Di Pietrantonio, Donatella - Borgo Sud

alessandra

Lunatic Mod
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Questo libro è il seguito de L'Arminuta, la cui protagonista è cresciuta, così come è cresciuta la sorella Adriana, unico vero punto di riferimento in un'infanzia priva di calore. Tanto è riservata, riflessiva e intellettuale la prima, quanto è vivace, pasticciona e impulsiva la seconda. All'inizio del libro la protagonista o meglio l'io narrante - l'Arminuta, appunto, della quale se non sbaglio il nome non viene mai detto - giunge dalla Francia, dove si è stabilita, a Pescara e precisamente a Borgo Sud, un quartiere che odora di mare e di povertà, in cui tutti si conoscono, parlano in dialetto, litigano, ridono e gridano per strada e a vent'anni hanno già almeno due figli: il quartiere in cui Adriana ha vissuto per molto tempo. Il motivo del viaggio si scoprirà solo alla fine. Intanto il libro percorre a ritroso, con vari balzi temporali, la vita adulta delle due, entrambe travagliate: l'una ricca di silenzi e incomprensioni, di cose non dette, l'altra piena di passione vitale, ma anche di litigi e botte. E soprattutto ripercorre il rapporto viscerale di queste due sorelle così diverse ma così legate, gli avvenimenti talvolta dovuti al caso, ma più spesso alle scelte di vita di entrambe e alla loro indole, le carenze emotive dovute a una famiglia retrograda e a una madre che non ha conosciuto altro che la fatica fisica e che ha avuto poco tempo e una scarsa capacità di comunicare con i figli.
Il modo di scrivere di Donatella Di Pietrantonio è particolarmente evocativo, è un'autrice che sa scavare nel profondo e, senza mai appesantire la narrazione, cogliere le diverse sfaccettature di ogni avvenimento, personaggio o emozione, soffermandosi sui rapporti familiari che sono il tema principale dei suoi libri. In particolare mi ha colpito l'analogia con Bella mia: anche in quel romanzo si racconta la vita di due sorelle completamente diverse ma in un certo senso dipendenti l'una dall'altra e la protagonista è la più riservata, quella che non riesce a emergere rispetto all'altra la quale, invece, mostra una personalità più forte.
Un libro profondo e malinconico, che lascia qualcosa dentro, scritto benissimo, con uno stile raffinato ma fluido, empatico e caloroso. Molto bello.
 

qweedy

Well-known member
Mi è piaciuto molto.
ll modo di scrivere di Donatella Di Pietrantonio è sempre molto ruvido, crudo e diretto.

“Con mia sorella ho spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate. E rare, improvvise attenzioni. Siamo state figlie di nessuna madre. Siamo ancora, come sempre, due scappate di casa”

“Mi ha mostrato il cerchio inciso sulla pavimentazione, il simbolo del Borgo, della comunità marinara.
Rimanere nel cerchio è la forza, la vita, il suo senso. Uscire è perdersi, mescolarsi, andare allo scontro in altri quartieri. Non vale la pena, il pericolo è già nel mare, ogni giorno. Da questo punto non si vede, ma è oltre le file irregolari di case, ora gelido e scuro. È il padrone di ognuno, qui, il luogo della fatica. È la fortuna e la morte.”

Adriana si credeva un angelo con la spada, ma era un angelo sbadato e feriva anche per sbaglio.
 
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