incidente la famiglia Wins si troverà molto vicina alla linea nazista… Una fuga senza sosta, di città in città, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà ferrea di un padre di salvare a tutti costi i propri cari."

Strano e interessante il punto di vista narrativo: un racconto corale, poche pagine in cui ciascuno racconta la propria vicenda dalla propria prospettiva. Al centro c'è la bambina Charlotte, ma attorno ci sono altre voci, c'è la Francia e c'è la Polonia, ci sono anche pagine di guerra, i combattimenti di El Alamein e della Legione straniera in Africa, e anche i cattivi raccontano la loro guerra.
All'inizio questo modo di raccontare mi aveva lasciato perplessa, i vari personaggi parlano direttamente al lettore, come se rilasciassero un'intervista di un paio di pagine. Ma poi l'ho apprezzato molto, c'è una puntigliosa ricostruzione storica accompagnata da fotografie vere d'epoca.
Curioso il modo in cui questo autore uruguaiano narra una storia di fantasia basata su documenti storici veri.
Alla fine mi è piaciuto.
 
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