Lemmie, Asha - Cinquanta modi per dire pioggia

ila78

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Kyoto, 1948. Nori Kamiza ha solo otto anni quando viene lasciata dalla madre davanti al cancello di un’enorme villa di proprietà della nonna. Sola e spaventata, la bambina viene accolta in casa, seppur a malincuore. La famiglia Kamiza è tra le più nobili del Giappone, imparentata addirittura con l'imperatore, mentre Nori, con quei capelli crespi e la pelle scura, è il frutto della scandalosa relazione con un gaijin, uno straniero, per di più di colore.
Perciò la nonna fa il possibile perché Nori rimanga un segreto ben custodito. La relega nell'attico e la costringe a trattamenti per renderla «più giapponese»: le stira i capelli e la sottopone a bagni nella candeggina per rendere la sua pelle più bianca. Nori impara fin da subito le regole fondamentali: non fare domande, non lamentarsi, non opporsi.
Ma tutto ciò che conosce viene sconvolto dall’arrivo di Akira, il suo fratellastro. Nori è certa che Akira la odierà: lui è il legittimo erede della famiglia, lei il marchio d’infamia che lo disonora. Eppure presto si rende conto che Akira non è come gli altri. Akira viene dalla grande e moderna Tokyo e non gli importa nulla né dell’aspetto di Nori né delle regole della nonna. Per lui, Nori è la sua sorellina e l' adora, almeno quanto Nori adora lui. Così, i due diventano inseparabili e Akira mostra a Nori un mondo nuovo.
Un mondo in cui, finalmente, lei non è un’intrusa, non è sbagliata. Un mondo in cui il pregiudizio è sconfitto dalla forma più pura d’affetto: quello che non chiede nulla in cambio. Un mondo in cui anche lei ha il diritto di essere felice. Tuttavia ogni cosa ha un costo. E la libertà di Nori potrebbe richiederne uno altissimo…

Questo libro mi è stato regalato accompagnato da lodi sperticate, quindi l'ho aperto con aspettative molto alte, aspettative che perlopiù sono rimaste deluse.
Il racconto non è male, scorre e si "lascia" leggere molto bene, ma ha, secondo me alcuni grossi difetti: ho avuto, soprattutto all'inizio, la spiacevole sensazione che la scrittrice, qui al suo libro d'esordio, volesse emulare Memorie di una geisha, peccato che, come si dice dalle mie parti: deve mangiarne ancora di pane per arrivare a quei livelli.
Altro difetto: l'esasperazione dei personaggi e l'inverosimile della trama Nori è un personaggio dickensiano (o fantozziano) nella sua sorte, cioè non gliene va dritta una, com'è possibile? A un certo punto la terribile nonna afferma che è "maledetta" e il lettore arriva a darle ragione, dove compare lei arriva la disgrazia, e quando il destino le riserva un attimo di serenità, pensi "adesso cosa andrà storto?" E puntualmente la sfiga colpisce inesorabile dopo due pagine. La nonna è un altro personaggio esasperato in senso negativo, i cattivi più cattivi dei romanzi sono suorine di carità a confronto, inoltre non è verosimile che abbia tutti questi poteri e influenze...e chi sei?!?!
Ultimo ma non ultimo: il cambio di punto di vista dei personaggi secondo me assolutamente inutile ai fini del racconto, cosa mi importa sapere il pensiero della tenutaria dell'okia, che poi sparisce dal racconto dopo poche pagine?
Infine il finale aperto che lascia pensare che le vicende (sfighe) di Noriko debbano avere un seguito, sinceramente non credo che lo leggerò. Carino ma esiste molto di meglio.
Voto 2/5
 
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