Romanato, Gianpaolo - L'Africa Nera fra Cristianesimo e Islam. L'esperienza di Daniele Comboni (1831-1881)

lettore marcovaldo

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Un titolo forse non troppo azzeccato per una libro che è molto di più. Mentre per certi versi è di meno.

In sintesi questo saggio racconta, con uno stile che ho trovato molto scorrevole, la storia di una parte dell'Africa (il Sudan) attraverso le testimonianze e i resoconti dei missionari che dagli anni 40 dell'ottocento fino al 1880 sono partiti dall'impero asburgico per evangelizzare l'africa secondo il credo cattolico.
Individui animati da convincimenti saldissimi, pronti ad ogni sacrificio e disposti a rischiare la vita allo scopo di portare il vangelo tra le popolazioni che vivevano nel cuore dell'africa.

Emergono personaggi molto particolari: tutti animati da un fervore religioso che allo sguardo dell'oggi sembra quasi fanatismo. Alcuni si distinguono per essere stati grandi esploratori mentre altri appaiono tanto ben intenzionati quanto sprovveduti e superficiali.

I primi sacerdoti e laici (seguiti più tardi anche da suore) impararono letteralmente al prezzo della vita cosa volesse direi avventurarsi, nel senso peggiore del termine, in certe zone remote del mondo.
Viaggi lunghissimi, basi di missione in zone insalubri (spesso scelte in modo approssimativo), malattie tropicali, animali selvatici molto pericolosi, difficoltà a sopportare il clima e veri e propri "shock culturali". Per certi missionari ad esempio provenienti dalla slovenia o dal veneto gli usi e costumi degli indigeni apparivano totalmente distanti e addirittura repellenti. Come fare ad avvicinare gente che era stata idealizzata e poi nella realtà si rivelava completamente diversa e incomprensibile?

Inoltre spesso era fortissima la diffidenza degli stessi indigeni verso i missionari. Infatti anche se in alcune occasioni erano realmente i primi ad arrivare dall'Europa in certe terre, in molte altre i missionari non facevano che seguire i passi tracciati da altri. E questi altri erano esploratori militari, commercianti di avorio, commercianti di schiavi. Dove la distinzione tra una categoria e l'altra era molto sfumata.
Così per i missionari era facile cadere vittima dell'equivoco. Se si aggiunge il fatto che in diversi casi guide e scorte dei missionari erano proprio coloro che si dedicavano alle attività dette prima è facile capire l'ostilità che incontravano in certe regioni i nuovi arrivati.
Su tutto poi aleggiava un estremo senso di precarietà. La mortalità, viste le condizioni estreme, era molto alta e bastavano pochi e banali imprevisti per decimare i componenti delle missioni.

Ho detto che il titolo non spiega bene cosa contiene il libro perchè in effetti il rapporto (più o meno conflittuale) tra Cristianesimo e Islam in quel contesto è sostanzialmente accennato. Mentre la figura di Daniele Comboni e le sue vicende sono spesso utilizzate per fare panoramiche più ampie sui certi temi piuttosto che soffermarsi sulla persona in particolare.

Nota: Daniele Comboni, sacerdote di origine lombarda dichiarato santo più di un secolo dopo la sua morte, è una delle figure più rilevanti tra quelle descritte perchè si distinse per capacità organizzative, capacità di comprensione delle culture locali e prestigio personale.
 
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