Jessamine
Well-known member
TRAMA:
A volte pensi che l’estate durerà per sempre… E non è certo un’estate come tante altre quella che vivono Alf, Katinka e Robbie Bukowski. Come ricompensa per aver salvato un bambino che stava per annegare ricevono l’abbonamento gratuito per tutta la stagione alla piscina scoperta e volendolo sfruttare al massimo, ci vanno ogni giorno, da maggio a settembre.
Ognuno dei tre fratelli, diversissimi tra loro ma sempre molto uniti, si è dato un obiettivo da raggiungere entro la fine dell’estate – imparare a nuotare, tuffarsi dal trampolino più alto, fare venti vasche a stile libero – ma è soprattutto il microcosmo che ruota intorno alla piscina ad attirarli a sé come una magia.
Tra sfide, entusiasmi, innamoramenti, complicità e bisticci, ci si affeziona ai tre Bukowski come a veri amici e quando l’estate volge al termine ci pare di aver vissuto davvero con loro, con l’odore di cloro sulla pelle e la voglia di gelato e patatine fritte e di aver condiviso l’adrenalina e la paura, i momenti di noia, l’imbarazzo, la fatica, il volersi mettere alla prova e l’impercettibile ma reale cambiamento che ogni estate porta con sé.
COMMENTO:
Questo è un libro leggero: non nel senso che è un libro sciocco che tratta argomenti facilmente dimenticabili e poco impegnativi, ma nel senso che si tratta di una lettura delicata, a cui ci si deve approcciare in punta di piedi. Non è una storia potente, non ha una voce forte con cui gridare i punti saldi di una trama trascinante, ma è piuttosto una finestra che si apre sulla vita dei tre fratelli Bukowski. È una finestra che lascia intravedere solo una fetta sottile della loro vita, ed è una finestra da cui loro non hanno interesse a guardare: la storia non è al servizio del lettore, ma è il lettore che deve mettersi al servizio della storia, avendo voglia di ascoltare e provare a cogliere tutti i piccoli semi apparentemente insignificanti ma che, con la giusta attenzione, possono crescere fino a trasformarsi in un racconto dalla vera e propria forza.
L’estate di cui racconta questo libro acquisisce importanza se vista nell’ottica del ricordo: è un’estate fatta di piccoli eventi che sono straordinari perché rappresentano piccoli grandi momenti di crescita dei personaggi. Non sono episodi in grado di cambiare la vita, non è un’estate che rappresenta il cardine di un “prima” e di un “dopo” inequivocabile, ma sono elementi che acquisiscono importanza con la prospettiva del tempo.
Ecco, forse qui c’è proprio quell’unico elemento che non mi ha convinta del tutto di un libro che ho comunque molto apprezzato: i tre fratelli Bukowski sembrano possedere già questa prospettiva. Vivono questa estate con la consapevolezza della rilevanza che potrebbe assumere nei loro ricordi, e se da un lato è una prospettiva che consola il lettore adulto, che un po’ lo coccola e gli fa sentire meno i rimpianti di tutti i momenti sprecati, nell’ottica di un lettore giovane (che è poi il target di questo libro) la cosa risulta forse poco incisiva e realistica.
Insomma, è un libro per bambini che piace agli adulti, ma che forse non riesce a trovare la giusta lingua per parlare ai suoi lettori.
A volte pensi che l’estate durerà per sempre… E non è certo un’estate come tante altre quella che vivono Alf, Katinka e Robbie Bukowski. Come ricompensa per aver salvato un bambino che stava per annegare ricevono l’abbonamento gratuito per tutta la stagione alla piscina scoperta e volendolo sfruttare al massimo, ci vanno ogni giorno, da maggio a settembre.
Ognuno dei tre fratelli, diversissimi tra loro ma sempre molto uniti, si è dato un obiettivo da raggiungere entro la fine dell’estate – imparare a nuotare, tuffarsi dal trampolino più alto, fare venti vasche a stile libero – ma è soprattutto il microcosmo che ruota intorno alla piscina ad attirarli a sé come una magia.
Tra sfide, entusiasmi, innamoramenti, complicità e bisticci, ci si affeziona ai tre Bukowski come a veri amici e quando l’estate volge al termine ci pare di aver vissuto davvero con loro, con l’odore di cloro sulla pelle e la voglia di gelato e patatine fritte e di aver condiviso l’adrenalina e la paura, i momenti di noia, l’imbarazzo, la fatica, il volersi mettere alla prova e l’impercettibile ma reale cambiamento che ogni estate porta con sé.
COMMENTO:
Questo è un libro leggero: non nel senso che è un libro sciocco che tratta argomenti facilmente dimenticabili e poco impegnativi, ma nel senso che si tratta di una lettura delicata, a cui ci si deve approcciare in punta di piedi. Non è una storia potente, non ha una voce forte con cui gridare i punti saldi di una trama trascinante, ma è piuttosto una finestra che si apre sulla vita dei tre fratelli Bukowski. È una finestra che lascia intravedere solo una fetta sottile della loro vita, ed è una finestra da cui loro non hanno interesse a guardare: la storia non è al servizio del lettore, ma è il lettore che deve mettersi al servizio della storia, avendo voglia di ascoltare e provare a cogliere tutti i piccoli semi apparentemente insignificanti ma che, con la giusta attenzione, possono crescere fino a trasformarsi in un racconto dalla vera e propria forza.
L’estate di cui racconta questo libro acquisisce importanza se vista nell’ottica del ricordo: è un’estate fatta di piccoli eventi che sono straordinari perché rappresentano piccoli grandi momenti di crescita dei personaggi. Non sono episodi in grado di cambiare la vita, non è un’estate che rappresenta il cardine di un “prima” e di un “dopo” inequivocabile, ma sono elementi che acquisiscono importanza con la prospettiva del tempo.
Ecco, forse qui c’è proprio quell’unico elemento che non mi ha convinta del tutto di un libro che ho comunque molto apprezzato: i tre fratelli Bukowski sembrano possedere già questa prospettiva. Vivono questa estate con la consapevolezza della rilevanza che potrebbe assumere nei loro ricordi, e se da un lato è una prospettiva che consola il lettore adulto, che un po’ lo coccola e gli fa sentire meno i rimpianti di tutti i momenti sprecati, nell’ottica di un lettore giovane (che è poi il target di questo libro) la cosa risulta forse poco incisiva e realistica.
Insomma, è un libro per bambini che piace agli adulti, ma che forse non riesce a trovare la giusta lingua per parlare ai suoi lettori.