Manzoni, Alessandro - I promessi sposi

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Non sono una manzoniana ad oltranza e forse sono "i manzonismi" più che il Manzoni ad essere scivolati oltre il patetico. Manzoni mantiene una linea morale e religiosa che può piacere o non piacere, ma indubbiamente la lucidità e lo spessore dei contenuti sono di grande interesse. Io laicissima, ai confini con l'ateismo, non ho problemi a confrontarmi con I promessi sposi, proprio perchè riconosco al romanzo una capacità di suscitare quesiti e pensieri di ottimo livello e non di superficie. E' un romanzo capace di guardare al di là della superficie ed il fatto che ancor oggi ne parliamo, dimostra la profondità di innesto che ha lasciato nella letteratura italiana.
Penso solo al Don Abbondio e a quanto incarni un personaggio tipicamente italiano, ma vorrei dire internazionale, con il suo opportunismo e la ricerca del quieto vivere. Per me è un riferimento indelebile, che mi piaccia o meno. Poi che spesso I promessi sposi siano una palla, questo è vero, ma questo è sintomo di un gusto letterario che si è modificato e per il fatto che sia anche un romanzo morale, che adesso non incontra affatto l'interesse dei lettori. Ma a Manzoni non si può negare una profonda conoscenza del periodo storico e degli argomenti civili e sociali, oltre che religiosi, che aveva assorbito col latte, essendo nipote di Beccaria e figlio di Giulia, una grande figura femminile, femminista ante litteram.
 

Mizar

Alfaheimr
Non sono una manzoniana ad oltranza e forse sono "i manzonismi" più che il Manzoni ad essere scivolati oltre il patetico. Manzoni mantiene una linea morale e religiosa che può piacere o non piacere, ma indubbiamente la lucidità e lo spessore dei contenuti sono di grande interesse. Io laicissima, ai confini con l'ateismo, non ho problemi a confrontarmi con I promessi sposi, proprio perchè riconosco al romanzo una capacità di suscitare quesiti e pensieri di ottimo livello e non di superficie. E' un romanzo capace di guardare al di là della superficie ed il fatto che ancor oggi ne parliamo, dimostra la profondità di innesto che ha lasciato nella letteratura italiana.
Concordo su tutta la linea
 

Masetto

New member
Manzoni mantiene una linea morale e religiosa che può piacere o non piacere, ma indubbiamente la lucidità e lo spessore dei contenuti sono di grande interesse.
Quoto

Poi che spesso I promessi sposi siano una palla, questo è vero
Qui no; non è assolutamente un romanzo palloso, anche se qualche parte noiosa c’è. Ma ci sono troppi capitoli memorabili (la notte degli imbrogli, i due viaggi di Renzo a Milano, la Peste, il Lazzaretto, l’invasione dei lanzichenecchi, l’Innominato, Gertrude,…), e anche dove spira più che altro la propaganda cattolica manzoniana è ben difficile trovare una pagina senza una qualche invenzione stilistica, un’espressione azzeccata, un momento di poesia.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Quoto


Qui no; non è assolutamente un romanzo palloso, anche se qualche parte noiosa c’è. Ma ci sono troppi capitoli memorabili (la notte degli imbrogli, i due viaggi di Renzo a Milano, la Peste, il Lazzaretto, l’invasione dei lanzichenecchi, l’Innominato, Gertrude,…), e anche dove spira più che altro la propaganda cattolica manzoniana è ben difficile trovare una pagina senza una qualche invenzione stilistica, un’espressione azzeccata, un momento di poesia.

se quotavi tutto Masetto cominciavo a preoccuparmi :)

io ho detto che spesso è pesante, riduco a talvolta...la meme chose che hai detto tu :wink:
 

WilLupo

New member
Mmmmh, continua a bastarmi quel che lo letto sotto costrizione, magari, tempo permettendo :mrgreen: piu' in la' ci riprovero'

Il bello è che all'epoca io non mi sentivo costretta.
Certo avrei preferito un altro libro di testo, potendo scegliere, ma era molto più facile a quell'età dedicare energie anche a testi non graditi, ce n'erano molte di più, di energie :roll:
Era divertente mantenere acceso il cervello e... scorticare il romanzo :mrgreen:
E pensare che a quei tempi ero pure religiosa...
 

WilLupo

New member
C'è voluto un pò :wink:

A me pare che, in questo caso, tu non lo sia affatto. Che tu non condivida le idee di Manzoni e che i personaggi ti stiano antipaciti va benissimo, ma non sembri vedere altro che idee in quest’opera, mentre c’è dentro una varietà ed una profondità di stile ineguagliate nella nostra Letteratura.
Perdonami, ma hai almeno provato a leggere i commenti critici che ho postato più su?

Sono piuttosto piatti, sì, specie Renzo. Non a caso lui è protagonista di parecchie delle parti più “avventurose” del romanzo: è un personaggio risolto più nell’azione che nell’approfondimento psicologico.
Lucia poi è abbastanza bacchettona e posso capire che stia antipatica (io, per dire, non sposerei mai una donna così).

Non è solo che mi sono antipatici, non mi sembra corretto da parte tua ridurre a questo la mia critica :(
E' piena la letteratura di personaggi odiosi e (magari proprio per quello) terribilmente coinvolgenti!!!

Tu riporti dei brani, io li rileggo obtorto collo ;) e li trovo falsi, artificiosi. Mi sembrano quelle scene di certe fiction televisive all’italiana dove si capisce lontano un miglio che gli attori recitano.
Tu li riporti con uno scopo, e ottieni quello opposto...
Alla fine questa discussione può concludersi solo con un “de gustibus”!

Si, le ho lette le critiche che hai riportato … preferisco comunque parlare direttamente con Masetto piuttosto che attraverso citazioni di critici famosi.
Un po’ perché posso rispondere solo con parole mie, un po’ perché una opinione, anche se espressa da Russo o Momigliano, resta sempre un’opinione: nella fattispecie mi interessano le opinioni di Masetto :)


Esatto, è proprio Manzoni che parla: e lo dice: subito dopo l’Addio monti si legge infatti “di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia”: qui egli ha voluto riportare i pensieri di lei più nello “spirito” che nella forma, ha abbandonato per un momento il realismo linguistico, prendendosi una “parentesi” poetica.
Ma è un’eccezione, Lucia e gli altri “umili” non parlano mai così.
Questo io l’avevo già scritto in un altro topic, nel quale hai da poco scritto anche tu: pare proprio che i commenti positivi a questo libro tu non voglia vederli…
E, in verità, è preoccupante che tu porti l’Addio monti come esempio del linguaggio dei due promessi, perché basta aprire il romanzo ad una qualsiasi pagina dove sia presente uno di loro per vedere come le loro parole siano naturali e nient’affatto dotte. C’è da dubitare che tu abbia davvero letto il libro…

Come no, l’avevo visto il tuo commento positivo, mi pareva che si capisse dalla risposta… Manzoni è poco interessato a rendere viva e reale Lucia. Qui e altrove, io trovo.

Che dire, riportami qualche dialogo dove Lucia mi convinca, come contadina del 600.
E’ probabile che, data la evidente a sto punto differenza di sensibilità tra noi due, tu avverti vero quello che io trovo artificioso.
(io il libro ce l’ho a casa paterna altrimenti di sicuro lo aprirei a caso e ti trascriverei qualche dialogo che mi suona “falso”)



Il fatto che legioni di critici quest’ispirazione l’abbiano sentita, e molti di loro più che in ogni altro romanzo mai scritto in italiano, non ti fa sospettare che forse forse non l’hai letto con sufficiente attenzione?

I Promessi Sposi sono apprezzati da pressochè tutta la critica letteraria italiana (dico "pressochè" per sicurezza, ma io non ho ancora trovato un critico che dica che Manzoni scriveva male o non era ispirato o che il romanzo non è un’opera di grande poesia), da sinistra a destra, dagli atei ai gesuiti. Più d’uno l’ha criticato per le idee, ma nessuno per lo stile. Fra gli autori degli interventi che ho riportato su, Luigi Russo e Umberto Eco sono atei, Attilio Momigliano ebreo.

Poca attenzione? Non credo proprio. Se non riesco ad avere attenzione quando leggo un libro, lo fiondo :mrgreen:

Hai chiaramente il coltello dalla parte del manico a citare la critica… non posso effettuare controcitazioni perché la mia frequentazione di questo genere risale veramente ai tempi del liceo.
Allora leggevo vivisezionando i libri, andandomi a vedere le critiche, chiedendomi se ero d’accordo o no…
Ora non ho più voglia: leggo per il mio piacere e non per interesse intellettuale.

Tutto quello che posso dire è che all’epoca mi ero documentata e le avevo trovate, le controcritiche.
Devo averlo già detto, mi ricordo di aver consegnato proprio sul Manzoni e i P.S. un tema che andava alquanto controcorrente rispetto alle idee dei docenti: ma avevo le “pezze d’appoggio” e anche le mie opinioni erano ben motivate, presi un votone :)

Attualmente posso rispondere solo con le mie opinioni. Non saranno blasonate ma sono le mie.



Neache in quelli cattolici. Manzoni, come Leopardi e gran parte degli scrittori italiani dal Settecento in poi, si legge poco all’estero, almeno rispetto a quanto in Italia leggiamo gli stranieri. Salvo per i critici che se ne sono occupati e per qualche scrittore (Goethe, D. H. Lawrence,…): e tutti questi hanno elogiato il romanzo.

Mi sembra piuttosto indicativo, che Manzoni non si legga all’estero.

PS: il brano del Russo che hai postato subito dopo.
Lo leggo (faticosamente, 2 volte, per sicurezza) e mi pare più un’analisi dei meccanismi della conversione che l’analisi di un personaggio vero e vivo
Sarà un caso?!?:??
Mi restituisce in pieno la sensazione (sempre avvertita) che anche l’Innominato sia solo uno stereotipo che vive in funzione del messaggio che deve trasmettere. E dire che il Russo ha di sicuro tutt’altre intenzioni :wink:

Chiudiamola qua: “de gustibus” :)
C’è un mondo di roba da leggere e da rileggere, i P.S. restano l’ultimo dei miei pensieri ...
 

Nikki

New member
http://www.youtube.com/watch?v=hpkKW6RcBKY&feature=related

e dopo tanto parlare..non posso non ricordare!!!! :mrgreen::mrgreen::mrgreen: quante risate con le mie amiche..mi sembra un'altra vita..quanti ricordi!! via via malinconia..:YY

Io del Manzoni non ricordo proprio nulla, come tante cose di quegli anni (del liceo, non dell'800 :D), però, come Nicole, anch'io sono curiosissima dopo tanti 'si vivi scontri d'opinione..appena finisco di secchiare vedo se il Manzoni avrà ancora qualcosa da dirmi!:wink:

per deformazione professionale mi sento di appoggiare e sostenere il diritto assoluto di WilLupo a pensare e scrivere che i PS sono pallosi. Spiace Masetto, ma anche i migliori talvolta non sono apprezzati! dopotutto la letteratura deve principalmente emozionare, coinvolgere, indurre alla riflessione, arricchire l'animo. Se questo non succede, non c'è critico che tenga: il fallimento non può che addebitarsi all'opera. Nessuno può essere accusato di essere troppo distratto o poco recettivo per apprezzare un capolavoro. Il mestiere dello scrittore è di risultato, non di mezzo. IMHO, naturalmente. Manzoni ha raggiunto tanti risultati, evidentemente non tutti.
Peace!TUNZZZ
 

Masetto

New member
Non è solo che mi sono antipatici, non mi sembra corretto da parte tua ridurre a questo la mia critica :(
Non ho detto solo questo; ho detto anche che non condividi le idee di Manzoni. Intendevo che non ti sono simpatici perché incarnano quelle idee. In effetti non mi sono espresso bene… :-?

E' piena la letteratura di personaggi odiosi e (magari proprio per quello) terribilmente coinvolgenti!!!
D’accordissimo :)

Tu riporti dei brani, io li rileggo obtorto collo ;) e li trovo falsi, artificiosi. Mi sembrano quelle scene di certe fiction televisive all’italiana dove si capisce lontano un miglio che gli attori recitano.
Capisco che questo sia un po’ artificioso: “Lucia andava assettandosi, per un'abitudine, per un istinto di pulizia e di verecondia”, perché fa tanto “brava bambina”; ma se mi dici che lo è anche questo: “vergognosa [Lucia] dell'essere già stata tanto sola con lui e tanto famigliarmente, quando s'aspettava d'essere fra pochi momenti sua moglie. Ora, svanito così dolorosamente quel sogno [svanito dolorosamente quel sogno: qui non c’è solo la bacchettona che si vergogna di esser stata sola col moroso, qui c’è la donna che, pur considerandolo un male, in fondo al cuore lo desiderava: c’è la ragione che non riesce ad averla interamente vinta sulla natura! Come si può parlare di “piattezza” qui?] , ella si pentiva di essere trascorsa così oltre, e fra tante cagioni di trepidare, trepidava pur anche per quel pudore che non nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore che ignora se stesso, somigliante alla paura del fanciullo che trema nelle tenebre senza saper di che. [una paura, inconscia, di cui il personaggio non sa trovare l’origine con la ragione: altra cosa umanissima.] ", dove sono portati alla luce desideri e pulsioni profonde, ma semplici e naturali, comuni anche a chi cristiano non è… :-?
Lo stesse cose valgono per l'altro brano: anche qui la ragione di lei non riesce ad averla vinta sull’amore per Renzo: ”si fece nella mente [di Lucia] un tumulto istantaneo; la memoria del voto, vi si suscitò d'improvviso, e vi comparve chiara e distinta. Allora tutte le potenze del suo animo, appena riavute, furon sopraffatte di nuovo.
Dopo un ribollimento di que' pensieri che non vengono con parole, le prime che si formarono nella sua mente furono: «oh povera me, cos'ho fatto!»
S'andava figurando ugualmente che quella Provvidenza medesima, per compir l'opera, saprebbe trovar la maniera di far che Renzo si rassegnasse anche lui non pensasse più... Ma una tale idea, appena trovata, mise sottosopra la mente ch'era andata a cercarla.


preferisco comunque parlare direttamente con Masetto piuttosto che attraverso citazioni di critici famosi.
Un po’ perché posso rispondere solo con parole mie, un po’ perché una opinione, anche se espressa da Russo o Momigliano, resta sempre un’opinione: nella fattispecie mi interessano le opinioni di Masetto :)
Se ho riportato questi commenti è perché: a) li condivido, quindi leggendoli stai leggendo opinioni che sono anche di Masetto; b) dicono le cose molto meglio di come le saprei dire io; c) voglio mostrare che queste opinioni, oltre che mie, sono anche di altri: fra cui persone che, almeno in teoria, di letteratura se ne intendono. Ciò naturalmente non vuol dire che siano per forza giuste, ma cerco così di stimolare maggiormente chi le legge a rifletterci su.
E io non ti sto chiedendo di rispondere con altre citazioni; le tue parole vanno benissimo.

riportami qualche dialogo dove Lucia mi convinca, come contadina del 600
Ho già detto che “fornire il ritratto della popolana del Seicento non era nelle intenzioni dell’autore: Lucia non è la popolana tipica del Seicento, Lucia è un modello, è la popolana ideale del Manzoni.”

leggo per il mio piacere e non per interesse intellettuale.
Questo lo credi tu, ma non è vero :) . Altrimenti, non avresti “esordito” in questo topic dicendo "il senso del romanzo è che a pigliar parte alle sommosse si risica di finire impiccati"; “per me resta una storiellona moralista e retorica”; “trovo falsi, preconfezionati, molti dei personaggi”: queste parole sono già una critica alle idee e allo stile di Manzoni. Sono già una manifestazione di interesse intellettuale.

Mi sembra piuttosto indicativo, che Manzoni non si legga all’estero.
Anche Goldoni, Foscolo, Leopardi, Verga, Pascoli, Svevo e Montale sono quasi ignoti al grande pubblico straniero: nessuno di loro è un grande scrittore allora?

PS: il brano del Russo che hai postato subito dopo.
Lo leggo (faticosamente, 2 volte, per sicurezza) e mi pare più un’analisi dei meccanismi della conversione che l’analisi di un personaggio vero e vivo
Sarà un caso?!?:??
Mi restituisce in pieno la sensazione (sempre avvertita) che anche l’Innominato sia solo uno stereotipo che vive in funzione del messaggio che deve trasmettere. E dire che il Russo ha di sicuro tutt’altre intenzioni :wink:
E una conversione religiosa, anche se si conclude in un’adesione al Cattolicesimo, non può essere una cosa vera e viva?
Le intenzioni di Russo sono proprio di dimostrare che quella dell’Innominato lo è, in quanto “Per il Manzoni, una conversione viene sempre dal di dentro”: all’Innominato Dio non manda gli angeli in sogno come a San Giuseppe. E anche uno che non crede, per cui non compie l’ultimo “passo” (l’avvertire la presenza di Dio) di questo percorso, non può negare che tutti questi sentimenti sono perfettamente naturali e non hanno nulla di forzato o di programmatico. Quale uomo, purchè abbia un briciolo di vita interiore, non ha avvertito almeno una volta in cuor suo “un senso religioso della morte e la paura di un giudizio eterno, il giudizio stesso degli uomini, il giudizio della storia che è anch’essa una forma di eternità, la giustizia stessa delle cose che si viene compiendo mentre noi viviamo ed operiamo”? E che cosa c’è di più umano dei dubbi e delle paure che tormentano l’Innominato, dei tentativi di celare a se stesso i mutamenti della sua anima e di tornare quello di prima, della riluttanza a rompere radicalmente col suo passato? E allora come si fa a dire che questo è un personaggio falso ed intimamente morto?
Cosa manca in lui per dare spessore ed autenticità ad una conversione secondo te?
A questo punto mi chiedo se per te esiste un personaggio letterario cristiano che non sia uno stereotipo. Mi potresti fare degli esempi? (naturalmente intendo qualcuno nella cui vicenda l’essere cristiano abbia una qualche rilevanza).

Chiudiamola qua: “de gustibus” :)
Come vuoi :) . Guarda però che non è solo una questione di gusti.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
la discussione è interessantissima, ma decisamente OT, l'argomento dei Promessi sposi diventa incidentale e rischia di appesantire troppo il thread. Apro un'altra discussione e sposto lì i post che penso possano essere ulteriormente approfonditi. Anche perchè il livello del dibattito della nuova discussione è alto e coinvolgente ed è giusto che trovi il suo spazio. :) la discussione la trovate qui:

http://www.forumlibri.com/forum/showthread.php?t=6794
 
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
da NON leggere a Scuola

L'ho letto alle superiori... perche' non c'era altra scelta.
Mi ricordo un bellissimo italiano.
Per il resto era da tagliarsi le vene.
Certo, sono passati + di 20 anni percio' non me la sento di mantenere sempre lo stesso giudizio.
Penso che lo rileggero'.
Sicuramente e' un libro diseducativo e fuorviante da NON leggere a scuola. Non e' possibile che in una storia d'amore lunga 800 pagine non ci scappi nemmeno un bacino!! I ragazzi di 14 anni si leggono una cosa del genere e si confondono, pensano che l'amore sia quello. Stiamo freschi. Non so voi, ma io quando l'ho letto avevo gia' un'altra idea di Amore: meno male che il libro non mi ha traviato.
Saluti
 

Zefiro

da sudovest
Che abbia fatto il suo tempo credo sia fuori discussione. Come lettura scolastica lo sostituirei con qualcosa, un mix possibilmente, più attuale e più vicino a sensibilità moderne. Oceano mare di Baricco per esempio, integrato da qualcosa non necessariamente italiano, andando a pescare, dico un nome ma se ne possono pensare altri, nella produzione di Dan Brown. Qualcosina di Moccia anche, che dell'oggi sa cogliere istanze comportamentali e sensibilità con precisione e puntualità. Questo per il secondo anno delle superiori.
Per il primo anno anche l'Eneide andrebbe sostituita credo, o fortemente ridotta, possibilmente con qualcosa che inizi da subito a sprovincializzare un po', la Yoshimoto per esempio. Tra i nostrani non oso suggerire 1000 colpi di spazzola perché il clima culturale è ancora troppo bacchettone e sarebbe da un punto di vista pratico, nelle condizioni in cui è la scuola italiana oggi, assolutamente impraticabile.
 
Ultima modifica:

asiul

New member
Che abbia fatto il suo tempo credo sia fuori discussione. Come lettura scolastica lo sostituirei con qualcosa, un mix possibilmente, più attuale e più vicino a sensibilità moderne. Oceano mare di Baricco per esempio, integrato da qualcosa non necessariamente italiano, andando a pescare, dico un nome ma se ne possono pensare altri, nella produzione di Dan Brown. Qualcosina di Moccia anche, che dell'oggi sa cogliere istanze comportamentali e sensibilità con precisione e puntualità. Questo per il secondo anno delle superiori.
Per il primo anno anche l'Eneide andrebbe sostituita credo, o fortemente ridotta, possibilmente con qualcosa che inizi da subito a sprovincializzare un po', la Yoshimoto per esempio. Tra i nostrani non oso suggerire 1000 colpi di spazzola perché il clima culturale è ancora troppo bacchettone e sarebbe da un punto di vista pratico, nelle condizioni in cui è la scuola italiana oggi, assolutamente impraticabile.

Volendo c'è anche Volo,Muccino,Faletti...:roll:

Stai scherzando vero? :??

L'Eneide!? :roll:...io l'ho amato molto. Perché toglierlo? :(
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Asiul, penso di sì, che Zefiro volesse prendermi un po' in giro e ha fatto bene: chi la fa, l'aspetti, e io me la sono cercata...
Cmq, in una storia d'amore di 800 pg. un minimo di testosterone, di feromoni e di voglia ci devono essere.
Persino Dante ha dato a Paolo e a Francesca la possibilità di rotolarsi un po'! Infatti, La Divina Comedia, a scuola, ci deve restare!
 

Zefiro

da sudovest
cosa leggere nelle ore di italiano?

Ciao Carcarlo :)

Era ovviamente una scherzosa provocazione la mia :mrgreen:

Sgomberiamo il campo dal messaggio o dai contenuti ideologici, condivisibili più o meno a seconda delle proprie idee, sensibilità, credo religioso per chi ce l’ha. Focalizziamoci ora su cosa leggere o non leggere a scuola. Parliamo delle superiori nello specifico, nei licei italiani in particolare, è lì che si legge il Manzoni nei programmi in vigore. E perché.

La scuola deve secondo me, tra l’altro e soprattutto, mettere al corrente di strumenti, metodologie e tecniche nonché esercitare all’uso delle stesse col fine principale e quasi unico direi, di fornire allo studente un metodo che verrà poi metabolizzato e sperabilmente usato in modi unici e personalissimi da ciascuno nella sua vita, privata e professionale a seconda della propria personalità.

Sempre a mio modesto parere, è ottimo uso del tempo, nel contesto dell’insegnamento dell’italiano, per una volta nella vita almeno, non tutti diventeranno critici letterari o lettori, applicarsi nella lettura critica, passo passo, studiando l’interezza del testo, commentandolo, leggendo e studiando i commenti dei principali critici. Attività faticosa e noiosissima talvolta, convengo, ma che fa sicuramente parte dell’imparare ed è inevitabile in qualsiasi disciplina.

Ricordo con orrore per esempio le interminabili ore trascorse nel risolvere le espressioni: graffe quadre, tonde e così via. E quando il risultato non veniva bisognava ricominciare da capo, o minuziosamente ripercorrerle alla ricerca dell’errore. Stavo imparando un metodo. Stavo imparando il rigore.

Così per i testi: si imparerà, sperabilmente, che un testo, una tesi, un passo hanno un contesto, plurime chiavi di lettura quasi sempre contrastanti, una sua estetica del bello o meno, una sua tecnicalità nell’uso della lingua un suo perché e un suo per come e così via. Per una volta nella vita qualcuno ci forzerà ad approcciare un testo non solo di pancia, ma anche e soprattutto di testa. Lo si imparerà, sempre sperabilmente, col training on the job come si dice oggi: facendolo. Non saltando nulla, anche i passaggi più noiosi, e probabilmente leggendo qualcosa che non rispecchia il nostro pensiero o modo di vedere, come ben spesso accade nella vita insomma.

Questo per quanto riguarda scopo e metodo. Veniamo all’oggetto. Cosa leggere? Su cosa concretamente declinare questa quotidiana fatica? Essendo la materia in questione l’italiano suggerirei autori italiani che facciano dell’italiano un uso perfetto e prototipale. Devono essere testi complessi, l’esercizio deve essere non banale e richiedere applicazione seria e faticosa. Poiché la letteratura, italiana e non, è fatta di prosa e di poesia, per quanto riguarda la prosa la scelta dei Promessi sposi, a me sembra quanto mai azzeccata: il primo, dove si è praticamente inventato nella sua forma finita e formalizzato un genere, il protoromanzo insomma, c’è dentro tutto. Se si tiene ben presente lo scopo nessuno degli ingredienti manca.

Ma voglio andare oltre. Dal punto di vista della costruzione dell’impalcatura di un programma scolastico, non so se sia la scelta migliore in assoluto, ma vista nel suo complesso la sequenza Eneide, Promessi sposi e i tre volumi di Divina Commedia, dedicando a ciascuno di essi un intero anno di applicazione a me sembra ottima. In Italia almeno, fossimo in Spagna a parlare di letteratura spagnola inserirei Cervantes naturalmente.

Con l’Eneide si centrano in un sol colpo l’innesto nelle nostre radici, cioè la cultura latina, e la familiarizzazione con l’Epica: potremo leggere Tasso, Ariosto, Omero…. Con Manzoni diventiamo familiari col romanzo, la sua costruzione, la cesellatura dei caratteri e dei personaggi, le modalità di proporre in forma artistico letteraria un messaggio ed una idea del mondo e della vita (non necessariamente da condividere insisto…) ed il perfetto italiano. Per quanto riguarda la poesia infine, la scelta di Dante in tutta franchezza non credo possa esser messa discussione.

La scelta migliore in assoluto non saprei, dicevo, ma sicuramente ottima ed io non saprei immaginarne un’altra: esercizio ed applicazione continuati su quello che è, di fatto, il backbone di questa disciplina ed arte per come essa si è sviluppata ed evoluta. Il tutto naturalmente dal momento che si sta parlando delle ore da dedicare al preciso scopo di imparare l’italiano ed aver contezza della letteratura italiana.

Sui rotolamenti, invece il non detto, ma ben trasmesso, della vicenda della Monaca di Monza e me attizza un bel po’. Sii sincero dai: a te no? :wink:
 
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