MaxCogre
Well-known member
"Emilio Bettazzi, giovane scrittore di Firenze, va ad abitare in una grande casa di campagna che un suo caro amico, prima di morire, aveva preso in affitto. È convinto che su quelle bellissime colline del Chianti riuscirà a scrivere un romanzo. Ma fin dai primi giorni gli succedono strane cose. Sente le voci concitate di un litigio provenire da una villa che, a detta di tutti, è abbandonata da anni per via di una vecchia e terribile tragedia. Vede nella notte una sagoma umana mezza nuda che corre nei campi. E scopre che da tempo ci sono delle stragi di galline e conigli che nessuno sa spiegare, nemmeno i carabinieri. Spinto dalla curiosità ma anche dal desiderio di capire, e forse a suo modo di risarcire i fragili personaggi coinvolti nella vicenda, Emilio cerca di venire a capo di quei misteri, facendo domande, raccogliendo storie, scrutando volti e gesti, fino a spingersi di notte dentro la villa e nei boschi. Quello che scoprirà lo lascerà sbalordito, ma lo legherà per sempre a quei luoghi."
Mi è piaciuto questo libro moltissimo, pur non essendo grande letteratura, e forse proprio per questo. Il topos della provincia malata è stato spesso esplorato, ma qui parliamo proprio di topo, perchè siamo in provincia e pure in campagna, un paesino medievale di 4 anime contadine in mezzo ai vigneti, uliveti e boschi del chianti. E allora c'è la bellezza di entrare in un microcosmo e osservarlo da vicino: il protagonista, alter ego di Vichi, è uno scrittore e osservare lo sa bene. Anche immaginare lo sa bene, tanto che quando l'ambiente bucolico si trasforma in sinistro, subito attinge a tutto l'immaginario della letteratura fantastica e si mette a scrivere un racconto sui lupi mannari etc etc. Ma alla fine sulla fantasia ha la meglio la curiosità, che è tanto più viva quanto l'indagine, in quel mondo così piccolo e delimitato, appare raggiungibile. Anche a fronte dell'ostracismo della comunità contadina e del pericolo che si manifesta più volte (e paradossalmente proprio per questo), il Bettazzi vorrà proseguire nella sua indagine fomentato e oramai inarrestabile. Forse questo è un libro sulla curiosità, più che altro - la curiosità dei segreti di un mondo piccolo e nascosto come il paesino Fontenera e le sue campagne. Una curiosità predatoria di una preda misteriosa ma che sembra facile, vi è capitato mai? Ma è giusta l'ultima frase del sunto: una volta predata la preda si trasforma in predatore, e vi lega per sempre, nel bene e nel male - vi ci siete imparentati lol. In sunto, bello per l'ambientazione, bello per la trama, bello per dimostrare il sentimento della curiosità-e come la paura talvolta ne faccia parte, bello per la trama, bello per il personaggio di Emilio Bettazzi, scrittore famoso sì e bravo, eppure normale-come noi, con le sue velleità, le sue imbranatezze, i problemi con la famiglia, con le donne (a proposito un bel subplot è che ci prova con una bella dottoressa del posto); bello infine per risvegliarci -dentro un noir - tutto l'immaginario della ghost story. Insomma davvero figo. Non è scritto meravigliosamente, non è una prosa brillante, ma fa quel che deve meravigliosamente bene. Forse questo è un altro segreto del libro.
Mi è piaciuto questo libro moltissimo, pur non essendo grande letteratura, e forse proprio per questo. Il topos della provincia malata è stato spesso esplorato, ma qui parliamo proprio di topo, perchè siamo in provincia e pure in campagna, un paesino medievale di 4 anime contadine in mezzo ai vigneti, uliveti e boschi del chianti. E allora c'è la bellezza di entrare in un microcosmo e osservarlo da vicino: il protagonista, alter ego di Vichi, è uno scrittore e osservare lo sa bene. Anche immaginare lo sa bene, tanto che quando l'ambiente bucolico si trasforma in sinistro, subito attinge a tutto l'immaginario della letteratura fantastica e si mette a scrivere un racconto sui lupi mannari etc etc. Ma alla fine sulla fantasia ha la meglio la curiosità, che è tanto più viva quanto l'indagine, in quel mondo così piccolo e delimitato, appare raggiungibile. Anche a fronte dell'ostracismo della comunità contadina e del pericolo che si manifesta più volte (e paradossalmente proprio per questo), il Bettazzi vorrà proseguire nella sua indagine fomentato e oramai inarrestabile. Forse questo è un libro sulla curiosità, più che altro - la curiosità dei segreti di un mondo piccolo e nascosto come il paesino Fontenera e le sue campagne. Una curiosità predatoria di una preda misteriosa ma che sembra facile, vi è capitato mai? Ma è giusta l'ultima frase del sunto: una volta predata la preda si trasforma in predatore, e vi lega per sempre, nel bene e nel male - vi ci siete imparentati lol. In sunto, bello per l'ambientazione, bello per la trama, bello per dimostrare il sentimento della curiosità-e come la paura talvolta ne faccia parte, bello per la trama, bello per il personaggio di Emilio Bettazzi, scrittore famoso sì e bravo, eppure normale-come noi, con le sue velleità, le sue imbranatezze, i problemi con la famiglia, con le donne (a proposito un bel subplot è che ci prova con una bella dottoressa del posto); bello infine per risvegliarci -dentro un noir - tutto l'immaginario della ghost story. Insomma davvero figo. Non è scritto meravigliosamente, non è una prosa brillante, ma fa quel che deve meravigliosamente bene. Forse questo è un altro segreto del libro.
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