Ranno, Tea - Cenere

qweedy

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"In un'epoca come il Seicento, che nelle pagine di questo romanzo viene così fedelmente ricostruita, colei che dall'alto del suo potere accusa un'infima serva di stregoneria può incorrere nello stesso destino di atroce martirio, se ragioni di opportunità politiche e la furia del popolo si alleano in un medesimo intento. È quanto avviene alla perfida protagonista, la contessa Stèfana. La donna conosce un destino di redenzione quando, violentata da un servo che il suo stato di confusione mentale trasforma nel Diavolo, diventa oggetto della persecuzione degli inquisitori. Così la vendetta popolare per l'ingiusto verdetto subito dalla innocente Caterina finisce per coincidere con l'opportunità di sacrificare la contessa Stèfana".

Romanzo d'esordio del 2006 di Tea Ranno, giurista siciliana trapiantata a Roma. Ambientato nel 1600, "Cenere", arricchito da una magistrale scrittura, racconta di come la perfida Stèfana Maria Giuseppa Alibrandi, contessa de’ Vespertitii e signora di Monfalco, manda sul rogo la leggiadra sguattera Caterina, per mero capriccio. Donna Stèfana scoprirà poi a sue spese che non esiste potenza o rango che non possa essere sacrificato pur di tutelare le gerarchie sociali.
Un affresco terribile, fiammeggiante: una provincia italiana nella quale ragazze innocenti vengono bruciate vive tra i lazzi del popolo assetato di sangue, e i poveri sono alla totale mercé di nobili capricciosi e corrotti. Ma ci racconta anche il cambiamento, di come la mente umana, anche la più chiusa, possa improvvisamente aprirsi a nuove domande, nuove visioni della vita, e a tutti dovrebbe perciò essere data la possibilità di cambiare, perché tutti, per una ragione o per un’altra, possiamo d’improvviso smettere di essere quello che siamo e ritrovarci altri.

Lo stile di scrittura è molto particolare, ricco e ricercato, opulento e barocco, con una lingua del Seicento elaborata e ricreata.

"Stèfana - odiata con tutto il cuore per aver mandato al rogo Caterina - cambia, percorre un suo personalissimo calvario scaraventandomi in un mare di dubbi, inducendomi a soffermarmi su fatti, crimini, percorsi di redenzione che non appartenevano al modo mio "giuridico" di rapportarmi con essi, e schiudendomi a quel femminile violato che da allora è diventato il perno di gran parte delle mie storie". Tea Ranno
 
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