Tabucchi, Antonio - Piazza d'Italia

ayuthaya

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Il mio amore per Tabucchi è nato con Sostiene Pereira e sembrava finito qui, poichè Tristano muore mi aveva lasciato piuttosto tiepida.

Dopo molti anni, mi capita fra le mani questo libro, e ne resto conquistata. Quasi non ricordavo più il modo di scrivere di questo autore: semplice e conciso, brevi le frasi e gli episodi, che in questa opera si succedono l’un dopo l’altro, collegati eppure dotati ognuno di vita propria. L’atmosfera è magica, quasi fiabesca. D’altra parte lo suggerisce anche il sottotitolo: “favola popolare in tre tempi, un epilogo e un'appendice”.

I personaggi, quasi tutti facenti parti della stessa famiglia nel corso di tre generazioni, sono eroi che attraversano i momenti cruciali della storia d’Italia “dalla proclamazione dello stato unitario sino all'avvento della Repubblica”; sono eroi sui generis, ognuno con un segno distintivo che li caratterizza, quasi si trattasse di dei olimpici, e non si tratta sempre caratteristiche “positive”, anzi. Se alcuni di loro non sono dei criminali, poco ci manca, altri sono dotati di inspiegabili poteri soprannaturali; ognuno di loro è comunque un personaggio carismatico e dà il suo fondamentale contributo alla storia del paese in cui vivono, che a sua volta è parte della grande Storia.

Ho letto da qualche parte che la famiglia dei “Garibaldi” non può non ricordare i Buendìa del grande Marquez; ammetto che da sola forse non li avrei mai collegati, ma dopo aver letto questo suggerimento mi sono resa conto che proprio l’atmosfera magica è una caratteristica comune. Tuttavia Macondo è “un’entità avulsa dal mondo reale”, mentre Borgo “una cittadina frutto dell'immaginazione ma perfettamente inserita nel contesto storico e spazio-temporale”. Ed è proprio questo a fare la differenza, a rendere questo brevissimo romanzo così speciale. D’altra parte Tabucchi aveva fatto lo stesso con Pereira: pochi e precisi collegamenti alla realtà dei fatti bastavano a dare al libro una valenza storica e sociale. In Piazza d’Italia, i riferimenti sono moltissimi, a volte è persino difficile seguire tutti i passaggi, perchè le scene, i luoghi, i fatti, si susseguono rapidi; però la sensazione è davvero quella di essere dentro la Storia, di poterla persino influenzare.

Il gruppo scultoreo di Garibaldi che consegna una giovinetta, l’Italia, di volta in volta a un “padrone” diverso (il re, il Duce, la Democrazia) diventa uno dei tanti leit motiv di questa storia. Gli altri sono l’oroscopo della Zelmira, il segreto di don Milvio, la migrazione delle finestre... ognuno di questi elementi è insieme una poesia, un quadro, un’immagine forte che ci accompagna in questo incredibile viaggio e resta impressa nella nostra mente.

Bello.
 
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