Demonio di un Dostoevskij

Lark

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Ciao a tutti, sto leggendo I demoni da qualche giorno e mi sono imbattuto, in uno dei primi capitoli, nella descrizione di un personaggio (per ora) secondario, uno scrittore anziano della generazione precedente rispetto a quella in cui sono ambientati i fatti di nome Karmazinov, molto famoso ed apprezzato dall'io narrante in gioventù ma non più ora, specie nelle pubblicazioni più recenti.
Parlando di un articolo di un anno prima, il narratore dice

"Circa un anno fa lessi in una rivista un suo articolo scritto con enormi pretese di raggiungere la più ingenua poesia e perfino la più fine psicologia. Descriveva il naufragio di una nave, sulla costa inglese, del quale era stato testimone ed aveva visto salvare i naufraghi e tirare a riva gli annegati. Tutto questo articolo, abbastanza lungo ed eloquente, era scritto con l'unico scopo di mettersi in mostra. Si poteva leggere tra le righe: <<Interessatevi a me, guardate come ero in quei momenti. Che vi importa di questo mare, di questa tempesta, degli scogli, della nave in frantumi? Tutto questo ve l'ho descritto minuziosamente con la mia penna possente. Perché guardate questa annegata con un bambino morto fra le morte braccia? Guardate piuttosto me; come ho sopportato un simile spettacolo e come mi sono voltato dall'altra parte. Ora sono di spalle; ora sono terrorizzato, non ho più la forza di guardare indietro; socchiudo gli occhi, come è interessante, non è vero?>> Quando io dissi il mio parere in merito all'articolo di Karmazinov a Stepan Trofimovic, egli fu d'accordo con me."

Ora so che è un po' campata in aria e io sono un po' parziale perché purtroppo come autore non mi piace, ma potrebbe essere un riferimento ironico allo stile pomposo di Hugo? Mi ha ricordato molto la sensazione che ho avuto io leggendo la sequenza del naufragio all'inizio dell'Uomo che ride, che è del 1869 - mentre I demoni è pubblicato in volume nel 1873, ma per capitoli su rivista già prima. So anche che alcuni dettagli non corrispondono, è passato qualche anno ma da quel che ricordo il narratore in Hugo è onnisciente, non un testimone che assiste al naufragio.
Sono io che ho un pregiudizio e vedo Hugo in tutti gli scrittori descritti come eccessivamente pomposi o effettivamente Dostoevskij può volersi riferire a lui secondo voi? Non so neanche se lo conoscesse, sinceramente.

Edit: poche pagine dopo cita esplicitamente L'homme qui rit, quindi sicuramente l'ha letto!
 
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Minerva6

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Domanda interessante.
Di Hugo conosco le opere ma non l'ho mai letto perché non mi ha mai attirata quindi sicuramente al tuo posto avrei pensato la stessa cosa 😉.
Tanto più che adoro il Dosto di cui invece ho letto tutto. Però purtroppo la mia mancanza di memoria non mi permette di ricordare nello specifico la parte da te citata.
Perciò per ora appoggio la tua tesi, in attesa di qualcuno che sappia darci una risposta sicura.
 

Lark

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Dopo una ricerca testarda mi sono dimenticato di aggiornare il thread! Da quel che ho trovato non si riferisce a Hugo, che Dostievskji a quanto pare stimava molto e cita diffusamente (almeno in Delitto e castigo) ma a un tale Turgenev, che io non conosco ma che a quanto pare si attaglia perfettamente alla descrizione che ne fa Dostoevskji!
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ecco... Io Turgenev lo conosco, mi piace e ho letto gran parte delle sue opere (credo mi manchi solo qualche racconto). È considerato più simile agli autori occidentali, il suo stile è meno complesso dei suoi conterranei, più scorrevole, infatti io lo consiglio a chi vuole cimentarsi per la prima volta con un autore russo.
Ovviamente Dosto è un'altra cosa, però avrei preferito che sì fosse riferito davvero ad Hugo 😉.
 

Stâncăncap

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Ciao, il riferimento non poteva essere a Hugo perché la scena del naufragio all'inizio de L'uomo che ride ha un esito decisamente diverso, ma l'idea che in fondo Dostoevskij non condividesse la pomposità e la teatralità di Hugo (che in quest'opera sono portare davvero all'esasperazione) secondo me non è irrealistica.
 
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