qweedy
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La prima indagine di Paolo Nigra
di Antonio Paolacci e Paola Ronco
"È sabato mattina e Genova si sta risvegliando da una notte di tempesta gelida. La pioggia ha smesso di cadere e il vento che soffia da est inizia a diradare le nubi lasciando intravedere i colori dell'aurora. Ma non è il cielo ad attirare l'attenzione di un uomo in tenuta da jogging, quanto piuttosto un cumulo di stracci che giace sulla passeggiata a qualche decina di metri da lui. Mezz'ora dopo, il Porto Antico è invaso da poliziotti e agenti della Scientifica. Il ragazzo è riverso a terra, il volto tumefatto, indosso un cappotto rosa shocking con cui, la sera prima, non era passato inosservato alla festa che si teneva lì vicino a sostegno delle unioni civili. Si tratta di Andrea Pittaluga, studente universitario della Genova bene e nipote di un famoso architetto. Quando arriva sul posto in sella alla sua Guzzi, il vicequestore aggiunto Paolo Nigra ha già detto addio alla sua giornata di riposo e messo su la proverbiale faccia da poker che lo rende imperscrutabile anche ai suoi più stretti collaboratori. Quarant'anni, gay dichiarato, nel constatare il feroce accanimento sulla vittima Nigra fatica a non pensare a un'aggressione omofoba. Negli ultimi tempi non sono mancati episodi preoccupanti, da questo punto di vista. I primi sospettati, però, hanno un alibi e la polizia arranca nel tentativo di trovare altre piste. Nigra è a mani vuote, una condizione che non gli dà pace. Lo sa bene Rocco, il suo compagno, che ne sconta il malumore, sentendosi rinfacciare per l'ennesima volta la scelta di tenere nascosta la loro relazione. Il rischio che, questa volta, la giustizia debba rimanere senza un colpevole è reale. A meno di sospendere il giudizio e accettare il fatto che a dominare il destino degli uomini non sia altro che il caos."
Si inserisce nella corrente di investigatori radicati sul territorio, il vicequestore aggiunto Nigra. Un personaggio molto intrigante, omosessuale, dichiarato, consapevole, pronto ad indagare sul delitto di un giovane, omosessuale, massacrato di botte.
Ambientato a Genova, è il primo libro della serie. Una buona prosa, una buona descrizione della città, una riflessione sull'omofobia.
Consigliato! A me è piaciuto.
Durrenmatt (…) è l’esempio perfetto (…). Il giallo, come genere narrativo, gli serve per esemplificare un grande, gigantesco problema della mente umana, ovvero l’illusione di poter trovare risposte laddove non ce ne sono. (…) Nel giallo, l’omicidio mette in moto la narrazione perché si presenta come un’anomalia, una falla da tappare, uno squilibrio da risolvere. Il che lascia intuire che prima dell’omicidio regnerebbe l’ordine. E che, dopo, occorre trovare l’assassino in modo da ripristinare l’ordine di partenza. (…)
“Il fatto è che la verità e la giustizia umana non vanno quasi mai di pari passo,e riuscire a risolvere o meno un caso è anche ein spiel des zufalls (…) un capriccio del caso.”
Un ispettore ipocondriaco all’ultimo stadio e una romanaccia troppo sincera, che fuma la pipa come fosse un bong.
Il cielo sopra Genova era magnifico; nuvole barocche si rincorrevano lontane, verso l’orizzonte, svelando un azzurro totale.
Differente è la resa della città, Genova, che pur nel tratto granitico e poco lezioso dei suoi abitanti sa accogliere un melting pot di sfumature.
Il centro storico era pieno di vecchi palazzi senza ascensore, per quanto alti fossero; un’altra delle tante peculiarità che agli occhi di Nigra aiutavano a capire il carattere dei genovesi.
Il centro storico è uno di quei posti in cui è possibile sentirsi veramente a casa, da qualunque parte si arrivi. E’ uno di quei posti in cui il tuo barista di riferimento, pur lavorando in zona turistica e non vedendoti molto spesso, si ricorda cosa prendi e te lo serve nella maniera che piace a te. E’ uno di quei posti in cui non c’è bisogno di nascondersi, perché qualcuno più strano di te salta sempre fuori.
di Antonio Paolacci e Paola Ronco
"È sabato mattina e Genova si sta risvegliando da una notte di tempesta gelida. La pioggia ha smesso di cadere e il vento che soffia da est inizia a diradare le nubi lasciando intravedere i colori dell'aurora. Ma non è il cielo ad attirare l'attenzione di un uomo in tenuta da jogging, quanto piuttosto un cumulo di stracci che giace sulla passeggiata a qualche decina di metri da lui. Mezz'ora dopo, il Porto Antico è invaso da poliziotti e agenti della Scientifica. Il ragazzo è riverso a terra, il volto tumefatto, indosso un cappotto rosa shocking con cui, la sera prima, non era passato inosservato alla festa che si teneva lì vicino a sostegno delle unioni civili. Si tratta di Andrea Pittaluga, studente universitario della Genova bene e nipote di un famoso architetto. Quando arriva sul posto in sella alla sua Guzzi, il vicequestore aggiunto Paolo Nigra ha già detto addio alla sua giornata di riposo e messo su la proverbiale faccia da poker che lo rende imperscrutabile anche ai suoi più stretti collaboratori. Quarant'anni, gay dichiarato, nel constatare il feroce accanimento sulla vittima Nigra fatica a non pensare a un'aggressione omofoba. Negli ultimi tempi non sono mancati episodi preoccupanti, da questo punto di vista. I primi sospettati, però, hanno un alibi e la polizia arranca nel tentativo di trovare altre piste. Nigra è a mani vuote, una condizione che non gli dà pace. Lo sa bene Rocco, il suo compagno, che ne sconta il malumore, sentendosi rinfacciare per l'ennesima volta la scelta di tenere nascosta la loro relazione. Il rischio che, questa volta, la giustizia debba rimanere senza un colpevole è reale. A meno di sospendere il giudizio e accettare il fatto che a dominare il destino degli uomini non sia altro che il caos."
Si inserisce nella corrente di investigatori radicati sul territorio, il vicequestore aggiunto Nigra. Un personaggio molto intrigante, omosessuale, dichiarato, consapevole, pronto ad indagare sul delitto di un giovane, omosessuale, massacrato di botte.
Ambientato a Genova, è il primo libro della serie. Una buona prosa, una buona descrizione della città, una riflessione sull'omofobia.
Consigliato! A me è piaciuto.
Durrenmatt (…) è l’esempio perfetto (…). Il giallo, come genere narrativo, gli serve per esemplificare un grande, gigantesco problema della mente umana, ovvero l’illusione di poter trovare risposte laddove non ce ne sono. (…) Nel giallo, l’omicidio mette in moto la narrazione perché si presenta come un’anomalia, una falla da tappare, uno squilibrio da risolvere. Il che lascia intuire che prima dell’omicidio regnerebbe l’ordine. E che, dopo, occorre trovare l’assassino in modo da ripristinare l’ordine di partenza. (…)
“Il fatto è che la verità e la giustizia umana non vanno quasi mai di pari passo,e riuscire a risolvere o meno un caso è anche ein spiel des zufalls (…) un capriccio del caso.”
Un ispettore ipocondriaco all’ultimo stadio e una romanaccia troppo sincera, che fuma la pipa come fosse un bong.
Il cielo sopra Genova era magnifico; nuvole barocche si rincorrevano lontane, verso l’orizzonte, svelando un azzurro totale.
Differente è la resa della città, Genova, che pur nel tratto granitico e poco lezioso dei suoi abitanti sa accogliere un melting pot di sfumature.
Il centro storico era pieno di vecchi palazzi senza ascensore, per quanto alti fossero; un’altra delle tante peculiarità che agli occhi di Nigra aiutavano a capire il carattere dei genovesi.
Il centro storico è uno di quei posti in cui è possibile sentirsi veramente a casa, da qualunque parte si arrivi. E’ uno di quei posti in cui il tuo barista di riferimento, pur lavorando in zona turistica e non vedendoti molto spesso, si ricorda cosa prendi e te lo serve nella maniera che piace a te. E’ uno di quei posti in cui non c’è bisogno di nascondersi, perché qualcuno più strano di te salta sempre fuori.