Appelfeld, Aharon - Il ragazzo che voleva dormire

Shoshin

Goccia di blu
Erwin ha diciassette anni. Alla fine della guerra si ritrova, dopo lunghe peregrinazioni per l'Europa, a Napoli, insieme a un gruppo di rifugiati come lui. Ha perso tutto: padre, madre, lingua, rapporti famigliari. L'unico modo per dimenticare l'orrore che ha vissuto, per lui, è dormire, rifugiarsi nel sonno. Dormire per Erwin non è una fuga, ma un tuffo nel cuore della verità. Nel sonno può ritrovare la famiglia che non c'è più, sognare di avere ancora una vita come prima che tutto crollasse... Eppure Erwin non è fragile. Riesce a seguire un durissimo allenamento fisico, quasi militare, sotto la guida del responsabile del campo, e a imparare l'ebraico. Erwin infatti, come gli altri ragazzi che sono con lui, verrà portato in Israele, per poter iniziare una nuova vita. E quando viene il momento, si imbarcano tutti clandestinamente (la Palestina è ancora sotto protettorato britannico). Erwin, come i suoi compagni, decide di cambiare nome, per segnare un nuovo inizio. Da questo momento si chiamerà Aharon


Cosa potrei scrivere di queste pagine vivide lette in pochi giorni,
con la sete nel cuore di comprenderne il senso per arrivare alla
verità.?
Se fossi una scrittrice saprei trovare le parole giuste,ma sono unicamente
un'anima alla ricerca di luoghi dove approdare per comprendere
cose preziose e proseguire il cammino.
Da quando sono restata più sola mi aggrappo con speranza e riconoscenza alla scrittura,e alcuni libri,come questo,non hanno tradito
la mia attesa .
Di Aharon Appelfeld non conoscevo nulla,fino al giorno in cui sono rimasta silenziosa ad ascoltare l'ultima intervista prima della sua morte trasmessa da Rai 5.
La pacata delicatezza con cui affrontò le domande postegli da Elena Loewenthal ,traduttrice di molti scritti dall'ebraico,mi spinsero a cercare
con grande impegno i suoi libri.La dolcezza con cui si rivolse al figlio che pure prese parte all'intervista, mi fece molto bene al cuore.
E li ho trovati tutti i suoi libri .Cosi
mi è sembrato di rendergli omaggio,di incontrarlo in maniera più personale.
Il ragazzo che voleva dormire è "una pietra nella casa della memoria"
come è stato scritto ,
è il racconto di una vita,è una strada verso la verità.
E la verità è racchiusa nei sogni del giovane Erwin che da ebreo assimilato, deve cambiare paese,lingua,identità, dopo aver perso i suoi genitori durante lo sterminio per mano di uomini scellerati.
Anche il suo nome Erwin,ultimo baluardo della giovane sua vita che sembra già passato remoto,diventa un altro ,diventa Aharon.
Nel caos che si accompagna al cambiamento Aharon si rifugia nei sogni.
Quando il prezzo da pagare per vivere gli sembra insopportabile si addormenta e torna a casa.
Attraversa il mondo dalla Palestina sino alla Bucovina per tornare dai genitori e dal suo cane che lo aspetteranno sempre.
Nei sogni il disordine generato dalla guerra viene dissipato da immagini
del passato buono e felice di un bambino in seno alla sua famiglia.
Gli incontri notturni con i genitori sono commoventi per chi legge.
A me hanno fatto pensare ai miei" sogni tattili",quelli in cui ritrovo
mia madre,a volte giovane e sorridente,altre volte pensierosa e sofferente,proprio come fu nei suoi ultimi giorni.
I sogni di Aharun mi hanno coinvolta e scossa e più di ogni altra cosa,mi hanno resa più forte nel convincimento che i nostri affetti non ci lasciano mai da soli.
Restano affacciati dalla finestra del cielo e aspettano che noi ci avviciniamo per farci sentire la loro presenza e capire il senso dell'eternita'.
In questo libro molto bello la storia comune di migliaia di uomini e donne profughi dopo la guerra,fa da sfondo alla vicenda personale del giovane ragazzo che diventerà apprezzato scrittore e Professore di letteratura ebraica all'Università Ben Gurion del Negev a Beer Sheva. Nonostante abbia appreso l'ebraico tardi nella sua vita, Appelfeld è diventato uno dei più importanti scrittori israeliani del XX secolo.
Vorrei scrivere molto di più, ma temo che le parole non riuscirebbero a raccontare le molte emozioni vissute durante questa lettura,né a rappresentare il senso di pace che è riuscito ad infondere nel mio cuore,nonostante la tristezza degli avvenimenti raccontati.
Sarà il tempo che imbianca i capelli e fa crescere nuovi pensieri nel cuore,la scrittura profonda di un uomo che ha saputo trovare le parole ed anche i silenzi per raccontarsi fino in fondo,ma ad un certo punto ho provato davvero molta pace,molta tranquillità.
Ho provato a tornare a casa mia.
E ci sono riuscita,in un angolo della cucina c'ero io e finalmente ho ritrovato mia madre che preparava qualcosa di buono per il mio ritorno,ed ho riascoltato la sua voce.
Temevo di averla dimenticata la sua voce terrena...
Ho sognato anche io...
È stato molto bello.
 
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