Lorenzo, Santiago - Gli schifosi

Eve

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“Si suppone che la solitudine sia il grande male che affligge l’uomo contemporaneo. A lui sembrava sempre poca. Mordicchiava quella che aveva e ne chiedeva di più, per conservarla, per risparmiarla, per dilapidarla in continuazione, come chi vuole più cioccolatini, più sigarette, più vacanze. Come chi desidera più amici e più amore, così il signor Manuel era avido di più nessuni e di meno qualcuni.”

Manuel è una persona anonima. Vive in una topaia, ha un lavoro degradante e sottopagato e nessuno che si accorga della sua esistenza. Un giorno, per autodifesa, ferisce gravemente un poliziotto. Con l'aiuto dello zio acquisito, forse l'unica persona che nutre un po' di interesse nei suoi confronti, si nasconde in un paesino abbandonato dell'entroterra spagnolo. Ha pochi euro in tasca e la necessità di essere invisibile al mondo, e si adatterà a vivere con il minimo indispensabile, imparando giorno dopo giorno che quel "minimo indispensabile" è pressoché niente.

Una vicenda narrativa quasi banale si trasforma nel più accorato inno alla non dipendenza materiale ed emotiva, in un crescendo che arriva ai confini dell'ascetismo laico. Se il contenuto è avvincente, attraente e intellettualmente stimolante, il linguaggio, anche se molto ricercato, si fa a volte fin troppo artificioso, quasi ostico nel suo susseguirsi di neologismi e terminologie da slang. Una nota di merito va senza dubbio al traduttore, che ha affrontato con successo un'opera complessa e sfidante. Un libro che senza alcun dubbio non può passare inosservato.
 
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