Smith, Wilbur - Il trionfo del sole

Dorylis

Fantastic Member
1884. Di ritorno da un viaggio sul suo mercantile, Ryder Courteney si trova intrappolato a Karthum insieme con migliaia di cittadini britannici. La città, circondata dal deserto del Sudan e posta alla confluenza del Nilo Bianco con il Nilo Azzurro, è infatti assediata dall’esercito del carismatico Mahdi che, in nome dell’Islam, ha scatenato una rivolta, deciso a cacciare per sempre gli infedeli. Amico del console inglese e delle sue bellissime figlie, Ryder rimane coinvolto nella difesa della città e conosce Penrod Ballantyne, un capitano degli Ussari appena giunto a Karthum per una missione segreta. Così, mentre si stringe la morsa dell’assedio, e si profila la minaccia della fame e delle malattie, i due uomini, tanto diversi quanto uniti dal senso dell’onore e della libertà, si ritroveranno a lottare fianco a fianco per la propria vita e per la salvezza di coloro che amano. Nella consapevolezza che il loro destino, più che nella spada, è affidato al vero sovrano dell’Africa, a quel sole che, incurante delle vicende umane, celebra ogni giorno il trionfo di una natura eterna e invincibile…

Questo è uno dei romanzi singoli ma è anche quello che collega la saga dei Courteney a quella dei Ballantyne.. E' un ottimo affresco storico delle colonie inglesi dell'800, la storia non è male e lo stile è scorrevole.. Unica cosa che non mi piaceva: l'età troppo giovane delle ragazze rispetto agli uomini!
 

ayla

+Dreamer+ Member
Non è stato male anche se me lo aspettavo più coinvolgente...poi in alcune parti è stato un pò lento ma fortunatamente nn hanno rovinato il libro che cmq nn è dei migliori.
 

MadLuke

New member
Seppure a debita distanza di anni di una lettura dall'altra, è il terzo romanzo di Wilbur Smith che leggo, è lo sviluppo della trama mi pare sempre lo stesso... La passione amorosa tra i due protagonisti a dispetto del grande pericolo che corrono per la propria vita, i duelli e le battaglie che si consumano a ripetizione tra fughe rocambolesche e paesaggi esotici, la violenza a danno della protagonista femminile, e infine la riscossa dei buoni, per il lieto fine, dal retrogusto solo vagamente amaro che conferisce ulteriore epicità alla storia. Le scene d'azione sono rese con grande dovizia di particolari eppure mai perdono di scorrevolezza, e altrettanto cura descrittiva è dedicata ai numerosi amplessi sessuali, cui l'autore spesso e volentieri ricorre, senza alcuna necessità di trama, solo per solleticare i bassi istinti dei lettori e lettrici.
Però c'è da dire che in questo vile esercizio di facile letteratura di consumo, Wilbur Smith ci sa maledettamente fare. Si legge tutto d'un fiato, e almeno a me, ha saputo assolutamente suscitare la curiosità per un epoca e un continente che non esistono più.
 
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