Arpaia, Bruno - Qualcosa, là fuori

qweedy

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"Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un'Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di "migranti ambientali" sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un'Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile..."

Un romanzo attualissimo, che parte dai mutamenti climatici per raffigurare uno scenario apocalittico, sostenuto anche da dati scientifici. E questo terrificante domani è proprio domani, collocabile a non più di una quarantina d'anni da oggi. La desertificazione avanza e uccide le città; mari che allagano le coste e distruggono i paesi; fiumi rinsecchiti, fango e polvere dappertutto; acqua col contagocce, da conquistare con la forza e difendere con la vita; moltitudini in cammino verso il Nord Europa, sempre più fortificato e respingente, ma dove la temperatura mite, ancora, sembra assicurare la sopravvivenza e l'acqua necessaria alla vita.
E' un libro coinvolgente e disturbante perché è molto verosimile e decisamente probabile. Ben documentato dal punto di vista scientifico, forse la prima parte è più giornalistica, poi la trama decolla.
 
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