malafi
Well-known member
Un gorgo di forze trascinerà Edgar, inquieto dodicenne in convalescenza nella stazione climatica del Semmering, dall'iniziale sete di amicizia al dubbio, al disinganno e all'odio: odio per una madre frivola e bugiarda e per il suo subdolo corteggiatore che, fingendo di essergli amico, vuole soltanto servirsi di lui. Un intrico di sentimenti, quello di "Bruciante segreto", che somiglia al sottobosco di rovi in cui Edgar - fuggito dalla stanza dove era stato rinchiuso - si acquatta inseguendo col fiato grosso la coppia stretta in un abbraccio tanto intimo da gettare sul sentiero un'unica ombra sotto i raggi della luna. Una sorta di sadico crescendo innerva questo dramma, di cui sono protagonisti un attraente e annoiato barone, la non più giovane eppur piacente consorte di un avvocato di successo della Vienna ebraica e un ragazzino cagionevole che, nel giro di pochi giorni, attraversa le dolorose stazioni di un rito di passaggio: quello che suggellerà il suo ingresso nel mondo degli adulti, a prezzo di cicatrici indelebili.
Altra ottima prova di Zweig che conferma in questo racconto (o romanzo breve) le sue indiscusse capacità di incollare il lettore ai suoi scritti. Non per la trama, ma per l'intensità dei sentimenti che producono un crescendo emotivo molto forte. Come in Amok, come in Sovvertimento dei Sensi, insomma la sua mano si vede ed il suo stile è riconoscibilissimo. Così come è subito riconoscibile proprio l'efficacia della sua prosa nello scandagliare e descrivere gli stati emotivi.
Un piccolo appunto, ma forse sono viziato dal non comprendere/conoscere l'educazione dei primi del 900: ho trovato un po' inverosimile (ma magari no, ripeto) che il ragazzino - che tra l'altro leggeva tanto dunque di storie e relazioni uomo/donna avrebbe dovuto essere al corrente - fosse totalmente all'oscuro dei sentimenti e delle dinamiche che possono allacciarsi tra un uomo ed una donna.
Ma forse per superare questo leggero fastidio, basta immergersi totalmente nelle atmosfere di allora.
Altra ottima prova di Zweig che conferma in questo racconto (o romanzo breve) le sue indiscusse capacità di incollare il lettore ai suoi scritti. Non per la trama, ma per l'intensità dei sentimenti che producono un crescendo emotivo molto forte. Come in Amok, come in Sovvertimento dei Sensi, insomma la sua mano si vede ed il suo stile è riconoscibilissimo. Così come è subito riconoscibile proprio l'efficacia della sua prosa nello scandagliare e descrivere gli stati emotivi.
Un piccolo appunto, ma forse sono viziato dal non comprendere/conoscere l'educazione dei primi del 900: ho trovato un po' inverosimile (ma magari no, ripeto) che il ragazzino - che tra l'altro leggeva tanto dunque di storie e relazioni uomo/donna avrebbe dovuto essere al corrente - fosse totalmente all'oscuro dei sentimenti e delle dinamiche che possono allacciarsi tra un uomo ed una donna.
Ma forse per superare questo leggero fastidio, basta immergersi totalmente nelle atmosfere di allora.