Scott, Walter - La sposa di Lammermoor

bouvard

Well-known member
Prendo un po’ alla larga il commento a questo libro. Finora di Scott avevo letto solo, da ragazzina, Ivanhoe, che mi aveva fatto incavolare non poco, tanto che per anni ho immaginato di scrivere un libro dal titolo: “Caro Walter perché non dovevi far morire Brian de Bois-Guilber…” (giuro che è tutto vero).

Si è capito che questo Brian è stato per me quello che Reth Buttler è stato per Ayuthaya? Insomma, senza girarci troppo intorno, mi ero follemente innamorata di sto tizio e Scott me lo aveva fatto morire. Un affronto simile meritava una punizione esemplare: non leggerlo più. C’è voluto questo forum per farmi rompere la punizione.

Che dire del libro? E’ un classicone del suo genere: apparizioni soprannaturali, streghe, castelli diroccati, profezie non proprio allegre, famiglie nobili, ma povere e famiglie ricche, ma senza blasone e ovviamente l’amore che scocca fra le persone sbagliate. Il linguaggio è quello dell’Ottocento, ossia per dire “sono stanco” impiegano due righe, ma a parte questo il libro merita una lettura, non fosse altro che per l’indimenticabile figura del domestico Caleb Balerstone, uno dei personaggi più divertenti in cui mi sia mai imbattuta.​
 
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