Lilin, Nicolai - Putin l'ultimo zar

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Edizioni Pickwick - Piemme Editore

Bellissimo libro sulla vita di Putin.

Racconta la sua nascita, la crescita in un ambiente duro e ostile come la strada russa, la sua estrema disciplina nello sport (judo e sambo) e nello studio (perito chimico e laurea in diritto). L’entrata nel KGB e il periodo a Berlino Est fino al ritorno a Leningrado con una URSS che si disgregava. I contatti con la malavita, soprattutto quella dei casinò, i gerarchi, gli oligarchi e la corruzione. L’entrata in politica con alti e bassi che però gira sempre abilmente a suo favore, sia a Leningrado (diventata San Pietroburgo), sia successivamente a Mosca con Eltsin, completamente alcolizzato che lascia un vuoto di potere che Putin riempie immediatamente. Putin è un uomo abile e astuto, apprezzato dal popolo russo perché da una parte offre stabilità e dall’altra tanta speranza in una nuova grande Russia.

E’ un bel libro anche perché permette di capire la mentalità russa, la politica e la corruzione e anche se mai se ne parla, di come somigli alla nostra.

Peccato manchino riferimenti al periodo di trump, berlusconi e dei ciber attacchi che stiamo ricevendo quotidianamente.

Molto utile per capire qualcosa di più sulla crisi Ucraina: da una parte ci sono tanti politici che di strategia sanno nulla e che devono continuamente fare i conti con l'opposizione, e dall'altra uno stratega che sa che farà il dittatore domani, dopodomani e anche tra 10 anni.

Consigliato
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
In questo momento Putin riconosce le repubbliche di Donesk e Luhansk.

Se ho capito bene, se tutto va bene, lo lasciamo fare in cambio di ancora un po' di pace.
In questo modo, i ns politici ne verranno fuori trionfatori perchè ai loro elettori importa nulla di questi luoghi che nemmeno sanno dove sono; inoltre potranno sventolare ai quattro venti le terribili sanzioni alla Russia, che non capisco in cosa consistano perchè io tante Mercedes e BMW come a Mosca non ne ho mai viste, lo Chateneuf du Pape continueranno a berlo a damigiane e noi a comprargli il petrolio e il gas.
Di fatto però, ne viene fuori trionfatore anche Putin, e forse più di tutti, e forse l'unico per davvero, perchè per prima volta dai tempi della ritirata dall'Afghanistan, la Russia ha aumentato la sua area d'influenza soddisfacendo il sogno panslavo che ancora frulla nei cervelli sotto spirito dei suoi servi della gleba. In questo modo, se per colpa del democratico Gorbaciov e di quell'ubriacone di Eltsin la Russia aveva perso l'Ucraina e le Repubbliche Baltiche (entrate addirittura nella NATO!), grazie a Putin, prendendosi quasi tutte le coste del Mar d'Azov, possono tornare a sognare in grande come ai tempi degli zar.
Curioso: se Macron dovesse perdere 10 soldati francesi, non verrebbe più eletto nemmeno come consigliere condominiale; se Putin ne dovesse perdere 1.000, aumenterebbe gli spettatori alla sfilata della Piazza Rossa. E' veramente difficile fare politica estera in queste condizioni.

Forse però ho capito male e c'è ancora spazio affinchè le cose vadano tutte male.
Magari non adesso, ma qualche mese prima delle elezioni in Francia, in Inghilterra, in Germania o negli USA.
 
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