Minella, Massimo - CAMPO 52 Pian di Coreglia 1941 - 1944

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Edito da MURSIA.

CAMPO 52 racconta la storia del campo di concentramento di Coreglia Ligure [Val Fontanabuona, alle spalle di Rapallo (GE)], il più grande della Liguria.

Il libro inizia con la storia di Wally, un soldato sudafricano che durante lo spostamento dal campo alla stazione di Chiavari, scappa sui monti.
Dopo varie peripezie, stanco e affamato, incontra due ragazze nel bosco (Maria Queirolo e Maria Solari) che gli dànno del formaggio e alla fine ospitalità nelle case delle rispettive famiglie, a Semorile, sulle alture di Rapallo

La storia s’interrompe e il libro diventa un saggio che racconta come, durante la Campagna d’Africa, i prigionieri alleati presi in territorio italiano, dovessero essere deportati in Italia, e molti appunto, finiscono nel Campo 52, il più grande della Liguria ma solo 1 degli oltre 1.000 in territorio italiano.
Il campo sorge sulla riva meridionale del torrente Lavagna e ospita 42 baracche a due piani per 100 prigionieri l’una, per lo più indiani, australiani, sudafricani e inglesi.
Le testimonianze dei soldati alleati sono abbastanza positive per quel che riguarda i militari italiani che stavano di guardia; pessime invece per i carabinieri usi a pestaggi e maltrattamenti.

L’8 settembre 1943 viene comunicata la fuga vigliacca di vittorio emanuele degno discendente dei savoia insieme al fedele servo badoglio, che dopo un attimo di speranza, sprofonda l’Italia nel disastro perché la lascia in mano ai nazisti e camice nere.
Il giorno dopo infatti, i tedeschi intimano la resa ai soldati italiani dandogli 15 minuti per abbandonare il campo.
Non avendo altra scelta se non quella di essere ammazzati insieme ai prigionieri, lo cedono e le testimonianze dei prigionieri cambiano definitivamente registro.

La cosa peggiore è che iniziano le retate fasciste a scapito degli oppositori politici e degli ebrei (29 questi ultimi), che appunto lì vengono concentrati per poi essere spediti ad Auschwitz; nessuno di loro farà ritorno.
Tra loro ricordo la povera Nella Attias di appena sei anni.

Intanto, tra la Valfontanabuona, il Ramaceto e la val Cichero si forma la prima Resistenza Italiana guidata da Aldo Gastaldi detto Bisagno, militare della Caserma di Caperana (tra Coreglia e Chiavari, sempre lungo il torrente Lavagna che a quel punto si chiama Entella) che rifiuta di consegnare le armi ai tedeschi.

Ci sono però anche le camice nere capeggiate da silvio parodi che tra le tante porcate, decide di dare la caccia a Wally.

A questo punto riprende la parte romanzata iniziale, e Wally avvisato in tempo da un ragazzo che vede le truppe arrivare, scappa.
Le camice nere però dànno fuoco alle case delle due famiglie, uccidono i due padri e deportano la madre di Maria Queirolo che non farà più ritorno.
La figlia Maria invece, scampa la fucilazione perché incinta di Wally, ma le promettono di provvedere a farlo subito dopo il parto.
Per fortuna giunge il XXV Aprile e tante lei come il figlio si salvano.
Wally riesce a tornare, lo riconosce, si sposano e partono per il Sud Africa dove ancora risiede il figlio.

Taddei, il responsabile del CAMPO 52, viene scagionato da ogni accusa perché i prigionieri riconoscono i suoi sforzi per fargli fare una vita più umana possibile.
Alcuni carabinieri vengono processati per i pestaggi e uno si fa 4 anni di giusta galera.
L’infame silvio spiotta, dopo il processo, giustamente viene spedito all’inferno.

Oggi il CAMPO 52 non c’è più, solo un grande prato d’erba sulle rive del torrente.
C’è ovviamente una lapide a ricordo dei terribili eventi e una statua in ricordo della piccola Nella Attias.

Il libro è veramente bello, un’eccezionale descrizione di quel periodo attraverso il racconto di un microcosmo e tante piccole storie.
 
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