Roth, Joseph - La ribellione

Grantenca

Well-known member
Un mutilato di guerra (una gamba amputata sopra il ginocchio) una croce di guerra al merito e una fiducia assoluta (si potrebbe dire una fede) in Dio, nell’autorità, nello stato, nel governo tanto che divide il mondo in credenti, (virtuosi)e pagani (delinquenti). Egli è certo che, in virtù del suo comportamento impeccabile, lo stato non lo abbandonerà. Lo stato però non gli fornisce nemmeno una protesi, ma in compenso lo autorizza a chiedere l’elemosina (con tanto di permesso scritto che deve sempre esibire a richiesta alle forze dell’ordine), suonando agli angoli delle strade con un organetto meccanico. Deve vivere in una stanza in coabitazione con una coppia, ma neppure queste condizioni riescono a scalfire la sua fede assoluta.

Riesce addirittura a sposare e convivere con una vedova piacente, che gli migliora notevolmente la qualità della vita e tutto sembra procedere per il meglio. Poi una serie di avvenimenti che si potrebbero definire “Kafkiani” distruggono in un attimo tutto ciò che con tanta abnegazione è riuscito a costruire. Resta solo, nella disgrazia nessuno lo conforta, finisce addirittura in carcere, pur consapevole della iniquità che su di lui si è abbattuta. E qui, nella solitudine e nella disperazione, prende piano piano coscienza della sua persona, dei suoi ricordi, di piccole cose che ora riconosce preziose, di tutto quanto ha trascurato per le sue convinzioni. Ma è un percorso durissimo, che mina la sua salute, e si ritrova di colpo “vecchio”. E qui si libera di ogni remora e scaglia una delle più potenti e disperate invettive che io abbia mai letto contro l’ingiustizia presente nel mondo intero, mettendo perfino in dubbio l’esistenza di un Dio, che, se ci fosse, non permetterebbe queste iniquità.

Non si può certo definire questo libro come piacevole intrattenimento. I temi sono tragici, ma la scrittura è di qualità elevatissima.
 

malafi

Well-known member
Grazie @Grantenca per la recensione.
Adoro J. Roth proprio per le sue qualità di eccelso scrittore. E' talmente bella la sua prosa, precisa ed elegante, che il contenuto passa in secondo piano.
 
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