Apro il nuovo Poeticforum, ultimamente abbiamo partecipato solo in due ma non ci arrendiamo, aspettiamo proposte...chissà!
A far cosa, a trovare la testa o il tempo?UP! Mi dispiace ma non ho proprio tempo e testa per commentare. Qualcuno vuole aiutarmi?
Di questa poesia colgo soprattutto il potere suggestivo delle immagini, ma il loro senso è più profondo. Il poeta coglie la quotidianità della sua amata e anche se ne avverte il fascino misterioso vorrebbe di più.Lei saliva con altri
da una stazione del metrò
mangiava con altri a una tavola calda
aspettava con altri in una lavanderia
ma una volta l’ho vista da sola
davanti a un giornale murale
Usciva con altri da un grattacielo d’uffici
si pigiava con altri ad una bancarella
era seduta con altri presso un campo-giochi di sabbia
ma una volta l’ho vista dalla finestra
giocare a scacchi da sola
Era sdraiata con altri su un prato del parco
rideva con altri in un
labirinto di specchi
gridava con altri sull’ottovolante
e poi sola la vidi soltanto
camminare nei miei desideri
Ma oggi nella mia casa aperta:
la cornetta era girata dall’altra parte
la matita era a sinistra dell’agenda
a sinistra la tazza del tè e il manico pure
a sinistra
e vicino la mela sbucciata in senso inverso
(e non finita di sbucciare)
le tende raccolte a sinistra
e la chiave della porta di casa nella tasca sinistra
della mia giacca
Ti sei tradita, o mancina!
O era per lasciarmi un messaggio?
Vederti IN UN CONTINENTE STRANIERO
io vorrei
perché finalmente in mezzo agli altri
ti vedrei sola
e tu fra mille altri vedresti
ME
e finalmente ci verremmo incontro.
Peter Handke
(Traduzione di Anna Maria Carpi)
da “La donna mancina”, Garzanti, 1979
Solo a me il contenuto di questa poesia ha dato un senso d'inquietudine? So bene che nel 1979 sarebbe stata perfetta, ma con gli occhi di oggi a me arriva l'impressione di una persona molto gelosa, che è infastidita dal vedere la ragazza insieme ad altre persone, che ride, che lavora, che si diverte con altri. E' in pace solo quando la vede sola, come sola è nei suoi pensieri e nella sua immaginazione. E' un'infatuazione a senso unico, lo stalker la segue di nascosto, la vede in compagnia ma la immagina tutta per sé, vorrebbe che la ragazza non conoscesse nessuno come fosse in un continente straniero, in modo che finalmente potesse riuscire a farsi vedere da lei.Lei saliva con altri
da una stazione del metrò
mangiava con altri a una tavola calda
aspettava con altri in una lavanderia
ma una volta l’ho vista da sola
davanti a un giornale murale
Usciva con altri da un grattacielo d’uffici
si pigiava con altri ad una bancarella
era seduta con altri presso un campo-giochi di sabbia
ma una volta l’ho vista dalla finestra
giocare a scacchi da sola
Era sdraiata con altri su un prato del parco
rideva con altri in un
labirinto di specchi
gridava con altri sull’ottovolante
e poi sola la vidi soltanto
camminare nei miei desideri
Ma oggi nella mia casa aperta:
la cornetta era girata dall’altra parte
la matita era a sinistra dell’agenda
a sinistra la tazza del tè e il manico pure
a sinistra
e vicino la mela sbucciata in senso inverso
(e non finita di sbucciare)
le tende raccolte a sinistra
e la chiave della porta di casa nella tasca sinistra
della mia giacca
Ti sei tradita, o mancina!
O era per lasciarmi un messaggio?
Vederti IN UN CONTINENTE STRANIERO
io vorrei
perché finalmente in mezzo agli altri
ti vedrei sola
e tu fra mille altri vedresti
ME
e finalmente ci verremmo incontro.
Peter Handke
(Traduzione di Anna Maria Carpi)
da “La donna mancina”, Garzanti, 1979
Io ho inteso anche questi versi in chiave psicopatologica. Ma chissa' cosa intendeva veramente trasmettere, non lo conosco affatto.Però ci potrebbe essere una terza ipotesi. Quando dice:
Ma oggi nella mia casa aperta:
la cornetta era girata dall’altra parte
la matita era a sinistra dell’agenda
a sinistra la tazza del tè e il manico pure
a sinistra
e vicino la mela sbucciata in senso inverso
(e non finita di sbucciare)
le tende raccolte a sinistra
e la chiave della porta di casa nella tasca sinistra
della mia giacca
Ti sei tradita, o mancina!
O era per lasciarmi un messaggio?
Ecco, a me quella chiave di casa di lui, ma nella tasca sbagliata, suscita una certa inquietudine. Perché lei dovrebbe aver avuta la chiave di lui, l'accesso alle tende, eccetera?
Non è che in fondo lui sta combattendo contro l'ombra speculare di se stesso? Contro il proprio doppio?
**
Ho letto su wikipedia che lo stesso ha scritto un romanzo e poi diretto un film, entrambi con lo stesso titolo "La donna mancina", ma questo non chiarisce il mistero, anzi.
Io passo.
«La vispa Teresa «avea tra l’erbetta «a volo sorpresa «gentil farfalletta, | «e tutta giuliva «stringendola viva, «gridava a distesa: « — L’ho presa! l’ho presa! «A lei supplicando, «l’afflitta gridò: « — Vivendo, volando, «che male ti fo? |
«Tu, sì, mi fai male «stringendomi l’ale! «Deh! lasciami; anch’io «son figlia di Dio!: — «Confusa, pentita, «Teresa arrossì, «dischiuse le dita «quella fuggì. | Se questa è la storia che sanno a memoria i bimbi di un anno, pochissimi sanno che cosa le avvenne quand’era era ventenne. |
Un giorno di festa la vispa Teresa uscendo di chiesa si alzava la vesta per farsi vedere le calze chiffonne, chè a tutte le donne fa molto piacere. | Armando, il pittore, vedendola bella, le chiese il favore di far da modella. Teresa arrossì ma disse di sì. — Verrete? - Verrò: ma badi, però... — Parola d’onore! rispose il pittore. |
Il giorno seguente, Armando l’artista, stringendo furente la nuova conquista, gridava a distesa: — T’ho presa! t’ho presa! — | A lui supplicando Teresa gridò: — Su, su, mi fa male la spina dorsale mi lasci, chè anch’io son figlia di Dio... |
Se ha qualche programma ne parli alla mamma... A tale minaccia Armando tremò, dischiuse le braccia... ma quella restò. | Perduto l’onore, sfumata la stima, la vispa Teresa più vispa di prima, per niente pentita, per niente confusa, capì che l’amore non è che una scusa. |
Per circa tre lustri fu cara a parecchi: fra giovani e vecchi, fra oscuri ed illustri, la vispa Teresa fu presa e ripresa. |
Contenta e giuliva s’offriva e soffriva. | (La donna che s’offre, se apostrofa l’esse, ha tutto interesse di dire che soffre). |
Ma giunta ai cinquanta con l’anima affranta, col viso un po’ tinto, col resto un po’ finto, | per torsi d’impaccio dai prossimi acciacchi, apriva uno spaccio di sali e tabacchi |
Un giorno, un cliente, chiedendo un toscano, le porse la mano così... casualmente: Teresa la prese, la strinse e gli chiese: — Mi vuole sposare? Farebbe un affare! — | Ma lui di rimando, rispose: — No, no!... Vivendo e fumando che male ti fo? — Confusa e pentita Teresa arrossì, dischiuse le dita e quello fuggì. |
Ed ora Teresa, pentita davvero, non ha che un pensiero: d’andarsene in chiesa. | Con l’anima stracca si siede e stabacca, offrendo al Signore gli avanzi di un cuore che batte la fiacca |
Ma, spesso, fissando con l’occhio smarrito la polvere gialla che resta sul dito, | le sembra il detrito di quella farfalla che un giorno ghermiva stringendola viva. |
Così, come allora, Teresa risente la voce innocente che prega ed implora: — Deh! lasciami; anch’io son figlia di Dio!" | — Fu proprio un bel caso! — sospira Teresa fiutando la presa che sale nel naso. - Se qui non son lesta mi scappa anche questa! — |
Tra un fiotto e un rimpianto, tra un soffio e un eccì, la vispa Teresa ... ........ Lasciamola lì. |