Whitehead, Colson - I ragazzi della Nickel

Meri

Viôt di viodi
Siamo negli anni ‘60 in Florida e la Nickel è un scuola-riformatorio per ragazzi accusati di piccoli e grandi reati, dove lo scopo sarebbe rimetterli in riga. I metodi di insegnamento e di educazione lasciano a desiderare, la violenza è di casa e molti ragazzi scompaiono durante la notte.
Elwood è un bravo ragazzo, che segue gli insegnamenti di Martin Luther King e il primo giorno di università per arrivare prima accetta un passaggio da uno sconosciuto, senza sapere che l’auto su cui sta correndo è stata rubata. Arrestato insieme al ladro arriva alla Nickel dove affronterà una dura realtà che gli cambierà per sempre la vita.

Il libro affronta un argomento molto serio e delicato e prende spunto da un riformatorio realmente esistito, di conseguenza anche cioè che viene descritto fa parte della realtà.
 

qweedy

Well-known member
Colson Whitehead vince nuovamente il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2020 con questo romanzo, “I ragazzi della Nickel” (aveva già vinto nel 2017 con "La ferrovia sotterranea"). Di lui hanno detto che è il Narratore d'America, l"America's Storyteller" che scavando nel passato porta i lettori in un presente difficile.

Questa storia prende avvio dalla realtà: la scuola degli orrori, la Dozier School of Boys in Florida è realmente esistita e pochi anni dopo la sua chiusura nel 2011 sono emerse prove degli abusi e delle vittime, sepolte in tombe nascoste intorno all’edificio, mai denunciate e mai identificate.

Siamo nei primi anni Sessanta. Il movimento per i diritti civili si sta diffondendo anche nell’enclave nera di Frenchtown. È lì che vive Elwood Curtis, un ragazzo afroamericano abbandonato dai genitori e che vive con la nonna. Elwood è volenteroso, intelligente, ama studiare, sogna di andare all'università e coltiva le sue aspirazioni ascoltando i discorsi di Martin Luther King. Nelle parole del Reverendo trova le tappe della sua edificazione morale: il richiamo alla libertà, alla dignità, la lotta nella capacità di sopportazione.

Un giorno fa l’autostop per arrivare al college e l'auto che si ferma per dargli un passaggio è un’auto rubata. Da quel momento il suo mondo, i suoi sogni e i suoi progetti precipitano. Viene rinchiuso in una specie di riformatorio, la Nickel, dove subirà, come gli altri ragazzi, una serie di soprusi, abusi, violenze, pestaggi. Un ambiente in cui il male penetra fin nelle fondamenta e rimane indelebile nella mente delle sue vittime per tutta la vita (“Ecco cosa ti faceva la scuola. Non si fermava quando uscivi. Ti storceva in tutti i modi finché non eri più capace di rigare dritto, e quando te ne andavi eri ormai completamente deformato”).

Elwood è così fuori posto con i suoi ideali, con la sua voglia di costruire e lì, sopportando tutto il dolore che gli incide l'anima e la pelle, si chiede se con le parole di pace di Martin Luther King possa esserci salvezza.

La capacità di sopportazione. Elwood - tutti i ragazzi della Nickel - esistevano in quella capacità. Ci respiravano dentro, ci mangiavano dentro, ci sognavano dentro. Era questa la loro vita, adesso. Altrimenti non sarebbero sopravvissuti. I pestaggi, gli stupri, l'inesorabile svilimento di sé. Tenevano duro. Ma amare coloro che li avrebbero distrutti. Compiere quel salto? Risponderemo alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Fateci quello che volete, e noi vi ameremo ancora. Elwood scosse la testa. Che richiesta impossibile.

Consigliato, è coinvolgente, straziante, toccante. L'ho letto d'un fiato, e l'ho sicuramente preferito rispetto a La ferrovia sotterranea.

“Non puoi sapere cosa stimola gli altri. Una volta pensavo che fuori era fuori, e poi una volta che sei dentro sei dentro. Che alla Nickel la gente era diversa, per via di quello che ti succede quando sei qui. Anche Spencer e quegli altri… forse là fuori, nel mondo libero, sono brave persone. Sorridenti. Gentili con i loro figli.» Contorse la bocca, come se stesse succhiando un dente marcio. «Ma adesso che sono uscito e ritornato dentro, so che qui non c’è niente che cambia le persone. Qui dentro e là fuori è la stessa cosa, solo che qui dentro non si deve più fingere.»”
 
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