qweedy
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"C’è Pia, la contessa matriarca, con granitiche certezze e inaspettate fragilità, e poi Roberto, suo marito adorante, che «più che pensare, funziona». Quando Giuliano, il loro unico figlio, si sottrae al copione già scritto della sua vita dorata, i Monteleone imbracciano sorte e futuro in un viaggio che, fra il tragico e il lieto, dal 1931 li condurrà fino ai giorni nostri. Cinque generazioni affollano questo ritratto corale, insieme alle gioie e ai dolori di una famiglia irripetibile, ma a ben guardare qualunque. Si avvicendano suocere sofisticate e nuore cafone, Natali in città ed estati sul lago, padri integerrimi e zii faccendieri. Ma soprattutto, segreti inconfessabili e verità tramandate, come pure una pericolosa vendetta e qualche insperata rinascita."
E' il primo volume di quella che dovrebbe essere una trilogia che vede protagonista la famiglia Monteleone, cinque generazioni che, dal 1931 a oggi, popola la vita della Milano bene.
Novant'anni di storia e innumerevoli personaggi raccontati con continui flashback e flashforward che creano una confusione a mio parere non necessaria. L'albero genealogico all'inizio del libro avrebbe dovuto essere stampato come segnalibro, per poter capire se si tratta della nonna, della bisnonna o della nipote. Inoltre qui non avviene, come in altri libri, che ogni capitolo narra un personaggio, ma nello stesso capitolo si mescola un po' di tutto, personaggi e tempi, accrescendo la fatica del lettore.
Immagino che questa saga raccontata in modo lineare sarebbe stata molto più godibile.
Mi chiedo se gli scrittori che amano i salti temporali scrivano il romanzo così come lo legge il lettore, o se invece scrivano le storie singole, per poi mescolarle.
E' il primo volume di quella che dovrebbe essere una trilogia che vede protagonista la famiglia Monteleone, cinque generazioni che, dal 1931 a oggi, popola la vita della Milano bene.
Novant'anni di storia e innumerevoli personaggi raccontati con continui flashback e flashforward che creano una confusione a mio parere non necessaria. L'albero genealogico all'inizio del libro avrebbe dovuto essere stampato come segnalibro, per poter capire se si tratta della nonna, della bisnonna o della nipote. Inoltre qui non avviene, come in altri libri, che ogni capitolo narra un personaggio, ma nello stesso capitolo si mescola un po' di tutto, personaggi e tempi, accrescendo la fatica del lettore.
Immagino che questa saga raccontata in modo lineare sarebbe stata molto più godibile.
Mi chiedo se gli scrittori che amano i salti temporali scrivano il romanzo così come lo legge il lettore, o se invece scrivano le storie singole, per poi mescolarle.