Bellocchio, Violetta - La festa nera

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Chi inizia a leggere questo libro entra a far parte di un delirio dal quale è impossibile fare ritorno, se non a lettura finita. Ali, Misha e Nicola sono tre filmakers di un'epoca prossima futura, che creano documentari TV particolarmente eccentrici. I tre vanno alla ricerca di comunità che vivono in modo estremo: seguendoli nel loro cammino incontriamo personaggi e situazioni agghiaccianti, come ex femminicidi che odiano visceralmente le donne, gruppi di persone che vivono procurando a se stesse un continuo dolore fisico, scuole sui generis che insegnano ai bambini a usare le armi da fuoco, gente convinta che il mondo sia finito nel 2000 e così via. L'ultima meta, la più ambita, è la Mano, creatrice di serenità che pacifica chiunque riesca a entrare in contatto con lei (o lui?). Il tutto è raccontato in maniera estremamente credibile. Ali è la giovanissima voce narrante che si occupa dell'aspetto tecnico; Misha e Nicola, un po' più adulti, stanno insieme e svolgono rispettivamente la funzione di conduttrice e regista. Dei tre l'elemento più controverso è Misha, apparentemente sfrontata ed esuberante, ma intimamente sofferente; accattivante agli occhi del pubblico, ma insieme considerata morbosa e indelicata. Ed è proprio in seguito a un attacco dei media e dei social che la "triade" entra in crisi sia collettivamente che individualmente.
Lo stile diretto, quasi giornalistico coinvolge e dà la sensazione di viaggiare al seguito della compagnia; non vi sono giudizi morali nei confronti dei soggetti osservati, solo un po' di inevitabile ironia e ovvia curiosità. Il finale è un delirio nel delirio; secondo la mia interpretazione sembra che, rispetto a chi sceglie di annullarsi per ricominciare, si salvi chi riesce a mantenere quel minimo di distacco necessario per riuscire a vedersi dall'esterno, pur senza grande fiducia nel futuro.
Non è un libro per tutti, a me è piaciuto molto ma lo consiglio solo a chi non ama le storie convenzionali, anzi ama le storie estreme, e a chi si sente un po' folle.
 
Alto