Chlebnikov, Velimir- poesie

shvets olga

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Chlebnikov Velimir (Viktor Vladimorovic) 1885-1922

"Sklovskij diceva che era un campione, Jakobson diceva il più grande poeta del Novecento, Tynjanov diceva una direzione, Markov diceva il Lenin del futurismo russo, Ripellino diceva il poeta del futuro, e avevan ragione, secondo me, tutti, però avevano torto, anche, secondo me, e avevano torto perché, secondo me, Chlebnikov è molto di più".
– Paolo Nori

I versi somigliano a viaggi, bisogna essere di la' dove nessun ancora e' stato-Chlebnikov


Poco, mi serve.
Una crosta di pane,
un ditale di latte,
e questo cielo
e queste nuvole
.

Мне мало надо!
Краюшку хлеба
И капля молока.
Да это небо,
Да эти облака!
<1912, 1922>


Gli anni, gli uomini e i popoli

fuggono via sempre,

come l’acqua che fluisce.

Nel mobile specchio della natura

le stelle sono la rete, noi i pesci.

I numi - spettri dentro il buio.

Годы, люди и народы
Убегают навсегда,
Как текучая вода.
В гибком зеркале природы
Звезды - невод, рыбы - мы,
Боги - призраки у тьмы.


Dal sacco

rovinarono al suolo le cose.

E io penso che il mondo

и solo un sogghigno

che balena fioco

sulla bocca di un impiccato.

Из мешка
На пол рассыпались вещи.
И я думаю,
Что мир -
Только усмешка,
Что теплится
На устах повешенного.
1908



Mentre muoiono, i cavalli respirano,

mentre muoiono, le erbe intristiscono,

mentre muoiono, i soli si spengono,

mentre muoiono, gli uomini cantano.

Когда умирают кони — дышат,
Когда умирают травы — сохнут,
Когда умирают солнца — они гаснут,
Когда умирают люди — поют песни.
<1912>



Ancora una volta, ancora una volta

sono una stella per voi.

Guai al marinaio che ha orientato

un angolo falso della sua barca e della sua stella:

si fracasserа sugli scogli

sui sabbiosi banchi subacquei.

Guai anche a voi che avete diretto

un angolo falso del cuore verso di me:

vi sfascerete sugli scogli

e gli scogli rideranno di voi,

come voi rideste di me.

Еще раз, еще раз,
Я для вас
Звезда.
Горе моряку, взявшему
Неверный угол своей ладьи
И звезды:
Он разобьется о камни,
О подводные мели.
Горе и вам, взявшим
Неверный угол сердца ко мне:
Вы разобьетесь о камни,
И камни будут надсмехаться
Над вами,
Как вы надсмехались
Надо мной.
Май 1922
 

Vladimir

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Un genio assoluto. Chlebnikov, il poeta vagabondo, ardeva dentro, come Majakovskij. Chlebnikov portò alle estreme conseguenze gli "schiaffi al gusto comune" dei primi futuristi, creando una nuova lingua: quella transmentale. La parola diventa fine a sé stessa: il significante separato dal significato. Per Chlebnikov non esistono più significanti, ma solo significati. Un genio della poesia mondiale, peccato che in italiano, tranne qualche eccezione, sia pressoché intraducibile.
 

shvets olga

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Da Bukva kak takovaja (La lettera come tale,scritto del 1913 pubblicato nel 1930) a firma di Aleksej Kručenych e Velimir Chlebnikov:
"Della parola come tale, non si discute piu, tutti sono assolutamente d’accordo.Ma cosa vale questo consenso? Va solo ricordato, che coloro che parlano col senno di poi della parola nulla dicono della lettera! Ciechi dalla nascita!... (...) Avete visto le lettere delle loro parole: allineate, offese, tosate, e tutte indifferentemente incolori e grigie − non lettere, ma marchi! Domandate dunque a chi volete dei facitori della parola ed egli vi dira, che la parola, scritta da una calligrafi a oppure composta da un carattere di piombo, non e assolutamente uguale alla stessa parola vergata in
un’altra grafia. Voi non vestirete di certo le vostre bellezze di banali caffettani tutti uguali! Sfido io. Vi sputerebbero negli occhi, ma la parola no − essa tace. Vi sono due principi: 1) che l’umore muta la calligrafi a durante la scrittura 2) che la calligrafia, mutata in modi diversi dall’umore, trasmette questo umore al lettore, indipendentemente dalla parola. (...) E chiaro che non e necessario che il facitore della parola sia anche lo scriba del libro auto-runico, forse e meglio se egli lo affi di ad un pittore. Libri di tal genere non ce n’erano. I primi sono stati prodotti dai budetljane."

Ripellino:
"Riluttante ai dettami e alle regole, incapace di applicarsi a un lavoro continuo, si privava del necessario, e persino del nutrimento. Dormiva in camere spoglie, su stramazzi e su letti di tavole, come il filosofo Fedorov su cassapanche di legno, in un desolato disagio. Il disinteresse, la sbadataggine, l’indifferenza per le consuetudini degli assestati e dei benpensanti lo relegavano ai margini. E del resto in mezzo agli estranei si sentiva come un fanello caduto in una cisterna di ranocchi."
Il poeta, «per comprarsi del cibo, a Enzeli, vendette al mercato camicia e calzoni, vestendosi di tela di sacco, ma subito dopo, incontrata una mendicante, le diede tutto il denaro.»
«Nel peregrinare di Chlebnikov, nelle sue rinunce e digiuni, nel suo amore della solitudine persiste qualcosa della perenne sostanza del monachesimo russo, di quell’ “inočestvo” che per Rozanov costituisce la metafisica del cristianesimo.»

Paolo Nori:
"E Chlebnikov, che aveva studiato matematica a Kazan’, l’università di Lobačevskij, e che di Lobačevskij si considerava discepolo, e che le geometrie non euclidee le conosceva non per sentito dire, tanto da fare entrare spesso, nelle sue poesie, anche simboli matematici..."

Durante uno dei suoi viaggi da vagabondo in un vagone ferroviario, è colpito da setticemia e muore, nel 1922.La sua tomba in un angolo del cimitero locale, tra un pino e un abete, ha una piccola lapide con la scritta:
“Il presidente del globo terrestre, Velimir Chlebnikov”
 
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